Premio Racconti nella Rete 2015 “Abbiamo lasciato che succedesse!!!” di Carmine Volta
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Nel fosso dove vivo io, il sole sorge più tardi e tramonta prima che in altri posti. La figata è che puoi andargli incontro o cercare di raggiungerlo. In altri posti questo non è possibile.
Qui il sindaco è sempre lo stesso, dall’inizio dell’era Craxi. Non conosco nemmeno una persona che ne tesse le lodi. A volte ho pensato che fosse la paura la vera spinta ad ogni sua rielezione. Ho capito che la causa è ancora più deleteria, è l’abitudine.
All’ospedale, nel corso degli anni, gli inservienti sono diventati infermieri e gli infermieri dottori. Le pulizie sono state affidate ad una cooperativa esterna. I dottori? stanno scappando, c’è troppo sporco.
Quando la piena del fiume esonda gli argini, e questo capita quasi tutti gli anni, le persone che hanno costruito le loro case al di sotto del livello di sicurezza, chiedono il risarcimento dei danni all’amministrazione comunale.
Agli eventi benefici il vescovo arriva per il caffè, resta giusto il tempo di berlo e fare qualche foto al centro dell’attenzione. Il giorno successivo appare su tutte le prime pagine dei quotidiani locali e sulle testate on-line degli stessi. Dirà che è stata una gran bella giornata.
Una signora è morta in casa. Era sola. Il corpo è stato ritrovato perché dal suo appartamento proveniva odore di putrefazione. Al funerale c’era molta gente.
Una mamma sperava che la sua figlia trentenne, single, fosse ancora vergine. Ha scoperto che era incinta, l’hanno ritrovata sugli argini del fiume in presunto stato confusionale. Una donna che crede fortemente nel giudizio di Dio ed in quello del vicino.
Un uomo, giunto in ufficio, realizza di aver dimenticato il suo amato smartphone a casa. Rientra di corsa a recuperarlo, prima che la moglie possa curiosare al suo interno. La scopre a letto con un ufficiale della guardia di finanza. Ad oggi, il loro matrimonio continua e la sua azienda da un pò di tempo si è ingrandita.
L’istruttrice di nuoto è la stessa di quando ero bambino, sembra uguale ad allora. Forse gli occhi invecchiano insieme alla pelle.
Un vicino di casa, un ragazzo nato mentre Gorbaciov attuava la sua perestroika nell’ex URSS, è un ostinato combattente per la legalità. Ha chiesto una forte raccomandazione per entrare nell’arma. La paura è l’unico vero limite alla libertà.
I bar sono sempre pieni di gente. Chi è disoccupato e non ha impegni ha un unico diversivo, il bar. Chi è in ferie decide di trascorrere gran parte del suo tempo libero al bar. Mogli e figli urlano e piangono. Chi è curioso e vuole essere aggiornato sui fatti del giorno va al bar. Chi sta cercando qualcuno entra in un bar. Chi ti da una appuntamento te lo da al bar. Chi vuole un caffè entra in un bar.
Un mio amico di recente si è sposato, qualche tempo fa passavamo le serate insieme, in compagnia di qualche birra e accompagnati dalla musica dei Rancid e dei Metallica. Pogavamo. Al suo matrimonio, un ragazzo di periferia dallo spiccato accento napoletano ha cantato canzoni di Gigi D’alessio. Ballava.
I ragazzi fingono interesse per qualche forma di arte, può essere la musica o la pittura, non ha molta importanza. Non sanno bere.
Qui non ci sono suicidi. Le persone non lo fanno per paura dei commenti della gente dopo la loro morte.
Qui, nessuno lavora o lotta per un futuro migliore, sono tutti alla disperata ricerca della salvezza.
Io? Osservo e spero che qualcosa succeda. Perché qui, come quando sei il primo ad entrare in piscina, l’acqua sembra la continuazione del pavimento, così piatta ed intatta che le anime leggere potrebbero camminarci sopra. Io ci provo ma, sprofondo al primo contatto con essa………
Accidenti Carmine ti faccio tantissimi complimenti.
Sei riuscito in pochissimi capoversi a rappresentare il mix di sentimenti che rappresentano “il cancro” di un paese.
L’ipocrisia, l’immobilismo, il lassismo, l’ignoranza, la paura, la superficialità, l’omertà…….insomma non penso di dover continuare sei stato chiarissimo.
Bravo!
un consiglio? …..SCAPPAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!! (a parte gli scherzi, mi è piaciuto)
Una riflessione condivisa. Credo potrebbe essere la base dello sketch di un comico, però ce ne vorrebbe uno bravo con la satira 🙂
Tante tristi verità (ma anche qualcuna veramente divertente come quella del finanziere fedifrago) in questa sequenza che mette a nudo diversi aspetti dell’animo umano e italiano in particolar modo. Solo uno (e non è Dynamo…) è riuscito a camminare sull’acqua, non credo che si chieda tanto alla gente comune, basterebbe che tutti ci mettessero un po’ del loro aspetto migliore.
Bella rappresentazione della realtà! Ogni capoverso descrive ironicamente una contraddizione. Fra le più divertenti quella del marito cornuto e felice, quella del sposo che “poga” Gigi D’alessio; la più tragica è quella del penultimo capoverso, la ricerca della salvezza senza lottare. Complimenti!
Grazie a tutti del commento, gentilissimi! Bello leggere le sensazioni che vi ha trasmesso il mio racconto, soprattutto perché gli occhi sulla realtà, ovunque essi siano, vivono le stesse emozioni. La letteratura è la nostra speranza.
Ciao Carmine, mi ha stupito leggere un racconto fatto di titoli che nell’insieme riescono a fare il racconto. Ogni situazione che osserva il protagonista sembra aprire un capitolo di un libro, che poi un breve racconto non avrebbe potuto sviluppare. Tutte le situazioni rappresentate raccontano un paese e sviluppano i racconto. Il protagonista, la voce narrante tiene tutto insieme dal fosso all’entusiasmo di correre verso il o via dal sole fino all’attesa di un cambiamento fuori di sé capace di cambiare il suo modo di essere. Anche il titolo sembra passivo come i paesani di cui racconti, quindi lo trovo azzeccato.
Grazie Barbara per la tua analisi, molto tecnica e dettagliata. Si vede che sono un fan del minimalismo?
Cmnq credo che il tuo finale abbia in se’ qlcs di diverso da ciò che viene fuori dai commenti… Il punto e’ che non l’ho ancora afferrato…e tu?
Ed io…dovrei essere più leggero….o forse non io!!!