Premio Racconti nella Rete 2015 “Il matrimonio” di Chiara Babeli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Sabato sono andata al matrimonio di Alice e, come ogni volta che devo andare a un matrimonio, attraverso tutte le fasi emotive possibili.
Fino alla mattina stessa ero carica, nel senso che ero proprio felice perché mi piace da impazzire andare a nozze per mangiare, bere e fare festa in un’occasione in cui la felicità dovrebbe essere proprio la regina della giornata.
Poi è arrivato il momento di iniziare a prepararmi: mettermi qualcosa di carino, truccarmi un po’, sistemarmi in un modo decente i capelli… tutte cose che solitamente non faccio mai e che in quel momento stavano cominciando a crearmi un sacco di problemi perché il mio umore stava, appunto, già cambiando. Da felice che ero stata fino a qualche ora prima stavo iniziando a rabbuiarmi e a demoralizzarmi perché sapevo che durante il matrimonio sarebbe arrivato un momento triste, un momento in cui in mezzo a quel palesarsi di felicità avrei pensato alla mia situazione sentimentale, avrei riflesso tutto quanto su me stessa e quello che avrei visto sarebbe stato solo un gran casino.
Neanche il tempo di accorgermene e ciò che avevo temuto stava già accadendo, ben prima del previsto.
Ero in chiesa, la cerimonia era già cominciata. La sposa stava molto bene, come tutte le spose generalmente, prima di fare la grande entrata avevo notato che era un po’ agitata ma sicura di quello che stava per fare. Credo che l’agitazione fosse dovuta più che altro all’imbarazzo di trovarsi tutti gli occhi degli invitati puntati addosso nel momento della sua camminata verso l’altare, non penso che avesse nessun altro tipo di dubbio in testa. Il futuro sposo invece? Non saprei, in quel momento non l’ho considerato più di tanto ma penso che fosse anche lui abbastanza emozionato e allo stesso tempo convinto della fatidica scelta.
Ma dicevo: ero in chiesa e la cerimonia era già cominciata. Il prete, un tipo sulla quarantina e abbastanza simpatico, stava facendo la sua predica. Evitando discorsi astratti o che non c’entrassero nulla con l’occasione particolare per cui eravamo tutti lì, si stava invece focalizzando sulla vita di coppia e sui problemi che nel corso di una vita nascono all’interno di questa. Cose molto concrete, dai banali litigi per questioni casalinghe e quotidiane, al fatto che lui, o lei, a un certo punto si sarebbe innamorato di un’altra persona, e che questo sarebbe accaduto sicuramente. Tra le facce perplesse dei due promessi sposi e degli invitati seduti ai banchi la domanda che veniva posta era: e allora come fare? Secondo il prete l’unico aiuto per superare le difficoltà stava nell’amore di Dio, grazie al quale la coppia è in grado di restare insieme per sempre diventando una cosa sola, e superando le varie avversità e tentazioni che col passare degli anni si sarebbero presentate. Semplice.
Questo è un po’ il succo del discorso che in realtà è durato più di mezz’ora, e io in tutto quel tempo non sono riuscita a smettere di ascoltare un attimo per paura di perdermi la grande rivelazione e di non trovare più la chiave per risolvere anche i miei problemi. Ma da quel momento ha avuto inizio il mio momento triste.
Bellissime parole, non c’è dubbio, io stessa non vorrei niente di più che decidere di stare con una persona e riuscire a starci per sempre dandole tutta me stessa, facendone la mia metà, il mio rifugio, la mia altra parte, la mia confidente, senza nessuna paura ma con piena fiducia. Eppure io ce l’ho paura, perché non riesco a credere che questo possa essere possibile.
Mentre il prete predicava mi chiedevo cosa stesse pensando la donna seduta di fianco alla mia amica nel nostro banco, moglie di un uomo che so per certo l’ha tradita più volte e che lei stessa non ne è del tutto ignara. E cosa stava pensando il ragazzo avanti qualche banco al mio, seduto accanto a sua moglie, sposati da un anno dopo essere stati fidanzati per più di dieci, e dopo che lui aveva avuto una storia d’amore con un’altra, storia che probabilmente è finita solo qualche mese fa? Cosa stavano pensando loro? Erano certi della scelta fatta, del compagno scelto? Erano convinti che anche davanti a un tradimento è sempre la coppia sposata a sopravvivere, perché è quello il legame da mantenere mentre tutto il resto sono solo tentazioni del diavolo che si possono superare con l’aiuto di Dio?
Ero in crisi. La famiglia allora è ciò che conta. Quindi è impossibile cambiare idea? O meglio, se anche dovessi cambiare idea o credere qualcosa di diverso è tutto falso e sbagliato perché ciò che ha valore è solo il legame matrimoniale? Loro sono davvero felici?
Perché quello che vorrei è avere la certezza che la persona di fianco a me sia quella giusta per me, ma ogni cosa mi fa capire che invece non potrò mai esserne certa, e sicuramente non a priori.
A messa finita ho cercato di tirarmi un po’ su, e di non entrare in argomento mentre con le mie amiche guidavo verso la villa per iniziare i veri festeggiamenti.
Da quel momento è stato il solito matrimonio: cibo, musica, attesa, bere, foto, baci, saluti, conversazioni, male ai piedi, difficoltà nel ritornare a casa.
Quella sera non sono andata dal mio ragazzo, nonostante mi avesse chiesto di raggiungerlo a festa conclusa, ho preferito tornarmene a casa mia e dormire da sola nel mio letto.
Argomento interessante, al tempo stesso antichissimo e modernissimo. La protagonista ci espone con disincanto i propri dubbi. Sembra convintissima del fatto che del domani
non vi e’ certezza. Pero’ si può anche aggiungere “chi vuol essere lieto sia” Nel matrimonio ci possono essere tanti momenti pieni di luce ricchi di complicità e altri ricchi di ombre dovuti a momenti di noia che possono condurre ad innamorarsi di un altra persona. Ma ciò risulta essere connaturato alla natura umana e la protagonista sembra non voler accettare questo punto. Cioè non ci sono garanzie assolute di fedeltà matrimoniale eterna, però ancora molte persone ottimiste e coraggiose fanno bene a tuffarsi nel piacevole rischio della vita matrimoniale.
Sembra che alla fine la protagonista giunga a una decisione di non poco peso… !
Chiara buongiormo, il tuo racconto mi sembra evidenziare le paure anzi le angosce di questa ragazza che vede svolgersi intorno a se una vita che non le appartiene, riti sociali che vede non sinceri e contraddizioni dell’essere umano. La vita è cosi, non c’è coerenza dove si parla di sentimenti.
L’argomento mi piace però avrei ampliato un po’ per dare piu spazio alle sue amozioni, anche forti, quando ad esempio osserva le persone intorno a se e pensa alla loro situazione sentimentale, così come avrei ampliato le conclusioni poiché la scelta che sembra aver maturato, lasciare il suo ragazzo, non è una decisione da poco.