Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Il gioco” di Daniela Raimondi

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Un uomo e una donna camminano in una piccola strada di citta.  Non c’è nessuno in giro.  Vengono ripresi di spalle.  E’ sera.  I tacchi di lei battono sulle pietre del selciato.  Lui cammina spedito, lei lo segue due passi dietro, la testa bassa e un atteggiamento nervoso.  Si fermano davanti a una porta.  Di colpo la donna afferra l’uomo per un braccio e gli chiede supplicante:

– Ma tu mi ami?

– Certo che ti amo.

– Ma quello che mi chiedi di fare…

– Ah, no! Ancora con ‘sta storia! Senti: io non obbligo nessuno.  È  un gioco fra persone adulte.  Se ti va, bene.  Se non ti va, dimmelo e non se ne fa niente.

Si accende una sigaretta, è visibilmente nervoso.  Poi dopo un paio di tiri la getta e la schiaccia sotto una scarpa. Lei gli dice:

– Non arrabbiarti! Dai, non fare così, scusami. Io non volevo… Ecco, intendevo solo dirti che…

Scoppia a piangere

– Che cazzo c’è adesso da piangere?

L’uomo sbuffa, alza gli occhi al cielo.  Lei intanto gli ha appoggiato la testa sul petto.  Attende, il corpo contro quello di lui, che invece rimane rigido.  È scocciato.  Dopo qualche secondo lui sospira.  Poi le solleva il mento, lo fa teneramente.  La fissa negli occhi e le sorride:

– Dai, vieni qui. Sei proprio un pastrugno, sai?  Guarda come ti sei conciata.   Ti si è disfatto il trucco…

– Oh…

La donna reagisce con apprensione.  Di colpo è agitata, si preoccupa di non apparire brutta davanti a lui.  Apre la borsetta.  Afferra la cipria, si osserva nel piccolo specchio e si pulisce il mascara colato sotto gli occhi. 

– Va bene così?

– Sì, ecco, da brava. Non vorrai mica sciupare questo bel faccino…

Le accarezza i capelli.  Stanno un attimo in silenzio.  Lei, una volta rassicurata, si calma.  Lui le passa un Kleenex.  La donna si  soffia il naso, poi lo guarda:

– Ma tu mi ami?

– Ah, ma tu sempre con sta storia dell’AMORE! Possibile che voi donne non siate capaci di pensare ad altro?  Lo sai come la penso.  Stiamo bene insieme, facciamo dell’ottimo sesso. Non è abbastanza? Non parliamo d’amore, quella è roba da film…  Ascolta: se è per i soldi sai che quelli appena posso te li ridò.

– Cosa vuoi che m’importi dei soldi. Era un mese che non ti facevi sentire, lo sapevi che stavo male e non m’hai chiamato una volta.  Manco una telefonata.  Se tu mi volessi bene veramente…

– Senti, mettiamo le cose in chiaro: tu sei sposata, c’hai famiglia. ‘Cazzo vuoi parlare d’amore?  Mettiti nei miei panni una buona volta.  Cosa vuoi, che m’innamori di te?  Tu c’hai un marito, un figlio.  Dai, ne abbiamo già parlato, va bene così.  E poi lo sai che sono un tipo libero.  Se una donna mi sta troppo appiccicata mi sento soffocare.

– Ma io, io non ti ho mai asfissiato, non mi sembra che …

Scoppia di nuovo a piangere.

– Eh no, eh no! Senti, se devi rimetterti a frignare io me ne vado e ‘fanculo tutto.

Si scosta, sta per andarsene, ma lei gli afferra il braccio e lo implora:

– Ti prego, non fare così. Scusa, scusami, dai.  Non andartene!  Sono una stupida.  È che sono stata così male in queste settimane.  Ho aspettato tanto… Per favore non essere arrabbiato con me…  Non voglio perderti.  Io non posso perderti…

Lui allora si gira di nuovo verso di lei.  Sorride:

– Ah, ora finalmente ragioni… Dai, vieni qui.

Si china verso di lei.  La bacia, poi le pizzica un capezzolo. Lo pizzica forte, fino a farla gemere.

     – Che perizoma hai messo? Quello nero o quello rosso?

– Quello nero …

– Mmmm…. Fammi un po’ sentire…  ah, il reggicalze…  Bella figa che sei…

– Per favore, non parlarmi così…

– Cosa vuoi, che ti dia della racchia? Dai che adesso ci andiamo a divertire…  Siamo ancora insieme: io e te.  Che te frega del resto?

– Guarda che lo faccio solo per te, perché ti amo…

– Ma va là che l’altra volta ti era piaciuto. Non fare la santerellina.  Mica ti forzo.  È un gioco.  Oh!  Se non vuoi non se ne fa niente…

– Va bene. Va bene…

Lui preme il campanello.  Lei è tesa, appare spaventata.  Gli stringe forte la mano:

– Però stavolta state attenti a non lasciarmi segni…

Lui ridacchia. 

– Staremo attenti pastrugno, staremo attenti. Mica voglio metterti nei guai con tuo marito.

Dopo qualche secondo la porta si apre e appare un uomo:

– Ah, finalmente.   Entrate.  Sono di là.

Entrano.  La porta si richiude con un tonfo.

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