Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Proiezioni dal futuro” di Giovanni Paci

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Un raggio di luce illumina il volto scarno del ragazzo. I suoi occhi appaiono provati dal forte riverbero del sole. Si strofina la faccia tentando di scacciare il torpore notturno, e con fatica, si alza da un logoro divano. Indossa una polo, un paio di jeans e scarpe da ginnastica. La mano scheletrica passa tra i capelli castani, sporchi e arruffati. Attorniato da un’espressione confusa si avvia lungo il corridoio. Susy, la sua fidanzata, compare semi nascosta dalle ombre della casa. I suoi occhi azzurri sono offuscati da un forte rossore. Non comprende come lui possa essersi reso responsabile di un fatto tanto grave. La rabbia la porta a mordersi il labbro e a grattarsi i capelli, lindi e folti. Non riesce a contenere l’amarezza, intrisa da una delusione graffiante che si riversa inevitabilmente sul ragazzo. Lui prova a risponderle, cercando di spiegare che con quel fatto non c’entra nulla ma Susy non capisce ciò che dice. Gli pone altre domande, lui però non sembra afferrare il contesto su cui ruota la sua delusione. L’assurda conversazione si arresta dopo qualche minuto; le incomprensioni s’infoltiscono, lei lo fissa, bella e dolente, concedendogli l’opportunità per un ultimo sguardo condiviso. Il ragazzo si appoggia al muro tossendo. Susy è scomparsa; la chiama, grida il suo nome incespicando sulle numerose sedie sparse attorno al corridoio, ma il suono del campanello arresta di colpo la sua voce prostrata. Si avvia febbricitante ad aprire la porta. I suoi genitori irrompono in casa: il padre, vecchio e ingobbito, avvolto da un abito sudicio e immondo si siede distante dal figlio; la madre, grassa e sformata custodisce i segni di sconfitte non ancora scomparse. Parla con una certa enfasi e anche il padre inizia a formulare frasi totalmente insensate. Entrambi continuano a scambiarsi opinioni, alternando brusche risate a prolungati silenzi ma il figlio non riesce assecondarli. Adirato, si scaglia sulla madre afferrandola per il collo. Il cuore del ragazzo pulsa forte e il sudore solca le sue tempie mentre il volto della donna diviene sempre più plumbeo, ma un sorriso fulmineo, le compare sulla faccia. Un’ilarità che colpisce anche il padre, risoluto nell’esporre le sue convinzioni del tutto inopportune. Il ragazzo si arrende, allenta la presa accasciandosi a terra. Sta per chiudere gli occhi ma un uomo in abito scuro, piuttosto elegante gli appare difronte. Il suo viso austero, il portamento virile e inflessibile destano angoscia. L’uomo si avvicina, con fare integerrimo e formale comunica al giovane la sua non ammissione. Con le ultime forze in corpo, chiama l’uomo, ma nemmeno il tempo di articolare una frase che egli svanisce nell’ombra chiudendo garbatamente la porta, lasciandolo con lo sguardo rivolto al pavimento. Si alza claudicante e indebolito. Appare invecchiato e sofferente, proprio come il cane spelacchiato che si presenta al suo fianco. Il giovane gli accarezza il muso e percepisce il respiro affaticato. Fermi nell’oscurità immobile e quieta, scalfita solo da brevi colpi di tosse, fissano l’ignoto immerso nelle tenebre. Il ragazzo invita l’animale ad uscire, il quale, senza incomprensioni o reticenze lo affianca, e insieme si avviano a svanire dal buio della casa.

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1 commento »

  1. Ciao Giovanni, mi è difficile un commento, non sono un conoscitore della letteratura horror e della mitologia in generale. Devo dire che il soggetto e le ambientazioni sono angoscianti e il finale non offre soluzioni alternative. Auguriamo ai nostri amici o conoscenti di non perdere la donna, di non avere un rapporto difficoltoso con i genitori al punto di voler uccidere la madre, di essere ammesso (forse) in un mondo migliore e di non iniziare un viaggio con un cane spelacchiato. Povero cane.
    Emanuele

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