Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Il signor Bob” di Leonardo Dal Savio

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

“E di-dap dip-dup.dap e ti ti tara ti-ta-ta”. Questo ascoltava mentre ballava e sudava, stretta nei pantaloni la camicia abbottonata con in cima penzolante una sciocca cravatta marrone,ormai quasi senza capelli portava agli occhi degli stupidi occhiali da sole arancioni e all altezza dell’ ombellico si stava formando un grosso alone di sudore. “Jazz nel blues” bofonchiava e intanto si lasciava andare alla musica “E dip dup dap dip dap dap”. Beveva scotch e soda, era sempre così quando concludeva un affare,la sua pancia grossa chiedeva pietà ma lui ne ingurgitava uno poi un’ altro e poi un’ altro ancora . I suoi occhi orbitavano da una parte e l’ altra della stanza con la moquette rossa,era sbronzo, e la stanza era diventata un bunker oscillante: senza finestre con all’ interno una poltrona verde un comodino e un giradischi; era il suo inferno e lui ci stava ballando dentro “E dip dup dap dip dap dap”. Le guance rosse, la sigaretta in mano barcollava per la camera come non avesse pace,come un cagnolino che ha perso il padrone,mentre lui,lui aveva perso la ragione. Con un gesto inconsulto raggiunse la poltrona e ci cadde dentro con un unico grande tonfo,fumò quel che restava della sigaretta versò lentamente goccia dopo goccia lo scotch dentro di sè . Alcuni secondi di silenzio. E infine si mise tutt’è due le mani attorno al viso mentre di sottofondo la canzoncina risuonava nell’ aria.
-Che cosa ho fatto-disse sconvolto, mentre una voce cominciò ad insinuarsi nella sua testa-Il successo è il tuo orgasmo quotidiano,continua a godere- e lui tremante lacrimava-ma…ma lei si fidava di me mi voleva bene-La voce echeggiò nell’ aria-Mentiva,sciocco,abbiamo costruito un impero insieme non mandare tutto a puttane,lei con le sue buone intenzioni,le sue buone cause diceva:- i tuoi soldi dalli in beneficenza dalli a chi ne ha più bisogno c’è un mondo che piange la fuori-Tutte cazzate l’ unico dovere dell’ uomo è quello di arrichirsi e di fare parte della cerchia dei vincenti che altro;certo non aiutare i poveracci e la gente che non è capace di organizzarsi. Ma tu stavi cambiando stavi diventando un rammollito…
“ Mi ricordo quella notte abbiamo fatto l’ amore lei mi ha stretto forte intorno a sé mi ha guardato negli occhi e ha cominciato a piangere,lei che aveva il dono di amare in silenzio,per la prima volta mi sono sentito veramente amato e libero di amare senza vincoli né presupposti,si è vero aveva il suo modo di vedere le cose forse in maniera estrema,mi aveva detto di scappare con lei in Africa di ripartire da zero di ricominciare a vivere, e al diavolo tutto al diavolo le auto lussuose al diavolo i grandi alberghi al diavolo le belle donne e i miei vizietti,ora mi trovavo accanto ad una donna che mi amava e che avrebbe passato l’ intera vita accanto a me e io provai un incredibile sensazione di leggerezza..Era bello solo che io non ero così forte,io ero corrotto dentro. La mattina appena le prime luci si fecero vedere attraverso la tenda io sgattaiolai fuori dal letto lasciandole un biglietto:

le tue parole mi hanno rapito
Mi hai fatto conoscere delle cose che non credevo potessi comprendere
io voglio ricominciare una nuova vita con te..
Ma dammi ancora del tempo per pensare

Ero felice,dopo anni ero di nuovo felice finalmente avrei fatto quello che mi sarebbe piaciuto fare.
Esco a fare due passi come al solito di prima mattina e intanto pensavo, pensavo al caffè caldo, al golf,alle bolle della mia jacuzzi ,ai sigari cubani, all’ usciere che con molto garbo e gentilezza ti apre la porta, alla mia collezione di strumenti musicali; tutte sciocchezze,sciocchezze alle quali avrei dovuto rinunciare. Ero immerso nei miei pensieri e passai oltre Bakery street fino al grand angolo che collega la città vecchia con la città nuova sto per girare e andare avanti quando vado a sbattere con un signore poco più basso di me con un singolare cappello in testa che mi guarda e mi fa:- Io lei la conosco. È si si la conosco l’ ho vista in prima pagina”In cima al mondo” c’ era scritto”In cima al mondo”Bella mossa capo bella mossa,sta per concludere un ottimo affare,glielo facciamo vedere noi a quei pezzenti laggiù,dopo tutto sono nati per lavorare no?,continui così,è il mio nuovo eroe-. poi prende e se ne va. Io non ascoltai minimamente quell’ uomo, ma la frase “in cima al mondo” mi rimase impressa, e per un attimo tornai bambino e mi ricordai gli ammonimenti di mio padre-Figliolo nella vita si deve tendere al massimo,la gente per strada quando ti vede si deve inchinare al tuo cospetto,ricorda il mondo è il nostro parco-giochi e noi ci dobbiamo divertire,dobbiamo essere venerati e acclamati dagli altri-e io così fecì -Ah.. in cima al mondo- pensai. Tentai invano di mettermi in contatto con quella donna ma non trovai il coraggio di spiegarle quello che ero veramente,conclusi l’ affare e non la rividi mai più.”

-E così entrai in gioco io-la voce riprese a parlare-che ti ho riportato nella giusta via,Tu sei fatto per questo mondo Robert sei il migliore a succhiare i soldi alla gente,la società ci impone delle regole e noi dobbiamo rispettarle dobbiamo essere ricchi e bene educati,dobbiamo sorridere e poi fregarli tutti senza pietà perchè la pietà non è di questo mondo,il pesce grosso mangerà sempre quello più piccolo. Bob riprese a parlare-Ma io sono cambiato,non m’ interessano più queste cose, voglio cominciare a vivere di piccole cose.- No Bob non è quello che vuoi,e poi parli tu che sei sempre stato uno stupido bambino viziato,tu caro non sai che mondo c’ è la fuori non fa per te bello-.-Ma è stata una vigliaccata, cosa siamo noi bestie o essere umani,cos’è che rimane poi in fondo se non uno scambio di sguardi,un sorriso solare o una bella giornata in sua compagnia?- Rimangono i soldi,Bob,ecco cosa rimane! E poi se non lo avessi fatto tu lo avrebbe fatto qualcun’ altro e la ruota sarebbe continuata a girare,solo che adesso sei tu che puoi godere sei tu che te la puoi spassare a tuo piacimento-Vattene ti prego vattene non voglio più sentirti con un solo gesto sto facendo soffrire migliaia di persone per far piacere a quei cretini della borsa,chi sa lei in questo momento dove sarà magari anche lei è coinvolta per quello che ho fatto mentre io sto qui a gozzovigliare.-é stato un’ affare da centinaia di milioni di dollari,è stato il colpo più grande della tua vita,non ti lamentare,te ne troverai un’ altra che dico un’ altra altre cento molto più belle-Quanti bambini saranno sfruttati,quanti ogni giorno rischieranno mani piedi o la vita stessa per dei nostri stupidi capricci,io sono il colpevole di tutto questo. E lei chi sa per quanto tempo mi ha aspettato all’ aeroporto me la posso anche immaginare con il suo vestitino semplice e con quel fiore nei capelli, la sua voglia di vita e la sua ingenuità. Ho sbagliato per aver ancora una volta dato ragione a mio padre e pagherò per il mio errore. Detto ciò il signor Bob estrasse dalla tasca interna della giacca alcune pillole le pose nel bicchiere dove vi versò lo scotch e bevve tutto d’ un fiato. Dopo aver bevuto la stanza intorno a sé smise di girare e per qualche istante ebbe lucidità così poso il bicchiere nel comodino mise a posto la cravatta appoggio le mani sui braccioli distese il collo ed esalò l’ ultimo respiro. Mentre il giradischi continuava a girare “E dip dap dip dup dap…

Loading

1 commento »

  1. Originale questo tuo racconto perché fai entrare in gioco “una coscienza” o “una presenza” che istiga Bob, il finanziere. Lui, tutte le volte che fa un affare vuole ballare e ubriacarsi.
    La “presenza” azzera la voglia di bontà di Bob, preso dal pentimento per non avere seguito una donna che l’amava. Sente la voce del padre che annichiliva i suoi buoni sentimenti quando era ragazzo. Il finale è in crescendo, la presenza, una sorta di coscienza negativa, insiste sulla ricchezza e sull’inutilità dell’amore per la donna. Bob non regge la situazione e, ubriaco, cerca la morte con delle pillole. Complimenti per questa scelta narrativa; è il contrario della coscienza (quella vera stimola verso il bene e crea sensi di colpa per il male compiuto) ed è negativa, valorizza il male. E’ colpa dei tempi?
    Emanuele

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.