Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Come correva la mia slitta…” di Michelangelo Scali

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Interno notte. In un salotto, un lento zoom su una palla di vetro in cui cade la neve, posta su un comodino accanto ad un albero di natale illuminato, unica luce nella stanza. All’interno della palla, un condominio. Lo zoom prosegue fino a una finestra con le luci accese. In sottofondo, “Jingle bells”. Man mano che lo zoom si avvicina alla finestra, si sente la voce di ELENA, che quasi urla lamentandosi di NICOLA, suo marito. Arrivato alla finestra, lo zoom si dissolve in bianco.

Interno notte. In una cucina tenuta impeccabilmente, Elena gira attorno al tavolo lamentando la scarsa presenza del marito in casa, e la sua pigrizia una volta in casa. “Una pianta! Ho sposato una pianta!” grida pulendo una bottiglia. “Guardami…Quanti anni mi daresti?!” domanda a ENRICO, che l’ascolta seduto al tavolo nel suo impeccabile golf verde, con una tazza di caffé davanti. Lui prova a sdrammatizzare, ma lei lo interrompe: “Ah…Io esagero?! Guarda…Guarda che borse!” fa lei, indicandosi gli occhi. GIOVANNI, seduto al tavolo anche lui, rutta, ubriaco, buttando giù un bicchiere di amaro. “…E come se non fosse già troppo fare da serva a lui, chi ci mettiamo in casa?…”. Giovanni crolla sul tavolo in un sonno alcolico. “…Il caro fratello, naturalmente!” lo indica Elena, riprendendo a pulire la bottiglia: “Avesse mai pagato una bolletta…”, sospira, quasi rassegnata.
Enrico la guarda, tenero, prova a chiederle cosa avrebbe dovuto fare NICOLA, lasciarlo in mezzo alla strada? E lei? Lei che è sempre stata una donna forte, una che sa cosa vuol dire amministrare una casa… Lei taglia corto, ne hanno già parlato. Ma lui non demorde: è stata lei a chiamarlo, no?! Perché?
Elena è esausta, crolla a sedere su una sedia, accanto a Enrico. “Per parlare un po’…Per sfogarmi…” fa lei. “…E’ vero. La mando avanti io questa casa. E da sola! Non c’è mai!” quasi singhiozza Elena, “…Quando poi il lavoro suo è una volta l’anno! UNA!”.
Enrico le si accosta con la sedia, le poggia una mano sul braccio: glielo ha già detto, è il suo socio dopotutto, gli parlerà lui. “Ma quando…?” chiede Elena. Lui lancia un’occhiata guardinga a Giovanni: sta per cadere dalla sedia, non c’è pericolo che ascolti.
Mentre un tonfo annuncia la caduta, Enrico spiega il suo piano a Elena: l’indomani, come ogni giorno, Nicola sarà in fabbrica dalla mattina fino a sera inoltrata. Lì, appena gli operai saranno usciti, lui lo tratterrà con un pretesto e, portatolo nel suo ufficio (la mano di Enrico si dirige verso quella di Elena), gli ricorderà tutto il bene che gli ha fatto Elena, tutto l’amore che gli ha dato e che si merita (la mano si avvicina ancora), lo convincerà a passare più tempo con lei proprio a cominciare dall’indomani: gli farà trovare già pronta una scatola di cioccolatini, e poi un mazzo di ortensie bianche, tante, le sue preferite… “Leva ‘sta mano!” gli ringhia contro Elena. Lui è imbarazzato, toglie la mano da sopra quella di lei, ma si riprende subito.
Mentre passa sopra Giovanni addormentato a terra, diretto verso il cappotto, lei chiude la discussione salutandolo bruscamente. Lui risponde a tono, e si dirige verso la porta.
Appena apre, si trova di fronte proprio Nicola, che prova ad intontire con saluti frettolosi prima di uscire o meglio fuggire dalla casa. Nicola, effettivamente un po’ confuso, scaccia tutti i dubbi con un’alzata di spalle e annuncia il suo ritorno a casa: “Oh oh oh! Sono tornato!” e si dirige in cucina, sporcando tutto il parquet del ghiaccio fangoso che ha sugli stivali.
Elena ha sentito tutto. Sta nervosamente pulendo una grossa padella con una spugna insaponata. Nicola arriva in cucina, sedendosi sulla sedia che cigola sotto il suo peso. Butta il sacco di iuta sul tavolo: “…E allora, è pronta la cena?” sorride a Elena. “Ah, certo, certo…” replica lei con aria distratta, poi solleva la padella e tirandogliela in testa: “Buon appetito!”.

Al “CLANG!” della padella, tutto si dissolve in bianco, e di nuovo vediamo la palla di vetro nel salotto buio. Lo zoom parte dalla finestra, andando lentamente indietro. In sottofondo, “Jingle Bells”.

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4 commenti »

  1. Un po’ di burrasca nella famiglia di Babbo Natale che, dopo il suo sevizio, è accolto a casa con un colpo di padella. Il fratello Giovanni e il socio Enrico fanno parte del problema e Elena, la moglie non trova le attenzioni che merita. Una vicenda comune a tante famiglie e mai portata sullo schermo; d’altronde non ci aspetteremmo mai che Babbo Natale abbia problemi simili.
    Originale e ben rappresentata.

  2. Mi sono divertita! Finalmente Nicola ha…ciò che si merita!
    Aspetto, se ne hai voglia, i tuoi commenti sulle mie favole in concorso (Il Coccodroccolo e Penelope, la Tessiragna).
    Arianna

  3. Bravissima Elena…hai dimostrato che le donne sono in grado di sopportare con pazienza e dedizione tanto e troppo…ma tutto ha un limite che in questo caso di chiama rispetto…
    complimenti vivissimi all autore.6

    bravo l autore…complime7nti davvero.

  4. Bravissimo l’autore nel descrivere un’amara realtà familiare

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