Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “I tulipani sono troppo rossi” di Stefania Signorelli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

«I tulipani sono troppo rossi»

«Perché sono tulipani, signora, tulipani rossi»

Il fioraio faceva il fioraio sin da ragazzino. Il lavoro consisteva soprattutto nel coltivare una buona dose di pazienza.  «Sì, questo lo vedo che sono tulipani» gli rispose Anna, di rimando, con la faccia di chi scopre i denti con faticata cortesia « Il problema è che questo rosso è troppo rosso. Non mi piace. È un rosso violento, non da tulipano »           «Un rosso violento» ripeté lui, grattandosi il sopracciglio da dietro il bancone. Questa poi! Capitano tutte a me, pensò. Ed è anche bruttina. Rise con gli occhi e solo un po’, ma poco, con la bocca. Uscì da dietro il bancone e la raggiunse. Anna, con sorpresa, se lo vide avvicinarsi e poi ancora avvicinarsi. L’uomo la fissava allegro, cercando una complicità che in nessun modo trovava. Era così vicino ormai che Anna poteva vedere solo il suo viso e sarebbe indietreggiata volentieri, ma non voleva apparire intimorita. Si aspettava un commento sui tulipani ma lui non parlava, né sembrava averne l’intenzione.   Invece di trovare una soluzione al problema dei tulipani, tutto in lui diceva una sola cosa semplice: ma perché noi due, adesso, non possiamo fare l’amore? Esiste in tutto l’universo una ragione? È una ragione davvero ragionevole? Qual è?Il fioraio aveva la faccia dolce e abbronzata di uno che non si aspetta una vita troppo complicata, ma nel caso si arrangia e sicuro si diverte. Anna faticava a guardarlo e ancor più a lasciarsi guardare. Poi si sa, alla fine, l’effetto confusionale che può avere in una donna angosciata, un ragazzo con gli occhi allegri che, per di più, sa prendersi cura dei fiori.       «Lasci stare » disse seccata e fece un mezzo passo indietro. Non si capiva se parlasse dei tulipani o degli occhi che la accarezzavano. Stringeva forte la tracolla della sua borsa come per aggrapparsi a una corda di salvataggio.Solo lui era troppo divertito da un imbarazzo che non immaginava di suscitare e allora non aveva proprio intenzione di lasciar stare: «i tulipani rossi che ci sono arrivati stamattina hanno tutti questa colorazione. Tra l’altro sono belli freschi. Però, se non ti piacciono, ho anche dei tulipani gialli. Freschi anche quelli. Li vuoi vedere? »

«No. No, grazie» scosse il capo ieratica « Non mi interessano i tulipani gialli, non è il caso». Anna parlava come disgustata dall’idea che qualcuno, al mondo, potesse acquistare tulipani gialli e si sforzava di apparire più infastidita che aggrappata alla sua corda. Più di tutto era turbata. Il fioraio le stava a pochi centimetri, annullando distanze che non era mai stato autorizzato a ridurre e in più aveva l’aria di divertirsi a prenderla in giro.  « A me servono dei tulipani per stasera e rossi e di un rosso decente, è per un appuntamento importante » riprese « Avevo telefonato la settimana scorsa, proprio per chiedere dei tulipani con sfumature rosse ma delicate ».

«Li volevi rosa?» chiese lui

«No. Rosso delicato» ribadì con convinzione. Era irritata e lo voleva dare a vedere il più possibile. Il commesso forse era un po’ strabico e le sorrideva svagato. Da un lato le parlava con quella pazienza esibita che di solito si usa con i bambini o gli anziani, dall’altro la guardava in un modo in cui non avrebbe dovuto guardarla e basta. Avrebbe voluto offenderlo. Anzi sentì che l’avrebbe picchiato con grande gioia. Era stanca.

Dal canto suo il fioraio, che era un intelligente arruffone generoso, continuava a osservarsela compiaciuto e le sorrideva imperterrito, apparentemente inconsapevole della totale indisponibilità della donna . È proprio vero, pensò, quando apri un negozio devi tenerti pronto a tutto, anche a divertirti un po’con le impiegate capricciose che nel dopo lavoro giocano a fare le contesse. Così si chinò appena verso la donna, sussurrandole:

« Mi consenta se mi permetto, Signora, posso mostrarle delle rose rosso delicato?»

Anna reagì con uno scatto di rabbia, inaspettato per entrambi, che spaventò solo lei:

«Smettila. Mi stai prendendo in giro? credi che non me ne accorga? » sbottò. Avrebbe voluto modulare la voce come una persona abituata a porsi d’autorità , invece le uscì una nota da rana, e mezza decapitata in gola.

«No. Non mi permetterei mai» rispose lui tranquillo tranquillo. La guardava fisso, senza scomporsi «Mi hai frainteso. Su qualsiasi cosa mi hai frainteso. Suggerivo solo un’alternativa. Mi spiace di non poterti aiutare. Peccato» mezzo sorpreso, mezzo divertito, diede un colpetto al bancone col palmo della mano, poi il sorriso benevolmente sparì nel retrobottega assieme a lui. Si sa che la sacrestia non ce l’hanno solo le chiese, ma anche i negozi.

«Mi scusi» lo chiamò Anna, che non riusciva più a capire cosa fosse successo e per quale motivo avesse alzato la voce.

«Mi scusii?» lo richiamò. Nessuno rispondeva. Il retrobottega l’aveva inghiottito.

«Mi scusi, Signoreeee» La voce di Anna era diventata all’improvviso lamentosa. Avrebbe voluto dire che adesso le stavano bene i tulipani troppo rossi o persino gialli, che si scusava della propria petulanza e tutto quanto.

«Scusaaa..scusaa. Puoi tornare?» chiedeva Anna «Li vorrei comunque i tulipani». Le rispose solo un silenzio.

«Ne ho bisogno» Si sentì immensamente sola.

« Per favore. Aiutami, per favore»

Si guardò la scarpa destra, poi la sinistra, che aveva la punta sporca. La sabbia del sentiero si era appiccicata alle ballerine.

Alzando il viso da terra, lo sguardo le inciampò nello specchio. Rifletteva l’immagine di una donna qualsiasi circondata da fiori, ed era proprio lei. Fece per andarsene un paio di volte. Richiamò ancora, incerta se entrare in sagrestia o andarsene. Quei tulipani le servivano. Era a piedi. Poi era l’unico negozio di fiori vicino e lei di sicuro non aveva tutto il tempo del mondo, anzi.

Il fioraio rispuntò con una composizione di girasoli e l’aria fintamente stupita di ritrovarla, neanche il retrobottega fosse il tunnel della Manica. Le incartò i tulipani senza commenti, spiandola con professionale discrezione, mentre lei si guardava attorno, fingendo di osservare orchidee e petunie, silenziosa e sconfitta. L’uomo non la guardava più con gli occhi e la bocca di prima. Si comportava da commesso normale adesso e Anna ne era dispiaciuta, anche se prima l’avevano dispiaciuta quegli inattesi modi seduttivi. Adesso sembrava che si fosse immaginata tutto. Qualsiasi cosa fosse successa era successa solo a lei.

«Ecco quì» il commesso le porse i tulipani avvolti in una carta velina « Fanno 15 euro »

Anna pagò.

-Grazie mille- disse.

– Di nulla. Buona serata- rispose il fioraio.

– Buona serata – rispose lei. Esitò e poi aggiunse d’un fiato – mi spiace di aver interpretato male prima. Sono un po’ nervosa oggi-

– No, tranquilla, davvero- adesso le sorrideva di nuovo ma quanto diversamente da prima- Ehm..magari, se la prossima volta me lo fai sapere per tempo, posso ordinarti il colore più adatto-

-ok-

-scusa se ti do del tu, non dovrei coi clienti, non è mancanza di rispetto o cosa, ma sei così giovane! Non riesco a darti del lei. Allora, visto che è per un appuntamento importante, buona fortuna, anzi, in bocca al lupo! –

– Sono io il lupo – disse Anna e non si capiva se scherzasse o fosse serissima, solo sembrava un agnellino isterico. Lui non capì , ma provò un’autentica pena. La stessa dolente contrattura che avrebbe provato in capo a pochi giorni, sapendola cadavere da una foto sul giornale. Sarebbe caduta da un ponte. Intanto la donna si allontanava dal negozio, i capelli raccolti e il mazzo di fiori in mano. Il fioraio la guardava camminare e si chiamava Michele. Il cielo era ancora chiaro, illuminato da un sole che Anna non vedeva.

 

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30 commenti »

  1. Mi è piaciuto davvero un sacco, complimenti, mi ha lasciata spiazzata… alla fine acquista un senso completamente diverso da quanto mi aspettavo. Ancora complimenti!

  2. Brava, mi è molto piaciuto. A quest’ora del mattino non riesco a trovare altre parole, non perché il racconto non le meriti, ma perché avrei bisogno di un altro caffè in circolo per mettere in moto il neurone, quindi scusami se ribadisco solo che mi è piaciuto. Complimenti

  3. Interessante il finale, alla Stephen King. Il racconto coinvolge, l’unico consiglio riguarda l’editing: chi è abituato a leggere si sente un po’ disturbato dall’uso prima delle virgolette, poi dei trattini e poi ancora delle virgolette. Anche l’occhio vuole la sua parte durante la lettura!

  4. Grazie Ottavio! Sono felice che ti sia piaciuto. Ancora di più che, complice l’alba, non c’è un perchè.

    w la comprensione, ne sa ben più della spiegazione

  5. Ti ringrazio Arianna. Purtroppo è proprio come dici, me ne sono accorta poi. Mi è dispiaciuto perché disturba la lettura. Peraltro nel copia-incolla dal file word, qualcosa si è mosso e non ho provveduto per tempo a modificare: anche l’interlinea e lo spazio tra periodi risulta sfasato rispetto al mio originale. Una maggiore cura nell’editing è un ottimo consiglio, di cui farò tesoro.

  6. Complimenti. Mentre lo leggevo non ho smesso un attimo di sorridere… Almeno fino all’inatteso finale… Diabolica!

  7. Volevo solo aggiungere che nonostante gli evidenti problemi di editing il tuo racconto credo sia, almeno tra quelli che ho letto fin adesso (e compreso il mio), quello scritto meglio. Come tutti gli scrittori sono un po egocentrico ma questo non mi impedisce di riconoscere il talento quando lo vedo e tu sicuramente ne hai. Con questo non voglio turbare la suscettibilità di nessuno. Ci sono molti buoni racconti, ma quello di Stefania credo abbia unaarcia in più. Complimenti ancora e… Se non ti scoccia ti invito a leggere e commentare il mio racconto “La Torretta di Guardia”. Sarei davvero onorato di conoscere il tuo parere.

  8. Immaginavo fosse una ‘svista’. Ti invito a leggere i miei due racconti (per bambini) in concorso: Il Coccodroccolo e Penelope, la Tessiragna.

  9. Grazie Luigi ma io non sono uno scrittore, proprio per niente. Mi diverto un sacco quando posso scrivere, sono una scrivente 🙂
    Mi diverto come i bimbi a ricreazione. Adesso vado a farmi una merendina col tuo racconto e spero che la campanella mi lasci in pace

  10. Scusa se insisto ma a questo punto credo che l’unica cosa che ti manchi per diventare una scrittrice sia la consapevolezza di esserlo…

  11. Bellissimo, complimenti, mille emozioni diverse si intrecciano nella tua scrittura semplice, ma diretta e intensa! 😀

  12. Che bel racconto: lieve, essenziale, sospeso.
    Concordo con i precedenti commenti. Se posso permettermi l’incuria sull’editing e’ imperdonabile proprio per l’intelligenza del racconto

  13. grazie Antonia. Non drammatizziamo per favore sull’editing, ammetto di essere stata un po’ disordinata, ma neanche così tanto.
    SONO FELICE CHE TI SIA PIACIUTO ! per me conta questo. ci tengo al coraggio di essere imperfetti. di essere se stessi. nel mio caso Pasticciona

  14. Bello! interessante e pieno di interrogativi che parzialmente vengono risposti dal testo lasciando spazio all’immaginazione del lettore.giusta dose di contrappossizione tra l’ottimismo di vita e la stanca trascuratezza dell’essere. Brava!

  15. Ti ringrazio Alessandro anche perché hai intravisto sotto i riferimenti canonici al “Rosa” il dolore e la stanchezza infinita che tenevo a raccontare.

  16. Un finale magistrale che riannoda tutti i fili. Perché la protagonista insisteva tanto sul colore dei tulipani? Perché tanta fretta? Perché tanta angoscia e tanto nervosismo? Nel giro di una frase sei riuscita a sorprendere il lettore con un epilogo inatteso. Bello lo scambio di battute fra i due personaggi, compresi i pensieri. Complimenti, mi è piaciuto molto!

  17. Ti ringrazio per le emozioni intense (in un’ampia gamma di tonalità, come le tinte dei tulipani) che il tuo racconto mi ha saputo comunicare. Con uno stile semplice ma curato, lieve ma efficace, hai mirabilmente delineato la psicologia dei due personaggi, fino a farmeli conoscere così intimamente che anch’io avrei loro dato del tu. Complimenti.

  18. Bello il racconto e l’esposizione! Riguardo l’editing, vorrei poter leggere tanti altri racconti che non lo rispettano appieno.
    Scrivere per me deve essere “disordine e sregolatezza”, parole che si susseguono nella testa e scivolano sulle dita senza starsi a preoccupare della perfezione.
    altrimenti rischia di diventare un lavoro, e anche quando lo si fa a livello professionale, dovrebbe rimanere in primis una passione.
    Brava e in bocca al lupo!

  19. Grazie Carla, anche se non condivido in toto l’appello a disordine e sregolatezza. l’impossibile equilibrio tra spirito dionisiaco e apollineo è quello che anima i racconti più belli tra quelli finora letti. Tanto di cappello a chi ci riesce e ci regala un piccolo miracolo (Mirra, Contini, Tella per dirne tre che come harry Potter fanno le magie)
    Anche a me non piace uno scritto troppo levigato, ma non mi sento così Scapigliata 🙂 Nello specifico dell’editing ho sbagliato e basta. Non scusarmi troppo. Il prossimo anno sarò più curata perché è segno di rispetto per chi legge!

  20. Ciao Stefania, la tua scrittura mi ha aperto lo porta del negozio e ho potuto sentire il colloquio da fuori la vetrina.per non insospettire i due protagonisti. A parte la battuta, il colloquio è sintomatico di due personalità, estroversa e di categoria quella del commesso, introversa, cocciuta, aggressiva e arrendevole quella della cliente. Mi hanno colpito non solo il disagio della giovane cliente davanti allo sguardo e alla vicinanza del commesso ma anche la malcelata aggressività sul colore dei tulipani. Come finale per la morte della giovane, visto che è aperto a diverse supposizioni, escluderei, e forse sbaglio, il commesso perché il narratore lo scagiona e penserei a un suicidio progettato dalla ragazza. I tulipani rossi dovevano finire, ai piedi del ponte, nei pressi del corpo della ragazza. Non ho capito la battuta della ragazza: “Sono io il lupo” (Crepi il lupo ? – Crepo io.) Bah!. Lasciando perdere tutto dico: In bocca al lupo Stefania”.
    Emanuele

  21. grazie Emanuele per le annotazioni. ” I tulipani sono troppo rossi” e’ una citazione da una poesia di Silvia Plath, scritta dopo un tentato suicidio. Il racconto e’ una parafrasi riuscita a metà. Ti lascio un link perché e’ bellissima e sono certa la apprezzerai
    https://lapoesiaritrovata.wordpress.com/2012/05/02/sylvia-plath-i-tulipani/

    Ammetto che la protagonista è incoerente, ma è intenzionale:anche perché sta vivendo quello che sta vivendo . Non potevo descriverla logica e serena. Sta soffocando nella sua piccola tragedia senza finestre. Ti confermo la tua intuizione: Il commesso e’ innocentissimo, sano come un pesce e buono come una torta. Comunque la signorina non se la cava tanto facilmente: esiste un capitolo due in cui la sottraggo a una facile autodeterminazione e la faccio reincarnare nello spazzolone del gabinetto.
    Così impara

  22. Sono tornato a rileggere questo racconto, ero sicuro di aver lasciato un commento… evidentemente no.

    Elegante e pieno di sensibilità.
    La mia frase preferita? Sono io il lupo, naturalmente. A differenza di Emanuele, per me ha un senso perfetto.
    Ma a proposito di parole, ho una mini-critica. Perché “ieratica”? l’ho trovato di troppo… parere iper personale… in ogni caso non ha guastato l’ottima esperienza di lettura.

  23. Grazie Sergio. Il tuo commento mi fa sentire capita ed è una cosa che non succede sempre. Ma forse va bene così, altrimenti non ci sentiremmo bene quando succede.
    Ieratica è per la solennità quasi sacrale e un po’ ridicola della protagonista. ma sottrarre e’ spesso la scelta migliore: Seguo il consiglio.
    Per il prossimo anno preparo un racconto su con lupo ieratico 🙂 🙂 🙂

  24. Guarda che il lupo ieratico non è mica un brutto personaggio… io ci penserei sul serio.. 🙂

  25. Ciao Stefania, ho gustato il tuo bel racconto, ben scritto fluido ed efficace nell’alternanza tra dialoghi e pensieri dei due protagonisti, com’è già stato detto. Il ritmo narrativo tiene viva l’attenzione del lettore fino all’inatteso colpo di scena finale. Brava! Meritatissima vittoria! Ci vediamo a Lucca.

  26. Ho riletto il racconto e mi è piaciuto ancora di più nel cogliere altre sfumature, Ciao Stefania, ci vediamo a Lucca.
    Emanuele

  27. Nel ribadire il mio precedente commento, mi congratulo per il tuo successo.

  28. Tanti, tanti complimenti Stefania!! Ci vediamo a Lucca!!

  29. Il titolo d’impatto e poetico prepara ad un racconto bello, incisivo… e con le tue parole non deludi affatto il lettore! L’epilogo triste rende il racconto ancora più di forte impatto, anche se per Anna dispiace molto.
    Bravissima!!!
    Ci vediamo a Lucca 🙂

  30. Un finale che davvero mi ha spiazzato! Una doccia gelida che solo apparentemente sembra stonare con le righe precedenti.
    Veramente ben scritto. Il mal di vivere non vuole il rosso acceso.

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