Premio Racconti nella Rete 2015 “Nei paesi occidentali” di Diego Runko
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015ARTURO
Arturo viveva in un paese occidentale. Con tutti i pregi e i difetti di un paese occidentale: i negozi, i lussi esibiti, le playstation, i reality show. Arturo aveva 18 anni e il sabato sera, vivendo in un paese occidentale, andava sempre in discoteca. Come tutti.
Siccome viveva in un paesino di un paese occidentale, per andare in discoteca, Arturo doveva sempre andarci in macchina. Con i suoi amici facevano a turno e questa volta era toccato a lui guidare. Erano saliti in quattro sulla sua nuova Golf nera cabriolet, lui e i suoi tre amici.
L’obiettivo della serata, come tutti i sabati nei paesi occidentali per i ragazzi giovani, era quello di trovare delle ragazze giovani, e possibilmente poco convinte che bisognasse aspettare il matrimonio per, come si dice nei paesi occidentali, darla via.
A diciott’anni, quando l’esperienza ancora non è molta e le esigenze sono tante, per conquistare una ragazza, un solo metodo veniva riconosciuto come universalmente efficace: l’alcool.
E’ risaputo che, una donna che al primo bicchiere sembra brutta, diventa passabile al secondo, guardabile al terzo, e, come si dice nei paesi occidentali, una figa pazzesca al quarto.
Non sempre però le serate vanno a buon fine, nemmeno nei paesi occidentali.
Così, succede che dopo quattro bicchieri e una quantità infinita di fighe pazzesche da approcciare, i nostri eroi si ritrovino a collezionare una quantità impressionante di 2 di picche. E’ altrettanto risaputo che, nei paesi occidentali, il 2 di picche non è solamente una carta da gioco.
Ubriachi e sconsolati i ragazzi occidentali montano in macchina per tornare a casa.
Altra cosa risaputa nei paesi occidentali è che una quantità di alcool pari a quattro bicchieri di negroni, riesce nell’impresa di restringere le strade occidentali, aumentare smodatamente la velocità della macchina e, cosa ancora più strana, attrarre gli alberi come fosse una calamita.
Succede così che la macchina si ribalti, i guardrail si sfascino e i ragazzi occidentali muoiano.
Tutti e tre. Tranne Arturo. Quello che guidava.
Le famiglie occidentali, che poco fino ad allora avevano fatto per impedire incidenti, avendo perso i loro figli occidentali, diventano improvvisamente assetate di sangue. Il sangue ovviamente, è quello dell’unico figlio occidentale sopravvissuto. Nel nostro caso Arturo. Le famiglie occidentali cercano quindi di farlo condannare, se non alla pena di morte tramite tortura, supplizio non più in voga nei paesi occidentali, almeno all’ergastolo.
A questo punto è d’obbligo precisare che le leggi occidentali sono uguali per tutti. E anche in questo caso, Arturo non viene condannato.
Ma continuare a vivere in un paesino dove viene visto come serial killer da tutti coloro che fanno le stesse cose che fa lui avendo solo più fortuna, è impossibile. Non si perdonano certe cose nei paesi occidentali.
E così Arturo cambia paese, città, nazione, ma rimane sempre nei paesi occidentali, perché Arturo ha stima della libertà e, si sa, la libertà nei paesi occidentali, è sacra.
Col tempo Arturo sposa una donna occidentale, ha due figli occidentali e soprattutto trova un lavoro occidentale, di quelli che le ferie non esistono e si fanno gli straordinari non pagati.
Così, come tutti i mariti e i padri occidentali, Arturo manda in vacanza moglie e figli in isole orientali, lontane, per cambiare vita qualche settimana.
Nelle isole orientali in cui vanno le mogli e i figli degli occidentali, si trovano altri occidentali che, stufi della loro vita, cercano di farsene un’altra. E così la moglie di Arturo trova un amante occidentale in un paese orientale. E nonostante l’attenzione e la cura per i metodi contraccettivi presente in tutte le persone occidentali, rimane incinta di un uomo che non è suo marito. La vacanza finisce e moglie e figli di Arturo tornano a casa.
Nove mesi dopo la moglie ha un bambino, ovviamente figlio di Arturo, perché le mogli occidentali, quando sanno di averla fatta grossa, ricorrono sempre a un infallibile rimedio occidentale: partorire figli prematuri.
E se non fosse che quel figlio occidentale si porta dentro una fragilità orientale, forse la storia potrebbe finire qui. Invece il figlio, ancora piccolo e indifeso, muore a due anni di una terribile malattia.
Non è facile a questo punto, per Arturo, pur essendo occidentale e avendo già seppellito tre amici occidentali, accettare la morte di un figlio occidentale. E così litigi alcool e depressione fanno il resto.
Un giorno Arturo, in preda ai demoni che lo tormentano, si getta in un fiume. Questa volta non viene risparmiato dal Dio occidentale.
Muore.
Muore senza sapere che, quel figlio di un’occidentale, quel figlio che aveva destabilizzato la sua mente e il suo cuore, per colpa di una strana ironia occidentale, non era nemmeno suo.
ANNA
Nei paesi occidentali viveva una donna, Anna.
Anna aveva due figli e da molti anni riusciva a mantenerli da sola. Ogni mattina si alzava alle cinque, svegliava i bambini, preparava loro la colazione, e li portava a scuola. Poi andava al lavoro.
Come spesso succede nei paesi occidentali, il turno di lavoro era duro e massacrante. La donna non lavorava certo in una miniera ma, a volte, nei paesi occidentali, un computer può essere più pesante di un piccone.
Prima di tornare a casa, la donna riprendeva i bambini da scuola e poi, una volta a casa, cucinava loro una cena occidentale.
Tutti i giorni erano uguali per quella donna. Giorni occidentali sotto un sole occidentale.
A quei tempi una sciagura stava attraversando i paesi occidentali, una sciagura a cui gli occidentali avevano dato un nome preciso: crisi economica.
Molti occidentali erano rimasti senza lavoro a causa della crisi economica e un giorno successe anche alla nostra donna occidentale.
In questo caso, l’autore può dirvi, anche per esperienza personale, che è molto difficile trovare un lavoro nei paesi occidentali una volta perso. Bisognerebbe essere meno distratti. Disse una volta un occidentale.
Ora le giornate della donna occidentale erano sempre uguali sotto il sole occidentale. Vestiva e nutriva i bambini, li portava a scuola e andava a riprenderli.
Tutto il resto del tempo non faceva nulla. Questo nulla comprendeva spedire molti curricula e bussare a molte porte per cercare lavoro, ma è lapalissiano che, nei paesi occidentali, tutto ciò che non produce profitto è un nulla.
In questo nulla la donna rimase per molti mesi e i soldi erano sempre meno.
Spesso Anna ripensava al tempo in cui era sposata con Arturo, e poteva permettersi delle vacanze in isole lontane senza dover mai pensare ai soldi.
Un giorno, dopo aver portato i bambini a scuola, vide un cane che stava per essere investito da una macchina occidentale e senza pensarci nemmeno un secondo, si gettò in strada per salvarlo.
E lo salvò.
Ma non salvò se stessa.
Il funerale occidentale della donna occidentale, ebbe luogo tre giorni dopo.
I suoi piccoli figli occidentali non avevano avuto nemmeno il tempo di salutarla. Forse per questo non riuscivano a trovare lacrime per piangerla. Le lacrime occidentali, si sa, sgorgano difficilmente lontano da uno schermo televisivo.
Qualche anno dopo questi bambini divennero uomini occidentali, cresciuti da una ricca famiglia occidentale.
Anche l’adozione era un’abitudine delle famiglie occidentali.
E vissero per sempre felici e contenti.
E occidentali.
MORALE OCCIDENTALE
La vita non ha un senso ma prenderla contromano può essere molto pericoloso.
Ritratto amaro, spietato e ironico della vita all’italiana (o come scrive l’autore all’occidentale). Condensato efficace di intere esistenze. La vita così com’è nella realtà. Illogica, breve, senza un senso apparente… Complimenti.
.
La vita occidentale è così come l’hai descritta, con i suoi idoli e ora con i suoi problemi senza che nessuno possa porvi rimedio. Il tuo racconto narra la vita di un uomo che, preso dall’ingranaggio di fatti tragici, rimane vittima dell’alcol e della depressione, presenze sempre più ingombranti del destino. Nei tre capitoli, i periodi dei protagonisti, il racconto mostra una società priva e orfana dei valori, fedeltà correttezza, e soggiogata dalla crisi economica e dalla lotta per sopravvivere. Bravo Diego.
Emanuele
Ho paura che ormai tutto il mondo sia diventato un paese occidentale. E che le città occidentali e orientali siano ormai tutti uguali. E che la gente viva dappertutto, in occidente o in oriente, con grande difficoltà. La maggior parte. Un ritratto amaro e impietoso. Senza sconti per nessuno. Nemmeno per la vita, che anche se presa per il verso giusto può essere pericolosa lo stesso.