Premio Racconti per Corti 2015 “La notte di San Lorenzo” di Luca Pedretti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2015La luna nel cielo.
Il canto di un gufo tra gli alberi, che sembra comunicare a un suono sordo poco distante, dove due uomini, uno grande e grosso, uno smilzo e ossuto, scavano una collinetta nella campagna toscana.
– Ho visto una stella cadere. Esprimi un desiderio!
– Un desiderio? Un monile d’oro zecchino! Ma quanto sei scemo – dice quello grosso – proprio con te mi dovevo mettere. Lascia fare a me, sono due ore che non vai avanti di un centimetro – Cirò grugnisce. Lo spido segnala una cavità.
– Ormai ci siamo – risponde Toni su di giri, sudato fradicio nella notte afosa. Tu l’anno scorso hai spaccato una situla da duemila euro… qui c’è dell’oro, ti assicuro! Roba etrusca, gioielli capisci, anfore, statuette… Quel sempliciotto di un contadino!
– Sembrava anche contento. Un pezzo di idiota. Toni, fammi passare – riprende il compare, strattonandolo – Ho una sete del diavolo. Ci vorrebbe del vinello o dell’acqua fresca – e fa rotolare velocemente le pietre.
– Acqua tu! Il sole di oggi ti deve aver picchiato bene sulla testa – ride.
– Se vuoi che vengano bene i tuoi lavori, acqua ai mattoni e vino ai muratori – dice Cirò e allunga una leva di ferro anche a Toni. – Fai forza, dobbiamo farcela.
I due sbuffano e spingendo sulle leve riescono a spostare il grosso masso che chiude la botola.
– Hurrà – dice Toni alzando le braccia al cielo.
– È fonda!
I due fissano la corda al masso e si calano nel buio puntando giù la luce della torcia.
Toni cerca di dipanare la coltre di terriccio che nasconde gli oggetti. Tossisce.
– Due o tre monete.
– Fammi vedere – annuisce Cirò – sembra romana. Vale zero. Illumina intorno. Ci sono delle anfore – Toni ne individua una e cerca di spolverarla.
– Dai, prendila su! – sbuffa l’altro.
– Anfore? Sono bottiglie!
Cirò lo guarda di sbieco – Che ridi? Pezzi di vetro da raccolta differenziata.
– Bottiglie di vino, Cirò, questo è oro! Sono ancora piene, chissà a quanti archeologi o enologi interessano! Vorranno scoprire la gradazione, i vitigni dell’epoca.
– Tu hai studiato tanto che non capisci più niente – sentenzia Cirò – e come facciamo a venderle agli scienziati? Ora ti faccio vedere io…
Il tombarolo strappa la bottiglia dalle mani del complice e con gesto deciso spezza il collo chiuso da un tappo nero contro una grossa pietra…
– Meglio ancora se è vino – dice versandolo nella gola spalancata – buono, chiamali fessi quelli! È fresco come l’estate!
Assaggia – e allunga la bottiglia a Toni.
– Buono sul serio! Ma come può essersi conservato così?
Cirò riprende la bottiglia e nota un rilievo.
– Dammi la torcia presto! E sputando sulla coltre di polvere della bottiglia, cerca di leggere.
– Rilenig erma esse… è latino.
Toni emette una risata acuta.
– Riesling! 150° Wehrmacht Kessel! – E getta la bottiglia contro un sasso.
Cirò osserva l’amico inebetito.
– Quel fottuto contadino… duecento euro rubati. Questo è un rifugio di provviste tedesco! Altro che etruschi, è della seconda guerra mondiale. Fammi guardare.
I due perlustrano le zone meno accessibili, spostando i sassi. Sui lati trovano due scheletri in uniformi tedesche. Vicino ci sono altre ossa e un teschio umano, con un coltello.
– Gesù… Cirò… i crucchi qui sotto si sono mangiati i morti – dice Toni e rabbrividisce.
– Ahah se succede a noi ci penso io a te, Toni. Ma c’hai poca carne – sghignazza Cirò tastandogli un braccio.
– E perché sono rimasti qui dentro a morire? Avrebbero potuto uscire – dice sconcertato Toni – Cirò, ho visto una luce. Una stella è passata qui sopra.
Proprio in quel momento si sentono dei rumori dall’alto e girano la torcia verso l’uscita.
Appare il volto del vecchio contadino. Poi il grosso masso richiude la via di uscita per sempre. La luce si spegne.
Humor scuro. Davvero carino. Lunghezza del racconto ben bilanciata rispetto alla trama
Grazie Valerio, è un piacere che abbia gradito!
Ben gli sta ai tombaroli! Tagliente e divertente, soprattutto il finale.
Grazie Salvatore! Chi sa se si pentiranno i due chiusi la dentro! 😉
Almeno hanno del vino per acccompagnare le ultime ore! Carino.
brrrrrrrrrr…..però ben gli sta! bravo!
Grazie Orietta e Sergio, ho provato a raccontare un contrappasso per chi spesso non ha la sensibilità di condividere ciò che è del mondo, ma per danaro profana luoghi che meriterebbero un immenso rispetto.
Bel racconto Luca; questi due tombaroli sono vittime del loro lavoro e di un contadino killer. Bella è l’idea della legge del contrappasso per il reato. Cosa si potrebbe proporre per i tanti disonesti della nostra società?
Emanuele
Profanatori di tombe etrusche alle prese con un contadino scarpe grosse, cervello fino e… Giusto un pizzico di perfidia. Dialoghi credibili e un finale che toglie il fiato (letteralmente)… Complimenti. Sarei curioso di conoscere il tuo patere sul mio “La torretta di guardia”
Ciao Emanuele, credo che la nostra società quasi sempre superi gli schemi e le fantasie della narrazione, per questo ci si rifugia nella fiction….o almeno io trovo questa velleitaria rivalsa al destino della realtà….:)
Ciao Luigi, grazie per le belle parole, a breve leggo il tuo racconto e grazie per l’interessamento! 🙂