Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Cirque de vie” di Fabio Fedele

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Soggetto: In una grande metropoli italiana Stefano, un giovane tra i 18 e i 25 anni, al termine di una carriera in una delle più prestigiose università private, è alla ricerca più o meno attiva di un impiego. La sua giornata, tuttavia, non è scandita dal susseguirsi di colloqui e il suo carattere non risente dell’incertezza legata al futuro post laurea. Riesce anzi a resistere allo stress, mantenendo sempre il suo fare sorridente e a tratti stravagante. Perciò, ad esempio, dorme in un’amaca e inforna ogni mattina brioches da portare ai suoi amici. Ma il confronto con il mondo del lavoro è dietro l’angolo e non ci si può sottrarre a lungo. Uno dei suoi amici soffre di un fastidioso mal di stomaco, proprio la mattina di un colloquio importante, proprio dopo aver mangiato una brioches preparata da Stefano. E proprio Stefano gli somiglia terribilmente. Il colloquio si dimostra più assurdo del previsto e l’azienda è un luogo estremamente umiliante e oltremodo pericoloso, anche per l’incolumità fisica. Ma il ragazzo merita pienamente il posto che non sa di aver sempre desiderato: il tendone del circo da oggi avrà anche un posto per il suo nuovo equilibrista.

 

1. CASA DI STEFANO/CAMERA – GIORNO

A NERO: SUONO DI UN TIMER

Un letto vuoto e rassettato troneggia al centro di una stanza di piccole dimensioni, arredata in maniera giovanile e rischiarata dalle prime luci del mattino. Un matrimoniale francese, coperto da una trapunta blu, sulla cui metà di destra sono ammassati confusamente vestiti, appunti, vinili ed una grafica srotolata del dipinto Circus di Degas. Nella parte sinistra, invece, compare solitario un IPad di ultima generazione che diffonde, a basso volume, le strofe de LA DONNA CANNONE di Francesco De Gregori prima che la NOTIFICA DI UNA MAIL di Linkedin le sospenda bruscamente. Un braccio esile si avvicina al dispositivo e lascia scivolare la mano sullo schermo per cancellare la mail, senza neanche leggerla. La musica riprende per pochi attimi finché un TIMER non risuona nuovamente. Un RAGAZZO, girato di spalle, scende con un salto da un’amaca posizionata alla sinistra del letto, quasi nascosta tra la porta ed una finestra senza tende, ed esce dalla camera.

2. INT. CASA DI STEFANO/CUCINA – GIORNO

Il ragazzo è inginocchiato di fronte ad un forno bianco, appena spento, da cui estrae una teglia con alcuni cornetti. Si alza. E’ un ragazzo alto, di età tra i 20 e i 27 anni, con i capelli ricci abbastanza lunghi, un viso che trasmette simpatia e bontà d’animo. Sembra muoversi goffamente, quasi sbandando per dribblare come birilli alcuni ostacoli nel tragitto tra il forno e il tavolo della cucina. In realtà non indossa le presine e la cucina è un ambiente davvero esiguo in cui, subito alle spalle di un piano cottura tutto pasticciato, compaiono un tavolo ed alcune sedie fuori posto. Sul grande tavolaccio di legno scuro sono messe alla rinfusa ciotole, utensili per impastare e spicca inoltre una tesi di laurea di una prestigiosa università italiana, macchiata anch’essa di crema pasticciera. Il ragazzo tira fuori dal muro di fronte a sé un coltello per dividere i cornetti e li farcisce velocemente con la crema contenuta in una ciotola. In sottofondo un ANNUNCIO PUBBLICITARIO

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Visibilmente infastidito da quanto ha ascoltato, il ragazzo farcisce l’ultimo cornetto con la precisione maniacale che ha adoperato fino ad adesso poi ripone il coltello lanciandolo con la punta verso il muro di fronte. Una barra di metallo a forma di sagoma umana, modello Ikea, accoglie tutto il set di coltelli.

3. INT CASA SIMONE,DANIELE,FABIO/ CUCINA – GIORNO

In un soggiorno abbastanza grande DUE RAGAZZI in giacca e cravatta passeggiano nervosamente intorno ad un tavolino basso. A terra un tappeto a pois, alle pareti un cartello stradale del divieto di sosta ed una cartina geografica come quella usata nelle scuole elementari. Sul divano è seduto Stefano, volto scuro come fosse venuto impreparato agli orali della maturità, in mano un fagotto con le brioches ed un casco da bicicletta.

PRIMO RAGAZZO
(irritato)
Ma cosa ci hai preparato ieri? Lo sai
che Simone è allergico al caprino.

STEFANO
(mortificato)
Scusa Daniele, non mi sono ricordato

DANIELE
Non c’entra niente.
Come ti viene in mente di sperimentare
i cornetti salati proprio con noi?

STEFANO
Siete gli amici più stretti che ho,
se non le faccio con voi certe prove

Consegna il sacchettino appoggiandolo sul tavolo. Poi, alzandosi, ha un attimo di risentimento.

STEFANO
(continua)
Tra l’altro non avevate compilato il
mio file Excel con le intolleranze
alimentari di ognuno. Ve lo avevo
forwardato a inizio mese. E ora non è
colpa mia se Simone sta male.

SECONDO RAGAZZO
(ironico)
Non è colpa tua, ma con le tue mani e
il tuo equilibrio riesci a far sparire
anche i dolori intestinali?
Simone oggi aveva quel colloquio…

 

STEFANO
(spazientito)
Oh, senti Fabio a me piace essere
generoso. E’ forse un reato?

FABIO
(pacato)
Assolutamente no. Premesso che ancora
non capisco che sadico piacere provi
nell’inoltrare mail per un servizio
non retribuito.

Fabio squadra pensieroso Stefano, nel frattempo in piedi, come se avesse avuto un’illuminazione improvvisa.

FABIO
(continua)
Forse è un reato prescrivibile…
Che hai da fare stamattina?
4. INT. CASA SIMONE,DANIELE,FABIO/ BAGNO – GIORNO

In un piccolo bagno sono radunati i tre ragazzi, Fabio e Daniele girano intorno a Stefano che si guarda intorno come una novella sposa a cui stanno provando l’abito.

 

FABIO
Ti giuro che siete identici.
Simone ha i tuoi stessi ricci,
e siete pure alti uguali.

DANIELE
E avete anche lo stesso taglio degli
occhi. Solo il naso è diverso.

Daniele si avvicina a Stefano cercando di infilargli un piccolo naso rosso da pagliaccio, Fabio lo trattiene per il braccio. Stefano, ignaro, continua a guardarsi allo specchio, intontito da tante attenzioni. Fabio ne approfitta per rincarare la dose e convincerlo.

FABIO
Poi cosa vuoi che sia… un’intervista
motivazionale…dici due cose su di te
e finisce subito. Provati questa
cravatta e questa giacca.

Nel frattempo Daniele fa indossare a Stefano una giacca grigia, poi gli annoda la cravatta. Continua a toccare la stoffa come fosse un venditore di tappeti in un bazar turco e con la stessa verve lo lusinga.

DANIELE
Ti sta benissimo, sembra fatto su
misura. E poi lo sai che noi non
possiamo prendere ferie, siamo
in stage…

Daniele si sfila l’orologio che ha al polso, un Rolex, e lo infila a Stefano. Lui è oramai tramortito dalle parole dei due e, piacevolmente rapito dalla nuova immagine di sé che vede riflessa nello specchio, accetterebbe qualsiasi cosa.

DANIELE
(continua)
Prendilo tu per oggi.
Solo tu puoi salvare Simone.

 

5. INT./EST. MACCHINA FABIO – GIORNO

P.V. di Stefano dal sedile posteriore – Fabio alla guida e Daniele alla sua destra lo accompagnano al luogo dell’appuntamento. La macchina rallenta e si ferma al semaforo rosso.

DANIELE
(cantilena)
Hai capito allora? Si tratta di un
colloquio motivazionale in un’azienda
importante, una multinazionale del
settore alimentare che produce il 50%
dei fast moving consumer goods e
annovera tra i suoi brands…

Da un’altra macchina in coda accanto a quella di Fabio alcuni bambini litigano sul sedile posteriore, poi guardano dal finestrino in direzione di Stefano che coglie l’occasione per fare una smorfia da clown. Si toglie la cravatta e se la annoda in testa, facendola roteare mimando le eliche di un elicottero.
I bambini ridono a crepapelle.

STEFANO
(distrattamente)
Sì sì, ho capito tutto..

 

6. INT. MULTINAZIONALE/ SALA D’ASPETTO – GIORNO

Una DONNA in tailleur si avvicina a Stefano, seduto su una sedia di pelle nera in una grande sala d’aspetto. Intorno a lui ALTRI RAGAZZI attendono, sfogliando riviste economiche o con gli occhi fissi sui propri smartphone. L’ambiente è formale e asettico, dai colori neutri, se non fosse per un grande forno a legna posto alle spalle della reception. Le mensole alle spalle del bancone della sala d’aspetto contengono buona parte della famiglia dei prodotti dell’azienda.

DONNA
(gelida)
Grazie, ora che abbiamo esaurito le
formalità, le chiedo subito se ha mai
sentito parlare della nostra azienda.

Stefano si tira leggermente su dalla poltrona in cui stava sprofondando.

STEFANO
(categoricamente)
No, mai.

DONNA
(orgogliosamente)

Perfetto, dottore.
Lei è una delle tipologie di candidato
che stavamo ricercando: poche parole
e ancor meno domande. Mi segua.

Stefano si alza, non senza qualche perplessità, e porge la mano alla donna che in maniera decisamente meno professionale lo conduce verso la prossima sala.

 

7. INT. MULTINAZIONALI/ SALA COLLOQUI – GIORNO

La sala colloqui è una grande stanza bianca semicircolare allestita come uno studio televisivo durante un programma di cucina. Tanti piccoli tavoli distanziati di pochi metri l’uno dall’altro. Nella sala è presente un altro esaminatore, un MANAGER baffuto e di grossa stazza.

MANAGER
Riempire delle brioches è un gesto
semplice e antichissimo. Come quello
che facciamo da anni anche attraverso
i nostri prodotti per la prima
colazione.

P.V. di Stefano in piedi alla sua postazione – un piccolo cannone di ghisa è posizionato accanto al suo banco. Su un vassoio di acciaio sono riposti una punta di metallo, un accendino e tinozze di cioccolato e crema. Al fondo di questo ambiente semicircolare un grande bersaglio rotondo, come quello per il gioco delle freccette, ricopre l’intera parete.

MANAGER
(continua)
Ma richiede precisione e molta volontà.
Per questo per meritare un posto dovrai
prima dimostrare di saper farcire
delle brioches sparando con questo cannone.
A 5 metri da te c’è un bersaglio a cui
sono attaccate delle brioches vuote.

Stefano è perplesso, biascica un suono incomprensibile.

MANAGER
(continua)
Vuoi darti una mossa?
Stefano non batte ciglio, si abbassa, carica il cannone con la crema e accende la miccia. Il rinculo dell’arma lo fa sbandare e lui colpisce in pieno, con la testa, la base del tavolo alle sue spalle.

8. INT. MULTINAZIONALE/SALA COLLOQUI – PIU’ TARDI – GIORNO

Stefano riprende conoscenza. La stanza semicircolare è diventata sempre più simile all’arena di un circo. Anche il pavimento ha assunto la consistenza di granelli di sabbia. Lui è seduto, scomodamente, su uno sgabello grigio, che improvvisamente inizia a tremare. E’ una stampante da ufficio impazzita che sputa più di 100 copie al secondo. Stefano si mantiene saldamente, poi riesce a trovare l’equilibrio anche con una sola mano mentre con l’altra estrae lo smartphone e cerca su Google RESETTARE STAMPANTE LGE401. Il pulsante reset è nascosto tra i vassoi dei fogli A4 e A3. Stefano si gira di scatto e, mantenendosi sempre saldamente alla macchina in movimento, si protende verso il basso cercando di premere il pulsante con il piede sinistro. La stampante emette un sibilo e si blocca, mentre esala sbuffando le ultime copie a colori.
Il manager applaude.
MANAGER
Complimenti ragazzo.
Era chiaro, allora, che avevi problemi
ad affrontare incarichi delicati. D’altronde
solo i pagliacci non hanno mai problemi
visto che sono stati inventati senza legge
di natura e non muoiono mai perché non
sarebbe buffo.
Ma voglio essere davvero sicuro che
tu sia il nostro prossimo stagista.
La vedi quella macchinetta del caffè?

STEFANO
(tra i denti)
Sì.

MANAGER
Devi preparare dodici caffè e servirli
ai tuoi nuovi colleghi.

Stefano sorride rilassato, non credeva fosse così facile.

MANAGER
(continua)
Non hai capito. Contemporaneamente.

Stefano perde il sorriso di un istante prima, ma non si scompone. Posiziona le cialde e rapidamente ha pronti 12 caffè. Poi ne posiziona uno su ogni polso, sopra altri due, e sopra ancora altri tre. Rimangono perfettamente in equilibrio e allora fa per girarsi, orgoglioso, in direzione del manager.

STEFANO
Ecc—

Un COLPO DI CANNONE come quelli usati per la prova precedente risuona nell’aria, un cornetto va a schiantarsi contro la piramide di caffè di Stefano, facendola crollare rovinosamente. Un secondo COLPO DI CANNONE, ben più potente, abbatte la parete della sala dove era posizionato il bersaglio.

9. INT. TENDONE CIRCO – GIORNO

La parete in fondo alla sala si inclina, da dietro appaiono gli spalti di un tendone e, per terra, le attrezzature di uno spettacolo circense. Ricompare il manager.

MANAGER
Complimenti Stefano, il posto è suo.

STEFANO
(confuso)
Veramente…io mi chiamerei Simone…

MANAGER
Non faccia il modesto, mi hanno
parlato tanto di lei.

Sugli spalti, seduti tra le fila di un pubblico inesistente ci sono Fabio, Daniele e Simone. Quest’ultimo è il ragazzo che mima un dolore intestinale, si passa una mano sullo stomaco e finge di accasciarsi. Stefano sorride, ha capito che la loro bugia è servita a fargli assecondare una delle sue più grandi passioni, quella del circo.

MANAGER
Alla nostra tournée mancava proprio
un bravo equilibrista.

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2 commenti »

  1. Soggetto interessante; il testo è curato nei particolari e può condurre a un ottimo Corto. Colgo molte metafore sui comportamento dei giovani, su una società che vuole giovani laureati ma è in grado di offrire solo posti “umili”. D’altro canto quello che conta nella vita è avere un lavoro che piaccia. E’ l’immagine di una gioventù che ha imparato a risolvere i vari problemi entrando in google con lo smartphone e non ha nessun bisogno della generazione precedente salvo per lo stretto necessario (il personale dell’azienda di lavoro). Auguri Fabio.
    Emanuele

  2. Ciao Emanuele,

    spero di aver reso la metafora di una gioventù che auspica di trovare il lavoro dei propri sogni ma poi si scontra con la dura realtà di un confine aziendale.
    A meno che non sia in grado di prevedere tutto, a meno che non abbia un gigantesco Google Maps nello smartphone che ha in dotazione dalla nascita, a meno che non accetti di essere il primo giocoliere del circo. Un grazie sincero per il tuo commento.

    Saluti,
    Fabio

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