Premio Racconti nella Rete 2015 “Sorelle” di Claudia Muscolino (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Tutto era cominciato con quella storia del campeggio.
Mia sorella Emma aveva compiuto tredici anni e, pertanto, riteneva fosse un suo diritto acquisito andare al campeggio estivo con tutte le sue amiche: la mamma, però, non era affatto d’accordo.
“ Vuoi andare in campeggio con le amiche? Benissimo, ma te lo devi guadagnare: è giunta l’ora che tu impari che nella vita bisogna sforzarsi per ottenere le cose che ci interessano veramente. Potrai andare in campeggio solo se riuscirai a pagartelo. Dovrai lavorare! “
“ Oh no, mamma! Perché lavorare??? Le mie amiche non . . . “
“ Stammi bene a sentire: non mi interessa cosa fanno le tue amiche e cosa decidono le loro madri. Qui si fa come dico io! Capito? Potresti cominciare questo stesso sabato. Perché non vai a leggere la mano davanti al centro commerciale? “
“ A leggere la mano? Ma che dici mamma! Sei impazzita? Mai e poi mai!! Le mie amiche lo verrebbero a sapere e mi prenderebbero in giro. No, no e no!! “
“ Allora puoi scordarti il campeggio signorina! “
“ Ma non potrei, per una volta, fare qualcosa di normale ? Non so, per esempio vendere i miei vecchi giornalini, tosare l’erba . . . . “
“ E pensi di guadagnare soldi in questo modo ? Poveretta! Lettura della mano e filtri d’amore, altro che giornalini!! Ahahahah!!! “
Devo ammettere che, a volte, la risata della mamma era un tantino inquietante. Emma arrossì violentemente e abbassò lo sguardo sulle piastrelle del pavimento.
“ D’accordo, farò come dici. Leggerò la mano. Però Sally verrà con me! “
Sentendomi chiamata in causa senza alcun valido motivo, balzai giù dallo sgabello dove stavo riposando e , prima che avessi il tempo di aprire bocca per replicare, la mamma disse:
“ Perché no! Questa è una buona idea. Sally, ho deciso: andrai con tua sorella e la proteggerai. Non si sa mai con tutti questi maniaci che ci sono in giro. Meglio essere in due. ”
Le lanciai un’occhiata che avrebbe potuto incenerire una quercia secolare, ma lei non si scompose e puntandomi contro un’unghia lunghissima laccata di rosso puntualizzò:
“ Poche storie Sally. Così ho stabilito e così farai!! “
Il suo tono non ammetteva repliche e così oggi mi ritrovo davanti al centro commerciale: pensare che a quest’ora avrei potuto essere comodamente sdraiata all’ombra, nel nostro bel giardino a spiare uccellini e lucertole. Invece sono qui, con quella disgraziata di Emma, a cuocermi come una salamandra.
E i soldi, direte voi? Da stamattina si saranno fermate, sì e no, quattro donnette per chiedere se troveranno marito: un marito! Puah! Per farsene cosa, dico io.
Nel frattempo, ho cercato di posizionarmi nel miglior modo possibile per godere di una timida ombra e di un nascondiglio, perché, in queste occasioni, c’è sempre qualche imbecille che cerca di toccarmi! Purtroppo, abbiamo solo due sedie pieghevoli, un ombrellone e un tavolino coperto da un telo blu con stelle e pianeti. Per giunta, è la quinta volta che l’uomo della sorveglianza passa a controllarci. Forse anche lui vorrebbe conoscere il suo futuro!
Provo a chiedere a mia sorella se non sarebbe il caso di togliere le tende e tornarcene alla base.
“ Ma dai! Sai benissimo che dobbiamo aspettare che venga a prenderci zia Lilly! La mamma si infurierebbe a vederci tornare a casa per conto nostro e non sarebbe piacevole. “
Ha ragione: le sfuriate materne somigliano a tempeste tropicali e non ho alcuna voglia di passarci in mezzo. Non resta che aspettare. A un certo punto, una giovane donna con un carrello stracarico e una bambina piccola ci viene quasi addosso. Alzo la testa di scatto e mi preparo a saltare, mentre Emma si ridesta dal suo torpore.
“ Ehi signora! Faccia attenzione, per favore. Stava per venirci addosso! “
“ Hai ragione cara “ risponde la donna, scostandosi dal viso sudato una ciocca di capelli. “ mi dispiace tanto! “
“ Anche a me dispiace! “ replica mia sorella con stizza.
La donna si allontana rapidamente. Deve essere molto stanca o molto distratta: probabilmente è andata a prendere la bambina alla ludoteca qui accanto e poi deve aver fatto la spesa.
Le seguo con lo sguardo: la tipa arriva davanti a una station – wagon, apre il portellone posteriore e comincia a caricare le buste della spesa. Dopo aver finito di caricare tutto, sale in auto, ingrana la retromarcia, sterza e se ne va. La bambina rimane lì, dimenticata nel carrello del supermercato.
Io e mia sorella ci guardiamo assolutamente sbalordite: poi, lei mi sorride e, ammiccando maliziosa, corre verso la piccolina. La guardo mentre la solleva e la prende in braccio.
Nessuno ha notato quanto è accaduto. Mia sorella mette l’indice davanti alla bocca per farmi cenno di tacere. Sistema la piccola che si è addormentata all’istante, come per magia, nella grande borsa di paglia sotto il tavolino e la copre con un foulard.
Passano le ore e nessuno è venuto a cercare la piccola. Finalmente, il parcheggio comincia a svuotarsi e arriva Lilith, che tutti chiamiamo zia Lilly: posteggia il suo vecchio furgoncino a pochi metri da noi.
“ Allora ragazze, com’è andata? “ ci chiede la zia avvicinandosi sorridendo “ quanti soldini avete guadagnato? “
“ Zia, abbiamo guadagnato qualcosa di meglio dei soldi! “ le sussurra emozionata Emma.
“ Ah sì mia dolce nipote? E di cosa si tratta? “ domanda Lilly incuriosita.
“ Ecco di cosa si tratta!“ risponde Emma facendo cenno alla zia di guardare sotto il tavolino. La zia si abbassa per vedere meglio e mia sorella alza, per un istante, il foulard disteso sopra la borsa, mostrandole il viso della bambina addormentata.
“ Che meravigliosa creatura! Brava la mia nipotina! Poi mi racconterai come hai fatto.“ Bisbiglia la zia Lilith con gli occhi che le brillano per la contentezza.
“ Andiamo via subito: non corriamo inutili rischi! “ Ci esorta la zia.
“ Che bella questa bambina: crescerà con noi e sarà la nostra principessa alle prossime feste di Salem. Le sorelle della congrega l’apprezzeranno moltissimo! Ti sei guadagnata il campeggio, nipote mia! “
Poi, si rivolge a me senza tanti complimenti:
“ Andiamo Salomè, muoviti: scendi da quella sedia e sali nel furgone. “
Emma sorride soddisfatta e, senza accorgersene, comincia a grattarsi distrattamente l’interno della coscia sinistra, proprio nel punto dove ha il nuovo tatuaggio del pentacolo sacro.
Io scendo con eleganza dalla sedia e, per un istante, cedo alla vanità e osservo la mia immagine riflessa sulle vetrate del centro commerciale: ammiro i miei splendidi occhi verdi e il mio magnifico manto lucidissimo e nero. Mi sorrido, mostrando un lampo bianco di denti affilati, mentre abbozzo con la coda un languido saluto.
Non c’è che dire: sono la strega più bella e affascinante del New England!
Amo le storie che vedono le streghe protagoniste! Ti invito a leggere le mie due favole in concorso, sono curiosa del tuo parere: Il Coccodroccolo e Penelope, la Tessiragna.
Grazie Arianna! Questa è una storia nata per gioco. Anch’io amo le storie con le streghe protagoniste, così ho deciso di scrivere questa fiaba. Ho eltto e commentato anche le tue!
Brava Claudia.
Il racconto di questa vicenda, adatta per ragazzi, è scorrevole e ha narrazione e dialoghi ben equilibrati. Fa anche pensare riflettere sulle mamme, le nostre due protagoniste non fanno bella figura. Nei momenti di riflessione si è strattonati per rincorrere il narratore (la narratrice). I nomi Lilith, tatuaggio del pentacolo sacro e il mestiere di indovina mi fanno pensare a un racconto fantasy o a una parte di esso.
Emanuele
Certe volte mi riesce difficile giudicare le storie per bambini. Non sempre sono in grado di valutarne l’effettiva adattabilità ai piccoli lettori. Alla fine del tuo racconto, quando evochi Salem e il New England,, mi sono venute in mente certe storie di Lovecraft, un autore americano che ambientò i suoi horror proprio nel New England. Di certo l’hai letto. I suoi racconti erano davvero belli, magici. Il tuo racconto è molto più lieve, le streghe bambine vorrebbero, forse, essere come le coetanee “normali”. Tosare l’erba, vendere i giornalini… anche se poi l’avvento della bambina dimenticata le fa tornare streghe a tutto tondo. Mi è piaciuto il tuo racconto, con lo Station Wagon, il supermercato, la spesa da fare… come dire, le streghe sono tra noi. Attenzione, bambini.
Ciao Duccio
Sì, Duccio esatto: le streghe sono fra di noi e sembrano donne comuni, come diceva anche Roald Dahl! I bambini devono riconoscere i . . . ” segnali “.
Nelle mie intenzioni, infatti, c’era proprio quella di mantenere un tono lieve e lasciare un piccolo omaggio a Stephen King e alla mia gatta nera Salomé.
Grazie a te e a Emanuele!