Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Ricordi del passato” di Sabina Rizzo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Rivedo con gli occhi di un fanciullo, brevi tratti di un adolescenza frammentata. La mia infanzia fu segnata fin da giovane da un tragico e insanabile evento, la morte di una persona a me molto cara, paralizzando permanentemente la mia vita, vissuta da quel momento in poi costantemente a contatto con la sofferenza e con il dolore. La morte di mia zia, avvenne in seguito a gravi complicanze di salute, manifestatesi nel corso della sua esistenza, ricordo il giorno in cui aveva scoperto di avere una grave malattia, una malattia incurabile che con il passare del tempo sarebbe peggiorata, portandola prima all’immobilità permanente e in seguito alla morte, parlammo con diversi medici, non esisteva alcuna cura che la potesse guarire completamente, il tempo ne avrebbe aggravato le condizioni, intanto cercavo di farmi forza, ben sapendo che la sua condizione sarebbe peggiorata nel tempo. Nutrivo per lei un profondo affetto, un sentimento sincero, il solo pensiero di vederla avvolta nelle sofferenze mi lacerava l’ anima, sapevo avrebbe vissuto una vita breve, limitata dalle condizioni fisiche che la malattia le avrebbe procurato, cosciente che le sue condizioni si sarebbero aggravate, portandola alla paralisi completa, fino a che lentamente il suo corpo avrebbe subito un forte indebolimento muscolare e la sua condizione l’ avrebbe portata alla morte. Vedevo che la vita le stava sfuggendo di mano e non potevo fare niente per impedirlo, decisi di non lasciarmi sopraffare dal sentimento di sconforto che mi opprimeva e mi feci forza decidendo di affrontare quel destino ostile, ero triste, la sua malattia peggiorava gradatamente, diventava sempre più insostenibile, soffrivo molto al solo pensiero di perderla, avevo la paura e l’ angoscia di mostrarmi al suo cospetto in quello stato, in preda alla sofferenza e alla disperazione più totale, non me lo sarei mai perdonata di imprimerle un tal simile ricordo, mi feci forza e la andai a trovare, quando mi avvicinai, percepii nei suoi occhi l’ angoscia e la sofferenza, quasi sentisse il sopraggiungere della morte, i suoi occhi lucidi e pallidi scrutarono profondamente il mio animo, sapevo che  non voleva morire, che la sua voglia di vivere era troppo grande, la guardai piangendo, lei mi guardò con le lacrime agli occhi e con la dolcezza di un angelo mi sorrise, il suo affetto mi ritemprò il cuore e mi diede la forza di abbracciarla stetta a me. Dopo pochi minuti morì, lasciandomi nel cuore un vuoto immenso, ricordo ancora con tristezza il giorno della sua morte, non passa giorno che io non la pensi, che io non riviva i bei momenti passati insieme, il suo amore rimarrà impresso per sempre nel mio cuore. Gli anni che seguirono furono bui, pieni di desolazione e tristezza. Purtroppo a questo evento traumatico dopo pochi anni se ne aggiunse un’ altro, la morte accidentale di Derek il mio migliore amico. La sua morte avvenne in seguito a un terribile incidente, ancora oggi non riesco a credere che il compagno di giochi della mia infanzia, il ragazzo con cui avevo trascorso parte della mia adolescenza, con il quale avevo un legame speciale, era morto, non riuscivo a credere che il destino si fosse accanito ancora una volta così brutalmente verso di me, adesso mi rimaneva solo il ricordo di un amore spezzato e il dolore lacinante della mia anima in pena. Ricordo ancora quel ragazzo tenero, sensibile, con cui avrei voluto vivere e maturare parte della mia giovinezza, la nostra era un amicizia sincera, pura, nutrivo per lui un grande affetto, un sentimento genuino, spontaneo. Mi innamorai di lui, fin dalla prima volta che lo vidi, non so descrivere l’ affetto che provavo, le sensazioni che nutrivo nel vederlo, ma so che non avrei mai potuto pensare di vivere le mie giornate senza di lui, ero sicura che da grande lo avrei sposato, era la persona con cui avrei voluto costruire una famiglia, la mia anima gemella. Purtroppo spesso la vita è piena di profonde e sofferenti ferite, essa mostra agli uomini il suo duro volto, la cruda realtà, adesso portavo un pesante fardello, una profonda ferita, il trauma di un’ altra perdita, sofferenza che psicologicamente non riuscivo ad affrontare, questo dolore immane mi procurava una sofferenza incessante, ero sicura che avrei fatto il possibile affinchè il suo ricordo fosse rimasto indelebile nei miei pensieri. La sua morte improvvisa fu causa di profonde e lacinanti ferite, il forte shock subito provocò in me un profondo sconforto, che mi causò isolamento, chiusura verso gli altri e verso il mondo esterno, per diverso tempo, questo disagio mi accompagnò nel corso della vita, il giorno in cui appresi la notizia della sua morte, mi sentii male, svenni, solo quando mi ripresi, iniziai ad avere coscienza dell’ accaduto, all’ inizio non riuscivo a comprendere perchè questo dovesse succedere proprio a me, piansi notti intere al solo pensiero della sua morte, non potevo sopportare l’ atrocità di un destino così vile, il dolore di una pena così grande inflittami dal destino, come avrei potuto pensare di vivere la mia vita senza di lui, non aveva senso una vita perduta al suo nascere. Essere privato di un affetto e una condizione molto forte e difficile da superare, porta con sé lo strascico del dolore e delle sofferenze patite. Spesso brutti ricordi mi giungevano alla mente, in certi momenti vivevo il senso di una relazione scissa, ancorata a sensazioni inadeguate che esprimevano il contorto brancolare nella cecità più assoluta, incline al turbinio dei sensi, all’ angoscia dell’ animo, smarrita nell’ oblio del destino e il loro pensiero mi corrodeva l’ anima, come se la vita che avevo vissuto, fosse stata un’ immagine riflessa di me stessa. Penso di non averla mai vissuta veramente fino in fondo, lasciandomi sopraffare e ferire dagli eventi che incessantemente si susseguivano. Con grande difficoltà sono riuscita a uscire da questa pesante condizione e a riprendere una vita normale, spesso rivivo la fragilità dell’ essere umano, avvolto da una coltre nuvola di apatia, osservo con distacco i problemi di un’ ambiente impervio, ostile, arido nei sentimenti e nell’ amore, vedo una società vuota, districatata nel suo egocentrismo, non curante delle sofferenze della povera gente, una società priva di valori e ambivalente nel suo comportamento. Rivedo brevi tratti di una vita frammentata, incline al turbinio delle sensazioni, all’ angoscia dell’ animo umano, smarrita nell’ oblio del destino. Fortunatamente il ricordo della mia adolescenza felice mi ha sorretto e sostenuto costantemente nei momenti più difficili, difficilmente sarei riuscita a uscire da questa pesante condizione e a riprendere in mano la mia vita, l’ amore e la cura che la mia famiglia provava per me, l’ affetto costante e incondizionato che riversava nei miei confronti mi ha aiutato a darmi la forza e il coraggio di riprendere a vivere, anche se il ricordo di quell’ amore adolescenziale mi stringeva enormemente il cuore. Pensavo non avrei più potuto recuperare la mia ingenuità, il mio candore, accecata dalla perdita di un grande amore e dall’ odio che un destino vile e beffardo mi aveva levato. Per qualche settimana mi trasferii in una casa in campagna, sicura che lì avrei trovato pace e tranquillità, assorta nella solitudine e nella riflessione più profonda. Quell’ anno la primavera stava sbocciando dolcemente, avvolgendo l’ aria di un profondo e amabile odore di fiori, le foglie erano avvolte da enormi manti di erba, che il vento trasportava dolcemente, le farfalle aleggiavano intorno alla radura, gli uccelli cinguettavano, solo quest’ ambiente rilassante e suggestivo mi dava serenità e conforto distogliendomi dalle paure e dalle ansie che attanagliavano il mio cuore e irrorando di speranza la mia anima. Spesso con andamento dimesso e fiero sfidavo una sorte che non mi apparteneva, che è al di fuori del mio inconscio, ostile e perversa, arida e tetra e lì vi intravedevo scorci di un’ esistenza non vissuta, intravedevo la mia figura esanime brancolare nel buio, disorientata dal vuoto e dalla solitudine, cercando di appigliarsi a stralci di una vita senza senso, incapace di affrontare le sofferenze che la vita ci prostra davanti. Vivevo un presente privo di stabilità emotiva, distaccato dalle certezze, spesso assente, mi sentivo destinata ad una vita vana e solitaria. La tristezza che avevo provato in quegli anni bui ed impervi aveva reso debole il mio carattere, oscurato dalle intemperanze della vita. Ricordo momenti dell’ infanzia in cui cercavo conforto e sicurezza nelle ali materne, figure dolci e rassicuranti ma allo stesso tempo premurose e sensibili, mi hanno sorretto e sostenuto costantemente nei momenti più difficili della mia vita, l’ amore costante e incondizionato, i sani valori morali che mi hanno insegnato, mi hanno aiutato a debellare il male che irrorava la mia anima, il loro affetto e calore, ha temprato il mio carattere reso debole e svilito dalle sofferenze patite e dal dolore, rendendolo forte e resistente. Ho sempre cercato di pianificare tutto compreso i sentimenti, adesso dovevo ritrovare me stessa, le cose in cui credevo, capire i miei bisogni, le mie esigenze, darmi delle priorità, altrimenti non sarei riuscita ad affrontare tutta quella sofferenza. Forse un’ attenta riflessione sulle mie ferite, mi avrebbe permesso di comprendere meglio me stessa e le persone che mi circondavano, sentivo lentamente riaffiorare nella mia mente i ricordi, che provavano duramente il mio fisico e il mio stato d’ animo. Forse avevo un velo davanti agli occhi che non mi faceva capire cosa cercassi o volessi realmente, ero così priva di stimoli da aggrapparmi alla prima debole sensazione, tanto da trasformarla in qualcosa di irreale, adesso cercavo conferme alle mie incertezze, in me stessa e nel mio modo d’ essere, forse cercavo la  possibilità di dimostrare a me stessa che la mia vita doveva avere un senso. Per anni mi sono rinchiusa in una vita fatta di solitudine e ricordi, dovevo ringraziare la mia famiglia e i miei amici che mi sono stati vicini, se oggi la mia vita ha ripreso ad avere un senso, un nuovo significato. Penso che il rapporto costruito con alcuni di loro, specialmente il rapporto maturato con il mio caro amico jack, mi abbia dato la forza di uscire dall’ involucro patinato da cui ero avvolta, costringendomi ad aprirmi alla vita, ad affrontarla con pazienza e rassegnazione. Certe volte pensavo a come la sua vicinanza mi facesse stare bene, con lui mi sentivo protetta, spesso lo notavo ansioso e preoccupato della mia condizione, i suoi teneri occhi espressivi, la sensibilità che mi riversava, mostravano la cura profonda che provava nei miei confronti, mi ha sostenuto costantemente nei momenti più difficili della mia vita, forse senza il suo aiuto non sarei riuscita a superare questa triste condizione e a riprendere una vita sana, con lui mi sentivo al sicuro, riusciva a capire il mio umore, a leggere nei miei pensieri più profondi, mostrandomi la sua sensibilità e il suo affetto. Avevo notato che la sua presenza recava in me un profondo stato di benessere, ero felice quando stavo accanto a lui mi sentivo diversa, ero sicura che non mi avrebbe mai abbandonato, anche se l’ istinto mi portava a fuggire da questa situazione, da queste nuove emozioni, ad allontanarmi da lui, il fatto che fosse premuroso e attento nei miei confronti mi tratteneva, le intemperanze del mio carattere svanivano accanto a lui, spesso gli confidavo le mie paure più profonde, sapevo che potevo contare su di lui, certe volte mi guardava con aria dimessa quasi capisse i miei pensieri più profondi, leggesse le mie parole, con il suo fare imbronciato sembrava esternare il suo affetto, spesso si accostava a me affettuosamente, sorridendo, ero certa che se fossi rimasta troppo tempo sola con lui prima o poi mi sarei lasciata andare. Quella falsa sicurezza che avevo pensato di avere finora raggiunto, era inanime davanti a me, avevo notato che  quando ero con lui, mi sentivo pervadere da una forte e profonda emozione che mi rendeva consapevole del suo affetto per me, sentivo quello sguardo dolcissimo e timido flaggellarmi il corpo e turbarmi l’ anima, tutto  mi sembrava irreale quando stavo accanto a lui, il suo dolcissimo sguardo, timoroso e tremante d’ ardore nei miei confronti era pieno di speranza, lo vedevo rapito, inebriato dalle mie parole, estasiato di tanta dolcezza. Ci misi un po’ di tempo a capire che quelle attenzioni, quell’ interesse particolare per il mio stato d’ animo, erano rivolte ad un puro e semplice interesse nei miei confronti, cominciai lentamente ad avere la sensazione che quella cura, quell’ amore che mi rivolgeva andasse al di là di una semplice amicizia, piano piano quasi senza rendermene conto, stavo costruendo un legame forte con lui. Jack sembrava mi leggesse nell’ anima, intuiva quando qualcosa non andava e cercava spesso e con ogni pretesto delle scuse per avvicinarsi e parlare con me, era un attento osservatore, non riusciva a sfuggirgli niente, era sempre gentile e premuroso, pensavo che prima o poi avrei lasciato la mia inquietudine e il mio dolore alle spalle. Presto mi accorsi che la mia vita era stata piena di contraddizioni e incertezze, sentivo di aver fatto scorrere la mia vita per troppo tempo inutilmente, di aver concesso poca attenzione a me stessa e alle relazioni, improvvisamente un senso di rabbia e rancore si presentò verso me stessa e verso la mia incapacità di capire cosa realmente provavo verso di lui. Mi sentivo colpevole delle mie insicurezze, mi addossavo colpe che non avevo, la coscienza frenava l’ impulso di piangere, decisi di cominciare a  pensare a me stessa e decisi di crearmi un futuro. Avevo sopportato non pochi anni di cinismo per arrivare a capire cosa realmente aveva importanza nella mia vita, relegando la mia infelicità alla mia sola sfera emotiva, forse se non avessi avuto l’ amore e l’ affetto  che mi è stato riversato con pazienza e costanza dalle persone che mi circondavano, non avrei mai saputo affrontare questa situazione ed uscirne a testa alta con un sano senso di civiltà e rispetto verso me stessa. Adesso tutto mi sembrava diverso, vedevo il mondo con una luce nuova, la luce dell’ amore, niente aveva più valore e significato per me che quello di abbraccio o di un sorriso, la mia vera essenza andava mostrandosi. Le dolorose esperienze vissute mi avevano tolto un velo dagli occhi, ero finalmente riuscita a mettere da parte la mie paure, cercando di aprire nuovi capitoli nella mia vita. Anche Jack stava cercando se stesso nella nostra relazione, all’ inizio lo vedevo confuso, turbato, come se qualcosa lo preoccupasse, non pensavo che la sua timidezza e il suo riserbo fossero dovuti ad un interesse nei miei confronti, spesso era silenzioso, distaccato, non riusciva ad esprimere alcuna emozione, anche se notavo il continuo e persistente rossore nelle sue guance, un giorno mi confidò che qualcosa lo turbava e che una forte emozione lo assaliva, notai un’ incontrollato gettito di forti sensazioni avvolgerlo, penso fosse consapevole dei sentimenti che provava per me, spesso in mia presenza gli tremavano le mani e il cuore gli batteva velocemente, capiva che sentiva un’ attrazione irresistibile nei miei confronti, ma non poteva permettere che quelle emozioni e sensazioni così pulsanti nel suo cuore prevalessero sulla ragione, soprattutto non voleva rovinare il nostro rapporto d’ amicizia, ma questa situazione lo rendeva nervoso, agitato, impreparato a cogliere quei momenti, a carpire l’ amore. Il suo candore e il suo dolce sorriso mi affascinavano, a tal punto che senza rendermene conto mi lasciai travolgere dalle emozioni, una sera, mentre eravamo seduti a parlare e a confidarci le nostre insicurezze, lo scorsi rapito e inebriato dalle mie parole, quasi senza rendercene conto ci trovammo così vicini che inavvertitamente ci sfiorammo, in quel momento avvertii una strana sensazione, un fremito così forte al cuore che mi lasciò attonita, come paralizzata dall’ emozione suscitata, togliendomi il respiro, i suoi occhi si illuminarono di una luce perpetua, tese le sue mani e mi tirò a sé, prendendomi fra le sue braccia, avvolgendomi con un caldo e caloroso abbraccio, sensazioni che non avevo mai provato prima, questo momento diede a quegli attimi una profonda pienezza della vita, mi sentii profondamente turbata da questo intenso e diretto contatto, avrei voluto abbandonarmi alle pulsioni del mio cuore, cedere ai sentimenti più puri e reconditi del mio animo, ai sogni più profondi della mente, per un attimo provai smarrimento, confusione, tutto ad un tratto avvertii un tocco rovente sulle mie labbra e la sua mano accarezzarmi il collo in maniera sensuale, mi sentii mancare il terreno sotto i piedi, il mio cuore batteva fortemente, avvertii il calore del suo bacio, le gambe tremavano, il senso di vuoto che avvertivo era insostenibile, mi prese la mano e mi condusse a se, per un attimo restammo fermi a fissarci negli occhi, intenti a lanciarci messaggi d’ amore e a comunicarci profonde sensazioni, urlando silenziosamente il nostro reciproco affetto. Di li a poco ci innamorammo, finalmente jacke aveva iniziato ad esternare i propri sentimenti nei miei confronti. Conoscevo tutto di lui, i segreti più reconditi, i sogni da bambino, le speranze per il futuro, i profondi timori che lo attanagliavano, quando capimmo che il sentimento che ci univa era reciproco, iniziammo a parlare seriamente della nostra relazione e del futuro che avremmo voluto costruire insieme. Adesso sentivo nascere il desiderio in me di costruirmi un futuro, anche lui aveva trovato se stesso nella nostra relazione, spesso i momenti che passavamo insieme erano meravigliosi, la sensazione che provavamo l’ uno per l’ altra era indescrivibile, eravamo profondamente innamorati, non riuscivamo a stare lontani, quando ci vedevamo il nostro importante gesto d’ amore e di tenerezza era un tenero e coinvolgente abbraccio, ci tendevano istintivamente l’ uno verso l’altro, finalmente ero felice, avevo un ragazzo che mi adorava, cosa potevo pretendere di più dalla vita. Un giorno all’ improvviso l’ oscurità in cui ero sprofondata e che mi ha fatto perdere per anni la percezione di me stessa e dello scorrere del tempo mutò trasformando la mia vita triste, in una meravigliosa favola. Adesso mi sentivo avvolta da un manto di tenue chiarore dal quale emergeva la luce di un lento e perpetuo risveglio dell’ animo umano.

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1 commento »

  1. Ciao Sabina, il tuo racconto ci accompagna nel cammino di sofferenza di una donna che, dalla perdita di due persone importanti, la zia e il ragazzo, giunge al rifiuto della vita. L’adolescente attraversa un periodo complesso e poi ritorna a volere la vita grazie all’amore corrisposto di un giovane, con passo lento dapprima determinato poi. Il testo è serrato all’inizio, come la malattia che tutto avvolge e annulla ogni volontà, poi è vivo e intenso per la forza dell’amore e per la speranza che porta luce “al risveglio dell’animo umano”. E’ un testo “tosto” (scusa) che dimostra padronanza della materia e della narrazione, Brava.
    Emanuele

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