Premio Racconti nella Rete 2015 “Il bruchino della discarica” di Manuela Moretti (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Questa è la storia di un simpatico bruchino nato in una vecchia discarica abusiva. Un mattino si svegliò e decise di andare a curiosare in giro. Lentamente scivolò su un vecchio tubo ma … “Ahi”, disse il povero bruchino, “ è tutto arrugginito”. Iniziò a guardarsi in giro e scoprì che tutto attorno a lui era pieno di rovi e immondizia. Cercò di farsi strada tra vecchi balocchi, batterie di automobili, materassi, ombrelle rotte, scarpe, apparecchi televisivi e tanti altri oggetti consumati dal tempo. Ogni volta che tentava di muoversi, il povero bruco inciampava in qualche vecchio oggetto e si pungeva con i rovi che spuntavano da ogni parte. Il bruchino decise che era giunto il momento di fare qualcosa: “Devo riuscire a liberarmi da tutta questa immondizia” – pensò – e andò in giro per la valle a cercare qualche amico che lo potesse aiutare. “Forse dovrei chiedere aiuto alla chiocciola” – rifletté il bruco – “lei è piccola e deve strisciare proprio come me: sicuramente avrà difficoltà a muoversi in mezzo a tutta questa immondizia”, .
Fu allora che il bruchino incontrò una chiocciola tutta sola, che dormiva dentro una vecchia scarpa rotta. “Chioccciolina” – la chiamò – “perché te ne stai tutta sola, dentro una vecchia scarpa rotta?”. La chiocciola lo guardò stranito: lei non era mai uscita da quella scarpa, che era il suo piccolo rifugio da quando era nata. “Piccolo bruco” disse la chiocciola “Non sono mai uscita da questa vecchia scarpa che, a pensarci bene, puzza anche un po’. Ogni volta che tento di uscire, scivolo all’indietro”. Il bruco decise di aiutare la sua nuova amica e, con grande sforzo, le porse una stringa della vecchia scarpa, che la chiocciola utilizzò per strisciare fuori. “Dobbiamo fare qualcosa per liberarci da tutta questa immondizia” – disse il bruco alla chiocciolina. “Forse” – suggerì la chiocciola – “potremmo chiedere al gufo. Lui è molto saggio: sicuramente saprà darci un buon consiglio”.
Il bruco e la chiocciola diventarono subito grandi amici e s’incamminarono, molto lentamente, tra i rovi e l’immondizia della discarica. La ricerca si fece più lunga del previsto e, dopo diverse ore, scese la notte. Fu allora che i due piccoli animali udirono uno strano rumore, su un albero attorniato da immondizia. “Uh, uh, uh” si udì riecheggiare nella notte. “È il verso del gufo” – disse il piccolo bruco – “andiamo a chiedergli consiglio”. Finalmente, scorsero su un ramo dell’albero un vecchio gufo dagli occhi grandi. “Caro gufo” –si rivolse a lui il piccolo bruco –“abbiamo bisogno del tuo aiuto. Qui, tutt’intorno, è pieno di rovi e immondizia e la mia amica chiocciola ed io non riusciamo a muoverci e a giocare”. “Amici miei” – rispose il vecchio gufo –“non preoccupatevi. Un giorno, grazie al lavoro di una nonna e di una bambina, questa discarica diverrà uno splendido giardino, ricco di fiori e piante di ogni tipo, dove potrete giocare e muovervi liberamente”. Il bruco e la chiocciola rimasero un po’ stupiti a quelle parole, ma erano troppo stanchi per pensare e si misero a dormire. Il giorno seguente, un lieve mormorio li svegliò: era la voce della piccola Giulia che, insieme alla sua nonna, stava ripulendo il giardino dai rovi e dall’immondizia. Nonna e nipotina abitavano a pochi metri dalla discarica e avevano deciso di trasformare quella vecchia discarica in un giardino, dove i bambini potessero giocare e gli animali muoversi liberamente tra la vegetazione. Le due si alzavano tutte le mattine molto presto, indossavano vecchi abiti consunti e trascorrevano la giornata a strappare rovi, che poi bruciavano in dei gran falò. I giorni trascorsero e, mentre nonna e nipotina continuavano il loro lavoro, il bruco e la chiocciolina, aspirando l’odore acre e intenso che emanava dall’ammasso di sterpaglie che venivano bruciate, avevano la sensazione di star partecipando a un’impresa grandiosa. Poco a poco, grazie all’infaticabile lavoro di nonna e nipotina, il cumulo indistinto di immondizia lasciava spazio a piccole oasi verdi e la discarica sembrava, ogni giorno di più, un ricordo lontano. Il bruco, che nel frattempo si era trasformato in una splendida farfalla con ali gialle e arancioni, verdi e marroni, poteva vedere, dall’alto, tutti i suoi amici animali giocare insieme ai bambini in questo splendido giardino, nato da una vecchia discarica.
Buonasera Manuela, hai ragione solo i sogni dei bambini possono cambiare il mondo, grazie alla loro energia il mondo può cambiare, aiutiamoli però a coltivare la loro fantasia, la loro curiosità ed il loro entusiasmo.
Mi è piaciuta;-)
Brava Manuela, mi é piaciuto il tuo racconto, anch’io come te sono in concorso nella sezione bambini ed é stato bello leggere un racconto semplice e diretto come il tuo.
la scarpa che puzza anche un po’ è una delle immagini che piacciono tantissimo ai bambini, specialmente la parola “puzza”, ti guardano mentre lo dici e ridono con quegli occhi grandi grandi! Poi però ci sta che ti chiedano: ma dove hanno buttato tutte quelle cose? ci sono riuscite proprio da sole da sole? io fossi in loro lo farei, perché penso che troveresti una risposta, fantasiosa e gentile come tutto il tuo racconto.
Grazie per i commenti!