Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Per un istante” di Luca Pedretti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Un’utilitaria azzurra viaggia veloce, al suo interno Carmela, grandi occhiali e capelli raccolti, ascolta una canzone spensierata trasmessa dall’autoradio.

Giunge a un bivio e gira verso la riviera. Gente ovunque per strada e nei locali.

Carmela entra nel cortile di una palazzina e parcheggia.

Il sole tramonta e la ragazza arranca sulle scale parlando al cellulare. Poi mentre mette in ordine il piccolo appartamento ben arredato compare un messaggio. Poco dopo una chiamata. Sul cellulare compare “Amore”. Carmela non risponde.

Lava i piatti, poi si sporge alla finestra e gode la brezza della sera, osservando il passeggio dei turisti sul viale dai negozi aperti. Il cellulare squilla nuovamente, è la madre di Carmela, a cui risponde distendendosi sul letto, illuminata solo dalle luci esterne. Carmela tranquillizza la madre circa il suo arrivo, la madre le chiede del suo ragazzo, Luca, ma lei preferisce sviare il colloquio, mentre sul display si intravede un’altra chiamata di “amore” a cui non risponde. Carmela chiude gli occhi e ascolta il bisbiglio proveniente da fuori.

 

Mattino seguente. Carmela è su un telo in mezzo ai lettini, il cielo nuvoloso oscura il sole, lei legge inquieta. Davanti gli ambulanti iniziano la loro giornata di lavoro. Sullo sfondo le onde che si riavvolgono a riva. La ragazza si alza in piedi, prende il portafoglio e cammina tra le mercanzie dei venditori clandestini che incuriosiscono i passanti.

Tra tutti questi venditori uno di essi con il largo telo sgombro sta seduto su una sedia rivolto al mare. Lei si ferma ad osservare quello che è un piccolo paradosso.

 

  • Cosa vendi? Non hai niente sul telo.
  • Arriva il sole. Allora mi copro. La pioggia e mi asciugo. La notte mi scaldo.
  • E se voglio un vestito? O una collana?
  • Il resto è là sotto (indica il mare). Anche i miei amici.
  • E quanto guadagni in un giorno?
  • Quanto? Più di chi vende un vestito o una collana?
  • La libertà. Vale di più.

 

Carmela sorride incredula, continua la sua passeggiata, guarda le borse, i monili, mentre nel cielo passa un caccia radente. Un immenso fragore rompe il muro del suono. Nella sua mente si accavallano velocemente ellissi di pensieri, si confondono tra il paradosso dei bagnanti indifferenti e pensieri di guerra. Quell’aereo ha lasciato la scia nel cielo sopra al mare, che Carmela osserva nel suo ondeggiare, ma non riesce a tranquillizzarsi, altre immagini di guerra si sovrappongono. Per un istante ella si sente non libera, non felice, ma in debito con il mondo per la fortuna di vivere in un paese di grandi opportunità.

Carmela riprende il cammino con l’espressione angustiata e tra i bagnanti si commuove, mentre continua il montaggio alternato di tragicità da lei immaginate e passanti indifferenti e felici: chi gioca con le racchette, chi si lancia la palla. Infine raggiunge un grosso ramo eroso dalle maree e giunto sino alla spiaggia. Nota alcuni pezzi di vetro satinati dal tempo. Così la ragazza telefona al suo “amore”. Sta piangendo.

– Ciao amore… come stai? Mi spiace se litighiamo.  È… è appena passato un aereo da guerra… mi è venuta paura… perché siamo fortunati…

Altri istanti di ascolto, Carmela si asciuga le lacrime e non singhiozza più. Man mano che il dialogo procede si rinfranca e alterna riso e pianto.

– Anch’io voglio vivere serena… Certo… siamo degli scemi a non essere felici con tutto quello che c’è attorno a noi…

Carmela guarda la scia dell’aereo, si è quasi del tutto dissipata, poi si china, raccoglie un pezzo di vetro, mentre ascolta al cellulare.

– Se parti adesso ti preparo la cena. Vieni qui da me, non voglio stare sola. Ti amo… mi manchi tanto!

Carmela è più serena. Le onde continuano ad avvolgersi in lontananza. Il mare è l’unico testimone di questa piccola ma grande crisi di coscienza.

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12 commenti »

  1. Triste rendersi conto che “abbiamo molto” solo quando ci troviamo di fronte “al peggio”. Triste ma vero. E chissà quantre volte ci siamo sentiti degli imbecilli ad aver litigato con i nostri cari per futili motivi mentre guardavamo alla TV una delle tante tragedie che accadono quotidianamente nel mondo.
    Bisognava raccontarlo e tu l’hai fatto.
    Complimenti!

  2. Complimenti, mi piace il finale… come focalizzi l’attenzione sul mare come testimone dei nostri tormenti e della nostra interiorità.

  3. Marta, Andrea, grazie delle belle parole. Sono molto felice che abbiate gradito il raccontino 🙂

  4. Interessante soprattutto come l’introspezione della donna, sia descritta da un uomo…

  5. Grazie Marta, spero di aver fatto un lavoro realistico, ma ti dirò…spesso i miei personaggi sono femminili…mah! 😉

  6. Io trovo che spesso il realismo abbia un che di romanzato e viceversa, forse se così non fosse non sarebbe travolgente scrivere. Indubbiamente hai saputo rendere il racconto realistico ma non crudo, amabile nella sua presa di coscienza.
    Quanto alle donne… indubbiamente sono affascinanti elementi da descrivere e da qui trarre spunto! Ma da donna ammetto che per quanto descrivere un uomo possa essere più difficile, a volte può essere anche più stimolante, e immagino che per un uomo sia la stessa cosa quando racconta le donne dal suo punto di visione.

  7. Ancora grazie Marta.
    Concordo in pieno con la tua opinione e aggiungo che nell’interiorità di ogni essere vivente c’è spazio per molteplici sfaccettature di personalità che uno scrittore sa far vivere autonomamente, ci dialoga, crescono con lui e ne compaiono di nuove assieme al suo vivere. per questo è raro che non ci siano aspetti dell’altro sesso che vengono in superficie a noi che tentiamo di raccontarli 🙂

  8. Ho sempre pensato che ognuno di noi è una persone singola, ma anche a sua volta, diverse persone insieme. Basti pensare a tutti ruoli che viviamo e occupiamo durante una giornata… se la nostra personalità finisse regalata in suolo ambito o ruolo, non saremmo completi… ecco allora che, come dici tu, lo scrittore dialoga con tutte queste personalità e fa nascere una persona, con mille sfaccettature.
    Così tutto è mistero e sfida insieme, per creare qualcosa di così simile e così diverso insieme: un uomo e una donna, ognuno con le sue personalità e le sue interiorità.

  9. Scusa gli errori, mamma mia che sciocca… oggi sono fusa, il lavoro mi mette ko 😀

  10. Quando conosciamo la sofferenza sappiamo amare. Questo cammino di Carmela, sula spiaggia, nei luoghi comuni e con estranei, può rappresentare la presa di coscienza della sofferenza degli altri nel percorso della nostra vita. Bel racconto, ciao Luca.
    Emanuele

  11. Ciao Luca bello il tuo racconto un episodio semplice che forse è capitato a tutti ma forse non tutti ne hanno fatto tesoro.
    Il.punto è questo se fosse cosi semplice e lo sarebbe guardarsi intorno e osservando fare tesoro degli sbagli altrui o della sofferenza altrui il mondo sarebbe perfetto.
    Ma pare che la semplicità né la perfezione appartegano all’essere umano

  12. Ciao Emanuele e Liliana, come per il titolo viviamo d’istanti, spesso impulsivi sia nel bene che nel male. In questo racconto ho cercato di unire le ambivalenze dell’animo umano che essendo tutt’altro che semplice, si nutre di emozioni e che ha…si….l’abitudine di complicare….no?
    Un saluto

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