Premio Racconti nella Rete 2015 “Il Coccodroccolo” di Arianna Pinton (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Era primavera e Mamma Anatonta stava covando le sue uova. Il nido era in ordine e i gusci ancora interi. L’anatra stava molto attenta a non combinare guai, dopo la brutta esperienza dell’anno prima, quando tutti gli abitanti dello stagno avevano riso di lei per non essersi accorta di aver covato un uovo di cigno! In effetti, non solo quell’uovo era più grande delle sue, ma una volta schiuso ne era uscito un anatroccolo molto diverso dai suoi paperotti: più alto, con le zampe nere e le piume grigie. Eppure Mamma Anatonta, tutta presa dalla nidiata, non ci aveva fatto caso nonostante i commenti delle altre anatre. Per fortuna la faccenda era finita bene e quello che tutti chiamavano Brutto Anatroccolo aveva ritrovato Mamma Bellacigna.
Quel giorno, sulla strada vicino allo stagno, passavano i camion del ‘Progetto di reinserimento animali nell’ambiente naturale’. Era una lunga fila di automezzi colorati che si arrampicava in salita per raggiungere il porto. All’improvviso una delle ruote finì in una profonda buca e un camion si inclinò talmente che tutto al suo interno scivolò verso il fondo. L’autista si fermò per controllare che gli animali fossero salvi. Ma quando aprì il portellone posteriore non si accorse che qualcosa rotolò fuori.
Era un uovo dal guscio abbastanza elastico da non rompersi né durante la caduta dal camion, né per tutto il resto del percorso. La strada infatti era ripida e l’uovo rotolò e rotolò, rimbalzò sull’erba e finì nel canneto, proprio vicino al nido di Mamma Anatonta. L’anatra, che si era addormentata, non si accorse quando l’uovo si aggiunse alle sue, infilandosi sotto al suo portapiume. Al risveglio le parve di notare un uovo in più ma, poiché le anatre non sanno contare, pensò di essersi sbagliata.
Dopo qualche giorno le uova si schiusero e sbucarono tre bellissimi anatroccoli. Mamma Anatonta era felice per i neonati ma preoccupata perché l’ultimo uovo, quello col guscio morbido, restava chiuso. Sospirò e proseguì la cova. Dopo un po’ sentì sotto di sé qualche movimento. Non fece in tempo a spostarsi che ZAC, sentì un dolore acuto. Il nuovo nato l’aveva morsa!
Scattata in piedi, Mamma Anatonta osservò il piccolo, che aveva ancora un pezzo di guscio in testa. Era davvero un tipetto strano. Non aveva piume soffici ma pelle dura a scaglie verdi; invece di zampine palmate a forma di pinna aveva quattro artigli che lo sorreggevano appena, lasciandogli la pancia appoggiata a terra; una lunga coda e… soprattutto, invece del becco, una bocca piena di denti aguzzi allargata in un sorriso disordinato.
Mamma Anatonta era sbalordita: “Ci risiamo – pensò – un altro Brutto Anatroccolo!”
Lo strano pulcino verde fece subito amicizia coi fratellini, che gli zampettavano attorno pigolando allegramente. L’anatra decise allora di tenerlo con sé e guidò i suoi piccoli fino all’acqua per la prima nuotata ufficiale. Il piccoletto a squame non passò inosservato.
Tutti gli abitanti dello stagno sgranarono gli occhi: possibile che Mamma Anatonta avesse combinato un altro pasticcio?
Bice Pernice rideva come una matta: – Che sciocca, dove avrà preso questa volta l’uovo? Nel Paese dei Mostriciattoli?
Anche Zio Rospo derideva l’anatra: – Il bello è che non si accorge di niente! Nuota fiera come se avesse i più begli anatroccoli dello stagno… povera Ana-tonta!
Striscia Labiscia trovò subito un soprannome per quello strano anatroccolo: – Chiamiamolo Coccodroccolo, è un nome azzeccato!
Sandra Salamandra rideva così tanto che si ribaltò in acqua e finì a zampe in su.
Il Coccodroccolo pareva non ascoltare i commenti. Non era come il Brutto Anatroccolo, che piangeva infelice. Lui sorrideva a tutti mostrando i denti triangolari che gli fuoriuscivano dalla bocca…
Passarono i giorni. Mamma Anatonta amava tutti i suoi piccoli e non si curava degli sguardi dei curiosi. Vedeva che il Coccodroccolo nuotava spingendosi con la lunga coda, mentre gli altri anatroccoli usavano le zampine arancioni. Ma non era preoccupata: le bastava guardare i suoi bellissimi occhi gialli per essere certa dell’amore che provava per lui.
Un pomeriggio gli anatroccoli seguivano Mamma Anatonta pinnando nell’acqua e il Coccodroccolo chiudeva la fila nuotando con la testolina un po’ immersa, scrutando a destra e a sinistra. Quando gli passò vicino, Bice Pernice iniziò a deriderlo: – Dove vai mostriciattolo? Nello Stagno degli Orrori?
I fratelli anatroccoli risposero con una linguaccia, mentre il Coccodroccolo si immerse nell’acqua e sparì. Mamma Anatonta lo cercò nei dintorni, preoccupatissima: dove poteva essere il suo piccolo? Riportò gli altri al nido e ritornò per cercarlo ovunque. Quando lo vide spuntare dal canneto lo abbracciò con le ali: – Dove sei stato? – gli domandò – È pericoloso nuotare da soli!
Il Coccodroccolo sorrise amorevolmente e la seguì al nido.
In quello stesso momento, Rosa Fenicottero corse a raccontare di aver visto il Coccodroccolo ritornare dal canneto con la bocca piena di piume bianche come quelle di Bice Pernice… ma nessuno le credette.
Dopo qualche tempo, nonostante le nuotate quotidiane, i commenti sullo strano anatroccolo erano diminuiti. Tutti erano preoccupati per un nuovo problema: mancavano alcuni abitanti dello stagno e, nonostante le ricerche, chi era sparito non aveva fatto più ritorno.
Dopo Bice Pernice, era scomparso Zio Rospo e con lui, la larga foglia di ninfea su cui schiacciava i pisolini. Pare che Zio Rospo si fosse divertito a prendere in giro gli anatroccoli dicendo: – Ehi! Sottospecie di piumini! Non vi accorgete che vi segue un lucertolone dalla bocca larga? Un giorno o l’altro vi inghiottirà!
I fratellini indispettiti gli avevano spruzzato dell’acqua fangosa, mentre il Coccodroccolo si era immerso silenziosamente. Anche questa volta Mamma Anatonta dovette cercarlo e lo trovò tutto sorridente nella zona dello stagno in cui galleggiavano le ninfee. Del rospo brontolone fu ritrovata solamente la lingua, con avvolta una libellula catturata. Rosa Fenicottero era corsa dagli abitanti dello stagno dicendo di aver visto il Coccodroccolo masticare una zampa di Zio Rospo. Ma nessuno le credette.
Nessuna traccia anche di Striscia Labiscia e Sandra Salamandra, svanite entrambe. Striscia Labiscia era stata vista nuotare vicino agli anatroccoli. Quando aveva incrociato Mamma Anatonta l’aveva presa in giro per la bruttezza del Coccodroccolo: – Un anatroccolo ricoperto da squame di pelle dura! E quando crescerà? Diventerà una Coccoanatra che nessuno vorrà!
Mamma Anatonta aveva accelerato la nuotata fingendo di non sentire, mentre gli anatroccoli facevano linguacce all’antipatica biscia. Il Coccodroccolo invece era sparito sott’acqua. Rosa Fenicottero raccontò che Striscia Labiscia stesse ancora ridendo quando all’improvviso fu inghiottita dal ribollio dell’acqua. Vide il Coccodroccolo rotolarsi con la biscia tenuta stretta in bocca. Ma nessuno le credette.
Sandra Salamandra era invece a caccia di uova di rana l’ultima volta che fu vista. Aveva appena finito di lanciare dei sassolini contro la famigliola di Mamma Anatonta che nuotava nello stagno. Rosa Fenicottero pensò che sicuramente anche questa volta fosse stato il Coccodroccolo, con quella bocca larga piena di denti… ma non lo raccontò a nessuno, tanto chi le avrebbe creduto?
– Cosa dici Rosa? Da quando le anatre mangiano gli animali dello stagno? – le aveva risposto un gruppo di volatili in cerca di alghe. Allora Rosa Fenicottero preparò i bagagli e volò in fondo allo stagno per restarci, almeno finché al Coccodroccolo fossero marciti tutti i denti!
Una mattina d’estate, lungo la strada vicino allo stagno, ripassarono le roulotte e i camion del Circo. La lunga fila di automezzi colorati si bloccò di nuovo all’improvviso: questa volta una roulotte aveva bucato una gomma. I lavoranti del Circo sostituirono la ruota. Quando finirono, scesero allo stagno per lavare le mani e videro una cosa incredibile: un piccolo di coccodrillo nuotava a pelo d’acqua. Era cresciuto un po’, ma quello era il cucciolo nato dall’uovo perduto! Con un retino speciale lo catturarono.
Il Coccodroccolo era spaventato, finché nel camion lo adagiarono nella vasca assieme ad altri cuccioli uguali a lui, i suoi veri fratellini. Lì accanto vide Mamma Coccodrilla, che lo guardava con tanto amore, felice di averlo ritrovato.
Mamma Anatonta starnazzò più che poté ma nessuno ascoltò le sue proteste. Le scese una lacrima guardando il suo tesorino portato via e i fratelli anatroccoli lo salutarono commossi battendo le ali. Il Coccodroccolo era dispiaciuto di lasciare la sua famiglia di pennuti che gli voleva tanto bene, ma ora si sentiva a casa sua. Rosa Fenicottero invece sospirò di sollievo, perché si sentiva sul menu di quell’anatroccolo feroce. E quei pochi abitanti dello stagno sopravvissuti alla vendetta del Coccodroccolo, vissero felici e contenti.
E’ piuttosto raro trovare in una fiaba in teoria dedicata ad un pubblico di piccoli, tale forza espressiva, sottile ironia e forza morale adeguati ad un pubblico più allargato. Complimenti.
Troppo carina, il termine “portapiume ” tenerissimo.
Il lirismo di Arianna Pinton tocca vette inusitate. Delizioso il finale aperto: utile a suscitare in grandi e piccini qualche sano brivido. Molto bene.
Alberto Arbasino
Struttura della rivisitazione mai banale e sempre spiritosa. Molto piacevole.
Il Coccodroccolo in squame e denti aguzzi ringrazia tutti per i commenti positivi ????
Buongiorno Arianna devo dire da mamma appassionata scrittrici e lettrice di favole per bambini mi sono molto divertita.
Malgrado gli ovvi riferimenti alla nota storia sei stata molto brava nella inserire la tua in modo leggero e simpatico.
Molto creativi i nomignoli che hai dato a personaggi. Brava anche per l’allegria che vi regna anche quando il.coccodrillino inizia a fare una strage 🙂
I bambini la apprezzerebbero hai usato il loro linguaggio
Salve Arianna,
ho letto il suo racconto e lo ho trovato molto piacevole. Detto questo, mi sorge una domanda cui spero potrà rispondere per soddisfare la mia curiosità. Come mai una rivisitazione di un classico popolare invece di un racconto ex novo?
Grazie
Adriana
Ho trovato il tuo racconto al pari di una boccata di aria fresca. Soprattutto dopo aver navigato e letto per anni ai miei figli racconti con poco brio e idee. Mi piacciono in modo particolare i nomi dei tuoi personaggi. Un po’ scioglilingua ed un po’ figli della tradizione popolare.
Continua cosí.
Grazie Liliana per il tuo apprezzamento. Le fiabe antiche sono sempre state intrise di scene anche molto truculenti (si pensi alla strega di Hansel e Gretel o a Barbablù). Ho voluto mediare un po’ di tradizione (usando però un linguaggio più brioso e leggero, che più che spaventare diverta i bambini) con un pizzico di novità nell’argomento. Arianna Lisa Bruna Pinton
Cara Adriana, ogni mia favola è la trascrizione di quelle raccontate alle mie bambine, le mie più ‘feroci’ commentatrici. Il Brutto Anatroccolo classico ha sempre intristito la più piccola, Ginevra, che mi chiedeva di cambiare il finale; così ho deciso di modificare tutto! Riguardo alle favole ex nuovo, ne ho scritte molte altre e presto ne pubblicherò qui una. Grazie Arianna Lisa Bruna Pinton
Maestro Arbasino, il suo apprezzamento mi riempie di orgoglio.
Grazie, Arianna Lisa Bruna Pinton
Cara Liliana, mi piace usare sillogismi perché è il linguaggio spesso usato dai bambini, che creano parole nuove e originali piegando le ‘vecchie’ alle loro fantasiose necessità.
Grazie Roberto, sono contenta che ti sia piaciuta la favola.
Grazie Sissix, in realtà il termine ‘portapiume’ è una citazione di Walt Disney: Paperino chiama così la zona della coda di tutte le papere!
Arianna
Grazie Arianna della sua risposta. Da lettrice di favole e mamma di tre figli, tutti maschi, ne sono stata e sono un assidua consumatrice. Ad oggi ho notato in genere che la produzione del genere abbonda, mentre fino a un decennio fa occorreva comprare volumi in lingue diverse dalla nostra, ma spesso i titoli hanno scarse idee e poco brio.
Visto che ha annunciato la pubblicazione di una seconda fiaba, non vedo l’ora di leggerla.
Cordiali saluti
Adriana
Salve Arianna,
ho letto il suo racconto d’un fiato e poi lo ho riletto attentamente. Mi pare che, nonostante sia una fiaba, costruita come tale, in realtà si presti a più livelli di lettura. Mi piace quello più profondo e leggermente noir che dà un gusto diverso al finale.
Complimenti
Romana
Arianna, ho scoperto quasi per caso questo concorso ed ho letto un po’ dei racconti in gara. Tutti di diverso genere e livello. Poi sono arrivato al suo. Volevo complimentarmi per il modo in cui ha rivisitato la nota favola dandole una marcia in più. Auguri per il prosieguo.
Nino Orfino
Grazie Nino, le favole classiche sono meravigliose Ma amo pensare che esista un ‘dopo’ che meriti di essere narrato. Io non ho infatti modificato la celebre storia: ho aggiunto quanto accaduto l’anno successivo…
Cara Romana, il sapore noir piace ai bambini, perché stimola in loro risatine e quella birichinaggine insita in ciascuno di loro…
Wowwwww Arianna complimenti per la bella fiaba. Rivisitazione in chiave “moderna” di draghi, principi, principesse e maghi. Non vedo l’ora di farla leggere a mia figlia
Grazie Francesco, mi auguro davvero che piaccia sia a te sia a tua figlia.
Buon giorno Arianna, mi ha sorpreso molto il tuo racconto, perchè non avevo mai pensato che potesse esserci Il Brutto Anatroccolo – Revenge! Quindi mi hai fatto molto divertire e mi sono facilmente immedesimata non solo nel piccolo Coccodroccolo, ma soprattutto in tutti quei bambini vittime di prese in giro che finalmente hanno un loro mini giustiziere fiabesco. Spero che abbia altre favole in serbo. Elena Lucia.
Cara Arianna,
ho sentito parlare di questo concorso lo scorso anno e posso dire di essere una affezionata fruitrice. Allo stesso modo penso che possa esistere un modo alto di costruire e narrare fiabe, alimento per il cervello dei nostri piccoli. Posso dirle con piacere che, dopo avere letto questa sua, la ho trovata stimolante e ottimamente costruita. Non vedo l’ora di leggere altro di suo.
Anna
Ciao Arianna,
sono anche io uno scrittore da qualche tempo, ma di un genere diverso dal tuo. Ho letto la tua favola e la ho trovata poco per piccoli mostri in crescita. Credi che da una audience giovane un racconto del genere possa essere compresa in tutte le sue sfumature?
Comunque mi è piaciuta. Ma sono curioso di vedere che mi risponderai.
Alfio
una bocca piena di denti aguzzi allargata in un sorriso disordinato…. la frase più bella e descrittiva del racconto. Ottima la costruzione e l’uso dei vocaboli.
Carlo
Credo che le favole siano necessarie per la crescita dei ragazzi ma oggi le favole devono essere moderne ed ironiche per non annoiare.Questa favola di Arianna ha entrambe queste qualità. L’unico appunto da fare è che mi stavo divertendo, cercando di intuire il finale, che la favola era già finita …
Cara Elena Lucia, il nostro ‘piccolo vendicatore’ lo fa per amore di Mamma Anatonta e per i suoi fratellanatroccoli. I quali lo difendono a loro volta a colpi di pernacchie. Una bella famiglia con mamma single in cui le differenze sono notate eppure amate. Amate molto.
P.s.: ho altre favole in serbo e non sono rivisitazioni di classici.
Che gentile Paolo! È una favola breve, perché sul web la gente si annoia in fretta… Difficile condensare in poche battute una storia per bimbi e adulti.
Ciao Carlo, ho cercato di descrivere il neonato Coccodroccolo con gli occhi ingenui di Mamma Anatonta, che in fondo assomiglia allo stupore dei bambini, che ‘catalogano’ il nuovo inserendolo in caselle mentali di qualcosa di ‘già visto’. ????
Alfio, ti rispondo subito con schiettezza. Ogni favola che scrivo viene immediatamente sottoposta alla giuria più sincera e spietata che conosca: le mie tre figlie, Sofia, Sibilla e Ginevra. Bene: mentre leggo la bozza a voce alta (alla ora della buona notte), mi appunto ogni loro domanda, incomprensione, silenzio o dubbio. Il giorno dopo rielaboro e miglioro. Tutto questo per dirti si’, il linguaggio è adatto per bambini e ragazzi tra i 9 e i 14 anni.
Frizzante, giocosa, interattiva. E’ difficile creare qualcosa di nuovo sempre ed è un bell’esercizio aggiungere qualcosa di veramente nuovo (e nomi personaggi atteggiamenti lo sono!) partendo da una base già piacevolmente nota (portapiume per esempio…) (ok, anche Brutto Anatroccolo!).
Grazie Barbara, sono contenta che ti sia piaciuta. Trovare nomi nuovi ai personaggi serve per mantenere desta l’attenzione dei bambini, sempre più abituati a ricevere mille stimoli visivi e che quindi, quando si tratta di leggere loro una favola, bisogna ‘catturare’ con nuovi dettagli che li sorprenda.
Cara Arianna,
il tuo testo è molto bello e divertente. Vorrei poter leggere ancora altre cose tue. Hai intenzione da pubblicare altro per questo concorso?
Antonella
Ciao Arianna,
ho letto il racconto e devo dire che ho apprezzato molto l’ipotesi di serialità che una storia come questa possiede e il sottile gusto del perverso che la rende adatta a piccoli e grandi.
Franco
Gentile Antonella, sto pensando di partecipare anche con un altro racconto a questo concorso. Il mio unico problema è legato al numero di battute: io tendo a scrivere favole molto lunghe, mentre per il web occorre essere più concisi.
Grazie per l’incoraggiamento!
Caro Franco,
Intendi che dovrei riproporre un’altra disavventura di Mamma Anatonta e le sue covate tragicomiche? Ci penserò, mai frenare la fantasia!
Originale questa nuova versione della favola di Andersen! Hai provato a farlo anche con altre fiabe?
Certo Claudia,
L’ho fatto coi Tre Porcelli Grassottiebelli, con Cappuccetto Rosso e il Vellupo Miope, con Cenefronzola e altre ancora! Mi diverto con poco… 😉
Bella favola! Come dire, l’istinto la vince su tutto. Se uno nasce coccodrillo agirà da coccodrillo. Però, più che l’stinto, a spingere Coccodroccolo a mangiare molti fra gli abitanti del lago è l’affetto che lo lega alla famiglia adottiva. Quindi è l’amore che la vince su tutto. Divertenti i nomi dei personaggi. Anche qui, come nell’altra bella favola di Arianna, “Penelope, la tessiragna”, c’è un gruppo precostituito che fatica ad accettare la diversità. C’ho visto anche una velata critica all’uomo che distrugge ecosistemi per poi cercare di aggiustarli, pur essendo troppo distratto per essere Dio. Davvero complimenti! Se vuole, la invito a leggere i miei tre racconti in concorso: “News”, “Realtà e finzione” e “Primo amore(Alba)..
Grazie Matteo,
È l’amore per la mamma e i fratelli, Ma in questo caso anche per se stesso! Evviva essere se stessi anche se diversi, non corrispondenti a ciò che chi ci circonda si aspetta da noi. Il Coccodroccolo poi non è un vendicatore ‘cattivo’: semplicemente lui è così, è un vendicatore nato! E gli abitanti dello stagno sono pessimi, Ma assomigliano a tanta gente piccola piccola che si incontra ogni giorno…
Leggerò certamente i suoi racconti.
Ti ringrazio per avermi segnalato i tuoi racconti. Li ho letti entrambi, sono scritti bene e hanno ritmo, ma non sarei proprio in grado di dire se ad un bambino possano piacere. Mettendomi nei pani di un giovanissimo lettore, o meglio ancora ascoltatore, probabilmente mi piacerebbe Coccodroccolo. Lo stagno, gli animali, la natura, il circo, l’amore materno, il lieto fine per tutti, ingredienti che fanno sicuramente presa sui bimbi. Se, al contrario, dovessi valutare i racconti da adulto, propendo certamente per la Tessiragna
Grazie a te Ottavio,
le mie favole sono tutte testate dalle mie tre figlie, le più spietate editor che si possano trovare sulla faccia della terra (per fortuna!), poiché hanno età e gusti molto diversi. Oltre a una grande esperienza, poiché le ho ‘addestrate’ non solo con le mie favole, bensì anche con quelle degli autori ‘veri’.
Loro preferiscono Penelope, mentre io ho un debole per il Coccodroccolo, forse perché è un piccolo vendicatore.
🙂
Molto carina e perfetta per i bambini e poi mi piace il tuo modo di giocare con le parole.
Grazie Alessandra,
Mi piace giocare con le parole e crearne di nuove. Le nuovarole…
Anche questo è un bel racconto per bambini. Non saprei quale preferire fra le tue proposte. Funziano entrambe in modi differenti, ma penso che siano assolutamente efficaci per un pubblico di giovanissimi. Complimenti e ancora buona fortuna per il concorso! Alex Creazzi
Cara Arianna,
questa favola mi piace per molti aspetti. È divertente, ed è adatta per bimbi che magari hanno paura di dormire e addormentarsi col sorriso sulle labbra può aiutarli. È originale, perché ribalta la storia classica del Brutto Anatroccolo. È moderna, perché non è il finale ad essere sorprendente, bensì lo sviluppo del racconto, dove l’eroe positivo, il Coccodroccolo, di fatto mangia uno a uno i suoi cattivi detrattori. Il linguaggio è fresco e scorrevole, la si legge tutta d’un fiato e ha un ottimo ritmo. Infine, ma non da ultimo, mi piace che tratti un argomento sempre di grande attualità: la vigliaccheria della gente, sempre pronta a criticare chi è diverso, persino a deriderlo, senza curarsi dei sentimenti né della vittima, né della famiglia che se ne occupa. Brava, se fossi stata Coccodroccolo, li avrei sbranati anch’io, uno a uno.
Elena Lucia.
Cara Elena,
che dire, hai centrato l’obiettivo. Questa favola è comunque dedicata a un pubblico eterogeneo, sicuramente anche ai più piccini ma, come spesso accade per i racconti ideati per i bambini, ha più livelli di lettura, per cui ognuno potrebbe trovare quello più adatto alla propria età.
Non ci avevo pensato che sia Il Coccodroccolo sia la ragna Penelope avessero lo stesso antagonista. In realtà ho scritto un buon numero di favole e ho deciso di partecipare con queste perché sono le più corte che ho (di solito sono più prolissa…) e mi parevano più adatte da presentare in un contest online.
Hai partecipato anche tu al concorso? Vorrei leggere i tuoi racconti.
Arianna
Ti ringrazio Alex per aver letto entrambi i racconti.
Come ho già avuto modo di spiegare, sono pensati per due tipologie di pubblico molto diverse – Il Coccodroccolo è più trasversale, va dai piccini agli adulti, visto le molteplici chiavi di lettura che penso di esser riuscita a offrire ai lettori, mentre Penelope la Tessiragna è meno adatta ai piccini, ma più adatta a bambini un po’ più grandicelli e poi su su, fino agli adulti di nuovo.
Io ho un debole per il Coccodroccolo, il mio piccolo vendicatore sanguinario senza pietà. Però anche Penelope è una mia beniamina, sognatrice e coraggiosa, alla fine otterrà che il suo sogno – apparentemente irrealizzabile – si concretizzi.
In bocca al lupo anche a te! E che il lupo VIVA, sempre.
Arianna
Ciao Arianna, ci tenevo a leggere i tuoi racconti, solo che cercavo di “partire dagli ultimi presentati e retrocedere ai primi”, So che non ce la farò e applicherò il piano B, quello di leggere i racconti più commentati. Con i tuoi racconti, hai risposto alla domanda che mi ponevo tante volte: come faccio a scrivere un racconto per ragazzi, simile o no alla fiaba? Questo racconto ha: – gli animali che parlano, che hanno i vizi e le virtù dell’uomo – ha un messaggio da fare o evidenzia la bellezza dei valori, rispetto, solidarietà – usa un linguaggio che può dirsi trasversale all’età dei lettori – contiene quel tocco personale che caratterizza ogni immagine. Oltre questo rigido elenco, dico che mi piacciono: l’idea originale del nome composto (Coccodroccolo e così via), la trama è resa fresca con belle immagini, se posso dire a te che citi Paperino (Donald Duck), “alla Disney”. Mi sembra di guardare un cartone animato, di vedere nella “bocca piena di denti aguzzi allargata in un sorriso disordinato” la piuma di Bice la Pernice, la lingua con la mosca attaccata di Zio Rospo. Quel andare sul fondo e quella premura della mamma Anatonta di cercare “quel tipetto strano” per dire “E’ pericoloso nuotare da soli” a lui che il vendicatore dello stagno, adottato dalla famiglia di Anatonta. Bellissimo racconto.
In bocca al lupo.
Grazie Emanuele,
molta gente crede che scrivere favole sia più semplice che comporre racconti per adulti, in realtà credo sia comunque complesso, poiché le metafore per bambini devono possedere innumerevoli piani di lettura, che colpiscano e attraggano anche gli adulti. Soprattutto perché sono gli adulti a leggere – quindi a scegliere – le fiabe per i loro figli.
Grazie per la tua analisi approfondita, contraccambio lo ‘imbocca al lupo’ anche a te.
E che il lupo VIVA. Sempre.
Arianna
Questo non lo avevo ancora letto.
Sinteticamente : tu meriti di vincere.
in bocca al lupo!
Cara Carla,
wow, mi hai spiazzata. Beh, grazie. Speriamo.
E che il lupo VIVA. Sempre.
Arianna
Salve Arianna,
mi domandavo se, a tuo parere scrivere fiabe per bambini possa essere considerata comunque letteratura o, come sostengono alcuni un genere minore.
A presto
Chirara
Salve Chiara,
ti ringrazio per avermi posto un simile quesito. In effetti, in Italia soprattutto, le fiabe per bambini – così come la letteratura in genere pensata per bimbi e ragazzi – è storicamente considerata un genere minore. Basti pensare a un genio come Gianni Rodari, che non trova quasi mai un posto nelle antologie scolastiche, e spesso persino il grande Collodi è appena accennato in qualche paragrafo; è sempre andata meglio all’amato-odiato libro Cuore di De Amicis, forse perché ha fatto piangere intere generazioni.
All’estero, soprattutto nei paesi anglofoni e in Francia, si pensa invece che sia letteratura di pari valore e non a caso i best sellers come Harry Potter e le numerose trilogie, quintologie, ecc. che ogni anno vengono sfornate, sono quasi tutte scritte e pubblicate in quei Paesi.
Che strano il nostro Paese: vorremmo frotte di lettori accaniti, dimenticandoci di coltivare la loro passione per la letteratura fin da piccoli, sperando forse che la voglia di leggere venga instillata direttamente da… da… da cosa? Appunto.
Arianna
Hai scritto due favole per bambini, ma io leggo e percepisco tutta la maestria della favole senza tempo ed età: spingi a far riflettere ed emozionare anche i lettori più grandi.
Ammiro molto questa tua dote. In bocca al lupo!
Grazie Marta,
sono contenta che ti siano piaciute entrambe, anche se sono molto diverse una dall’altra. Una curiosità: quale senti più affine a te e perché?
Arianna eccomi qua di nuovo, ho riletto entrambi i tuoi racconti per rispondere alla tua domanda.
Le storie o meglio favole mi sono piaciute entrambe, anche se diversissime l’una dall’altra o forse proprio per questo!
Seppur giovane, a 23 anni ormai l’universo bambinesco è qualcosa che mi rappresenta poco e non essendo ancora madre non li rivivo nuovamente attraverso i miei figli, quindi al momento è un mondo un pò lontano quelle delle favole per me, anche se ancora oggi mi guardo tutti i film Disney con occhi sognanti.
Detto questo, ho apprezzato ancor di più le tue favole proprio perché hanno un chiave di lettura universale, senza età.
“Penelope, la Tessiragna” è sicuramente quella più affine a me e quella che mi ha colpito di più… soprattutto per le ambientazioni e la descrizione relative ad esse, molto suggestive!
Ed è poi una storia di coraggio, di intelligenza e collaborazione, una comunità che si fonde con l’altra ed esclude pian piano i pregiudizi, per questo ti dicevo che le tue favole sono senza tempo e senza età, così come i buoni sentimenti e i grandi valori.
Complimenti!
te l’avevo detto che meritavi di essere tra i vincitori! 🙂
complimenti ancora, sono davvero soddisfatta dell’ opportunita’ che mi hai dato di leggerti!!
Stra complimenti Arianna, congratulazioni!!!!
Sapevo che tu le tue storie avrebbero emozionato tutti… brava!
Ci vediamo a Lucca allora, così ci conosciamo 🙂
Grazie Marta e grazie Carla,
sei molto gentile. La giuria ha scelto Il Coccodroccolo e Coccodroccolo sia!
Ci vediamo a Lucca in ottobre!
🙂
Grandissima meritavi davvero la tua favola è una bomba ci vediamo a Luccaaaaaaaaaaa 😉
Arianna utilizzo il tuo racconto vincente per congratularmi con tutti i vincitori. La giuria avrà avuto di che discutere …. sinceramente penso che il livello dei racconti in gara fosse veramente notevole quest’anno e questo dà più valore alla vostra vittoria.
Personalmente mi ritengo onorato di aver fatto parte di questa bella comunità che, a parte qualche piccola parentesi prontamente cancellata dai moderatori, ha saputo esprimere giudizi sia positivi che negativi in modo garbato e costruttivo.
Ancora complimenti ai vincitori!!!!!!
Penso sia un’arte speciale quella di saper scrivere racconti per bambini: è un dono. E questo dono, Arianna, tu sicuramente ce l’hai! In più, ritengo che la tua rivisitazione della famosa favola sia davvero straordinaria: l’ho letta tutta d’un fiato e con un sorriso sulle labbra che faceva invidia a quello del coccodroccolo! Bravissima e complimenti per la meritata vittoria.
Arianna come sai tifavo stra tanto “Penelope”, ma il questo racconto è altrettanto bello!
Ci vediamo a Lucca… sarò lietissima di conoscerti, mi ispiri molto come persona e poi vedrai Lucca è bellissima, ti piacerà sicuramente!
Avevo molto apprezzato la soavità di “Penelope, la Tessiragna”; ho trovato “Il Coccodroccolo” altrettanto gustoso, oltre che straordinariamente originale. Complimenti.
Una storia originale e ben scritta. La leggerò ai miei alunni, sono certa che apprezzeranno moltissimo. Ci vediamo a Lucca.
Che dire Arianna? Sei grande! Vittoria ben meritata. Ci vediamo al Lucca.
Emanuele