Premio Racconti per Corti 2015 “Annalisa” di Laura Santelli
Categoria: Premio Racconti per Corti 2015Nella stanza di un ospedale, vuota ed illuminata dalla luce che passa attraverso un finestrone, due infermiere trasportano su una barella una ragazza giovane di poco più di 20 anni, di nome ALICE. Ha indosso una camicia da paziente e si copre gli occhi con l’avambraccio. Ha un’aria provata e trattiene a malapena il pianto.
Le infermiere bloccano la barella e le sistemano le coperte. Senza dire una parola escono dalla stanza lasciando la porta aperta.
La ragazza si gira sul fianco e getta uno sguardo fuori dalla finestra. Non riesce a vedere il paesaggio e la luce che entra dalla stanza, così tenue e leggera, dà un’aria di purezza alla stanza. Lei rimane avvolta da quell’atmosfera ma il suo umore non cambia.
In quel momento si sente ancora più sola e disperata. Si copre il volto con le mani soffocando un gemito.
Quando riapre gli occhi trova una ragazza ai piedi del letto. Indossa un abbigliamento molto casual, una lattina di coca cola in mano e due occhi vispi e simpatici. Con confidenza la ragazza sconosciuta le chiede come sta.
Alice risponde male. Non se la sente nemmeno di parlare.
Lei la incalza scherzando sul suo aspetto e sul trambusto che si è creato nella sua famiglia quando hanno saputo la notizia.
Alice, nonostante quel pensiero la spinga al pianto, riesce a ridere grazie alle battute della ragazza. Ma il suo principale pensiero rimane un altro.
Cercando di distrarsi, si sofferma sulla maglietta della ragazza. Una t-shirt con il simbolo dei Rolling Stones. Ne aveva una simile. La indossò in quell’occasione in cui conobbe Andrea. La ragazza gli risponde che questo già lo sapeva.
Entrambe rimangono in silenzio a fissarsi.
Dalla porta aperta della stanza si sentono dei rumori. Le infermiere passano di fronte con la testa bassa senza fermarsi e senza degnare di uno sguardo Alice.
Solo il dottore si ferma sul ciglio della porta. Si rivolge ad Alice senza considerare la ragazza.
Avverte la paziente che, secondo la prassi, devono uscire dalla sala operatoria e che ritorneranno tra poco. Alice non si scompone mentre la ragazza ha lo sguardo terrorizzato.
Il dottore se ne va.
La ragazza comincia ad entrare nel panico. Incalza Alice. Deve alzarsi, fermare il dottore e dirgli che ha cambiato idea. Ma Alice non muove un dito.È meglio che vada così.
La ragazza non riesce a crederci. Non può arrendersi. Lo deve fare ora che è in tempo. Adesso che ancora respira. Lei vuole vivere. Alice rimane ferma nel suo posto senza scomporsi.
La ragazza barcolla. Si appoggia alla parete della stanza e si accascia con la testa tra le mani. Con tono rabbioso accusa Alice di non averla mai voluta. Di non volerle bene.
Alice nega. L’ha voluta da sempre. Sarebbe stata la cosa più bella della sua vita. Vivere loro tre insieme. Avere una famiglia. Ma Andrea non c’è più. E’ morto e lei non può farcela da sola.
“Invece potevi farcela” ribatte la ragazza. Sarebbe stata la sua forza e la sua roccia. Non l’avrebbe lasciata sola ed ogni volta che avrebbe avuto bisogno di una motivazione per andare avanti, avrebbe visto lei e tutto le sarebbe stato chiaro.
Alice sa tutto questo. Ma è meglio che vada così. Non avrebbe potuto dargli una vita migliore. Non avrebbe avuto la forza di lottare ora.
Alla ragazza scende una lacrima in volto. Si avvicina al letto e le chiede che nome gli avrebbe dato. “Annalisa” risponde Alice.
Annalisa le stringe la mano mentre sua madre chiude gli occhi. Per quel che vale gli avrebbe voluto bene. Si china e gli dà un bacio sulla guancia. Alice li riapre e lei non c’è più.
Il dottore rientra poco dopo nella stanza. Il processo è concluso. Ora lei si deve solo rimettere in forma per poter essere dimessa.
Fa per andarsene ma Alice lo ferma. Gli chiede di vedere la sua bambina. Il dottore acconsente.
Prende la barella e la porta fuori dalla stanza che rimane luminosa ed immacolata, piena di innocenza e nostalgia.
E’ molto ben riuscito questo intreccio tra presente e futuro, vissuto come proiezione e liberazione da una sofferenza. Il racconto segue la sua trama lasciando il lettore in attesa di capire l’evolversi della vicenda.
Emanuele