Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Effetti subliminali” di Cesare Bassani

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Io vedo cose.

Messaggi fluorescenti che lampeggiano su ogni display.

Lessi il primo nel visore di un bancomat: “Ritira cento euro!”

Ne presi solo venti. Quello strano ronzio della macchina, partito subito dopo il prelievo, mi diede la netta sensazione di essere filmato.

Da allora mi sento spiato e vedo scritte dappertutto, sui televisori, sui computer, sui telefonini, al cinema, persino sui cartelloni pubblicitari!

Non prendetemi per pazzo, ci hanno già provato “loro” e riempito di calmanti e sedativi.

Poi, le analisi mediche diagnosticarono un tumore alla testa, opprimente i fasci nervosi dell’occhio destro, che, in chissà quale modo, decodifica quei messaggi e me li fa vedere.

Sono preoccupato. Non per il tumore, per quello che i messaggi dicono: cosa devo mangiare, come devo vestirmi, cosa devo comprare, chi devo votare.

Non oso pensare quanto questi messaggi subliminali possano indurre la gente a fare ciò che è scritto, schiavi di un potere invisibile.

Sento la mia vita in pericolo. Devo cercare una persona fidata che possa aiutarmi.

Mio cugino sperimenta ottiche a uso militare per una multinazionale: lo contatterò al più presto. Andrò a casa sua e ci parlerò, anche se temo che non mi crederà: tenterò lo stesso, perché credo che tutti si abbia il diritto di decidere in libertà.

Mi reco da lui, gli parlo: non si meraviglia affatto.

“Allora tu sapevi?” Gli chiedo.

“No, lo immaginavo. Ho un prototipo tra le mani. Ti farò sapere”.

L’indomani ricevo un pacco postale, all’interno un paio di occhiali e una sua lettera: “Qualcuno sa di noi, ma ignora l’esistenza del prototipo, nascondilo”.

Brucio la lettera. Passo la giornata bombardato dai messaggi subliminali – suicidati, sei un perdente, nessuno ti ama – poi tutto scompare. Il notiziario dice di un incendio nella multinazionale dove lavora mio cugino e del ritrovamento di un corpo carbonizzato.

“Bastardi!” Urlo, disperato. Sul televisore, una scritta: “Tu ci leggi”.

Accendo il computer e posto due righe: “Domani mi opero. Occhio non vede…”

Passo la notte insonne. La mattina, prima di recarmi in ospedale, mi confesso in chiesa da don Guido.

Mi operano il giorno stesso: ora non leggo più nulla di strano. Nel monitor sopra al letto non vedo niente, così come sul televisore degli infermieri.

Passo la convalescenza leggendo libri: mi sento come rinato.

Stamani don Guido mi ha riportato gli occhiali che ho volutamente lasciato in sacrestia il giorno del ricovero. Li inforco.

Sul monitor, dei codici in“html” e un “dimentica, è tutto passato”.

– No. Ho appena iniziato a combattervi – penso. Sorrido.

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9 commenti »

  1. Ben scritto e con la stessa atmosfera paranoica di “Essi vivono” di John Carpenter, me lo ricorda spesso….

  2. Una specie di Matrix intellettuale, un certo Lucas?

  3. Grazie. Questo “corto” nasce come esercizio di stile per il mio primo romanzo, quasi terminato.

  4. anche a me ha ricordato molto ” Essi Vivono”, in bocca al lupo allora per il tuo nuovo romanzo, ci sono delle ottime premesse perché venga fuori qualcosa di interessante

  5. Grazie di cuore, Giuseppe!

  6. Complimenti perché è ben scritto e perchè potrebbe essere un bel Corto. La vittima ha deciso di lottare e di contrapporsi ai poteri … occulti o palesi.

  7. Il paragone col film di Carpenter ci sta… Se l’idea è quella di farne l’incipit di un romanzo ti faccio i miei migliori auguri perché mantenere le aspettative dopo una partenza così è dura… Farne un corto certo non è semplice perché il testo è zeppo di riflessioni del protagonista (pensavi a una voce fuori campo?)… Comunque le cose facili non mi sono mai piaciute… Ti faccio un in bocca al lupo per il concorso e ti invito a leggere il mio “La Torretta di Guardia”

  8. Grazie, Emanuele. Grazie, Luca.
    Come scrivevo sopra, questo esercizio di stile è nato per esser più “corto” possibile. Difficile ottenere lo stesso effetto per più capitoli. Ottima l’idea di una terza voce dell’interprete che si racconta, magari in b/n…chissà!

  9. Chiedo scusa… Grazie Luigi!

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