Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Il blocco dello scrittore” di Demian Rent

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Squilla il telefono in casa del narratore. Come al solito, il suo gatto non ne vuole sapere di rispondere all’apparecchio per filtrare eventuali scocciatori. Anzi, sembra anche leggermente infastidito dalla suoneria. Doveva prendersi un maggiordomo, non un gatto.

 

“Si, pronto, chi è che nuoce alla mia creatività?”

“Ciao narratore, cosa stai facendo?”

“Stavo giusto narrando”

“Ah, bene. E cosa stai narrando?”

“Niente di che, narro di te che mi chiami al telefono”

“Ah, e viene bene?”

“Beh, finora non tanto”

“E cosa mi fai dire?”

“Di preciso non molto, più che altro ti faccio formulare domande”

“Ah, fico. Ma che tipo di domande?”

“Domande stupide”

“Per caso riguardano il perché non ti fai mai sentire?”

“Adesso si”

“E perché non ti fai mai sentire?”

“Perché narrare mi porta via molto tempo”

“Non riesci a conciliare le due cose?”

“Lo sto facendo”

“Va bene, stasera che fai?”

“Penso che starò in casa a narrare”

“Anche stasera?”

“Anche stasera”

“Per cui non ce l’hai mai tu, il blocco dello scrittore?”

“Veramente lo sto vivendo proprio ora”

“Ma non hai detto che stavi narrando?”

“Infatti. Sto narrando il blocco dello scrittore”

“Insomma, che storia è questa?”

“Una storia strana, credo”

“Quindi, stando a quanto dici, tu non esci mai di casa?”

“Non per narrare”

“E invece secondo me dovresti, lo sai?”

“No, non lo so. Ma qualcosa mi dice che me lo spiegherai tu”

“Esatto. Perché fuori c’è vita, c’è gente, ci sono tanti stimoli ed un sacco di storie che potresti cogliere e ributtare sul foglio, a modo tuo. Per esempio potresti uscire con me stasera, ti andrebbe?”

“Ma per stasera intendi oggi, cioè così, senza preavviso, questa stessa sera?”

“Perché tu di solito, di quanto preavviso hai bisogno?”

“Almeno sei giorni”

“Ah si, sei giorni?”

“Si, mi devo organizzare. Per Laura Chiatti posso scendere a cinque”

“Ah, ti piace Laura Chiatti?”

“No, ma con quel cognome è meglio sbrigarsi, prima che ingrassi”

“Quanto sei scemo! Va bene, allora usciamo tra sei giorni?”

“Non lo so, per andare dove?”

“Ovunque tu voglia. Pensaci, cos’è che non riesci quasi mai a fare?”

“Non riesco quasi mai a narrare”

“Allora è un chiodo fisso il tuo! Ma ti interessa o no, trovare qualche ispirazione?”

“Mi interessa sedere comodamente mentre scrivo”

“Quindi basta la comodità a stimolare la tua fantasia?”

“No, basta la comodità a non farmi venire il mal di schiena”

“E non pensi mai di perderti qualcosa, standotene in casa a narrare?”

“Si, ma è peggio quando mi pento di aver sprecato un giorno fuori a non narrare”

“Quindi non ti importa niente di vedermi?”

“Ad essere del tutto sincero, non ho ancora ben capito nemmeno chi sei”

“Come non hai capito chi sono! Sul serio? E perché non me l’hai chiesto, scusa?”

“Perché fondamentalmente sono educato”

“Ma almeno ti importa di saperlo?”

“Vuoi la verità?”

“Certo! Perché tu non dici sempre la verità?”

“Solamente quando non narro”

“E quindi adesso?”

“Adesso non mi interessa assolutamente saperlo, però considera che sto narrando”

“Lo sai che ti dico allora narratore?”

“Si, lo so. Di andare quanto prima a farmi fottere. Quindi buona giornata anche a te e tante belle cose. Ciao, ciao. Un bacione. E mi raccomando, fatti risentire”

 

Vuoi o non vuoi, qualcosa da raccontare c’è sempre. Basta saperlo riconoscere al volo. O come in questo caso, prima che scada il poco tempo che ci è dato.

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6 commenti »

  1. Gustoso! Come raccontare una storia parlando di niente. E raccontare il niente non è per nulla facile. Bravo!

  2. Divertente ed efficace. Complimenti.

  3. Ciao Demian, devo dirti francamente che mi sono perso alcune volte nei dialoghi. Non è facile conservare l’attenzione in un dialogo come semplici ascoltatori (o lettori). Concordo con Salvatore e aggiungo:” Bravo che ci hai provato”.
    Emanuele

  4. Mi è risultato assolutamente impossibile staccare lo sguardo dal testo prima della fine. Deve esserci una qualche sconosciuta forza di attrazione nella leggerezza profonda del tuo stile. E quella stessa energia mi ha forzato a riflettere, dopo la lettura, sul senso intrinseco nella mancanza di senso.
    Complimenti.

  5. ADELISA CORBETTA

    Mi ha colpito come le battute siano strettamente collegate, consequenziali e piene di senso logico. Sei originale. Mi dai un parere su “L’evasione”? Mi farebbe piacere. Adelisa

  6. L’idea è brillante, di fatto non accade nulla, è una conversazione a due (anche se a volte non ho capito chi dicesse cosa), e mi ricorda certi dialoghi telefonici del mio amato Charles, anche se lui era estremamente scurrile, mentre i tuoi personaggi sono educati.
    Un non senso in un non racconto. Di fatto, manca solo il Cappellaio Matto alla festa del suo Non Compleanno.
    🙂

    Vorrei il tuo parere sui miei due racconti in concorso.

    Arianna

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