Racconti nella Rete 2009 “Gli angeli della C.O.R. . Missione 1515” di Roberto Moscato
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009
Era una missione. Lavorare in COR era una missione e come tutte le missioni era dura, e come tutte le missioni, ogni volta che centravi un obiettivo era bello, raggiungevi il tuo scopo e ne scoprivi il senso.
Duro e bello: un vero sacrificio.
Sacrificio? Allora era solo duro!Dov’era il bello? “Come ?” si chiederà qualcuno, “scrivi racconti e non conosci il significato delle parole che usi? Farai veramente poca strada come scrittore!”
Al che potrei rispondere, ma non ne vale la pena, che siamo talmente stupidi che tutti non ci accorgiamo del valore denso e profondo delle parole che usiamo. Basterebbe usare un po’ di più il vocabolario.
Sacrificare vuol dire rendere Sacro. E quindi puro, gioioso e pieno di amore. Eppure è un sacrificio.
Sì, amare è duro, vivere è duro; è una continua lotta con noi stessi, con la parte più pigra di noi con gli istinti più bassi, tra la nostra parte migliore e la nostra peggiore.
Il bello è faticoso. L’amore costa fatica. La gioia è una salita. La serenità è una conquista. Ecco la cacciata dall’Eden. Te ne stai lì, bello pacioso, tranquillo, contento, beato, bambino (mi viene in mente quel Capellacci di Gesù che ci ricorda che se non si torna come bambini…) e all’improvviso caschi e ti ritrovi nella cacca e non c’è altro modo per ritornare in paradiso che sconfiggere l’inferno con i suoi demoni e attraversare il purgatorio con le sue salite: sacrificarsi!
Non guardate questa parole nella sua brutta accezione che abbiamo imparato da una cultura sbagliata, ma guardate quella bella: rendersi sacri è bello, non è qualcosa di mistico o strano o chissacchè, è cogliere un fiore e ridere, donarlo alla ragazza che ami e ridere, è dare un bacio di nascosto a una lei che ti ha lasciato per dirle: “Ti voglio bene lo stesso sai?”, è ricordare, piangendo, tua madre che non c’è più, quando rideva anche lei e le si scuoteva tutta la pancetta. Insomma rendersi sacri è bello.
Ieri ha telefonato Maura (si chiama Maura ma prima era Mauro), le cinque di notte. Bestemmia (eh sì si può anche bestemmiare in questa missione lo dice anche il Cappellacci, basta non farlo contro la vita) mi alzo dalla brandina, 15 secondi per riconnettere il cervello e: “pronto Centrale Operativa”, “Ciaooo sono Maura” e io(dentro) “Porca vacca, eccolo!” e al telefono “Mi dica”, al che sento dei sospiri di piacere di là e la voce “Volevo parlare un po’” ed io (dentro) “Ma va a quel paese, dormivo così bene.” e “Buonanotte.” E riattacco.
La missione ti mette alla prova, ti sfianca, 12 ore di fila lì al telefono a sentire le lamentele, i problemi delle persone e la fallacità di questa società. Sì, è così. Una sera mi telefono’ una signora che pur sapendo che alla Centrale ci si occupa di polizia ambientale e giudiziaria, mi disse che le si era rotta la caldaia e non sapeva chi chiamare così aveva chiamato noi. Ma dico con tutti i call canter che ci sono, con i passi da gigante che ha fatto fare il progresso a questa splendida civiltà, con tutte le perfettissime e numerosissime leggi che ci siamo fatti, con tutti le ONLUS, APA e Misericordie varie è possibile che in questa splendida società una vecchietta sola e smarrita, in balia della modernità non sappia come risolvere un problema e soprattutto non abbia su chi contare per sopravvivere?. E allora arrivano gli angeli, e le trovai il numero adatto. Speriamo abbia risolto il problema, poverina.
A proposito della perfezione delle leggi! Avete visto che bella cosa hanno fatto con gli accendini? Hanno messo rotelle e meccanismi vari così duri che almeno i bimbi non corrono il rischio di bruciarsi. Bravi. Grazie. Bella invenzione! Penso a quante bestemmie tirano quei vecchietti che da giovani la nostra società ha reso tossicodipendenti e ora appunto bestemmiano perché non ce la fanno ad accendersi la droga. Poverini!
Per ogni cosa giusta ce n’è una sbagliata ed ogni cosa giusta porta in grembo la sua parte negativa, anche le vitamine fanno male. Conoscete il termine ipervitaminosi?
La centrale è questo: il paradosso,il nocciolo della vita. Nessuna legge tiene. A volte l’amore.
Oggi una signora, sembrava pure giovane, mi ha chiesto come si fa a sapere se la luna è calante o crescente.
Ho mantenuto la calma e ho detto fra me e me, la missione è missione, però ad un patto,le ho detto:”Va bè signora io le rispondo ma dopo mi deve dire perché proprio la Forestale ha chiamato! Prima di tutto c’è il famoso detto – gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante -“ Pero’ poi ho pensato: – se questa è così svampita da non saper guardare su un calendario figurati se sa dov’è ponente e levante -, così l’ho buttata sull’ astrologia che su una donna fa sempre presa: “ Be’ signora allora lei guarda la luna ben conscia della fondamentale regola che la luna è BUGIARDA e che comunque se la conosciamo bene sapremo se è Crescente o Decrescente; allora, se è illuminata a sinistra e quindi disegna una C, come Crescente, essendo bugiarda, allora sarà in realtà Decrescente, se è illuminata a destra e quindi disegna una D come Decrescente, essendo ancora bugiarda , allora sarà in realtà Crescente. Ha capito?” E’ stata un po’ zitta allora gli ho detto di fare la cosa più semplice “Guardi il calendario Signora, però mi dice come mai ha chiamato il 1515?” Lei: “Mah, il 1240 non lo sapeva!” . Ma si puo’?, dico io. Ma cosa fuma la gente, il prezzemolo?
Io invece sono uscito a fumare una sigaretta, ho cercato la luna, non c’era, troppe nuvole, ho messo le spalle al Nord che so dov’è perché l’ho individuato di notte congiungendo l’Orsa Maggiore alla Stella Polare, e ho rispolverato il mio planetario interno: ”La terra gira a sinistra (con le spalle al Nord naturalmente, senno’ gira a destra, che poi destra e sinistra non esistono ( e lo sanno anche i politici che però ci giocano)) per cui il sole va a destra e scende di là, per cui Ponente a destra, Levante a Sinistra, gobba a Ponente uguale D, a destra= crescente , di là gobba a Levante uguale a C, a sinistra = Decrescente. Uff! Meno male c’è il Nord, sempre la’, tutto tùrbina , gira ed è facile perdere la rotta tra Levante e Calante, Ponente , Crescente, Bugiarda e mille altre velocità… ma noi per fortuna sappiamo dov’è il Nord. Gli altri non ci capiscono niente tra 1515, 1830, 1530, 112, 155 , poverini!
Poi ci sono i salvatori degli animali e lì la crisi è grossa perché ti scontri col mistero più grande: la morte! Loro sono lì, che poverini hanno trovato un capriolo ferito e proiettano la morte, la loro morte, sull’animale, che sì, indubbiamente soffre ma purtroppo è arrivato al capolinea e allora non sai come spiegarglielo che non sempre puoi mandare qualcuno a salvare sto poro capriolo solo perché loro abbiano l’illusione che la morte non esiste. Poi ci sono quelli che lo capiscono, per fortuna, poi… oh, chiariamo innanzitutto una cosa, noi ci proviamo sempre, sempre, a salvarle ste pore bestiole, ma non sempre è possibile… poi, dicevo, c’è quello che ti dice anche: ” Va be’ sa, lo so che li mangiamo, ma non li avevo mai visti soffrire!” al che , io, che a volte non so stare zitto: “Sa signora, se vedesse gli impianti di stabulazione fissa negli allevamenti di maiali! Tutta la vita imprigionati in un metro quadro a mangiare, ingrassare e far cacca e poi a far bistecche e prosciutti! E che buoni che sono!”
E’ una società che nasconde la morte, che fa finta che non ci sia, che ci sia solo divertimento, auto, pc, internet, belle donne, 115, 1515, 112 perfetti ed ubbidienti, geni, lampade di Aladino che ti risolvono i problemi, e invece c’è la morte e il dolore e più lo neghi più ti fa male.
Poi c’è il massimo del bigottismo, che ti dai da fare per trovare qualcuno che recuperi l’animale, fai 10 telefonate, non trovi nessuno, poi ti dicono “ Guardi che c’è una clinica veterinaria a duecento metri da dove quel signore ha trovato la volpe, se gliela porta la curano”, quindi richiami il tizio e tutto contento gli dici di fare 200 metri con la bestiola in braccio fino alla clinica, al chè incazzato ti dice: “Oh, ma io devo andare a lavoro, non ho tempo da perdere se non lo volete l’animale lo lascio qui, in Italia non funziona niente!”. Tutti pretendono, in realtà sono gli Italiani e in genere gli esseri umani a non funzionare, a non capire. Perché è tutto dovuto! Un minimo di sforzo, no? Non si puo’ mettere ognuno un minimo di impegno?
Un re abolì le tasse ma disse: “Per fare una festa tutti i cittadini contribuiranno versando in un gigantesco otre ognuno una brocca di vino e festeggeremo”. Tutti accorsero a riempire l’otre. Iniziò la festa e si inizio’ a mescere dall’otre… ma… il vino era trasparente… non sapeva di vino… era acqua!!!!!!!! Ognuno aveva pensato, tra se e se “Sai che faccio, io che sono furbo? Lascio che siano gli altri a versare il vino! Io verso un po’ d’acqua, che male c’è!“ Peccato che tutti alla fine avevano pensato e fatto così e di vino non ce n’era!
L’avete capita la favola? L’avete capita la morale? La volete capire che se ognuno non ci mette del suo il giochino non va?
Beh, poi per gli animali c’è anche da ridere! Uno mi chiamo’ indemoniato che gli istrici gli mangiavano le patate e voleva che la Forestale facesse qualcosa, prendesse provvedimenti. Gli chiesi se sapesse che come noi mangiamo gli spaghetti gli istrici mangiano le patate. Niente! Insisteva che prendessimo provvedimenti.
Un’ altra chiamo’ che aveva trovato una tartaruga. L’aveva portata a casa e ora non sapeva che farci.
“Ed ora che ci faccio che l’ho portata a casa?” Io le chiesi candidamente se avesse trovato un cinghiale, o una volpe se l’avrebbe portata a casa! Capì al volo e disse “Ok, la riporto a posto, buonasera.”
Poi vi dico l’ultima, fumo una sigaretta e vado a letto che oggi il mio turno l’ho fatto.
Uno si lamentava che tutte le volte che c’era un incendio gli elicotteri e gli aerei non c’erano mai. Al che replicai: “Prima di tutto se sapessimo dove brucia non ci sarebbe bisogno dei mezzi aerei e se ci fosse bisogno, sempre sapendo prima, dove, sarebbero già lì, sa? Le faccio un esempio: se le si rompe una tubatura dell’acqua in casa, lei lo sa prima? E l’idraulico arriva subito?” Lui rispose: “Ma che fa mi prende in giro?”. Io so che io dicevo solo la sacrosanta verità e come ci sia gente che si prodiga sugli incendi. Lui non lo sa, invece, ma io lo so, si stava prendendo in giro per se stesso!
E’ una missione dura, ma ci sacrifichiamo cercando di risolvere problemi.
Per i nostri vedremo come organizzarci.
Notte!
A domani.
(Note: COR = Centrale Operativa Regionale)
Roberto confessa : trattasi di monologo interiore o flusso di coscienza di un forestale cogitabondo in incognito.
Comunque, funziona, mi piace ; riesce ad arrivare in maniera non artificiosa al lettore.
Ciao
Imma Di Nardo