Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Ti aspetto” di Francesca Romano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Undici Settembre 2014

Ti aspetto rannicchiata sul marciapiede con le gambe tra le braccia, mentre mi dondolo dolcemente. Ho portato con me i pattini, più tardi me ne andrò al Rockfeller Centre disegnando cuori e nuvole virtuali. Come quel giorno di tredici anni fa ho indossato un abito blu, il tuo colore preferito, mi dicevi che m’illuminava il volto risaltando il cielo dei miei occhi. Ti aspetto ogni anno papà. Lo stesso giorno alla solita ora. Oggi c’è il sole come quella mattina e mi riparo dalla luce con la mano, so che ci sei e arriverai da me, in un alito di vento, un batter d’ali, un profumo di lavanda.

Undici settembre 2001

Me ne sto seduta sul marciapiede con l’abito preferito dal mio papà. Sono quasi finite le vacanze, ma daddy mi ha promesso che si concederà una giornata di ferie per restare con me, la sua principessa. E’ un rito, da quando ho tre anni qualche giorno prima che inizi la scuola mi conduce in un posto magico. Oggi mi ha chiesto di infilare i pattini nella sacca, mi porterà al Rockefeller Centre, il mio papà è meraviglioso, lui può tutto, è il mio principe azzurro. La mamma è andata in ospedale, è una dottoressa, mi ha congedato con un bacio sulla fronte, ho tredici anni sono una donnina, posso rimanere qualche ora in casa da sola. Ho finito i compiti e mi sono vestita, mi sento come cenerentola pronta per il gran ballo. Sto aspettando daddy, si è recato presto in ufficio, lavora in una società finanziaria, mi ha spiegato che doveva sbrigare delle incombenze e che verso le undici verrà a prendermi. Guardo l’orologio, è ancora presto ma sono talmente emozionata che resto qui seduta e ti aspetto papà. Un boato fortissimo riecheggia nell’aria e una nuvola di fumo si alza alta nel cielo. In lontananza si odono urla, ambulanze, poi altri scoppi. I miei vicini di casa escono allarmati dalle abitazioni, iniziano ad urlare e a piangere, affermano che sia successo un attentato alle torri gemelle, all’ufficio del mio papà. Si stringono e si abbracciano, il telefono in casa continua a strillare, ma io rimango ferma, non mi muovo, perché se tu arrivi e non mi trovi poi ti preoccupi. Io ti aspetto papà. La nonna corre da me trafelata, mi abbraccia, mi sussurra che ti è accaduto qualcosa di terribile, che dei terroristi hanno dirottato degli aerei e che probabilmente tu non tornerai. Cerca di farmi alzare e di  condurmi dentro casa, mi comunica che la mamma è in ospedale e non può muoversi perché continuano ad arrivare feriti. Io però non mi muovo papà, resto qui, stringo forte i miei pattini e ti aspetto.

 

Come ogni anno papà, alla medesima ora, mi siedo sullo stesso gradino di tredici anni fa, abbraccio i pattini e ti aspetto, sempre.

 

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6 commenti »

  1. Buona sera Francesca,
    Ho letto con grande interesse il tuo racconto, l’ho trovato intenso. In poche righe fa provare una forte emozione.
    Il mio genere è proprio questo, i racconti brevi, certo questo argomento si presta perfettamente ma tu sei stata brava nel far affiorare l’emozione che pian piano cresce creando un nodo in gola….sappiamo purtroppo come è andata a finire.

  2. Buona sera a te Liliana,
    ciò che cerco in un racconto è l’emozione, e sapere di averla trasmessa con questo mio scritto mi riempie di gioia. L’argomento è difficile, si è scritto e detto molto. Questo mio piccolo contributo per non dimenticare, mai. Ti ringrazio.
    Francesca

  3. Breve, intenso, emozionante. Senza dubbio hai centrato il segno. Brava.

  4. Un trauma che fa parte della coscienza collettiva. E del quale, come dici tu nel commento, si è scritto e detto molto e non è facile parlarne. Tu hai scelto una chiave minimalista, un piccolo/grande tragico punto di vista, e per questo vincente. Brava.
    P,S. Se ti capita, e non l’hai già fatto, leggi “Le cose che hanno lasciato indietro” (il titolo dovrebbe essere più o meno questo), un racconto di Stephen King sul 11 settembre, secondo me ti piacerà.

  5. Roberto e Salvatore vi ringrazio per i vostri complimenti. Nello scrivere questo racconto ho avuto il dubbio che fosse troppo breve. Ho cercato di aggiungere frasi, ma credo che il messaggio che volessi esprimere potesse essere racchiuso anche in poche parole. @Salvatore: Andrò sicuramente a leggere il racconto che mi hai consigliato.

  6. Commovente! Un trauma epocale raccontato dal di dentro, da chi ha sofferto una perdita così grave. In particolare la seconda parte, quella in presa diretta, è molto toccante. Sei stata brava ad assumere il punto di vista di una bambina. Complimenti!

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