Racconti nella Rete 2010 “Il premio letterario” di Filippo Amidei
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010“Driiinnn…. Driiinnn…..” squilla il telefono, per l’ennesima volta stamani, sarà la quinta telefonata nel giro di un quarto d’ora, sta diventando una situazione davvero insostenibile, non riesco a lavorare, già la voglia è quella che è, ma così si volatilizzano anche le ultime residue speranze di un minimo di produttività.
Rifletto a velocità accelerata, vediamo, in ordine Wind, Infostrada, mia madre, un qualche società della quale non ricordo neppure il nome ed ora di chi sarà il turno, prima di darmi una risposta, mi ritrovo con la cornetta in mano, a due centimetri dal mio orecchio destro.
“pronto?”
“ Parlo con il Sig. Amidei, Amidei Filippo?”
“ Si, con chi ho l’onore di parlare” ribatto in tono leggermente seccato, non sopporto le cattive maniere, a me hanno insegnato che prima di tutto ci si presenta.
“ Salve, mi scusi” già meglio “parlo dalla Felix Editore” ed ho già un colpo al cuore “la chiamo per il suo racconto Veronica sogna, volevo comunicarle che è in finale per la sezione racconti brevi del nostro premio letterario”
“ Ah..” una pausa “ ma che bella notizia!!!” apparentemente sembro freddo, ma è semplicemente che mi hanno colto all’improvviso, meno male che la tipetta è abituata a questi giovani scrittori emergenti, pieni di dubbi e timori, così: “a giorni le invieremo una mail con l’indicazione della data prevista per la premiazione, un’ultima cortesia”
“Si mi dica” si, dimmi angelo mio, qualunque cosa per te.
“Dovrebbe inviarmi il suo racconto via web, per la pubblicazione nell’antologia del premio”.
Ora è davvero troppo, insomma, verrà pubblicato “certo provvederò immediatamente” cerco di mascherare l’emozione che divampa ed incendia ogni neurone del mio cervello, ma questo tono formale non ha la forza necessaria.
“Allora bene, aspetto la sua mail,…la saluto Sig. Filippo, a presto”
Cazzo questa donna potrei sposarmela all’istante, lo giuro.
“Arrivederci” un attimo di silenzio “ e ….. grazie della bella notizia”
Qualche tempo dopo mi carico sulle spalle 350 Km di interregionale ed un giorno zuppo di pioggia per affrontare questa mia prima avventura letteraria.
Ho deciso di partire il giorno prima, anche se la premiazione sarà domani, nella tarda mattinata, perché voglio presentarmi fresco e riposato, non mi piace l’idea di arrivare all’appuntamento con la pelle imbrattata da quest’odore di treno e gli occhi segnati dalla levataccia, mi sentirei a disagio.
Leggo per tutta la durata del viaggio e mi godo questa pausa inattesa dalla routine di tutti i giorni.
L’albergo non è niente di speciale, ma in fondo va bene così, meglio tenersi in tasca qualche euro, magari ci potrebbe essere da festeggiare.
Mangio un boccone nel ristorantino dell’albergo, devo dire che non è male, mi concedo anche il lusso di una bella bottiglia di vino rosso, corposo quanto basta, per intorpidire la tensione e prepararmi ad una notte tranquilla.
Ottengo l’effetto sperato, così appena tocco il letto sprofondo in un sonno quieto che mi accompagna dritto, dritto, fino al mattino.
Ci siamo, è il gran giorno, apro gli occhi, anticipando il suono della sveglia, sorrido al sole generoso che mi sfiora attraverso i vetri della grande finestra e mi avvio in bagno.
Faccio le cose con calma, voglio gustare l’attesa, in fondo questo è il bello, poter godere di quella strana sensazione che ti riporta d’incanto, indietro negli anni, emozionato come al primo appuntamento.
Mi vesto con le cose che trovo a portata di mano, tanto per scendere alla sala ristorante, dove mi sparo la mia bella colazione, adoro le colazioni degli alberghi, le trovo seducenti, con tutta quell’abbondanza dentro alla quale ti puoi tuffare senza paure, né rimorsi, tanto è tutto compreso.
Sono le ore dodici, sono in perfetto orario, mi presento vestito di tutto punto, un bell’abito intero, di colore nero ed una camicia rigata sul tono vinaccia, che dire, mi sta bene, ma al primo impatto mi sento comunque un coglione.
Sulla porta di questo strano locale, a metà tra un bar ed un libreria, ci sono due tipi un po’ “radical chic”, penso che la cosa si mette male, mi sento un attimino fuori posto.
Ma non sono un tipo che si abbatte facilmente, così scavalco l’intellighenzia ed entro.
L’ambiente è pieno zeppo di gente, almeno un centinaio di individui, mi dirigo verso il banco ed ordino un bianco e degli stuzzichini, pistacchi, patatine, roba così, lo faccio per darmi un tono, non saprei come comportarmi seduto con le mani in mano.
Do un’occhiata per vedere se metto a fuoco qualche tipa interessante, è una cosa alla quale non so rinunciare, è più forte di me, ho una sorta di radar interno che per orientarsi ha bisogno di punti fermi e le belle signore per me lo sono.
Parte la presentazione, le due signorine della casa editrice si accomodano su un invitante divanetto rosso, prendono il microfono ed annunciano l’inizio del reading, che precederà l’evento clou della giornata: la nomina dei vincitori per le varie sezioni.
A rompere il ghiaccio è proprio uno dei due tizi che ho notato appena arrivato, ha un’aria da navigatore esperto, è abituato ad essere al centro dell’attenzione, si vede che gli piace, cavolo come farò? Inizio a sudare freddo, io sono un dilettante.
Legge bene, il tipo, si con tutte le intonazioni e le pause al punto giusto, beh comunque è aiutato anche dalla qualità della scrittura, aldilà delle sensazioni a pelle, devo riconoscere che è bravo, scrive niente male.
Scrosciano gli applausi.
Poi è il turno della poesia, tocca ad una ragazza dall’aria semplice, che recita le sue cose con l’emozione della prime volte, mi fa tenerezza, la sento più vicina a me.
Poi ci siamo, questa volta davvero: “Filippo Amidei”
Mi metto seduto, sistemo il mio sederino nella posizione più comoda che mi sia consentita e prendo il microfono in mano, apro bocca: “Spero che mi perdonerete se mangerò qualche c, ma sono toscano perciò…..” lo dico per smorzare un po’ di quella tensione che sento divampare dentro di me, ma anche per ruffianeria, perché in fondo un po’ paraculo lo sono sempre stato e lo so che noi toscani, appena fuori dai confini regionali, riscuotiamo una certa simpatia.
Per la prima volta in vita mia sto leggendo di fronte ad un pubblico, la voce mi trema, ogni tanto le sillabe si impastano tra la lingua e la dentatura e sembrano non voler uscire, ma io tengo duro ed arrivo alla fine, anche il mio è un bel racconto, anche io ricevo la mia bella dose di applausi.
Le letture si susseguono per circa una mezzoretta, poi si arriva al momento della premiazione, si parte dalla poesia breve e poi è il nostro turno, quello dei racconti brevi.
“Per la solidità della struttura narrativa e..” dai ci siamo “la qualità della scrittura…” dai ti prego “ Il vincitore è…” non sono io.
Non posso dire cosa sto provando, sarei ipocrita se dicessi che non c’è neanche un pizzico di delusione in questo strano calore che mi avvolge dalla testa ai piedi, ma non occupa troppo spazio, sento che sono comunque felice, ho condiviso una cosa mia, una cosa che è stata apprezzata, insomma, sono arrivato tra i tre finalisti, per me è più che un successone.
Dopo l’esito della premiazione si da il via alla vendita dell’antologia del premio, già, perché anche noi pubblicati dobbiamo sborsare quindici euro per averne una copia, questo è il duro mondo di noi scrittori improvvisati.
Finalmente ce l’ho in mano, apro la copertina, sfoglio le sguardie, l’occhiello e poi scopro, con mia grandissima sorpresa, che il mio è il primo dei racconti inseriti nell’antologia, sta proprio lì, a pagina sette, sorrido, commosso e penso: però, che gran culo chiamarsi Amidei.
Finalmente un racconto simpatico, dal ritmo incalzante che non ti lascia staccare lo sguardo. Il finale è di un’originalità unica. Grande Filippo, a me è piaciuto molto… sarà perché quella sera c’ero anch’io
grazie Alberto. Detto da te mi fa particolarmente piacere
oddiooo che ansia 🙂
e complimenti a te!
di che concorso si trattava? raccontinellarete2009!?
Ti ringrazio Marianna per i complimenti, ma davvero hai provato ansia??? Non so, ce n’è così tanta???
Cmq no, non si trattava di raccontinellarete2009, ma di un concorso presso una casa editrice diciamo tradizionale.
E’ stata la mia prima esperienza di pubblicazione, ho un bel ricordo delle emozioni che provai, così ho sentito il bisogno di raccontarle e condividerle. In fondo il bello dello scrivere non è poi questo?
Hey Bravo Filippo.
Il tuo racconto non stanca, anzi prende, e suscita emozioni in chi legge…quasi come se fosse il lettore a vivere la storia del tuo personaggio. Molto carino!
Argomento quanto mai appropriato…piaciuto molto.