Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Ciclo” di Giovanni Paci

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Mentre il forte fascio di luce filtra tra le persiane, la madre con cautela sveglia il proprio figlio. Il bimbo sbuffa un po’ ma il delicato aiuto materno lo induce ad alzarsi. La donna aiuta il bambino a pulirsi il viso, e immediatamente le energie s’impadroniscono del suo piccolo corpo. Incuriosito dallo specchio, inizia a fare dei saltelli per potersi osservare. La madre lo solleva in braccio, esprimendo il suo amore e la sua ammirazione, per quel bimbo paffuto, circondato da capelli folti e lucenti. Consumano la colazione parlando e ridendo. Il pulmino è arrivato sotto casa. La donna, prima di lasciarlo lo bacia sulla guancia, gesto che il bimbo ricambia con lampante generosità.

Infastidito dal rumore della sveglia scaraventa l’orologio a terra e si rimette a dormire. La madre interviene in camera togliendogli le coperte e aprendo la finestra. Il ragazzo, furioso, si rivolge volgarmente alla madre; lei lo rimprovera ma lui fregandosene si chiude in bagno. Dopo essersi lavato il viso si osserva allo specchio. Pur essendo ancora molto giovane ha già un fisico robusto e sportivo. I capelli castani e ondulati gli attribuiscono una certa sensualità. Pochi brufoli e scarsa peluria avvolgono il suo volto. In salotto consuma una celere colazione senza mai parlare, poi esce di casa lesinando un accenno di saluto; la donna non trova nemmeno il tempo per rispondergli.

L’orologio segna le 11:00, i due fidanzati entrano in bagno. Si baciano, strofinano i loro corpi belli e graziati pregustando il loro sapore. Lo specchio esalta la leggiadra bellezza dei due giovani, intenti ad ammirarsi e a scambiarsi frasi d’amore.

La mano pelosa del ragazzo arresta il suono della sveglia. Con fatica si avvia verso il bagno. I suoi capelli appaiono sfibrati, le imminenti stempiature hanno fatto la loro macabra comparsa. La pancia costellata dal pelo è gonfia. Prova a tirarsela indentro per due volte ma entrambi i tentativi falliscono. Appare un po’ preoccupato, fissa lo specchio, tastandosi la pancia e i fianchi poi chiude la luce ed esce.

Una volta sveglio l’uomo entra in bagno. Accarezzandosi il collo, ormai grasso e informe, nota i suoi capelli, presenti solo ai lati. Stanco di quell’immagine posa la faccia sotto il freddo raggio d’acqua. La moglie entra in bagno sfiorando appena il suo corpo. I suoi glutei sono avvizziti e la schiena ricurva in avanti è coperta da un pigiama liso e scolorito. L’ uomo la guarda, sembra stia per dirle qualcosa ma lei chiude la tendina e apre la doccia.

Non è ancora giorno, la notte conserva la sua quiete ma il vecchio steso sul letto è sveglio da ore. Non riuscendo a ritrovare sonno si alza con stanchezza aggrappandosi al bastone. Il letto è vuoto, dalla parte opposta, sul comodino, una vecchia foto di sua moglie. In bagno dopo essersi lavato rivolge gli occhi allo specchio. I pochi capelli che ha sono bianchi, la carne flaccida e penzolante riveste il suo corpo malandato. Biascica delle parole ma non avendo la dentiera non si intuiscono pienamente. Solleva il bastone e colpisce lo specchio ma il vetro rimane intatto. Rassegnatosi, chiude la luce del bagno.

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2 commenti »

  1. Il racconto è crudo sia per il susseguirsi delle “epoche” dell’uomo, dalla nascita alla vecchiaia, sia per la quasi assenza di immagini di felicità. Gli unici momenti di felicità sono l’infanzia e la parte iniziale del matrimonio. Forse dovremmo uscire dallo stereotipo che la vita porti solo sofferenza e che il matrimonio non sia felice per tutti o non lo sia affatto.
    Questo sguardo realistico sulle epoche della vita ci deve far riflettere per portare le debite correzioni al nostro comportamento. Nei vari momenti non conta apparire ma bisogna essere, essere coerenti al proprio ruolo di giovane, sposo,marito, padre e nonno, collega ecc.
    Bravo Giovanni.

  2. Ho voluto mostrare l’ambiguità dell’animo umano e il nostro rapporto con il corpo, che per quanto possa essere florido, è niente difronte al potere discreto e laconico del Tempo

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