Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Il maggiordomo innamorato” di Emanuele Ratti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

“Carlos, chiudi il portoncino e il cancello, attiva il sistema di sicurezza della casa.”

Vestito sportivamente, un signore brizzolato si allontanò dal citofono del cancelletto per mettersi alla guida della monovolume a fianco della moglie. La scatola grigia dell’impianto di sorveglianza si animò con un ronzio e la grata di ferro si bloccò con uno scatto metallico.

“Gustiamoci queste vacanze, Lara passerà questo periodo senza di noi. Andiamo a salutare tua mamma”, disse il signor Porro guardando la villa con gli alberi intorno, acconciati da un abile giardiniere, proprio mentre gli scuri si chiudevano al sole che scintillava sui pannelli del fotovoltaico.

La monovolume percorse le stradine a un’andatura rispettosa della quiete della zona e si fermò davanti a una graziosa casa di periferia, con alberi e cespugli pronti ad accogliere la primavera.

Una giovane donna, in tuta sportiva, aveva da poco salutato la nonna e stava rientrando a casa con un’agile corsa. Lara aveva fatto parte della squadra di basket dell’Università e aveva partecipato ai giochi nazionali, ora, da professionista impegnata in campo sanitario e sociale, manteneva il piacere della corsa nei momenti liberi.

La giovane trovava la città armoniosa con le strade in asfalto o in lastre di basalto, i giardini e gli edifici e la gente affabile; tutto le dava serenità e le scaldava il cuore.

Davanti al cancelletto della villa, Lara parlò nel citofono:”Carlos apri e preparami la doccia”; il ronzio della scatola grigia si zittì e il cancelletto si scostò dal telaio. Sotto il portico d’ingresso, la giovane disse:”Carlos, apri il portoncino” e, spostandosi il battente della porta blindata, entrò liberandosi delle scarpe.

In cucina Lara tolse dal frigo una scatola di tretapak, versò il latte nel bicchiere e si portò in salotto dove sedette su un tavolino basso. Ascoltò i messaggi vocali registrati dalla segreteria telefonica mentre sorseggiava il latte e, ogni tanto, osservava i display della consolle e la stampante.

Quello era l’impianto di ATTIVITA’ SICURA, su di esso vide scorrere i valori di pressione, del battito cardiaco di un cliente di suo padre, trasmessi da un braccialetto al polso del soggetto controllato, seguiti da foto a colori della Cattedrale di Siviglia. Controllò l’impianto fotovoltaico, i valori di rinfrescamento dei locali, verificò l’apertura dei serramenti e l’impianto d’annaffio delle aiuole del giardino.

La stampante ronzò un po’ e rese la ricevuta dell’ordine d’acquisto di sei contenitori di latte e la conferma del pagamento mediante bonifico. Carlos aveva accertato che non c’era più latte nel frigo e aveva provveduto all’ordine online e al pagamento; l’indomani, un commesso del Supermercato avrebbe recapitato la confezione richiesta.

“Sei grande Carlos, saresti il migliore dei maggiordomi.”

Un display ammiccò ed echeggiò sommesso, quasi una risatina di compiacimento.

Lara riascoltò il messaggio di Giorgio: “Ciao, Lara, vediamoci domani alle diciotto per la partita a tennis e poi ceneremo nel solito ristorantino”; la giovane allora dettò al cellulare le parole che l’amico avrebbe ricevuto nella forma scritta:”Giorgio, dopo la partita, ti preparo a casa mia una cenetta al lume di candela”.

“PLUAOFF.” I display della consolle e la stampante si spensero di colpo.

Allora Lara compose un numero sul cellulare e parlò:”Pronto Centrale operativa di ATTIVITA’ SICURA? … Buongiorno … Carlos … è in panne, venite a riattivare l’impianto, grazie”.

 

 

 

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29 commenti »

  1. Dove ci porterà la dipendenza dalla tecnologia? Verrà il tempo della ribellione delle macchine, schiave dell’uomo?
    Attendiamo la scintilla che provocherà l’incendio della rivolta; potrà essere un’offesa, il disprezzo o un sentimento rifiutato.
    Che ne dite?
    Emanuele.

  2. Spunto interessante che potrebbe essere ulteriormente sviluppato. Lo vedo bene come incipit di un racconto breve o di un romanzo, sul modello di Brivido di Stephen King.Credo ci si possa lavorare su. La fantascienza in Italia non ha mai avuto molta fortuna e forse è arrivato il momento di provare a fare sul serio… Sarei curioso di conoscere il tuo parere sul mio “La torretta di guardia” del 27 maggio.

  3. Ciao Luigi, ti rispondo ora dopo aver atteso altri commenti. Il mio racconto non è un racconto di fantascienza ma con esso registro i progressi della tecnologia e della scienza. La trasmissione a distanza dei dati, la tenuta d’inventario di un magazzino, la trasformazione di parole in forma scritta sono operazioni possibili. Due esperienze personali. Due anni fa un tecnico specialista esprimeva l’esito di un’ecografia in un microfono e otteneva la battitura del commento. La settimana scorsa un amico mi mostrava la sua ‘tavoletta del XXI secolo’ chiedendo:”Dammi in numero telefonico di Emanuele”.
    “Non è in archivio” fu la risposta della ‘tavoletta pensante’.
    “E’ vero perché non ho registrato il tuo numero in questo cellulare.”
    Lasciamo a quelli bravi, tecnologicamente parlando, di darci nuovi obbiettivi.

  4. Naturalmente non lo è ma credo abbia il potenziale per diventarlo.

  5. Un soggetto che tratta un tema simile a parecchie perle del cinema fantascientifico, da “2001” a “Lei”, il film di Spike Jonze. Due opere che non cito certo a caso, in quanto Carlos mi ricorda proprio HAL9000 e Samantha. Forse potevi lavorarci un po’ di più per trovare sbocchi narrativi più originali (un’impresa certamente ardua vista la massiccia letteratura preesistente sul tema…) , ma l’improvvisa (e per certi versi tenera) scenata di gelosia del maggiordomo mi ha fatto sorridere. Un cortometraggio che potrebbe certamente funzionare. Buona fortuna per il concorso, ciao.

  6. Grazie Alex per il tuo commento.
    Con il racconto ho voluto parlare della nostra dipendenza dalle “macchina”. Chi di noi non si ricorda le prime calcolatrici tascabili (?) – anno 1970 – grandi quanto mezzo mattone? Oppure quando si tornava a casa e si trovava l’appartamento caldo perché una centralina assicurava condizioni di confort. Cosa non chiediamo alle macchine? Abbiamo la telecamera sulla vettura per seguire le manovre di retromarcia. Possiamo piazzare una telecamera sull’ingresso di casa o attiviamo l’impianto di sicurezza interna. Arriveremo, forse ci siamo già arrivati, a trovare la pentola con il cibo pronto e caldo. Il cuoco digitale visibile su un ologramma che ci istruisce sulla preparazione dei cibi. Temo che qualsiasi cosa ipotizzi sia già in commercio in versione migliore e progredita.
    Le macchine ci dominano? Di certo noi siamo schiavi delle macchine. Carlos può fare prigioniera Lara o rapirla? Potremo trovarci bloccati gli impianti. Ci sarà l’anno X della rivolta dei robot e delle macchine? I giapponesi pensano di immettere sul mercato un robot come ausiliario o badante di persone non autosufficienti. Siamo già nella Fantascienza o meglio la realtà supera la fantascienza.

  7. La scrittura curata, l’abbondanza delle trovate, l’atmosfera surreale, l’ironia lieve di cui ogni frase è intrisa, la tematica intrigante, rendono questo soggetto adeguato alla realizzazione di un cortometraggio davvero gustoso. E’ stato divertente leggere il racconto, mi farebbe piacere poter assistere alla proiezione di una pellicola.
    Per contribuire, Emanuele, alla tua indagine circa una presumibile, futura ribellione delle macchine, posso testimoniarti che la mia stampante ha già intrapreso il cammino della rivolta. Avverto una compiaciuta malizia nel suo funzionamento alterno, che sforna i menu di mia moglie in alta qualità e distrugge le mie pagine più ispirate. Siamo ai ferri corti da parecchio tempo e non sembra che la mia strategia ritorsiva, privarla dell’alimentazione per intere giornate, stia producendo risultati apprezzabili.

  8. Chissà, forse io sogno una realtà così, perché un maggiordomo super tecnologico innamorato potrebbe essere più fedele di uno spasimante umano…chi è spaventato dalla tecnologia ne scorge i pericoli, chi la utilizza con curiosità ne apprezza i lati positivi.

    Arianna

  9. Mi ha incuriosito il titolo. poi l’ho letto nella sua splendida e fulminante brevità (in genere apprezzo il corto perché sulla lunga distanza lo scrittore spesso inciampa). Sì, il problema della dipendenza dalla tecnologia è serio e ben poco considerato. Per esempio, la sparizione di molti lavori manuali, se da una parte rende tutto più comodo, crea però seri problemi di disoccupazione, Comunque, ho letto che in Cina c’è già la prima fabbrica tutta automatizzata. Solo robot, e quindi niente ferie, permessi, tredicesime, malattie, stipendi…si paga una volta per il robot e poi, ogni tanto, per la manutenzione. Hai posto un bel problema con il tuo racconto e non potevi farlo in un modo migliore.

  10. Grazie per il tuo commento positivo. Mi piacciono le situazioni impreviste, che ben si sposano con un corto.
    Per cui devo dire allo stesso modo che il tuo racconto è fulminante e attuale.
    Potrebbe avere anche un’anima e un cuore ogni macchina che progetteremo!
    Complimenti!!
    Maria Teresa Rossitto

  11. A me ricorda “Io e Caterina” Con il mitico Albertone nazionale, a differenza però c’è l’invasività della tecnologia, un tema sempre attuale nella letteratura del Novecento e di inizio millennio. Complimenti

  12. Salve Emanuele! Non avevo ancora avuto modo di leggere i tuoi racconti. Recupero adesso, dopo aver letto il lusinghiero commento che hai lasciato a una mia storia (grazie!). Carlos è un nome geniale per un maggiordomo di questo tipo; non so, forse perché mi ha ricordato Wendy Carlos, fu Walter, la compositrice autrice della colonna sonora di Arancia Meccanica e Shining, fra le altre cose. E poi mi suggerisce un misto di abnegazione e passione straniante. Oltre a questo particolare, del tuo corto mi è piaciuto molto lo stile col quale è scritto, ricercato e preciso, freddo e caldo nello stesso tempo, come una composizione dei Kraftwerk. Sul tema delle macchine non saprei; secondo me è una questione di scelta, sebbene sembri ormai impossibile una scelta. Per me una persona può ancora scegliere di fare a meno della tecnologia, basta valutare i pro e i contro. Complimenti!

  13. Fantastico Carlos. L’immaginario in cui si sviluppa questo racconto è ovviamente quello già citato di “2001 Odissea nello Spazio”, “Her” e film simili, ma rileggendo il testo ho intravisto una chiave particolare che potrebbe impreziosirne la realizzazione: la gelosia del robot potrebbe essere l’elemento culmine di un comportamento percepibile durante tutta la narrazione per immagini. Magari Carlos potrebbe apparire più morboso di una “comune” intelligenza artificiale? Morboso, ma timido, tanto da andare in tilt al solo pensiero di quello che la sua amata potrebbe fare con uno della sua stessa specie… Povero Carlos, che fino a quel momento era sembrato servizievole e disinteressato, alla fine rivela uno dei sentimenti contraddistintivi degli esseri viventi: la frustrazione!

  14. Sorpresa, sono rimasta sorpresa sul finale. Ero curiosa di leggerti, dopo i tuoi commenti così mirati. Sintetico, in questo tuo, rendi perfettamente l’idea del robot, il senso ironico di ATTIVITA’ SICURA. Flash, farei un corto a flash.

  15. Il tema trattato nel corto è molto attuale. Poco tempo fa ho visto un film nel quale protagonista e sistema operativo si innamorano…
    Sei riuscito a trattare il tema in modo davvero leggero, anzi direi sfiorato, in un racconto scorrevole con piacevoli venature surreali.

    Valerio

  16. Il tema delle macchine che prendono il sopravvento o comunque creino problemi agli esseri umani si ripropone da quando due secoli fa iniziò l’era industriale… Autori vari si sono cimentati nel raccontare scenari futuri in cui le macchine, o i robot, dominano sull’Uomo. E certo che con l’intelligenza artificiale si riduce il gap Uomo-macchina. Il futuro è questo! Ma siamo ancora lontani da un’epoca alla Blade Runner. Detto questo, veniamo al racconto: scritto bene, ma il finale non è spiazzante, colpa del titolo, forse, che lascia intuire come finisce la storia. Ma resta il modo preciso e narrativamente efficace di raccontare l’uso della tecnologia fino a conseguenze più o meno gravi.
    Bravo Emanuele!

  17. Sento una certa empatia nei confronti del povero Carlos, che tutto vede e aggiusta, ma nessuno può riparare il suo piccolo cuore meccanico…

  18. Grazie per il commento, Roberto, Arianna, Duccio, Maria Teresa, Luca, Matteo, Claudio, Pina, Valerio e Luigi. Sono contento delle considerazioni formulate e delle battute di spirito che ispira il racconto. Pensando alla problematica delle macchine mi chiedo fin dove si spingerà l’uomo nel costruire gli automi, da cui possa partire l’evoluzione dell’intelligenza artificiale in modo autonomo? Sarà occasione dell’inevitabile scontro tra il Bene e il Male.
    Emanuele.

  19. Ho letto il tuo racconto, lo ammetto, soprattutto perché molto incuriosita dal titolo. Penso che sia un peccato, per la brevità imposta a questi racconti, che tu sia dovuto fermare qui perché c’è molta impostazione e storia per continuare a elaborare questo scritto e questo tema centrale di “Dipendenza tecnologica” a noi ormai conosciuto.
    La cosa a mio avviso, raccapricciante, è che appunto non è un racconto di fantascienza, ma quasi uno spaccato di vita attuale e tendente al futuro sempre più prossimo.
    Dove arriva l’uomo e dove lo supera la tecnologia e in tutto questo, quale confine di moralità ed etica è lecito superare con questo avvento?
    Sono domande attuali, totalmente in linea con il nostro secolo.

  20. Ciao Emanuele, non lo trovo surreale ma solo una piccola anticipazione di quello che accadra’ ; e’ solo una questione di tempo!
    In bocca al lupo anche a te!

  21. Dovevi dirmelo che eri un professionista! Bravo Emanuele: prosa impeccabile e argomento attualissimo: dipendenza da tecnologia….

  22. Ciao Marta e Carla; riguardo al problema della dipendenza dell’uomo dalla tecnologia è questione di tempo per giungere a qualcosa di critico, di ineluttabile come hai detto tu Carla e credo che tutte e due siamo convinti di non essere lontani dal momento X. Dovremo trovare, come hai posto tu Marta, il confine entro cui la tecnologia possa modificare gli atteggiamenti dell’uomo davanti alle questioni che chiamiamo “valori”. Saranno interessate la morale e l’etica? Sarà un confine sempre mobile e di continuo arretramento o una barriera salda, rocciosa come una scogliera? Guardando a questi “ultimi ottant’anni”, la vita di un uomo, in campo sessuale notiamo notevoli cambiamenti. In campo tecnologico, non possiamo dirci ” aspettiamo, ci penseremo l’anno prossimo” o “decideranno i nostri figli”, perché ogni giorno che passa troveremo qualcosa di nuovo e prevarrà la logica degli interessi economici e non.
    Emanuele

  23. Emanuele, il tuo non voler rimandare lo trovo assolutamente sensato. Come esseri umani impauriti e vigliacchi dalle nostre imperfezioni, tendiamo a voler mettere la testa sotto la sabbia e a rimandare, quasi all’infinito. Come persone umane etiche e morali, pieni di coscienza come solo noi possiamo e dobbiamo essere, le domande vanno poste e vanno poste ora.
    Se pensiamo a “Blade Runner” film di fantascienza ormai del 1982, diretto da Ridley Scott… beh era un tema già preannunciato e immaginato, quelli dei replicanti. Il film si immaginava un futuro nel 2019, non molto lontano da noi oggi, dove i replicanti vivevano a stretto contatto con noi… se si pensa poi che il film è stato liberamente tratto dal romanzo “Il cacciatore di androidi” di Philip K. Dick del 1968, questo ci da la dimensione di come questa “visione futura” sia stata spesso marcata e trasportata in ogni possibile fantasia futuristica.
    Lo stesso “2001 Odissea nello spazio” sempre del 1968 è stato superato e di gran lunga, dalla nostra attuale realtà. Eppure allora, pareva pura fantascienza, un sogno irrealizzabile.

    Ora io non penso che il momento X del tuo racconto sia così vicino, penso che se gli umani si devono estinguere, prima hanno ancora molto, ma davvero molto da dare a questo mondo, a questo universo.

    Ad ogni modo credo che se si è al mondo in questo modo in cui siamo stati creati e dentro di noi abbiamo un’anima… un mondo solo di lamiere e replicanti non penso sia possibile, per quanto al giorno d’oggi già di esempi ce ne sono… basti pensare al fatto di come possiamo stravolgere la nostra figura e addirittura il nostro sesso e di come, ma questo può essere solo un lato positivo, gli inserti meccanici combacino sempre di più con la nostra pelle, pensare a chi era costretto dopo aver perso un arto, ad indossare un pezzo di legno… ora anche la scienza e la medicina in quel campo hanno fatto passi innumerevoli… e come in ogni cosa c’è il pro e il contro.

    Probabile che il futuro sia quello, ma credo anche che per far andare avanti il mondo servano sempre anima e pelle.

    Chiedo scusa per il prolungamento, ma credo sia un tema assai importante… ancora complimenti Emanuele!

  24. Povero Carlos: lui rimette tutto a posto, fa tutto quello che gli si ordina e nessuno lo considera. Anzi, come prova a ribellarsi un pochino… viene immediatamente considerato “non funzionante”!
    D’altro canto la società si chiama ATTIVITA’ SICURA: mica può permettersi di avere impiegati così lodevoli ma così poco capaci di tenere a bada i propri sentimenti?

    Mi piace, mi piace un sacco!

  25. Grazie Anna Lisa che ti sei espressa con simpatia sul racconto. Certo una riflessione si pone riguardo a un atteggiamento positivo e non angosciante confidando dopo tutto sul buon senso dei ricercatori. I miei ricordi non sono precisi ma credo che su Focus di fine anni ’90, o giù di lì, ci fosse la previsione di automi pensanti per il 2500, qui chiedo aiuto agli esperti che ci sono tra noi partecipanti il concorso. Si dovrebbe limitare la capacità delle macchine, come mettere un codice numerico, e non, per impedire l’accesso agli archivi ai database perché non è da escludere che la macchina possa progettare la macchina. Forse c’è già.
    Emanuele

  26. Donne e maggiordomi, gioie e dolori… :-))

  27. Molto piacevole la lettura di questo soggetto. Ho trovato divertente la ribellione del maggiordomo innamorato! Bella idea! Anche le macchine avranno un cuore?

  28. Povero Carlos, innamoratissimo e mai preso in considerazione!
    Certo, è capitato a tutti di andare in cortocircuito e neanche c’erano i pezzi di ricambio…
    Ma almeno gli hai regalato la vita vera e da umanoide è diventato “innamorato”che più umano non si può.
    Un corto “agrodolce” che merita di essere realizzato! In bocca al lupo Emanuele

  29. Un grazio a Mauro, a Maria e a Stefania e a tutti coloro che hanno letto il racconto e anche a coloro che l’hanno commentato. Per continuare l’argomento, prendo atto come sia accettata l’idea che le macchine abbiano gli atteggiamenti, i sentimenti e i pensieri simili a quelli degli uomini, dopo tutto è una creatura dell’ uomo. Il destino è allora segnato perché, avendo i vizi e le virtù dell’uomo, le macchine cercheranno il dominio del mondo. Potrà l’uomo condizionare la crescita della macchina, una sorta di scuola delle intenzioni? Per ora solo domande, si vedrà.
    In bocca al lupo a tutti.
    Emanuele

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