Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Lo spazio dei silenzi” di Francesca Castelvedere

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Cara Arianna,
quassù ci si annoia parecchio. Nella vita vera le montagne di Heidi e le sue caprette non esistono.
Così mi ritrovo da sola a gettare sassi nel torrente sotto casa.
Perché non mi hai più chiamato? Sto soffrendo terribilmente e nulla mi sembra avere più senso.
Continuo a ripensare alle nostre risate, alla sera in cui siamo state al concerto insieme, alla magia che c’è tra noi e che ci lega profondamente.
Potresti venire a trovarmi, per passare un po’ di giorni insieme.
Sai, giù al paese c’è anche un piccolo cinema. Potremmo andarci, come quella volta che abbiamo visto Twilight insieme. Non lo scorderò mai…

Il tuo silenzio e la tua assenza mi sono insopportabili.

Tra una settimana arriveranno anche mamma e papà. Sono preoccupati per me, non riescono a capire cosa mi stia passando per la testa. Però di una cosa sono sicuri: che lasciarmi qui a marcire per tre mesi mi farà bene.
Non mi conoscono proprio! Come se stare lontano da Milano per l’estate risolvesse magicamente tutto. Se solo provassero a leggermi dentro… A me non sembra così difficile, in fondo sono la loro unica figlia, il sangue del loro stesso sangue! Non sempre servono le parole, sono molto più significativi certi silenzi. E tu lo sai benissimo!
La nonna invece sembra più tranquilla, dice che passerà, che l’adolescenza è una tappa obbligata nella vita di ognuno. Insomma un passaggio difficile, che ci mette alla prova ma che alla fine fortifica. Mah… se ne è convinta lei…
Per fortuna nel frattempo mi coccola e mi vizia, come ha sempre fatto anche quando ero bambina. Mi prepara i miei piatti preferiti e facciamo insieme delle lunghe passeggiate.
Devo ammettere che la nonna è veramente incredibile, non mi bombarda con tutte quelle domande che mi fanno i miei genitori. La cosa fondamentale è che mi lascia stare.
A volte è sufficiente che mi guardi per farmi stare meglio. Ieri, per esempio, mi ha preso la mano e me l’ha stretta forte, senza dirmi niente, ma con infinita tenerezza. E io? Io mi sono messa a piangere.
In realtà piango quasi tutte le sere quando vado a letto. Sì, perché mi ritrovo la testa assillata da innumerevoli pensieri, è come se ci fossero delle grandi ed importanti domande a cui non riesco a rispondere. E poi mi sento così impotente, così infelice… senza di te.
Adesso devo andare, è quasi pronta la cena.
Ti prego, prometti che mi scriverai, non pretendo una telefonata, ma almeno due righe…
Non puoi negarmele. E per favore, lascia stare gli SMS di circostanza pieni di scuse e di fasulli impedimenti, peggiorano soltanto la situazione. Quanto vorrei essere nata in un’epoca senza tecnologia… già, come dici sempre tu, sono troppo antiquata!
A parte le battute, lasciami scrivere la cosa più importante.
Ti sto aspettando e ti aspetterò per sempre, nella certezza che un giorno ci ritroveremo, fosse anche tra mille anni.

Sempre tua,

Silvia

Cara Silvia,
l’estate in città è veramente infinita e troppo noiosa, se penso che non siamo nemmeno a metà luglio! Ti invidio molto: io adoro la montagna. Da piccola ci andavo sempre con la mia famiglia e ho dei bellissimi ricordi.
Scusa. Sto prendendo e perdendo tempo.
La tua lettera non mi ha stupita. Soltanto tu nel 2014 puoi ancora ostinarti ad usare carta e penna per comunicare. Più che antiquata sei anacronistica. Sai che ho dovuto andare apposta in cartoleria (luogo per me così surreale da diventare mitologico) per comprare la busta? Per i fogli, come vedi, mi sono arrangiata con i rimasugli della scuola. Perdonami. Non sono precisa e sognatrice come te.
Rileggendo ciò che ho scritto finora mi accorgo che ti ho chiesto scusa già due volte.
Quanto è difficile…
Lo sai che con te sto bene, noi due possiamo parlare di tutto senza annoiarci, sappiamo a memoria tutte le canzoni di Jovanotti (sia quelle datate di quando non eravamo ancora nate, sia le più recenti): le cantiamo a squarciagola nei corridoi della scuola, facendo incazzare di proposito i professori! Quello sì che è divertente!
Ma credo che tu abbia frainteso. AIUTO!!!!!
Mi sembra di sollevare un macigno.
Tu per me sei la più cara amica… ma soltanto AMICA.
E per la terza volta mi ripeto: scusami.
Ma non preoccuparti, farò finta di niente, tutto sarà come prima.
Ci vedremo al tuo ritorno. Ti aspetto.
Mi raccomando, eh!
Buone vacanze,
Arianna

Cara Arianna,
sì, perché “cara” rimani per me.
Cara Arianna, ho impiegato dei giorni a risponderti. Beh, non quanti tu ne abbia impiegati per scrivere a me. Quindi non soltanto la fretta è una cattiva consigliera, visto che tu di tempo ne hai avuto e l’hai usato per farmi agonizzare, per infine sbattermi in faccia la tua verità.
Come è possibile che mi sia sbagliata tanto? Non posso essermi immaginata i tuoi sorrisi, quei tuoi sguardi intensi che riservavi soltanto a me. E poi hai sempre parlato male dei ragazzi, non fai altro che insultarli e dici che hanno il cervello paragonabile a quello di una formica spiaccicata sotto la suola di una scarpa (metafora idilliaca da te creata).
Dicevi che ero la tua anima gemella, che eravamo state sicuramente separate alla nascita, che un giorno saremmo andate ad abitare insieme in uno scalcinato appartamento del centro.
Mi sono immaginata tutto?
Arianna, io ti sogno: di notte e ad occhi aperti. Io ho messo in discussione l’intero rapporto con i miei genitori per dedicarmi a te. Per amarti.
E ho messo in discussione me stessa… e le aspettative. Sì, perché anche a quindici anni una ragazza può avere delle aspettative per il proprio futuro sentimentale.
Io mi sento diversa, vengo additata là fuori, mi sento addosso gli occhi indagatori di tutta quella gente becera che vuol vedere e non guardare (dentro).

Spesso mi sento sbagliata.

Sto conducendo una battaglia anche in tuo nome e soltanto ora vengo a sapere che quel nome non è stato scritto per me.
Dici che mi aspetti… sicuramente non mi stai aspettando nello stesso modo in cui ti ho aspettato io per una vita intera.
Tu in realtà stai aspettando il tuo Teseo. Sei già pronta ad affidargli il tuo prezioso filo? E lo salverai dal feroce Minotauro?
Ma attenta! Hai studiato la lezione fino alla fine? Potresti essere abbandonata sull’isola di Nasso con le tue illusioni e il cuore spezzato, senza mai arrivare ad Atene.
E anch’io oramai non posso tornare indietro, a riprendere la vecchia me stessa. Anzi, la vecchia Silvia in realtà ha gettato la maschera per lasciar posto alla vera Silvia.
La mia prima grande delusione d’amore… Cosa ne dici? Almeno in questo posso considerarmi uguale a tutti gli altri adolescenti?
Non ti preoccupare, capirò se farai finta di non conoscermi, se mi eviterai, se racconterai a tutti che tu non avevi assolutamente capito.
Anzi, sai che facciamo? In caso di incontro, riduciamo il tutto ad un cordiale, civile e incolore “Ciao”.
Credo di averti detto tutto.

Ah, un’ultima cosa… Io non mi sento in dovere di chiederti scusa per il semplice fatto di averti amata.

Silvia

Dal diario di Silvia

Adesso vedo chiaramente cosa mi aspetta: una vita in salita.
Dovrò giustificarmi sempre e comunque, dovrò nascondere anche i sentimenti più puri, quegli stessi sentimenti che se animano un giovane cavaliere nei confronti di un’indifesa fanciulla sono considerati nobili, ma se provati da una ragazza verso un’altra ragazza sono profondamente sbagliati e contro natura.
Ma io non posso farci niente, non posso sostituire il mio cuore con un altro.
Forse Arianna non ha ancora avuto il coraggio o l’onestà di accogliere le proprie emozioni, oppure io ho preso proprio un grande abbaglio. Ma non credo.

Devo soltanto sperare di imbattermi il più possibile in persone intelligenti. Persone che non si pongano il problema di capire chi io ami e perché, ma che apprezzino il fatto che io sappia amare: Silvia o Arianna o Teseo o persino il Minotauro.

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3 commenti »

  1. Mi piacciono molto i racconti in forma epistolare, e questo ha anche una marcia in più perchè parla di una condizione molto comune che però finisce spesso per diventare un problema. Quanto mai attuale, l’amore dovrebbe andare al di la’ di tutto, l’amore e’ a prescindere.
    Ci sono ancora troppe Silvia che non vengono capite, e nel peggiore dei casi sbeffeggiate e isolate. Grazie per avere parlato in modo semplice e con il cuore di questa ” questione spinosa” . In bocca al lupo!

  2. Credo che tutti abbiano preso una cotta non corrisposta nella vita, l’amore è ingovernabile e fa giustamente quello che vuole. La cosa strana è che si dividano le cotte (l’innamoramento, l’amore o le più semplici sbandate) in lecite e illecite. Non lo so, credo – come scrive Carla -che l’amore sia a prescindere e penso che la personale predisposizione di ognuno sia innata e che non necessiti giustificazioni.
    Il tono delle lettere non mi ha coinvolta, scusami Francesca, amo l’amore struggente soprattutto quando è ostacolato da qualcosa o qualcuno (forse troppi film…) ma la tematica mi è cara perché credo che dovremmo cominciare a vedere e sentire con le emozioni di chi vive certe cose quotidianamente se vogliamo veramente portarci sulla strada giusta nella costruzione di un mondo migliore.

  3. Grazie Carla per le tue parole, mi hanno fatto molto piacere perchè significa che il mio testo è arrivato là dove volevo che arrivasse.

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