Premio Racconti nella Rete 2015 “Il bambino tra gli ulivi” di Miriam Vanzetta
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Chissà se la tua Terra è quella in cui sei nato
O se la tua Terra è quella che senti dentro.
In paese il tempo si è fermato.
Erano antichi gli ulivi già molti anni fa,
e lo sono ancora.
La torre li sovrasta, immutata, e silenziosamente fa la guardia.
Tu correvi da bambino, con i pantaloni corti e le ginocchia sbucciate tre quelle pietre e quella terra brulla.
Il bambino non ti guardava mai in faccia perché guardava l’orizzonte,
correva saltando verso l’infinito; come in una cartolina, la sua sagoma si faceva piccina fino a non distinguerne più i contorni.
Il cielo sembrava ancora più grande, sempre azzurro, sempre caldo, sempre afoso.
Appoggiavi, bambino, la tua schiena sull’ulivo secolare,
era nodoso, sembrava fossero le nocche delle dita di tuo nonno,
forti,
spigolose,
piene di solchi.
Chissà se il tempo passa come il vento attraverso i rami e le mani e ne segna la vita, lascia tracce che raccontano tempeste, dolori e attimi di gioia pura.
Tu senti la linfa che corre e non sei mai fermo,
senti le radici e senti i secoli che hai sotto i piedi.
Corri veloce, ma quella terra l’accarezzi,
nei tuoi occhi si imprimono le vigne , i fichi d’india,
i capperi selvatici.
Qui la natura fa scherzi,
non ci si crede che tutta quella ricchezza possa crescere,
trovare acqua dove acqua non c’è.
Ma lei è più forte,
più determinata della nostra immaginazione e prende, dal centro della terra, quello che le serve ed esplode, dove meno te l’aspetti.
Terra generosa, anche se arida,
terra semplice, anche se infinita.
E’ questa la tua terra bambino,
e un po’ anche la mia terra.
Il tempo passa, come le cicale d’autunno, ma poi ritorna,
a volte il tempo sembra disegnare un cerchio,
ti ritrovi con lo stesso cielo,
sotto lo stesso ulivo
e oggi ti senti immerso nella vita, come da bambino.