Premio Racconti nella Rete 2015 “Quello che la coscienza non ammette” di Giuseppe Verrienti
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015-Zero ragione, zero amore ! Sono quasi le dodici di una domenica. La situazione è impossibile ed inaccettabile. Vita spezzata, vita tradita nel mio interno più profondo.
Sto combattendo contro il tumore alla gola, contro i noduli della tiroide e la mia esistenza
-l’ho confessata a GIOBANNI, che è venuto a trovarmi a casa- è solo un grosso inferno.-
Un piedipiatti come me – simile ad un orso inferocito e ferito- ha battuto tutte le strade per abbattere,finora, le varie forme di violenza e di ferocia innaturale contro gli acidi brucianti del viso ed i calci o i pugni subiti dalle donne adolescenti e da quelle separate . Esse rifiutano simile bestialità in qualunque maniera. Spesso sono obbligate o a prostituirsi oppure cambiare casa o città per sopravvivere e di ricorrere alla giustizia sorda per allontanare i cani bastardi, che le vogliono tutte per loro, non se ne parla nemmeno.
-Mio caro amico, la mia è uguale alla tua battaglia giornaliera ..a denti stretti ed a pugni chiusi da pugile navigato . Non mi bastano a distruggere questo male interno , che mi logora giorno per giorno. Inoltre,non so quando e per quanto tempo tutto questo durerà come la paura. Mi sento ogni momento venir meno le forze e la coscienza di allontanarlo dalla mia sopravvivenza. Chissà quando potrò ritornare a sorridere-
-Non preoccuparti, Federico. I medici sapranno curarti totalmente sia con gli interventi chirurgici che con i loro medicinali scoperti dalle ricerche degli studiosi statunitensi ed europei.
Ora che sei stato promosso questore, vedrai che potrai mandare in porto ben presto la tua rabbia e contemporaneamente guarire della tua malattia. Purtroppo l’hai già citata tu stesso : la giustizia italiana è ingarbugliata e troppo lenta.-
Improvvisamente la giornata si oscura per i nuvoloni neri carichi di pioggia e ,dieci minuti dopo, scende giù per la strada isolata , sui tetti e le pareti colorate della città un temporale tropicale e diabolico, che sembra confermare il mio dialogo con ANDREA GIOBANNI come una condanna divina.
-Carissimo avvocato, vedi ? Anche chi sta lassù ascolta attentamente le mie parole e pare intenzionato a punire il nostro discorso!
Mi sembra di rivedere un vecchio artigiano del legno, che aveva la passione della caccia.
Egli aveva abbandonato ,due anni prima di andare a godersi la sua pensione, la sua attività poco remunerativa Era stato assunto in un museo come custode per aver superato un concorso statale grazie all’interessamento di un noto uomo politico dello stesso partito, a cui lui era iscritto da anni.-
In quel medesimo istante ricevo una telefonata dal mio dottore, che mi annuncia:
-Federico, gioisci! Le analisi di laboratorio hanno rilevato che la tua tiroide non ha alcuna forma di tumore.
Stai tranquillo. Quando sarai un po’ libero, passa dal mio ambulatorio che ti segnerò delle medicine adeguate ai tuoi noduli negativi. A presto!-
-Diabolico inquirente,-interviene Andrea sorridente-svelami immediatamente come hai sconfitto parte della tua collera. Adesso parlami di quel malandrino di artigiano.
Sicuramente anche lui è un attore,che perseguiti per le sue sicure aggressioni nei confronti della sua giovane donna.-
-Ti confesso-risposi un po’ disteso- che quel bastardo torturava e violentava in mille modi la sua donna, di quindici anni più giovane. Prima di andare a caccia, il bastardo aveva colpito al viso la moglie separata e l’aveva imbottita di calci, pugni e di bastonate col manico del suo fucile.
Ma un giorno l’ho acciuffato e l’ho assicurato alla giustizia.
Te lo racconto subito nei particolari.-
-Credo che tu debba raccontarmi come è andato a concludersi questa vicenda . Lo sai che la curiosità non appartiene soltanto alle donne !-
-La verità, caro Andrea,- ha avuto dei risvolti clamorosi.
Cioè: pensavo che a quel punto la poveretta sarebbe ricorsa a chiedere la separazione immediata con addebito, ma tu non ci crederai.
Una volta che è guarita ed è uscita dall’ospedale, d’accordo con il figlio non l’ha denunciato.
VAI A CAPIRE LE DONNE. O meglio alcune di esse! Lo ha perdonato e si è rimessa di nuovo con il marito.
QUESTA è una delle tante cose, che io non riesco comprendere e mandare giù un boccone amaro come un cagnaccio avvelenato.-
-Calmati, Federico-intervenne il mio amico- Il mondo è così bello e vario, altrimenti tutti noi saremmo degli automi abili ed inguaribili, secondo le idee di Wilhelm Gottfried LEIBNIZ oppure esseri umani ,dotati della stessa incurabile razionalità.-
-La grandiosa ed affrancato conseguenza è stata che il perdonato violentatore godette nuovamente di ritornare in famiglia e tiranneggiare scandalosamente come un despota disssoluto
ed impudico come prima di quel deprecabile fattaccio. Andrea, non tutti gli uomini o coniugi
falsamente innamorati riescono a raggiungere simili licenziosità.
Ed il licenzioso dissipatore ritornò a gettarsi a capofitto nella ridicola parte del cacciatore esperto.
Durante le calde e silenziose ore della tarde mattinate,…. nel periodo concesso alla cattura della
povera selvaggina, ODOARDO- questo era il suo vero nome-prendeva il suo fucile con parecchi pallettoni di riserva ed il suo cane.
Saliva assieme a due suoi amici sulla sua automobile e si recavano nei luoghi di campagna
ricchi di cacciagione variegata.
Un giorno, i tre restarono all’asciutto. Due se ne ritornarono sconsolati a casa, promettendosi
di cambiare posto nei dì successivi.
Lui, testardo com’era, rimase nel solito posto e si appostò su due grossi rami d’ulivo.
Aspettò per ore in religioso silenzio che qualcosa volasse. Non gli interessava quale sfortunato
animale sarebbe passato di lì, anche se non era un uccello.-
-Cosa gli successe, Federico?-
-Odoardo per la sua ostinata testardaggine non si accorse che a causa di un caldo insopportabile
migliaia di formiche salirono dal terreno e lo coprirono interamente per tutto il corpo, penetrando
sia dalla camicia sia dai pantaloni.
Non dette retta nemmeno al suo cane, che guardando la scena si era messo ad abbaiare per
attirare la sua attenzione.
Il provetto cacciatore prese dalla sua “SPORTINA” un osso duro bianco, che serviva per
arrotare i denti di ogni cucciolo e glielo lanciò contro ,colpendolo alla testa.
La bestiola lamentandosi prese l’osso e si mise al riparo vicino all’automobile del padrone,
preoccupandosi di arrotarsi i denti.
Intanto Odoardo cominciò a grattarsi per tutto il corpo e ,quando si rese conto di essere
invaso dappertutto dalle formiche, non pensò ad altro che prendere il fucile e colpirsi
per tutto il suo fisico.
Alla fine decise di porre fine a quella curiosa situazione denudandosi ed imbracciando ilo fucile si mise a sparare alle formiche.-
-Questa storia ridicola -che significato può avere per te-lo riprese Andrea, che non era riuscita a comprendere quale analogia potesse avere con il loro dialogo.
-Mio caro avvocato, il medico attuale assomiglia a quell’artigiano: al fine di curare la malattia
somministra vari medicinali al paziente, che guarisce da un lato e si ammala da un’altra parte
per le sostanze contrarie, che contengono i medesimi.
I dottori sperimentano sul malcapitato nuove tecniche per poter successivamente impegnarsi
a guarire nuove malattie più gravi per accordi presi con multinazionali farmaceutiche e guadagnare ingenti somme di denaro ed arricchirsi alle spalle della popolazione.
Dobbiamo combattere questa forma di corruzione scientifica, che produce parecchi vantaggi economici agli interessati . E così agli di tutti appaiono come i santoni di sconosciute o nuovi gravi pericoli endemici da combattere e distruggere.-
-Un’altra forma di illegalità, sul piano deontologico,-carissimo questore- è quella di convincere i vari clienti a non credere alle strutture pubbliche per il semplice motivo, che esse non sono in grado di avere tutti gli strumenti idonei al conseguimento della guarigione finale .
Li costringono a frequentare le cliniche private, dove essi si appoggiano o ne sono i proprietari, dando una grande pubblicità altisonante per le tecniche all’avanguardia allo scopo di arricchirsi alle spalle del malato.-
– Quel povero Odoardo- facciamo un esempio-sinceramente ,avvocato, si ferì alla gamba da solo.
Vennero a prenderlo i suoi parenti, guidati dal cane intelligente e rapido come una lince.
Lo portarono direttamente all’ospedale della città più vicina, in quanto era meglio attrezzato degli altri della zona ed era occupato da personale sanitario competente per quel tipo di ferite.
Il cretino si era ferito con lo sparo di due grossi pallettoni alle due gambe.
Rischiava per ben due volte che , una volta tolte le pallottole , per guarire le ferite i dottori stessi potevano amputargli entrambe le due gambe.
Riuscirono ad evitargli il sopravvento della setticemia, gli tolsero il sangue infetto e gli ricucirono immediatamente le ferite.
Non gli somministrarono medicine sperimentali e lo mandarono per completare la sua guarigione in una clinica di proprietà del primario di chirurgia.
I familiari perdettero un sacco di soldi ,ma il mentecatto non guariva come doveva.
Andrea , curioso,ribadì-I familiari come reagirono?-
Gli risposi candidamente:
-La madre ed il figlio si rivolsero al sottoscritto, domandandomi dove lavorava il chirurgo, che era riuscito a rimettermi in piedi dopo la ferita al ginocchio destro.
Carissimo Andrea, spesso bisogna aver gli occhi di una tigre ed il cervello di una volpe per distinguere il bene dal male.
Mi ricordai il nome ed il luogo dove riuscii a salvarmi il culo.
Li rimandai in una struttura pubblica della Capitale, dove c’era un fior di professore , luminare in Chirurgia degli arti inferiori e superiori.
Esso aveva ricucito e risolto i problemi di molti atleti. Ti garantisco che in pochi mesi Odoardo
ritornò a camminare e correre come prima.
Questo ti dimostra che la corruzione dilaga fermamente nel settore della sanità.-
-Adesso mi ricordo il fatto accaduto a quella puerpera siciliana, che al suo secondo parto
rimase uccisa in un ospedale siciliano. Si salvò solamente ,poco tempo fa, solamente la bimba appena nata.
Mi sovviene alla memoria la salvaguardia e la guarigione nelle strutture pubbliche di un bambino
azzannato dal suo cagnaccio, mentre giocava nel giardino di casa, ed ultimamente la donna scippata e trascinata per alcuni metri da due delinquenti su una moto, che le scipparono la borsetta e lei si attaccò pericolosamente alle asole della sua borsa.
Hai ragione tu, Federico, quando sostieni che in alcune località la sanità è un affare di pura raccomandazione e corruzione.-
Ciao Giuseppe. il tuo racconto è la denuncia di questa società ove prevalgono la violenza sulle donne, la giustizia lenta e la mala-sanità. Credo che tu voglia far prevalere l’ottimismo per i momenti di speranza dovuti alla guarigione del protagonista e all’attestazione delle capacità delle strutture pubbliche di dare servizi. Colgo due metafore, la guarigione dalla malattia come lotta al male anche sociale e (forse) l’assalto delle formiche come imprigionamento del male anche psichico che avviene lentamente. Trovo che il ritmo risulti rallentato per le involontarie righe spezzate (andare a capo nel mezzo della frase).
Emanuele.