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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Angeli senza ali” di Flavio Iacones

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Sono trascorsi 16 anni da quando conobbi il mio amico Alfonso, ma la mia vita a volte sembra essere rimasta intrappolata in quello spazio di tempo. In fondo il tempo circoscrive gli spazi e delimita i luoghi, ma non le persone. Alfonso divenne brevemente un mio amico: affinità caratteriali, stessi interessi, medesime ambizioni. Era affetto da distrofia muscolare. Sapeva che gli restava poco da viver. Eppure nonostante tutto, visse intensamente ogni strato della vita in terra prima di volare in Cielo.   Morendo si è portato via buona parte di me. Ancora oggi non sono riuscito a dare una spiegazione al mistero che ha avvolto la sua vita: come si fa morire a 20  anni  quando è il momento di iniziare a fare i tornaconti sulla propria esistenza, a fare quei progetti di vita decisivi, metterli in pratica ed esserne fieri di averli  realizzati? Alfonso mi aveva insegnato a respirare profondamente all’inizio e alla fine di ogni giornata. E soprattutto a ringraziare Dio, per aver avuto l’onore di essere suo figlio e di esser venuto al mondo. Lui sorrideva sempre. Questo era quello che apprezzavo di più in lui. Nonostante la sua malattia. Sorrideva. A volte ho pensato che lui fosse un angelo mandato da Dio. Come tutti i ragazzi di 20 anni oltre ad amare la vita, nutriva un profondo  trasporto interiore verso Monica, la persona che egli ha amato sopra ogni cosa, da dalla quale concretamente non ha mai avuto modo però di essere ricambiato. Alfonso ha sempre avvertito, nonostante tutta la sua speranza, che non avrebbe potuto dare al suo amore modo di esprimersi, perché l’amore è totalizzante. Lui restando in vita poche primavere, non avrebbe mai accettato di amarla parzialmente. Gli angeli talvolta si privano di mostrarsi con le ali, perché sanno che al momento giusto lasciano tutti col fiato sospeso e volano via. L’amore nei confronti di Monica è stato contemporaneamente la forza di Alfonso ma anche la sua agonia. Infatti dopo averle esternato il suo amore aveva deciso di allontanarsi da lei, perchè Monica fu molto chiara con lui: gli spiegò che non avrebbe mai potuto corrispondere i suoi sentimenti. La delicatezza dell’animo umano può esprimersi anche attraverso il rispetto che porta nei confronti delle persone che non vuole illudere con false aspettative. Per questo rifiuto la sua anima iniziò ad essere inquieta perché egli non riusciva a darsi una spiegazione su cosa fosse l’amore che sentiva dentro, che alimentava la sua vita e che però allo stesso tempo lo tormentava. Erano questi i suoi interrogativi. Nel mese di giugno del 1998, a causa di uno stato febbrile non curato adeguatamente, dovette ricoverarsi per accertare la provenienza di alcuni problemi respiratori. Purtroppo la situazione era più grave di quanto ci aspettassimo: Alfonso aveva la pleurite e purtroppo nel giro di qualche giorno venne a mancare. Col passare delle settimane riuscii ad attenuare il dolore per la perdita del mio migliore amico. Ma non è il tempo che trascorri con una persona che stabilisce l’affetto che nutri nei suoi riguardi. Ma è l’intensità del legame che sopravvive. Qualche settimana più tardi sul tavolino di un bar della città di Lucca, trovai il libro di Susanna Tamaro, “Anima Mundi”. Mi guardai intorno, non c’era assolutamente nessuno. Probabilmente qualcuno lo aveva dimenticato li. Ma la mia attenzione è stata immediatamente rapida dal dialogo riportato dietro la copertina del libro: “Adesso hai capito”.

È una domanda o è un affermazione?

“È un’affermazione”.

Capito cosa?

“La cosa più semplice. Cos’è l’amore”.

Terminava così la frase del libro riportata sul retro. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo intorno a me e soprattutto il messaggio che dovevo decifrare. Cercai nel libro il seguito del discorso tra i due interlocutori, che proseguiva così:

“E cos’è l’Amore?”

” E’ attenzione!”

Mi tremò la terra sotto ai piedi. Era quella la risposta che Alfonso stava attendendo dai numerosi interrogativi che si poneva quando era in vita, e probabilmente nel luogo in cui si trovava aveva superato ogni sua incertezza. Erano le attenzioni che non avrebbe mai avuto da Monica che non gli avrebbe permesso di capire cosa fosse l’Amore. L’essere amato in maniera totalizzante. Scoprire il delizioso atto di ricevere le giuste attenzioni e le cure da parte della persona che sia ama, era la cosa che in vita gli era mancata di più. Così il mio volto iniziò a rigarsi. Alzai così gli occhi al Cielo per bloccare il flusso delle  lacrime, ma anche per guardare in faccia Dio e chiedere Lui di abbracciare per me Alfonso.. Mi voltai. Sul tavolino il libro improvvisamente non c’era più.

 

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2 commenti »

  1. Una storia che emoziona (e guarda che non è mica una cosa facile). Mi ha molto colpito, forse perche anche io ho un amico ‘con quel problema lì’… Una persona dal carattere d’acciaio che riesce a ridere dei suoi problemi e , persino, a scherzarci su. Racconto delicato che tratta un tema non facile… Bravo. Non so se sia autobiografico ma anche se non lo fosse le cose che scrivi sono talmente ‘vere’ da sembrarlo… Sarei curioso di conoscere la tua opinione sul mio “La Torretta di Guardia” del 27 maggio.

  2. Ciao Flavio, tutta la nostra vita è un percorso che trova senso se qualcuno nutre attenzione per noi. Tu sei stato fortunato che hai conosciuto Alfonso e lui che ha avuto te come amico. In questo tuo racconto ci mostri il dramma umano di chi non è corrisposto nell’amore. Dobbiamo comunque capire anche chi non corrisponde ai nostri sentimenti. Dobbiamo farci una ragione e dobbiamo aiutare gli altri a superare queste situazioni.
    Per il fatto eccezionale del libro comparso e scomparso credo che ci sia qualcuno tra gli scrittori che ti possa aiutare. Te lo dirò a parte, se trovo il modo.
    Emanuele

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