Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Le farfalle nella pancia” di Luca Gorrone (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Quando il mondo era ancora un luogo di vulcani fumanti e misteriose foreste, gli insetti più forti e crudeli di tutti erano … le farfalle.

Persino le superbe vespe e i possenti calabroni fuggivano impauriti ogni volta che sentivano lo sbattere secco delle loro robuste ali verdi, il colore ideale per nascondersi tra le foglie.

La loro regina, la farfalla più spietata e veloce di tutta la foresta conosciuta, le guidava contro le colonie degli insetti di terra, per derubarli delle loro scorte di cibo e per divertirsi a spaventarli.

Allo Spirito della Foresta non piaceva intervenire nelle faccende degli animali, ma i continui lamenti per le loro cattiverie lo convinsero che era giunto il momento di fare qualcosa.

Una notte, lo Spirito si travestì da piccola coccinella, tutta bianca e luminosissima, e andò a svegliare la regina delle farfalle.

<Sai chi sono?>, le chiese con tono deciso.

<E tu sai chi sono io?>, reagì la sovrana stropicciandosi le antenne, <Come osi disturbare il mio sonno!>.

<Cominciamo bene.>, borbottò sottovoce lo Spirito, già con una mezza idea di trasformarla in una pulce d’acqua per la sua sfacciataggine. Fece, invece, un profondo sospiro e le rispose: <Sei la farfalla più egoista e prepotente della foresta e passi le tue giornate a terrorizzare e derubare i tuoi fratelli insetti.>.

<Grazie!>, la farfalla adesso lo guardava gongolando:<Io sono la più forte di tutti e posso fare di loro ciò che voglio. Anche di te.>.

Lo Spirito scosse la testa sconsolato:<Questa fanfarona pensa che le ho fatto un complimento!>.

Decise però di prenderla a ridere: <Grazie, Maestà.>, disse con voce ironica, facendole anche una specie di buffo inchino, <Non è mai passata per la tua cornuta testolina l’idea che sei forte e possente per proteggere i tuoi fratelli, non per derubarli?>.

<Che sciocchina che sei: tutti sanno che in natura vince e comanda sempre e solo il più forte.>.

Lo Spirito rimase qualche istante silenzioso ad osservarla: la regina non era cattiva, era solo più ottusa di uno scarabeo e più presuntuosa di una mantide religiosa.

<In natura vince il più saggio, non il più forte.>, cercò di spiegarle, <Una farfalla intelligente sa quando usare la forza e quando, invece, la compassione. È questa la chiave per farsi volere bene e vivere felici. Se lo vuoi, ti insegno come si fa.>.

<Imparare da te?>, disse lei, ridendo con disprezzo: <Senti, coccinellucola, non ho voglia di perdere tempo con te. Io, ora, me ne torno a dormire. Puoi andare.>.

<Non ti accorgi di quanto sei egoista e infelice?>, insistette lo Spirito.

<Ho troppo sonno per darti la lezione che meriti>, urlò spazientita, <vattene o sarà peggio per te.>.

<Come vuoi>, mormorò tristemente lo Spirito, ma prima di volare via le lanciò una maledizione: <Da ora in poi, ogni volta che farai del male a qualcuno, una macchia luminosa si formerà sulle tue ali. Solo se ti comporterai bene, le macchie spariranno una ad una. Scegli, sciocca farfalla, se diventare più saggia o se preferisci essere il pasto di qualche uccello.>.

La regina sbuffò annoiata, sì rigirò nel suo giaciglio e si addormentò senza pensieri.

Cominciò a preoccuparsi la mattina successiva, quando, dopo aver derubato il grande formicaio vicino al baobab, vide formarsi un primo gruppetto di minuscole macchioline gialle e brillanti sul dorso verde delle sue ali.

Tutte le farfalle pensarono subito ad una malattia, ma la seguirono fedelmente per tutta la giornata, sperando in cuor loro di non esserne contagiate.

Al calare del sole, le macchie non si contavano più e la prepotente sovrana passò l’intera notte a fuggire dagli attacchi di pipistrelli, civette e gufi, attirati da quello sciame di piccole e vivaci lucciole attaccato alle sue ali.

Dopo una settimana tutti la potevano vedere brillare in lontananza anche in pieno giorno, al punto che le farfalle rinunciarono ad uscire con lei, per non dover scappare ogni volta dagli uccelli attirati dalla loro sfolgorante regina (e soprattutto per non udire le risate degli insetti che si godevano da terra lo spettacolo).

Le chiesero di andare via.

Fu così che, da un giorno all’altro, la regina si ritrovò sola nella foresta, continuamente in pericolo e senza sapere dove andare, né cosa fare.

Nascosta nell’angolo più profondo della boscaglia, ma illuminato a giorno dalle innumerevoli piccole lampadine accese sulle sue ali, piangeva disperata: <Piccola coccinella, perdonami! Fammi tornare come prima!>.

Solo dopo molte settimane di paura e inutili lamenti, la fame la costrinse ad uscire dal suo rifugio: quale fu il suo stupore scoprendo che un buon numero di quelle terribili macchie luminose erano scomparse!

Capì immediatamente che, come aveva predetto la coccinella, era il risultato di ogni singolo giorno passato nel nascondiglio senza fare del male a nessuno.

<Devo comunque aspettare>, pensò, <se voglio tornare a casa con le ali pulite>.

Le ci volle un intero anno, durante il quale capì, finalmente, che era stata punita dallo Spirito della Foresta travestito da umile coccinella.

Pensando e ripensando alle sagge parole sentite, ma non ascoltate, quella lontana sera, provò vergogna per quello che aveva fatto agli altri insetti, ma non aveva idea di cosa poteva fare per annullare la sua maledizione: <Una soluzione mi verrà in mente, quando sarò di nuovo a casa>, continuava a ripetersi, per darsi coraggio.

Giunse il giorno tanto atteso e la regina si mise finalmente in viaggio per tornare dalle sue farfalle, piena di dubbi e speranze, ma felice di essere tornata con le ali di un bel verde pistacchio.

Mentre sorvolava il vecchio termitaio, vide tre giovani farfalle che, per divertimento, afferravano e sollevavano in volo le povere termiti, per poi farle ricadere pesantemente sul loro grande nido.

Senza pensarci un solo attimo, si gettò in picchiata a soccorrere i piccoli isotteri, mettendo in fuga le tre assalitrici.

Solo allora farfalle e termiti la riconobbero, ma nessuno poteva dire chi di loro era più stupito di quanto era appena avvenuto.

La vecchia sovrana non se ne curò affatto: non appena fu sicura che tutti stavano bene, riprese tranquillamente la via verso casa.

Le imprese, le lotte e le avventure della regina tornata dalla foresta per far diventare buone le farfalle, riempiono ancora oggi le storie che le cicale raccontano ogni notte d’estate.

Nessuna macchia gialla comparve più sulle sue ali e, quando divenne troppo anziana per volare, tutti gli insetti della foresta si radunarono attorno a lei per un ultimo saluto.

<Cosa posso fare per te?>, chiese una piccola coccinella bianca e luminosa apparsa all’improvviso al suo capezzale, tra lo stupore generale.

<Cosa posso chiedere a chi mi ha salvato la vita? Grazie a te, adesso, so cosa è la felicità.>, rispose la regina, indicando con una zampetta gli amici di tutte le specie che erano intorno a lei.

<Se però vuoi farmi un altro regalo>, aggiunse, <restituiscimi tutte le mie macchie gialle prima dell’ultimo sonno.>.

<Perché mai vuoi quello che tanta fatica ti è costato cancellare?>, chiese lo Spirito incuriosito.

<Quelle macchie sono ancora presenti sul mio cuore. Voglio ricordarmi di tutti quelli a cui ho fatto del male ingiustamente e che non sono più qui. Non poter chiedere il loro perdono è l’unico vero rimpianto della mia vita.>.

<Puoi avere molto di più, se vuoi …>.

<Senti, coccinellucola>, disse la regina sorridendo, < non ho voglia di perdere tempo con te. Io, ora, me ne torno a dormire. Puoi andare.>.

Lo Spirito scoppiò a ridere, ricordando la loro prima conversazione: <Come vuoi, amica mia>, disse, accontentandola.

Si rivolse, quindi, a tutti i presenti e aggiunse a voce alta: <In onore della vostra regina, darò un dono speciale a tutte le farfalle che l’hanno seguita sulla buona strada. Da ora in poi, quando una farfalla nascerà, sarà il più debole degli esseri viventi, per imparare l’umiltà e meritare la propria bellezza. Dopo un lungo periodo di riflessione dentro a un bozzolo, come quello che lei ha trascorso nella foresta, rinascerà come l’insetto più bello e agile di tutta la foresta. >.

<Più bello?>, chiese la regina.

<Certamente. Saranno leggere e fortissime, per poter volare con fantastica eleganza, e le loro ali avranno moltissimi colori, tutti splendenti e incantevoli. Nessuno, guardando il loro volo, potrà fare a meno di fermarsi ad ammirarle. Tutti vedranno in loro la bellezza e l’armonia della natura, ricordando i sentimenti più belli, buoni e profondi del proprio cuore.>.

Ecco perché, ancora oggi, persone di ogni età si incantano davanti al volo imprevedibile delle farfalle e perché, quando qualcuno si innamora, dice di sentire volare “le farfalle nella pancia”.

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9 commenti »

  1. Bellissimo racconto! La scrittura scorrevole e leggera, come il volo di una farfalla, affronta un tema impegnativo e complesso: quello della sopraffazione. Le dinamiche di questa storia, che ben descrive la prevaricazione del gruppo guidato da un capo arrogante, su singoli isolati e deboli, mi hanno fatto pensare a fenomeni di cui spesso i nostri ragazzi sono vittime, come quello del bullismo, tema quanto mai attuale, che vorrebbe maggiore attenzione da parte di tutti per essere stanato. Spero che questo bel racconto lo leggano in tanti, grandi e meno grandi. Complimenti Luca!

  2. Letto tutto di un fiato, argomento tosto – racconto delicato, piacevole e divertente con le sue battute qua e là, ho sorriso e ho visto materializzarsi i personaggi come se fossi in un film. Bravissimo come solo tu sai fare, mi hai portato a riflettere trattando con un linguaggio semplice un tema molto difficile. Sei stato fantastico. Fiera di te TJ

  3. Bravo Luca! Il racconto mi é piaciuto molto e speriamo che i bulli capiscano.

  4. Non amo il genere, a dire la verità. Questo racconto, però, è intrigante al punto che anche un adulto può leggerlo senza annoiarsi. E’ davvero ben scritto, Argomenti difficili trattati con delicatezza, e soprattutto con un linguaggio comprensibile dai bambini cui il racconto è rivolto. Complimenti

  5. Carinoooo!!!!! Complimenti!

  6. Bello…. Da far leggere ai ragazzini più’ che ai bambini, ottimo insegnamento

  7. Tempo fa lessi su un libro di geografia, una frase del fisico Ed Lorenz: “Il battito delle ali di una farfalla in un emisfero terrestre, potrebbe provocare l’inizio di un ciclone nell’altro emisfero.” Questa metafora della farfalla mi ha fatto pensare a quelle volte in cui si agisce con superficialità e leggerezza, senza riflettere sulle conseguenze.
    Molto bello il tuo racconto!

  8. Fratello…. anche a rileggerlo mille volte mi emoziona!!! Un abbraccio forte.

  9. Scritto come dovrebbe essere scritto un racconto per bambini. Sintassi semplice, dialoghi perfettamente integrati nella storia, una morale educativa. Mi ha ricordato un po’ le “Storie del Bosco Antico” di Mauro Corona, ma anche alcune leggende degli Indiani D’America che hanno per protagonista il Grande Spirito, creatore di tutte le cose. Molto bravo Luca, complimenti. Se ti va passa da me (il mio racconta si intitola “Eghus”), siamo nella stessa sezione (racconti per bambini) e anche se i nostri racconti sono molto diversi, sarei felice di sentire comunque il tuo parere.

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