Premio Racconti nella Rete 2015 “Lettera a mia figlia” di Phyllis Margaret Dyason
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015I nostri cari che ci lasciano sono sicuramente coloro che amiamo da lontano, ma sappiamo anche che, a seconda della fede praticata, li rivedremo chissà dove chissà quando.
Amare da lontano è amare qualcuno che vive, che ti appartiene, ma che per motivi diversi, forse seri o forse per scherzi del destino, ti viene tenuto lontano o si tiene lontano o ne resti lontano.
Ho imparato ad amare da lontano mia figlia quando nacque prematura perché ci hanno separato mascherine incubatrici regole disumane…vederla intubata con flebo nella scatola di vetro e non poterla sfiorare nemmeno con un dito e chiedersi se sentiva la mia assenza malgrado la presenza oltre la vetrata… è stato struggente.
Si impara ad amare di più e con più consapevolezza.
L’amore non viene consumato e disperso in baci e carezze nel momento in cui esigono di essere dispensati, ma viene accantonato e cresce a dismisura.
E’ vitale trasmettere il fluido d’amore e se non puoi farlo guardando negli occhi, trasmettendo il calore del tuo corpo, l’odore della tua pelle, il respiro che accompagna musicalmente i battiti del tuo cuore che vorrebbero essere sincroni a quello dell’altro ..sperando che la mente superi tutte le barriere e riesca a raccontare quello che provi…si impara ad amare da lontano.
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Sono lì ogni volta che me lo permettono, dietro ad un vetro, e mi struggo se invece delle mie mani e ad abbracciarti, figlia mia, per darti il biberon…c’è uno straccio che te lo tiene a modo perché tu possa nutrirti visto che tutte le preghiere non canoniche, ma dettate dalla disperazione, dalla lontananza, dall’amore, hanno fatto sì che recuperassi le forze…piccola piccola come sei, per poter succhiare in autonomia il latte non mio, ma forse di qualche altra mamma amorosa che può darne oltre il dovuto.
Ho imparato ad amarti di più e da lontano quando tirando ad occhi chiusi il capezzolo nel tiralatte non ne usciva una goccia…le uniche gocce erano le lacrime copiose dai miei occhi e non certo per il dolore.
Ti accarezzo con lo sguardo, sei bella in quel vestitino azzurro non tuo.
Ogni singolo capo richiesto dal reparto viene disinfettato e messo a disposizione di tutti, si sa, ma ogni cosa viene portata con amore e se l’amore intriso nei miei vestitini per te, avvolge un altro bimbo, egli avrà il doppio dell’amore…quello della sua mamma ed il mio…e così anche tu…figlia mia…con quel vestitino azzurro oggi splendi di tanto amore.
Ti amo quando vengo strappata dalla vetrata perché leggi disumane hanno deciso che i sentimenti devono essere soggetti a regole e non alla libertà d’amore che fa vivere chi ama e chi è amato…e imparo ad amarti sempre di più…e man mano che il viaggio verso casa mi porta lontano da te…cresce il mio amore…
Ho dovuto….ed ho imparato ad amare da lontano!
Così quando da grande hai deciso di vivere la tua vita e sei andata via sapevo già con quanta trepidazione e sospensione dell’anima ti avrei amata anche da lontano e ho continuato a farlo quando mille altre storie ci hanno tenuto lontane.
Non so quanto possa essere io la responsabile di questa lontananza, ma di certo non ho mai smesso di amarti sicura che ora, mamma a tua volta, puoi comprendere dove può arrivare l’amore di una madre e quello di una nonna.
Mi mandi le foto del tuo bimbo e scrivi :
“Ma sarà bello!?!?!?”
Ed io lo vedo bellissimo biondo, sorridente, promettente di tante soddisfazioni non solo tue e mi intenerisco come quando la sera mi addormento e pensandolo guardo le stelle proiettate sul soffitto dalla lampada identica alla sua e che proietta le stesse stelle luminescenti che lo affascinano e lo accompagnano verso un sonno ricco di belle sorprese.
Quello che mi stringe il cuore e lo addolcisce, non è quell’angelo biondo che vorrei stringere fra le braccia più spesso e lasciargli la favola di quanto sia stata speciale la sua nonna con lui…come tutte le favole dei nonni che viziano….ma….sei tu, figlia mia che porti dentro di te tutto quanto io sappia e abbia potuto dare per amarti e proteggerti…curarti e insegnarti a modo mio…quella sensibilità che ti porta a guardare tuo figlio come se, invece di averlo partorito tu, fosse un inatteso dono di Dio trovato all’improvviso nella tua casa sapendo che ti appartiene e ti apparterà sempre…e che mi appartiene perché tu mi appartieni con tutto il tuo essere.
Ho imparato ad amarti da lontano perché ora è l’unico modo possibile per amarti, ma tu sai che ci sarò sempre, come c’è la mia mamma chissà dove e che ogni tanto all’improvviso mi fa trovare qualcosa di suo che me la fa sentire vicino con il suo profumo le sue parole i suoi sguardi e la sua paura di farmi una carezza per timore che quel grande amore che sente potrebbe perderlo involontariamente da un momento all’altro e quindi ci rinuncia per non morire di dolore.
Forse ho imparato ad amare da lontano da lei…cogliendo nel suo sguardo il più grande sentimento di una mamma e le sono grata di avermelo insegnato perché non è scontato, ma più forte, più struggente, più intenso, più disperato.
Si…ho imparato ad amare da lontano!
I commenti sono visibili solo se se ne invia uno?
Gent.ma scrittrice, è un po’ che non inserisco commenti, pur continuando a seguire con grande attenzione il concorso. La Sua domanda, però, ha fatto nascere in me nuovamente il desiderio di condividere un pensiero, un commento che possa rappresentare, sia per chi legge sia per chi scrive, un’occasione di riflessione.
Il Suo racconto mi è piaciuto molto. L’appassionato amore di una madre per la propria figlia traspare in ogni riga. Un amore che la protagonista ha imparato a vivere da lontano, sin dall’inizio, quando la figlioletta era in incubatrice e che continua dopo, quando ormai è adulta e a sua volta madre, perchè i figli “non sono nostri, sono del mondo”, parafrasando una bellissima poesia di Kahil Gibran. Il Suo racconto è un’intensa, accorata lettera in cui il cuore di una madre apre finalmente le porte ai propri inespressi sentimenti. Brava!
Queste testimonianze di amore generoso , custodito dentro di noi, che si alimenta nel ricordo, senza il conforto dell’abbraccio, della presenza , sono una grande consolazione. Ci parlano di sentimenti che si sono costruiti nel tempo e stanno nel profondo della nostra umanità: l’attaccamento vive al di là e al di sopra delle pulsioni di piacere e ci nobilita almeno un pò. Sono i sentimenti che vorrei riuscissimo a trasmettere.
il racconto mi è piaciuto molto, anzi di più, moltissimo. Mi tocca da vicino. (mia nipote, nata prematura e la sua mamma che si sta struggendo di dolore per la scelta della figlia di andare a vivere in Venezuela). Complimenti.
Gent.ma signora Maria Sordino…è con immensa commozione che ho letto il suo commento e non le nascondo che una calda lacrima è scesa sulle guance, soprattutto perché sono riuscita a strapparla al silenzio della lettura portandola al desiderio di condivisione. Non so se sia più grande l’emozione che uno scrittore dà al suo lettore o viceversa…ma Le assicuro che leggere di questi commenti ed altri avuti recentemente. mi regalano il piacere di vivere che si era spento nella grigia routine di ogni giorno quando le parole per dirle, queste grandi vive emozioni, erano ancora nascoste in fondo all’anima…
Ringrazio anche la Signora Carmela Pregadio e la Signora Rita Granetti per aver colto il tanto amore nelle mie righe, per aver compreso il senso di consolazione che trasmetto….e come dico, in un altro scritto…io credo fermamente che solo l’Amore possa salvarci davvero!
Grazie a Voi, Signore.
Buongiorno Phyllis ho sempre pensato che una madre abbia un unico grande dono, che poi ne continue mille altri in sé, riuscire a spogliarsi dell’egoismo umano del possesso e ciò per il bene di una sua creatura.
Grazie per questo bellissimo racconto.
Grazie Signora Sghettini…io credo che non ostacolare il cammino di chi si ama …sia vero amore.
Ahhh l’amore, fulcro ed ingranaggio del mondo, sia esso dispensato da lontano, da vicino, da sopra o da sotto, di fianco o di lato. I figli sono una benedizione ma non ci appartengono, li abbiamo avuti in prestito e abbiamo l’obbligo di trattarli con rispetto ed amore perché a loro volta rispettino e amino il mondo dove vivono e chi gli ha dato il dono della vita. Purtroppo non sempre le madri sanno mollare l’egoismo…
Mannaggia Roberto, molte donne non riescono a liberarsi dall’egoismo del possesso sui figli, vero, peccato pure però che alcuni uomini “amano…..lontano” non da lontano come dice Phyllis in modo davvero poetico!
Semplice “constatazione biologica” 😉
Liliana, concordo assolutamente con te! Biologicamente parlando la donna ha dentro se stessa il seme della vita e lo fa germogliare, l’uomo, per quanto presente, si limita ad osservare quella crescita. Poi ci sono donne che amano per amare e altre morbose, cosi come ci sono uomini che accolgono la nuova realtà ed altri che preferiscono allontanarsene. Ringrazio Phyllis per averci fornito con il suo racconto questo spunto di riflessione.
Hai ragione Roberto, doveroso ringraziare Phyllis per lo spunto offerto.
🙂
La maternità è un’esperienza unica, difficile da raccontare. L’autrice di questo racconto si mette a nudo cogliendo uno degli aspetti più subdolamente peculiari del sentimento materno, il fatto di dover amare il proprio figlio da lontano. Una lontananza fisica nel caso ci sia di mezzo una incubatrice, psicologica nel caso ci sia di mezzo la vita. Donare la vita amando da lontano, questo sembra essere il senso ultimo della maternità. Bella la struttura del racconto, che mescola i tempi e non racconta nessun episodio preciso, ma solo sentimenti.
Grazie a Voi tutti per il dibattito intorno all’amore materno, mi entusiasma ciò che può far nascere ciò che scrivo, soprattutto perché lo faccio di getto senza calcolare che effetto possa fare sugli altri se non quello che sta facendo a me. Grazie per gli apprezzamenti…mi piace che i sentimenti abbiano risalto su tutto….e di riuscire a trasmetterli…così come, mi pare, li stiate recependo.
A volte l’Amore ci inonda e ci unisce spiritualmente ad un altro essere e allora anche amare da lontano ci fa sentire vicini (e forse talvolta ancora più vicini) alla persona amata. A volte invece amare da lontano ci fa sentire più soli e non vorremmo, e ci si chiede se ne siamo in qualche modo responsabili. Una lettera intima come pare essere la sua credo abbia richiesto coraggio ad essere condivisa. Trovo molto bella l’idea di una lettera per i sentimenti che ha scelto di trattare.
Grazie Signora Bertani…ho dovuto imparare ad amare da lontano non solo mia figlia….ma tutti coloro che amo nella vita…o per un motivo o per l’altro ed amo di più…con più intensità….e amare da lontano, in tutti i casi, non è una mia scelta né responsabilità…mia figlia non conosce l’esistenza di questa lettera…aspetto sviluppi per “donargliela”…
Credo sia impossibile per un uomo comprendere fino in fondo i sentimenti che si agitano nell’animo di una madre, un misto di ansia, paura e amore immenso, impossibile da governare, come una nave, in burrasca… Li conosco di riflesso, riesco a vederli attraverso gli occhi di mia madre quando parliamo delle mie sorelle che vivono a Londra o nello sguardo perso di mia moglie quando quella peste di mia figlia ne combina una delle sue… Credo che non ci sia cosa al mondo più pura dell’amore di una madre per i propri figli e tu sei riuscita a raccontarlo con una sensibilità non comune… Brava davvero!
Cara Phyllis, mi auguro che tu mi possa perdonare il cara, visto che non ci conosciamo… ma la tua incredibile e delicata quanto forte scrittura, mi ha resa incredibilmente vicino a te!
Mi soffermerò poco a esprimere un parere sul tema, troppo personale, troppo tuo… in questo ambito non potrei dare una risposta adeguata e altrettanto profonda come ciò che tu ci ha generosamente donato… un ritratto di madre infinitamente dolce e tenero, un dipinto di amore puro, di sentimento e tenacia incredibile!
Grazie per averlo condiviso con noi e… buon AMORE!!!
Vi ringrazio per i complimenti che arrivano in un momento in cui mia figlia già madre di un bimbo di tre anni, mi dice una settimana fa che aspetta il secondo….poi pubblica in facebook, nel suo profilo, una tenerissima immagine di una madre che abbraccia due bimbi….nessun commento sotto la foto….penso alla mia bambina diventata donna…madre…che poco mi ha lasciato capire della sua sensibilità ..quasi per una forma di pudore… poi la varicella presa dal suo bimbo e trasmessale…poi… mi scaldo con i vostri complimenti ..perché imparerò ad amare da lontano anche gli angioletti…quell’immagine dolce di madre…mi strazia il cuore…mia figlia starà soffrendo come mai avrei voluto!
Mi sono commossa alla sesta riga. Ho letto tutto il racconto con gli occhi velati dalle lacrime. So cosa significa amare da lontano, hai dato voce ai miei sentimenti nascosti. Tu non solo sei riuscita ad amare da lontano, che è una prova durissima, ma sei riuscita anche a raccontarlo, che forse è ancora più dura. Brava davvero!
Passa se ti va a leggere i miei racconti. In bocca al lupo per il concorso!
Buongiorno signora Phyllis Margaret, la sua lettera è la prova dell’amore di una mamma, dove cuore e mente si fondono per quella creatura sbocciata e portata in grembo. L’amore di una mamma è come un fiume che esce dalla montagna e scorre fino al mare, uno spazio immenso, eterno che tocca cielo e terra. Ogni fiotto che sgorga dalla calda sorgente è rinvigorito dall’altro piccolo getto che segue, ogni goccia è a contatto delle altre e tutte vivono d’un comune destino. Tanti sono i gesti, le carezze, i sorrisi e i pensieri di una mamma per i figli che poi lasceranno la loro casa vivendo la loro esistenza. Grazie a lei e tante grazie alle mamme. Bellissima lettera. In bocca al lupo.
Emanuele
Phyllis Margaret Dyason, ho letto il primo dei tuoi racconti incuriosito dal titolo (spesso la verità è terribilmente banale) e dall’insolito nome dell’autrice… Quanto agli altri, prima di essere uno che scrive sono uno che legge, mi piace, tutto qua. Tra l’altro trovo che il livello dei racconti in concorso sia molto alto e leggerli non mi pesa affatto, anzi è piacevole. Ti rinnovo i complimenti per i tuoi scritti e ti faccio un grosso in bocca al lupo per il concorso…
Sarebbe bello poterci conoscere tutti…dedicare delle serate alla lettura di tutti i racconti perché io non li ho letti tutti, per mancanza di tempo…chissà…ricambio gli auguri…
Grazie a giorni sapremo la scelta della giuria…
Non sono madre e ho perciò letto questo bellissimo pezzo di vita da figlia. Mi ha commosso.
in bocca al lupo, per tutto!
In un altro contesto avrei detto che è impossibile… Ma qui, tra scrittori (il genere più creativo di sognatori) mi viene da dirti… Magari! Se non ho capito male sei anglo-partenopea… Io lavoro a Napoli e ho due sorelle a Londra, chissà che qualche volta non ci si possa ritrovare per qualche bella serata di lettura…
Grazie signora Carla …”afferro” il suo sentito in bocca al lupo….per gli incontri basterebbe parlarne con Demetrio Brandi…potrebbe fare un incontro con gli autori ..prossima stagione…considerando anche coloro che son lontani dalla Versilia…