Premio Racconti per Corti 2015 “L’autostoppista” di Maria Teresa Rossitto
Categoria: Premio Racconti per Corti 2015
Estate 2015. Camillo Cilli, si trova al bordo di una strada statale, è in attesa di un passaggio da un automobilista. Camillo è alto, moro, con una capigliatura riccia e un naso pronunciato. Ha litigato con il padre che non gli ha lasciato la macchina: vuole andare in città per incontrare degli amici.
Si ferma una macchina con al posto di guida Clara Sepe, una donna sulla quarantina bionda attraente con grandi occhiali da sole. Camillo accetta il passaggio. Osserva Clara in silenzio dal sedile posteriore, prova un’attrazione immediata ma è intimidito. La donna si ferma per fare benzina, viene interrotta da una chiamata al cellulare e scende dalla macchina: discute animatamente per diversi minuti, quando ritorna in auto è sconvolta. Camillo vince la sua timidezza ed inizia a porre alcune domande alla donna.
Clara racconta la sua storia fermandosi presso una piazzola. Poi china il capo sul volante e comincia a piangere. Racconta che il marito l’ha appena lasciata portandosi via le sue cose. Camillo non sa che fare, scende dalla macchina, fa qualche passo per raccogliere i pensieri, poi decide di non lasciare sola la donna e si offre di accompagnarla a casa, guidando l’auto al posto suo.
Clara lo ringrazia ma decide di continuare a guidare nonostante il forte turbamento. Dopo poco la donna riceve un’altra telefonata: il ragazzo ascolta la conversazione, comprende che la donna ha un grosso debito e non sa come onorarlo ora che il marito l’ha lasciata. Ha ricevuto in prestito dei soldi da uno strozzino , non sa come fare in quanto ha solo un lavoro part-time. Ad aggravare la situazione gli confida di temere per la sua vita. La donna ferma nuovamente la macchina.
Clara chiede a Camillo se può telefonare al suo strozzino per spaventarlo. Di fronte al suo diniego scende e si siede a fianco del ragazzo e cerca di sedurlo. Lui infastidito rifiuta, impulsivamente apre la portiera, raccoglie il suo zaino e decide di proseguire a piedi; si incammina allontanandosi dall’auto.
Clara lo osserva allontanarsi, rimette in moto l’auto e riparte. Raggiunto il ragazzo lo stringe con il muso dell’autovettura impedendogli di muoversi. Il ragazzo l’aggredisce verbalmente, è spaventato. La donna lo minaccia di chiamare la polizia.
Clara chiama il 113. Durante la conversazione con l’agente la donna dichiara di essere stata aggredita dal ragazzo al quale aveva dato un passaggio.
In attesa dell’arrivo della polizia la donna si procura una pietra e si ferisce gambe e braccia per simulare un’aggressione. Camillo capisce che è pazza, e nonostante l’incredibile situazione rimane calmo. Dopo alcuni minuti arriva una volante della polizia e all’agente che l’interroga, Clara dice di essere stata aggredita e che il ragazzo gli ha anche rubato il portafogli. Camillo nega ma durante l’ispezione del suo zainetto l’agente trova un portafoglio, quello di Clara. Camillo mortificato e sfinito, mentre l’agente si è allontanato per verificare le sue generalità, sale sull’auto, mette in moto e fugge verso la città abbandonando poi l’auto in periferia.
A distanza di un mese Camillo legge una notizia su un quotidiano locale nella quale si dice che ai bordi della statale è stata rinvenuta la carcassa di un’auto con a bordo i cadaveri di una donna e di un ragazzo, sul sedile posteriore. La donna viene identificata come Clara Sepe, dalle indagini si appura che è fuggita dall’istituto psichiatrico dove è ricoverata sottraendo l’auto di un infermiere.
Due delitti perfetti, il movente può essere ipotizzato con le informazioni avute dall’autostoppista che nessun inchiesta potrà mai individuare. Ben scritto.
Brava Maria Teresa.