Premio Racconti nella Rete 2015 “Beppe parte per l’India” di Michela Rossi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015POSTULATO: Beppe parte per l’India.
Soluzioni possibili:
1) Sono felice per la tua partenza! Mi hanno detto che l’India è un paese meraviglioso, farai sicuramente un’esperienza indimenticabile. Vedrai un altro mondo, toccherai con mano la profondità di una notte marina, comprenderai le ragioni di un silenzio, la spazialità di una terra dalla storia millenaria. Forse, là troverai il tuo vero io. Parti, Beppe, se non lo fai adesso che hai vent’anni forse non lo farai più e ci sarà un grande rimpianto per questa occasione perduta di crescita, di rinnovamento. Per quanto riguarda noi, non crearti problemi inutili; il nostro amore è così bello proprio perché consapevolmente effimero, come un vaso di cristallo. Restando, esso un giorno si frantumerebbe, magari per la gomitata distratta di un passante. Se tu parti invece sarà riposto nella soffitta della nostra memoria, forse dimenticato, ma in questo modo si manterrà intatto; e quale sorpresa sarebbe trovarlo fra chissà quanto tempo e scoprire che, con una spolverata, può tornare agli antichi splendori! Oppure, se così non fosse, sarà perché le nostre strade avranno preso direzioni diverse, nulla più. Spero che farai buon viaggio e aspetto una tua cartolina.
2) È con notevole preoccupazione che mi pongo davanti alla tua decisione di un viaggio così insolito e pericoloso. E penso che questa mia reazione sia giustificata, visto che ho verso di te delle premure e vorrei che non avessi mai a trovarti male. Per questo temo, innanzi tutto, per la tua salute: quale tormento sarebbe per me saperti affamato o, peggio, in preda a febbre in qualche villaggio sperduto, magari senza medicine e solo… Pur tuttavia, non avendo strumenti per convincerti a rinunciare alla tua dipartita, la accetto col cuore gonfio di dolore e mi rassegno. Vai, incurante delle sofferenze che lasci alle tue spalle, che solo con il tuo ritorno potranno essere lenite. Ti aspetterò, dovessero passare cent’anni.
3) In India avrei voluto venirci anch’io, per fare quest’esperienza insieme a te. Invece attualmente sono inchiodata qui e non posso far altro che guardare con invidia te e chi altro partirà, poiché meglio di me sapete giocarvi la vostra libertà di scelta. Al mio amore viene sbattuta in faccia questa decisione, tanto più crudele quanto più improcrastinabile e insostituibile. Ti ho dato tutto e me lo stai rispedendo al mittente come una cosa inutile o, al limite, risibile. Per questo ti odio con tutto il cuore e ti auguro di rimpiangere amaramente quello che ti è passato davanti e che non hai voluto afferrare. Ne avrai bisogno quando sarà ormai troppo tardi.
4) Stai facendo la cosa più giusta, non dovrei dirtelo ma è veramente così che la penso. Certo, mi mancherai, penserò spesso a te, magari quando starò insoddisfatta di quello che sto facendo. Ma bisogna lasciarsi così, perché il nostro sta diventando un vero e proprio rapporto in piena regola e a noi, si sa, i legami non piacciono. Buon divertimento, allora! Salutiamoci con un sorriso, che dovrà colorare anche le nostre giornate buie, e non guardiamo indietro né chiudiamo i nostri ricordi in un cassetto. La vita non è una fotografia. Al tuo ritorno mi troverai, magari con un altro, ma sarò un’affezionatissima amica con cui dividere ancora tante emozioni.
5) Non partire, per favore! Cosa pensi di fare in India, andare a caccia di tigri? Dai, usa il cervello. E’ un viaggio che non si può affrontare così alla ventura, con la tua scarsa esperienza. Non ti sei neppure mai allontanato dalla Toscana… Comunque, fai tu. A me sembri un po’ fuori di testa e infantile.
6) Se parti, mi uccido. Così impari.
7) Portami con te, ti seguirò ovunque.
8) Oggi, 20 settembre 1990, alle 4 del mattino (ma ora saranno anche le 5) ho scoperto un nesso tragico tra la tua partenza e la mia incipiente gastrite. La mia salute è nelle tue mani, cosa farò se il mio medico mi abbandona?
9) Vai dove vuoi, naturalmente. Vorrei però che tu partissi solo se non ti importasse nulla di me, o comunque non più di tanto. Diversamente, la vedrei come un’occasione perduta, in quanto il Beppe che conosco morirà alla tua partenza. Dicono che l’India cambi le persone ed è proprio per questo che sono triste. Io non volevo cambiarti! E, quel che è peggio, voglio soltanto te. A cosa pensi mi serva la cosiddetta libertà che mi restituisci quando te ne vai? L’unica cosa che vorrei, non l’avrò più; questa è libertà? Io sono comunque con te, e sarò dietro a te o al tuo fantasma, come un’ombra che danza sulla parete guidata dalla fiamma di una candela. Ti amo, non spegnerla.
Stupendo. Fresco come i ricordi degli amori giovanili e di tutta la gamma degli stati d’animo che solo quegli amori sapevano suscitare. Raccolti tutti in sequenza nel giro di pochi minuti, come accade nella realtà.Ben pensato, ben scritto. Emozionante ed esilarante.
Emozioni, convincimenti, ragionamenti, tumulti sentimentali, un saliscendi di stati d’animo dove chi ama non rinuncia, comunque,all’amore che prova…amare non è possedere, ma partire è abbandonare?
più un esercizio di stile alla Quenau che un racconto vero e proprio; scritto benissimo, ma manca una storia: al secondo alinea sai già dove va a parare e allora non leggi più con entusiasmo
Ringrazio Vinicia, Phyllis e Sergio per per avermi letto e commentato. Questo racconto è in realtà una lettera: scritta da me venticinque anni fa, ritrovata in un libro e trascritta senza alcuna modifica. All’epoca non conoscevo gli Esercizi di stile del geniale Quenau; ero solo una ragazzina innamorata. Per la cronaca: Beppe poi non partì. Un saluto a tutti.
giuro che ci ho riconosciuto il Quenau di esercizi di stile declinato al sentimentale prima di aver letto il tuo post. Originale punto di vista e stimolante caso di connessione vita-letteratura
Molto bello. E’ un esercizio di stile sull’amore. Ma non solo, questo racconto è un esperimento di comunicazione, quasi di marketing pubblicitario. C’è un target, che è Beppe, e c’è la protagonista che ha l’obiettivo di tenerlo con sé. La scrittrice elabora così varie strategie per raggiungere i suoi obiettivi, prendendo in esame possibilità diverse, anche le più coraggiose.
Molto bello, fatto molto bene, l’auto ironia e il tono leggero aiutano a dare al tutto una freschezza incredibile. Alla fine il lettore è portato a pensare a una cosa: e cioè che se Beppe una volta partito, non dovesse tornare, avrà fatto un errore colossale.
Ma Beppe quindi non partì grazie (o per colpa) alla tua lettera??!! Sarebbe bello leggere la sua risposta… Mi piace proprio come scrivi, complimenti!
Non è un vero racconto, dice qualcuno perché non ha una storia. Io dico che tutto quello messo su foglio è racconto, è storia, è vita (o anche morte). Mi sono anche divertito a scegliere quale sarebbe stata l’opzione giusta se fossi io quello che sta a casa. Il tuo racconto mi era sfuggito fino a adesso ma riparo l’errore con piacere. Ciao Duccio Magnelli