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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “A lezione di bustarelle” di Giorgio Leone

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Un giovane nervoso cammina con una borsa in mano, sale una scala e si ferma davanti alla porta di un funzionario pubblico, la n. 17 bis. Esita, poi si fa coraggio e bussa. «Avanti» e lui entra. Seduto alla scrivania, ingombra di pratiche, c’è un uomo che gli chiede chi sia. «Sono qui per la pratica Scarapezzolo» risponde, e quello stende la mano senza smettere di leggere il giornale. Il ragazzo estrae dalla tasca una busta e gliela mette in mano, ma sente un rumore fuori dalla porta per cui si ritrae di scatto. La carta, più tagliente di un coltello, ferisce la mano del funzionario che inonda le pratiche di sangue rosso vivo.

La reazione del ferito è violentissima e il giovane rimette la busta in tasca e si scusa dicendo che è la prima volta. Gli porge un fazzoletto da naso spiegazzato (in precedenza si è visto usarlo) e dice che all’università non gli hanno insegnato niente e che non c’erano corsi o simulazioni. Il funzionario gli spiega allora l’importanza delle tangenti e gli che dice tutta l’economia gira così citando autorizzazioni, licenze, tributi, appalti, ecc. Dice che gli mostrerà come fare per non correr rischi. Prende il giornale dal tavolo, apre il cassetto della scrivania dove ci sono due buste e comunica con orgoglio che quella mattina la sua è la terza. «Qui si lavora sul serio, non ci facciamo mica le pippe!»

Dice che invertiranno i ruoli: il ragazzo farà il funzionario e lui il professionista. Prende una busta dal cassetto, la mette nel giornale ed esce. Dopo qualche istante bussa, entra, saluta e mette il giornale sul tavolo dalla parte del ragazzo, il quale però non si muove. Al che si arrabbia e gli dice di prendersela.

Lui allora lo fa, ma per l’emozione la busta gli sfugge e allora tenta di afferrarla al volo, ma rovescia la lampada che fa un casino del diavolo mentre la lampadina scoppia, il filo si strappa e dalla presa escono un fiume di scintille che incendiano il cestino. Il ragazzo riesce appena in tempo a spegnerlo e a recuperare la busta mettendosela in tasca prima che prenda fuoco anche lei.

L’altro lo rincuora e dice che proveranno ancora. Stessa scena con la seconda busta, ma questa volta il ragazzo non la trova, scuote il giornale e volano in aria biglietti da cento e da cinquanta che raccoglie e rimette nella busta, che poi si mette in tasca.

Il “maestro” è molto depresso, comunica al giovane che è negato per portare bustarelle e gli fa giurare sulla Bibbia e sulla testa dei suoi genitori che non ne porterà mai più per non far correre rischi anche ad altri. Il ragazzo giura, lo ringrazia e fa per uscire. L’altro allora gli chiede le sue due buste e quella che doveva portargli, ma il ragazzo si infuria e gli dà del pazzo ricordandogli che, un attimo dopo averlo fatto giurare che non avrebbe portato mai più una bustarella, ora ne vuole addirittura tre.

Dopo sei mesi si vede una stanza simile con il ragazzo seduto alla scrivania che legge il giornale e poi parla guardando in macchina. «Stupiti? I soldi delle buste mi son bastati per una lunga vacanza, ma poi sono tornato e ho passato l’esame per diventare funzionario perché ho capito che questo lavoro mi sarebbe piaciuto moltissimo. Così, con molta buona volontà ed esercizio le buste ho imparato a prenderle. Cosa dite? Ho giurato che non le avrei mai più portate, mica che non le avrei prese.»

Poi si sente bussare alla porta e lui dice di entrare. Si rivolge ancora in macchina.

«Scusatemi tanto, ma ora ho da fare. Non ci facciamo mica le pippe, qui!»

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2 commenti »

  1. Ciao Giorgio, originale il tuo soggetto per un Corto; ci vorrebbe un comico come Totò o Carlo Verdone. La triste morale: i difetti si imparano in fretta mentre servono persone oneste per la nostra Italia.

    Emanuele

  2. Grazie Emanuele, ma non servono comici. E’ solo la triste realtà!

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