Racconti nella Rete 2010 “Solo pochi giorni di vacanza” di Robert Goone
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010«Buongiorno.»
«Buongiorno a lei.»
«La sua patente, prego.»
L’automobile stava ferma sul ciglio della statale. Nonostante la lamiera fosse d’un grigio ghiaccio metallizzato, nell’abitacolo si friggeva dal caldo. L’aria condizionata saltava in continuazione ed era necessario viaggiare coi finestrini abbassati. Dietro la vettura, piegata sul cavalletto, stava la motocicletta dell’agente della stradale. Aveva spento la sirena, lasciando lampeggiare le quattro frecce.
«Ho fatto qualcosa agente?» disse l’autista porgendo il documento.
«Vede laggiù?» Molti metri dietro c’era un palo storto, la lamiera della segnalazione consunta si reggeva appena.
«Quello è un segnale. Un limite di velocità. Su questa statale non si superano i 50 Km/h.»
«Vuol dirmi che quello è ancora un’indicazione stradale?» ironizzò l’uomo uscendo dallo sportello. «Ma vuole scherzare?»
«Affatto.» L’agente si portò dietro la vettura e annotò la targa sul taccuino delle contravvenzioni. Sbirciò l’anagrafica dal documento. «Dov’è diretto? Signor… Mule?»
«Sì, Mule. Frank Mule.»
Il sole di mezzogiorno picchiava dritto e impietoso, e la strada sotto i sottili sandali di Frank bruciava come piena di carbone ardente. La camicia fantasia cominciò ad attaccarsi lentamente al corpo, stampandogli addosso figure di sudore.
«Vado a sud. In vacanza.» rispose Frank.
«Solo?»
«No.»
«E’ sposato signor Mule?»
«Sono sposato.»
L’agente ruotò intorno la vettura, scrutando nell’abitacolo.
«Ho preso una casetta al mare.» riprese Frank. Seguiva con gli occhi l’altro uomo. «La mia famiglia è già là. Mi stanno aspettando. Sono partiti prima con la corriera.»
Il poliziotto si piegò per guardare meglio i bagagli nella macchina. Stavano molte valigie e pacchi accatastati l’uno sull’altro, ma con ordine. Da una parte c’erano anche buste colme di spesa.
«Viaggia bene così signor Mule?» chiese l’agente senza voltarsi. «Voglio dire… Ci vede con tutta quella roba?»
«Certamente.» rispose Frank. «Sono stato ore a sistemare. Andavo sempre a sedermi alla guida e a controllare dal retrovisore se i bagagli che aggiungevo m’impedissero di vedere dietro. Sì, vedo benissimo. Viaggio benissimo e faccio sempre così.»
«Sempre cosi?»
Frank non rispose. Intuì immediatamente d’aver sbagliato.
«Lo sa signor Mule che c’è un limite di carico, vero?»
Frank annuì. «Credo però di rientrare nei limiti non avendo passeggeri con me.»
«Sbaglia!» sentenziò l’altro. «Le utilitarie come la sua hanno una soglia di 100-150 Kg oltre il peso della vettura e delle persone consentite. Ad occhio qua…» e l’agente s’accucciò ancora, «l’eccesso è di almeno 100 Kg. Vuole aprirmi il portabagagli signor Mule?»
Frank andò al sedile del guidatore. «Le anticipo già che c’è altra roba. Giocattoli dei miei figli, altre valigie e borse con vestiario, una tv 15 pollici, un videoregistratore, uno scatolone con delle VHS e una radio stereo.» Tirò sotto il cruscotto la leva di scatto del portellone posteriore.
Dentro il portabagagli c’era quanto aveva già detto Frank. Il poliziotto però cominciò a rovistare scostando gli oggetti alla rinfusa, sfaldando l’ordine. «Quanto sta in vacanza signor Mule?»
«Perché?»
«Tra l’abitacolo e qua dietro s’è portato via mezza casa!», sogghignò.
«Noi siamo una famiglia che ha bisogno di tutto.», rispose Frank. «E quando si parte nessuno vuol lasciare nulla. Ognuno ha le sue cose, e mi creda è sempre una litigata fino all’ultimo. Partiamo separati per questo. Mia moglie con i miei figli prendono la corriera. Arrivano prima. Poi arrivo io.
«Insomma a lei tutto il peso, eh?!» l’agente stirò un sorriso.
«Già. Immagini dopo. Mi toccherà scaricare tutto, e loro al sole e al mare.»
Il poliziotto volse la pagina del taccuino. Il gesto allarmò subito Frank. «Che fa agente?»
«Non posso fare altrimenti signor Mule. Lei non può viaggiare così carico.»
«Ma si rende conto di quello che mi sta facendo?»
«La sto multando.»
«Questo l’avevo capito!»
«Signor Mule, dovrò avvertire in centrale. Non posso farla circolare così. Altrimenti proseguirà per altri 30 Km circa. Incontrerà un autogrill. Lì, sistemerà il carico come crede. Hanno anche delle stanze.»
«Stanze?!… E per cosa?»
«Può restare là.»
«Rimanere là?!»
«Per posare parte dei bagagli.»
«Posare cosa?!»
«I bagagli. Tornerà a prenderli quando sarà arrivato e avrà scaricato gli altri.»
«Senta, io non vado da nessuna parte e non scarico proprio niente! Ha capito?!» rispose Frank infuriato.
Il poliziotto cominciò a compilare la multa.
Frank era sudatissimo. Per non parlare dei piedi, che doveva spesso alzare alternandoli dall’asfalto infuocato. Non poté non notare che il poliziotto mentre scriveva buttava spesso gli occhi alle ruote della vettura. Il pensiero che gli balenò in mente fu identico alla domanda che si sentì rivolgere. «Signor Mule da quando non cambia i pneumatici?»
Frank restò a bocca aperta. Il fiato non uscì.
L’agente posò la suola sulla ruota posteriore. Calcò col tacco valutando la pressione della gomma. Portò quindi la punta della penna tra i solchi dei pneumatici, tenendo col pollice il segno dello spessore del battistrada. «Queste ruote hanno fatto molta strada. Guardi qua.», e gli mostrò la penna. Frank annuì soltanto.
Il poliziotto vagliò tutte le ruote nella stessa maniere. Poi fissò Frank. «Non può circolare con queste ruote.»
«Che vuol dire?»
«Deve cambiarle.»
«Le cambierò appena sarò a casa.»
«Questo non lo posso fare.»
«Non può fare cosa?»
«Lasciarla andare via.»
«Senta, mi ha fermato perché ho superato un limite. Bene. Un segnale che non vedrebbe nessuno. Mi ha multato per questo. Okay. Poi mi dice che sono troppo carico. Mi multa anche per quest’altra cosa. Ora però sta esagerando!» disse Frank innervosito.
«Sto facendo il mio dovere signor Mule.»
«E il suo dovere è quello di bloccarmi e riempirmi di multe?» sbraitò Frank non trattenendo più la rabbia.
«Se trovo cose per cui fermare e multare, io fermo e multo.» sentenziò
l’agente. Voltò nuovamente il foglio del taccuino. Frank impallidì.
«Mi multa la terza volta?!»
«Per i pneumatici signor Mule. Le sue gomme stanno sotto 1,6 mm. Sta viaggiando con un battistrada fuori limite. Non può proseguire. Devo fermarla o cambiare subito le gomme.»
«E dove?»
«All’autogrill che le dicevo. Hanno un servizio d’assistenza pneumatici.»
Frank aspirò profondamente. «Ascolti agente. Le cambierò appena arrivato a destinazione.»
«Le credo, ma devo farle contravvenzione.» Cominciò a compilare la multa. «Andrà comunque all’autogrill. Svuoterà il bagagliaio. Proseguirà poi con gomme nuove. In alternativa mi seguirà in centrale.»
Frank provò a riafferrarsi al suo self control provatissimo. «Quando tornerò dalla vacanza m’accorgerò di quel segnale che non si vede e non supererò i 50 Km/h. Non mi caricherò più cosi. Anzi, la prossima volta viaggerò con la mia famiglia. Cambierò subito le ruote all’arrivo. Farò il viaggio con gomme nuovissime. La prego, mi creda.»
«Mi segua Signor Mule.» disse imperterrito il poliziotto strappando dal taccuino le tre multe.
«Seguirla? Perché?»
«La condurrò all’autogrill. Altrimenti dovrà venire con me in centrale.»
«Adesso mi arresta?» disse Frank sbigottito.
«All’autogrill poserà bagaglio e cambierà le ruote. Poi se vuole può proseguire. Altrimenti mi seguirà in centrale. La sua vettura sarà fermata. Lei dovrà conciliare le contravvenzioni e provvedere allo sblocco della sua vettura. Ci vorrà molto tempo.»
«Sta scherzando?»
«No, signor Mule.»
Il sole, superato lo zenit, cominciava a proiettarsi obliquamente riformando le ombre sotto i due uomini. Un’aria calda e soffocante giunse lievemente senza però portare alcun sollievo.
«Mi porti in centrale.», disse Frank risoluto.
«Bene. Mi segua.»
In automobile la temperatura era insopportabile. Quando Frank entrò nell’abitacolo l’afa gli sottrasse il respiro. Dal retrovisore vide il poliziotto montare sulla motocicletta e metterla in moto. Girò allora la chiave e diede appena gas col piede. La vettura lentamente invertì il senso di marcia.
«La centrale non dista molto.» disse la guardia accostandosi. «Le farò strada.» Frank annuì.
Entrava un’aria fresca dai finestrini. Frank non avvertiva più refrigerio però, ma freddo. Il sudore stava ghiacciandogli addosso. Tirò su i vetri. L’abitacolo divenne caldissimo in pochi minuti. Girò l’interruttore dell’aria condizionata mettendola al minimo. Stavolta non partiva nemmeno coi soliti colpetti sull’aeratore. Nemmeno menando più forte. Doveva riaprire i vetri.
Il poliziotto procedeva davanti a non molta distanza. Circa 20-25 metri da lui. Superarono il segnale piegato del limite di velocità di 50 Km/h. Frank guardò il contachilometri: stavano a 80 Km/h. La rabbia l’afferrò alla gola.
«Stronzo!» gridò. «A me m’hai multato per eccesso di velocità!» Colpì il clacson ripetutamente. Il poliziotto si voltò appena guardandolo dal retrovisore della motocicletta. Frank gli indicò il segnale stradale, ma lui gli intimò col palmo di tenergli dietro.
Di tanto in tanto le contravvenzioni si muovevano sul cruscotto, smosse dal vento filtrato dai finestrini. Frank pensò ai familiari: non sarebbe più arrivato. «Chissà domani.» pensò. Gli avrebbero bloccato la macchina in centrale. «Per quanto tempo?». Avrebbe perso tempo e tanti soldi, tra multe, sblocco della vettura e cambio gomme. «Ma quanti?». Si tastò in tasca le banconote per la vacanza. Glieli aveva affidati sua moglie, che non si fidava a portarseli dietro in corriera.
Il viaggio cominciò bene. Era stato piacevole, nonostante il caldo. Poi era sbucato il poliziotto. Vedendoselo sempre dietro, pensò ad una coincidenza. Un percorso comune. «Invece aspettavi che arrivassi al segnale. Che superassi il limite maledetto. E poi… Tac! Hai preso il topo! M’hai multato. Multato di nuovo. Multato ancora. Ed io che grondavo di sudore!» Il piede calcò appena sull’acceleratore e la vettura cominciò a prendere lentamente terreno. Stava adesso a circa 10-15 metri dalla motocicletta.
«Avrei fatto tutto! Tutto! E tu continuavi a multarmi. Non ho soldi per le multe! E non ho soldi nemmeno per le gomme nuove! I soldi sono per la vacanza! Capito?… La vacanza con la mia famiglia! M’hanno dato solo questi giorni al lavoro. E per averceli è stato un dramma. Solo pochi giorni di vacanza con la famiglia. Hai voluto rovinarmela! Perché?»
Il poliziotto procedeva davanti, senza accorgersi che la vettura gli era neanche a 5-6 metri.
«Farò sparire le multe!», disse all’improvviso Frank.
Sulla strada nessuna automobile.
«Ma lui ha il taccuino!», pensò. «Dovrò prenderlo e buttarlo via con tutte le multe!»
Pensava al fresco che avrebbe trovato al mare. All’abbraccio di sua moglie contenta di vederlo arrivare, ai suoi marmocchi, che gli sarebbero saltati al collo.
Pensò alla bellissima vacanza che avrebbe trascorso con la sua famiglia. Pensava, e sorridendo felice spinse deciso sull’acceleratore.
Questo racconto è favoloso! Mi ricorda di quando lessi “Duel” (e successivamente vidi anche il film)…
Senti l’ansia che ti arriva, una situazione claustrofobica in pieno spazio aperto. Bella l’idea (anche se non nuova) della strada come luogo di psicosi. Per l’appunto mi ricorda anche Psycho: quando la ragazza, dovo aver rubato i 40000 dollari, nella sua vettura viene accostata dal poliziotto per un controllo e lei è in paranoia perché teme di essere scoperta. Grande!
Ciao Simone, piacere di “incontrarti”.Ti ringrazio molto per avermi letto. Sono felice del tuo giuduzio! Grazie.
Molto, ma moooooolto bello.
veloce, rapido, quasi quanto il tentativo di tornare sulla strada per le vacanze.
leggero, immediato, scritto bene.
molto piacevole da leggere!
mi è piaciuto… complimenti!