Premio Racconti nella Rete 2015 “Il bucato” di Michela Rossi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015<Società Energia Elettrica. Risponde l’operatore 1409.>
<Buongiorno, sono Marco; come posso aiutarla?>
<Buongiorno, ho un problema. Ho messo mia moglie in lavatrice, ma quando avvio il programma la macchina va in blocco e salta la corrente.>
<Ha controllato che la presa sia inserita correttamente?>
<Certo; sembra sia tutto a posto.>
<Aveva in funzione altri elettrodomestici?>
<No, a parte il frigorifero.>
<Allora mi spiace, qui al call center non siamo in grado di risolvere questa criticità. Deve avere la cortesia di attendere in linea: le passerò un collega del livello 2.>
<Risponde l’operatore 7148.>
<Buongiorno, sono Caterina; come posso aiutarla?>
<Salve. Come ho già detto al suo collega, ho messo in lavatrice mia moglie, ma appena avvio il programma si blocca tutto e salta la corrente.>
<Mi perdoni, non sono certa di aver compreso bene. Dice che ha messo in lavatrice sua moglie: ma in che modo? L’ha fatta a pezzi?>
<Certo, che domande! Non ci sarebbe entrata tutta intera.>
<Bene, allora bisogna capire se il problema è legato alla macchina o alla rete elettrica. Mi dica: quanto pesa sua moglie?>
<Mah, sarà stata circa 60 chili…>
<E lei l’ha messa dentro tutta?>
<Sì, c’è entrata. Ho pensato che, al netto del peso del sangue e dei liquidi, avrei potuto farcela.>
<Mi scusi se glielo dico, ma avrebbe dovuto rendersi conto che il carico è veramente eccessivo: ci sono anche le ossa. Non può mica pretendere di lavarla tutta in una volta!>
<Effettivamente, ha ragione; non ci avevo pensato.>
<Mi serve un’altra informazione: in quanti pezzi l’ha fatta? Sono piccoli o grossi?>
<Alcuni piccoli e altri più grossi.>
<Allora guardi, faccia una cosa: prima di tutto la tolga dal cestello e poi lo spinga con la mano per farlo girare. Se gira bene significa che nessun pezzo si è incastrato. A quel punto può iniziare a rimetterla dentro. La lavi in due volte e vedrà che filerà tutto liscio.>
<Non so come ringraziarla, è stata veramente gentile. Le auguro una buona giornata.>
<Buona giornata a lei. E buon bucato!>
Il surrealismo della routine di un call center. Divertente, improbabile, gustosissimo.
Con tutto il rispetto per l’autrice e nell’assoluta libertà di esprimersi come si crede, di questo racconto mi ha colpito purtroppo l’immagine violenta benché fosse evidentemente “surreale” come detto in un commento precedente.
Sarà che i fatti di cronaca ci hanno abituato purtroppo a sentirne di tutti i colori che tutto il resto di questo racconto è passato in secondo piano.
Sicuramente surreale, ma efficace per dimostrare quanta robotizzazione o assenza di pensiero c’è in un call center dove raramente si trova un essere umano che risponde al posto di voci metalliche registrate incapaci di risolvere il problema sottoposto costringendoti ad un assurdo gioco dell’oca.
Esilarante, ben costruito e giustamente brevissimo. C’è più critica sociale in questo racconto che nei saggi di Mario Perniola. Brava Michela!
Vi ringrazio di avermi dedicato un po’ del vostro tempo. Mi spiace che Liliana abbia associato il racconto alla violenza: la telefonata surreale è, al contrario, una denuncia sociale, come evidenziato in altri commenti. Sergio: hai colto pienamente il senso della storia e mi hai fatto sorridere paragonando, con ironia, il mio piccolo scritto ai testi di Perniola. Ti immagino colto, intelligente e ironico. Grazie a tutti.
Bel raccontino.
Rende perfettamente dialoghi che ho avuto con diversi call center. (Non pensate male, io l’avevo già lavata in due tempi, mica sono così ingenuo. Era il risciacquo che dava dei problemi).
Si può dire che la morale è: ci specializziamo fino a poter vedere un pezzetto di realtà che è così piccolo da diventare disumano?
Racconto efficace ed esilarante. L’autrice riesce a rendere al meglio anche il senso di spaesamento che avvolge gli uomini quando sono costretti ad occuparsi di incombenze domestiche. Complimenti a Michela.
Fantastico. E’ un soft horror paradossale e surreale. La cosa irresistibile è l’impassibilità dei call center, che cercano di risolvere il problema. Ho poco da aggiungere anche perché ho fretta: devo andare ad avviare la lavatrice.
E’ un racconto delizioso Michela! Nel suo essere surreale e grottesco, il tuo humor nero mi è piaciuto un sacco!
Grazie di cuore a Sergio, Anna, Mcnock (straniero?) e Manuela per gli apprezzamenti.
Humour raffinato da ‘Nuovi mostri’ in questa conversazione tra persone indubbiamente molto ragionevoli : “Allora bisogna capire se il problema è legato alla macchina o alla rete elettrica. Mi dica: quanto pesa sua moglie?”
Mentre l’operatore del call center s’accerta se la signora è stata messa o no nell’apposito cestello, ci prendiamo un’imprevedibile ricreazione dall’orrore. E, tra tragedia e leggerezza, ci divertiamo un sacco. Magari pensando che se fosse stata la moglie a mettere in lavatrice il marito, l’avrebbe saputo subito che il lavaggio duplice è sempre la soluzione. 🙂
Complimenti!
Nerissimo! Il contrasto tra l’evento omicida e la fredda consulenza degli operatori è degno delle migliori commedie nere. Bravissima!
In parte concordo con quanto scritto da Liliana, l’immagine del cadavere della donna fatto a pezzi e infilato a forza nella lavatrice è piuttosto forte. Se non lo fosse stato, però, l’atmosfera surreale del racconto ne avrebbe sicuramente risentito. E’ proprio la cruda evidenza della violenza a creare il giusto contrasto con la conversazione fredda e distaccata tra l’uxoricida e l’operatore del call center. Molto ben fatto complimenti. Approfitto per invitarti a leggere il mio racconto “La Torretta di Guardia” del 27 maggio
Ciao Michela, questo è proprio il tipo di racconto che mi piace: grottesco, efficace nella critica sociale, senza compromessi, con tanto dialogo ma senza noiosa retorica. Forse potresti limare e perfezionare alcuni passaggi, ma già così meriterebbe ampiamente di entrare nella selezione. Da appassionato di cinema credo che si presterebbe bene anche come base per un cortometraggio. Premesso tutto ciò vorrei porti un quesito: Ma perchè questo uomo vuole lavare il cadavere della moglie? Tale informazione non è certo necessaria per la natura surreale dell’opera, si tratta solo di una mia morbosa curiosità in quanto lettore appassionato del racconto. Un’ultima annotazione che avrei il piacere di condividere con te: Io ho sempre paura ad indicare così apertamente il nome di un’azienda. Non credo abbiano il senso dell’umorismo… Buona fortuna per il concorso! Un saluto. Alex Creazzi
Surreale. Un modo estremo per esprimere la smaterializzazione degli operatori dei call-center, esseri umani, sì, ma ormai impermeabili a tutto. Il lavoro prima di tutto e poi il cliente ha sempre ragione. Su una cosa concordo con Alex Creazzi: io non avrei fatto il nome dell’azienda. Giusto per non avere problemi e poi perché nei racconti, a parte i nomi delle persone, il resto è sempre bene lasciarlo all’immaginazione. Naturalmente, opinione puramente personale. Ciao Duccio Magnelli.
Che forte! Come ti è venuta in mente questa trama surreale ? 😀
In bocca al lupo!
Di estrema attualità: ciascun personaggio è da “repertorio dei matti”.
E il colpo di genio sta nel vero focus del racconto: non l’oggetto del lavaggio, ma i consigli sul bucato da parte di un’operatrice della società elettrica.
Complimenti!
Grande Michela!
Vincita meritata, complimenti!
Efficacissimo il ritmo di questo surreale e raffinato racconto. Molto brava! Sarò felice di conoscerti a Lucca.
Purtroppo per tempistiche non ero ancora riuscita a leggere il tuo racconto, ma complimenti mi piace tantissimo questo ritmo calzante!
Brava! Sarò davvero contenta di conoscerti a Lucca!
Ciao Michela, devo dirti la verità, avevo letto il tuo racconto ma non mi sono sentito di commentarlo. Questo non è una questione di giudizio sul contenuto, è un problema mio poi non sopporto le telefonate del call center dei gestori di energia che negli orari più disparati ti propongono nuove tariffe per strapparti all’attuale fornitore di energia… “Prenda la bolletta che le dimostro come può risparmiare”. Ci vediamo a Lucca.
Emanuele.
Mi ero persa questo racconto e i relativi commenti. Sono ancora sotto shock. Complimenti per l’idea e per la grandiosa gestione del dialogo! Ci vediamo a Lucca!
Michela tanti cari complenti per la vittoria ci vediamo a Lucca 🙂
….ops complimenti….scusami
Esilarante l’idea ed efficacissima la realizzazione.
Piaccia o non piaccia gli uxoricidi esistono, che siano almeno puliti! Certo i call center dovrebbero affrontare sempre così tutte queste problematiche, oggettivamente complesse, senza imporre agli utente estenuanti attese.
(Come suggerito da Alex e da Duccio, non ne citerò il nome, ma un produttore ha già brevettato il programma per il lavaggio, in un’unica soluzione, dei brandelli di suocera).
Complimenti.
Paradossale e divertente il tuo racconto. Mi è piaciuto molto
Michela…grazie…finalmente ho trovato in un premio letterario dei consigli veramente utili in campo domestico! P.S. Funziona anche con le suocere o è solo per le mogli?
Mi è piaciuto molto, una sintesi della perfetta ed efficiente alienazione motiva ed empatica in cui viviamo calati quotidianamente. In effetti, si racconta con brevi aneddoti, volendo e il grottesco sembra molto meno assurdo di tanta realtà. Brava!