Racconti nella Rete 2010 “Locanda Elamyra” di Enea
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010Pioggia che termina sulla tesa del cappello.
Si ripara sotto una pensilina nel vuoto della sera.
Una piccola porta. Prima degli scalini. Prima una strada fangosa d’attraversare. “umida metafora di vita“, pensò.
Tepore di una locanda solitaria, ‘’Locanda Elamyra’’. La porta è robusta, caratteristica saliente: l’assenza di una serratura.
Giacca, sciarpa e cappello “panama” appoggiati su di una sedia impagliata, vicina ad un piccolo caminetto.
Si siede poco distante dai suoi indumenti appesantiti. Tavolo. Rotondo, sostenuto da una botte, forse troppo alta.
Una voce calma. –Buonasera, cosa le porto?
-Buonasera…un rhum, si un rhum andrà benissimo, grazie.
-Le porterò il migliore.
-Molto gentile.
Attende. Mani incrociate sul tavolo. Si guarda intorno incuriosito, sopra la testa un lampadario ricavato dalla vecchia ruota di un carro. Le fiamme delle otto candele si piegano ai capricci degli spifferi.
L’oste, di un’eleganza insolita per il modesto ambiente, porta con fare compassato il piccolo bicchiere. –Prego.
-Grazie. Un leggero inchino con la testa.
Silenzio.
Non piove più. Le gocce sui vetri si riuniscono alla base della finestra.
-Posso? Con una mano sfila la sedia di un tavolo vicino.
-Ma certo, prego.
-Sa…non ho molti clienti e mi fa piacere avere del calore umano vicino. Anzi ripensandoci lei è il primo, quindi il rhum lo consideri offerto.
Un cenno con gli occhi, testa lievemente inclinata a confessare un leggero imbarazzo.
Silenzio.
Il grosso lampadario oscilla. Ruota. Si stabilizza.
Si guardano per un istante senza dire nulla.
Il locandiere fa un cenno di consenso.
Il viandante arriccia il naso, lo interroga con il suo viso stanco…-Prego?
-Si.
-Mi scusi… Si, cosa?
-Si, è la risposta alla tua domanda.
L’avventore sorride, beve l’ultimo sorso, si lascia andare sullo schienale della sedia. -…E perché?
-Perché le sei seduto accanto.
-OH! Botta nel braccio.
-Oh!? Risveglio dal torpore.
-Dormivi?
-Ora via…no! Ripassavo i miei pensieri.
-Sé…guarda che io ho già ordinato e il signore non ti può aspettare in eterno.
-Ah si giusto, scusi. Rapida e imbarazzata scorsa al piccolo menu dalle pagine ingiallite.-Mi porta…Mi porta…
-Un rhum?
-Si molto gentile.
-Subito signore. Elegante e sorridente si avvicina al banco dell’osteria.
-Ti conosce già?
Sorride.
-Forse, ma lo sai…ho poca memoria.
Istintiva, lei bacia la mano di lui.
Bisogna andare nella locanda più lontana al mondo per apprezzare quello che si ha vicino.