Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2015 “Solo con te” di Emma Saponaro

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Angusto era l’androne del palazzo fine Ottocento. I quattro vigili del fuoco salirono lenti i gradini logori di una scala elicoidale che ruotava intorno alla cabina dell’ascensore, protetta da una griglia polverosa e grigia. Al terzo piano, li stava aspettando una signora, probabilmente la stessa che aveva telefonato. I suoi occhi erano sbarrati e teneva le mani incrociate sulla bocca e sul naso. Quando il primo della fila le si avvicinò, protese il collo in avanti e indicò la porta con un cenno del capo.
I vigili suonarono il campanello accanto a una targa in ottone, imbrunito dalla trascuratezza, dove era stato inciso: Cav. Manlio Guarino.
Si udì qualche passo trascinato e anche l’impalpabile rumore dello spioncino aprirsi, ma la porta restò chiusa. Si guardarono tra loro, indossarono le maschere e suonarono un’altra volta e un’altra ancora. Nessuna risposta. Sfondarono il portoncino e si diressero fino alla grande cucina da dove proveniva una voce materna, anche se non più giovane. Il tavolo era apparecchiato per due. La signora aveva quasi finito di mangiare, mentre la pietanza dell’altro posto appariva intatta. Non parve essersi accorta della loro invasione e continuava a parlare con l’uomo accanto a lei, seduto  su una poltroncina di legno. Una fune sottile lo teneva bloccato e aveva la testa canuta reclinata sul petto.
«Sei stanco, vero? Ora i signori se ne vanno, non temere», disse la donna. Poi, iniziò a sventolare il tovagliolo per cacciare un paio di mosche verso la finestra spalancata. «Nessuno ti darà fastidio, te lo prometto», disse accarezzandolo con tenerezza. Poi si rivolse agli uomini, anche se con lo sguardo nel vuoto, chinò il capo di lato fino a toccare la spalla e assunse un atteggiamento dolce e infantile. «Mio marito è molto stanco, non vedete? Ve ne andate, per favore, che ora deve riposarsi?»
«Sì, signora, ma prima l’aiutiamo», disse il più giovane dei quattro, avvicinatosi a lei per distrarla e allontanarla. «Venga con me, che a suo marito ci pensiamo noi.»
«Non mi tocchi!», urlò ritraendosi con uno scatto violento, balzando in piedi.
Nel frattempo, gli altri tre si erano avvicinati al vecchio. Il volto era gonfio ed era cereo come pure le mani.
«Secondo me, sono passati almeno tre giorni», disse uno di loro alzandogli il capo.
Il ragazzo vicino alla signora, udite quelle parole, si girò d’istinto per guardare, ma alla vista di quegli occhi ancora aperti, che apparivano sbiaditi, evaporati, cerchiati di un alone nero, ebbe un conato di vomito.
Si svolse tutto in un istante. L’anziana signora, salita su uno sgabello, fece il segno della croce e mormorò: «La luce si dissipa e le tenebre avanzano. Non posso vivere senza di te, Manlio».
L’ultimo sforzo per protrarsi verso la finestra e, sotto lo sguardo attonito del giovane, scomparve.

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14 commenti »

  1. Buongiorno Emma, quanto disperazione e dolore nel tuo racconto.
    Un racconto “stretto”, veloce, un colpo al cuore.
    Mi piace questo stile:-)

  2. Bello, ben scritto e ben costruito. Nell’appartamento del Cavaliere si respira un’aria pesante, percepibile in tutto il palazzo. E’ l’odore della fine? L’amore, però, non deve finire, non può finire. Intenso, pieno di tensione, complimenti

  3. Angusto, grigio, logoro, trascurato, vecchio. Ma pur sempre il mondo di due persone che hanno vissuto una vita insieme e che in quel mondo si sono amate fino alla fine. Racconto duro che porta con sé anche molta tenerezza. Complimenti e in bocca al lupo!

  4. Grazie Liliana, grazie Matteo!
    In generale, tento di trasmettere le sensazioni intrinseche nel racconto. Stavolta con descrizioni del vecchio e nella reazione del ragazzo giovane. Sono contenta le abbiate colte. Ancora grazie.

  5. “Angusto era l’androne del palazzo fine Ottocento”, quest’immagine iniziale ci catapulta già nell’humus della storia. Che è bella, triste ma bella. Complimenti

  6. Ciao Emma, complimenti per il tuo corto, a mio avviso essenziale e diretto. Anche la storia molto toccante e ben raccontata. Brava.

  7. Salvatore, la ricerca degli aggettivi o della piccola azione per rendere l’idea dell’ambiente, odori compresi, è basilare, ed è quello che mi diverte di più. Grazie del tuo bel commento.

  8. Grazie Gianluca. Ho calcolato i tempi e potrebbe essere adatto per un corto di dieci minuti, non di più. Che sia ben raccontata, ancora grazie 🙂

  9. Brava Emma, una storia veramente ben raccontata in uno spazio essenziale. Questo è quello che intendo per “corto”

  10. Marco, prima di inviarlo l’ho quasi cronometrato per un corto di dieci minuti, e i tempi erano perfetti. Non è detto che lo sia per la giuria 😉 Grazie!

  11. sicuramente di forte impatto, non c’è che dire, un amore che non vuole arrendersi nemmeno alla morte, in poche righe si percepisce la fortissima unione della coppia, sicuramente condita da un pizzico di ” infermità mentale” ma comunque indissolubile. Anche i soccorritori sembrano inermi di fronte a tale dimostrazione, seppur macabra, di un legame più profondo di qualsiasi azione. complimenti

  12. La vicenda segue il testo ben scritto, parole essenziali ma molto centrate; tutto concorre ed è già la proiezione del Corto. Complimenti Emma.
    Emanuele

  13. Grazie, Emanuele. Incrociamo le dita 🙂

  14. Grazie, Giuseppe, sono contenta che il messaggio ti sia arrivato forte e chiaro.

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