Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Gaia” di Liliana Sghettini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

La sua era una strada lastricata di pietre, fastidiosi sassolini che ti riempiono le scarpe e massi enormi che riusciva faticosamente a sormontare con le sue esili gambe.

Gaia era il suo nome, forse un destino cieco che ignora la realtà.

Aveva quarant’anni e da venti lottava contro la depressione un male molto comune, pare, ma unico e personale da assomigliare solo a se stesso, come un morbo raro.

L’aveva avvolta diventando un vecchio e comodo vestito che se lo indossi per casa appare quasi confortevole ma logoro al punto da sentirti nuda quando esci per strada.

Il suo sguardo era fisso, stampandole sul volto un’ immagine di sofferenza, le sue labbra ospitavano solo riso amaro di circostanza che beffeggia il  dolore.

Era in cura, se mai ne esistesse una, il suo medico parlava di enormi progressi che l’avevano traghettata dall’orlo del suicidio ad un equilibrio quotidiano, ripetitivo e rigido però, tanto da volar via come foglie crepitanti al vento.

Un uomo barbuto, sembrava un frate più che un uomo di scienza, era fiducioso, aggrappandosi a quei tanti passi percorsi faticosamente insieme, sotto braccio come un padre e una figlia; lei non lo era invece, seppur scorgesse in lui l’immagine spesso sognata del genitore invisibile ai suoi occhi, ma non alla sua anima.

Sua madre era morta, era lei che l’aveva abbandonata in quell’istituto, per anni era stata nutrita mai però della sola vera fame che avesse, conoscere l’identità di suo padre.

Questo era ciò che credeva!

Si sentiva interrotta, come una parola a metà, una storia a metà.

Un incontro un giorno, aveva finalmente cambiato la sua vita, una sera di maggio, il mese in cui la madre superiora le disse che era nata, almeno lo era per l’anagrafe dell’orfanotrofio, aveva conosciuto Dario.

Era poco più grande di lei, abbastanza per aver visto il volto di quell’uomo, il loro padre, prima che picchiasse quella povera donna per l’ultima volta spingendola verso una strada senza ritorno.

Dario aveva solo cinque anni quando quella scena si era impressa per sempre nei suoi occhi, nella sua mente limpida di bambino, aveva raccolto tutte le sue forze e deponendola dolcemente in un cesto, l’aveva salvata dall’ingiusta violenza che quel mostro stava per infliggere loro, povere creature di un amore sbagliato.

L’aveva lasciata sulla lunga scalinata dell’istituto con solo il coraggio di suonare la campanella, già ciondolante al vento ed era corso via  mettendosi  in salvo.

Era suo fratello e con immenso ed inconsapevole amore le aveva donato una vita nuova, migliore di quella che le avrebbe riservato quel padre già colpevole di un delitto infame.

Il suo racconto aveva colmato in pochi istanti il vuoto di una vita trascorsa apparentemente senza risposte e svelato il senso di tutta la sua sofferenza.

Il padre tanto sognato, sarebbe stato un carnefice se solo suo fratello non l’avesse restituita coraggiosamente alla vita.

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29 commenti »

  1. bello, pieno di significato, a mio avviso avresti potuto scendere di più nei particolari per dagli spessore, brava

  2. Grazie Carla, mi fa piacere ricevere questo tuo commento.
    Effettivamente nello scriverlo ho avuto il dubbio se ampliare o meno però siccome è stato per me un “getto” sull’onda delle emozioni di alcuni fatti di cronaca ho preferito lasciarlo intatto per vedere quale effetto avrebbe prodotto…..:-))
    Grazie mille

  3. Mi piace il tema, molto attuale e sofferto. Come forse già detto prima di me, non son sicura in quanto vedo solo la risposta al commento, alcuni punti mi danno la sensazione di non dire abbastanza di quello che succede, o di scavare in profondità nel disagio della protagonista. D’altro canto, questa stile di getto fa ben percepire Gaia in balia di quegli eventi che hanno portato tante sofferenze.

  4. Liliana, nel leggere il tuo racconto mi arriva un senso di inquietudine, di realtà sofferta, di detto-non detto che vorrebbe esplodere ma che viene trattenuto. L’argomento è ‘intenso’, meriterebbe di essere sviluppato in un racconto più lungo. Argomento difficile e profondo, complimenti per la scelta.

  5. Elena grazie per i tuoi commenti.
    I miei sono semplici esercizi di scrittura, voglio dire che qui ho trovato racconti stupendi di persone che praticano la scrittura con grandi capacità mentre io mi sono affacciata da poco a questo bellissimo mondo e sto imparando.
    Cerco di mettere a punto un mio stile e parlare delle “donne” mi risulta spontaneo oltre che appassionante.
    Continuo a leggere tutti i lavori e spero di emozionarmi ancora :-))

  6. Ciao Liliana, sicuramente un argomento difficile quello della depressione che tu però descrivi senza tanti fronzoli facendo respirare l’inquietudine che vive la protagonista e poi la scoperta amara del padre carnefice. Sicuramente, potevi ancora raccontare. Brava.

  7. Raffaella grazie per il tuo commento, se come si dice tre indizi fanno una prova, pare che tutti nel leggerlo avrebbero gradito maggiori dettagli…..evidentemente l’argomento serio, profondo e complesso non merita poche righe.
    Grazie per i suggerimenti magari ne farò qualcosa di piu ampio.
    :-))

  8. Racconto delicato che tratta un tema terribile. La brevità credo possa anche essere un punto di forza, piccoli flash, pensieri e emozioni che colpiscono il lettore, a volte bastano poche parole. Mi è piaciuto.

  9. Grazie a te Francesca, sono molto molto contenta che ti sia piaciuto.
    Siamo esattamente sulla stessa linea per ciò che concerne la “brevità”.
    Spesso i miei racconti non sono strutturati, sono frutto di una emozione forte a seguito di un evento, cosi nascono le mie storie…
    Sai, quando li rivedo per correggere, migliorare, faccio fatica ad ampliare proprio come se il getto di emozione si fosse esaurito e non riuscissi più. …capita anche a te?
    Senz’altro ho bisogno di crescere e questi confronti sono preziosi.
    Grazie ancora 🙂

  10. Racconto pulito, hai una scrittura asciutta che va dritta alla realtà. Argomento toccante,mi sono venuti i brividi! Brava!!!!!!

  11. Nadia grazie per il tuo commento, sono molto molto contenta ti abbia emozionato!
    Grazie mille per il complimento “scrittura asciutta” è davvero ciò a cui ambisco. 🙂
    Scusa il ritardo nella risposta….mi è capitato anche con un altro commento mannaggia!!!

  12. Un tema a me molto caro. La ricerca delle radici, di quelle radici che nutrono e completano l’identità di ognuno di noi. Breve racconto ma molto intenso. Hai emozionato anche me.

  13. Grazie Emma sono davvero contenta per le tue parole.
    Anche per me è un tema molto sentito come lo è quello delle donne in genere.
    Qui ho proposto tre storie al femminile cercando nel mio piccolo di parlare della condizione femminile da alcuni punti di vista.

  14. Argomento spigoloso trattato con delicatezza, con la protagonista che ci comunica i flash del proprio difficile passato, che le sono rimasti più impressi. Racconto che ben evidenzia la necessità per ciascuno di noi, di conoscere tutta la verità sulle nostre origini. Un finale che lancia pure un bel messaggio di sollievo esistenziale ampiamente meritato dalla protagonista.

  15. Ciao Roberto grazie per il tuo commento.
    Siamo sulla stessa linea, i flash sono esattamente secondo me il mezzo per far emrgere ma non troppo il personaggio,, il lettore deve a mio avviso vederne il mondo con occhi suoi.
    Sono felice tu abbia colto ed evidenziato il “sollievo” alla fine, era questa la mia intenzione perché capita nella vita che si riesca ad uscire da una situazione difficile grazie ad una “rivelazione” che ci apre d’improvviso gli occhi oppure ci indica la strada giusta.

  16. Buongiorno Liliana, ho letto solo questo suo racconto e Vorrei (per pura questione di tempo) e si riconosce la penna. In entrambi lo stile è semplice, a tratti quasi parlato, essenziale al punto che sembra di sentire la sua voce narrante. Trovo questo modo di scrivere molto difficile perché il rischio è quello di sembrare troppo semplice e far perdere il filo al lettore, quindi complimenti per la scelta o per la sua propensione naturale. I temi di tutti e due i racconti non sono semplici e mi piace che siano protagoniste delle donne che o sentono di dover voltare pagina anche se continuano a tener duro o sono consapevoli della giostra del destino e sanno vedere il bicchiere mezzo pieno. Bel messaggio di forza interiore. Devo dirle – da sua lettrice – che preferisco Vorrei perché è più sviluppato e si sente che conosce meglio l’argomento mentre in questo mi è arrivata una sensazione di storia abbozzata. Leggerò presto anche quello che mi manca.

  17. Lidia, spero ci si possa dare del tu :-)……lo faccio.
    Ti ringrazio infinitamente per questo commento davvero approfondito e completo.
    Non ho ancora un mio stile, nel senso che “la propensione naturale” forse è quello che c’è nei miei scritti.
    Come ho già detto in altra occasione sto imparando, scrivo da pochissimo tempo benché io sia una amante della lettura da sempre.
    Prediligo i racconti brevi perché credo che rappresentino meglio il mio modo di essere, scrivo “in preda alle emozioni” e questo forse è il motivo per cui in Gaia hai avuto la sensazione di una storia “abbozzata”, lo è!
    L’ho scritta sull’onda dell’emozione di alcuni fatti di cronaca e ci ho lavorato poco successivamente perché mi sembrava di andar a “raffinare” e quindi sporcare la grossa emozione. Mi piacerebbe sapere se l’emozione ti è arrivata comunque malgrado le poche parole.
    Sto lavorando su me stessa per trovare una strada adeguata che tenga conto delle mie aspettative, del mio modo di essere ed anche di “canoni” oggettivi.
    Il racconto Vorrei è una fotografia della realtà, con pensieri a voce alta della protagonista, mi sembra che, da alcuni riscontri avuti, la mia “foto” sia realistica 🙂
    Ci terrei tantissimo a che tu leggessi anche “Io non lavoro”, anch’essa storia al femminile, ma con uno stile ben preciso e voluto, anche se frutto di grossa emozione del momento e poca rielaborazione.
    Grazie infinitamente 🙂

  18. Complimenti Liliana…un racconto toccante, vero, duro e nello stesso tempo speranzoso e aperto all’amore. Brava!

  19. @Eleonora Marchiori grazie mille.
    Sono molto felice che il mio racconto ti abbia emozionato, non c’è niente di più bello che trovare rispondenza nel sentire altrui.

  20. Io che di natura sono un po’ prolissa ho molto apprezzato l’asciuttezza di questo racconto. Talvolta lavorando per sottrazione si ottengono risultati più incisivi e commoventi di quando abbondiamo con i particolari. In questo racconto c’è materiale sufficiente a scrivere un romanzo, ma è bello che questo romanzo ognuno possa immaginarlo nella sua testa, e trovarselo riassunto in questa pagina così incisiva.

  21. @Cristina Preti ti ringrazio infinitamente per le tue belle parole.
    Adoro i maestri americani del racconto breve proprio perché come tu sottolinei dietro uno scritto breve troviamo un nostro personale romanzo. Nei miei “esercizi di scrittura” mi piace lasciare aperta questa possibilità ma non è affatto facile riuscirci.
    In Gaia volevo sottolineare l inversione del destino perché ciò che credeva una condanna è invece una salvezza.
    Grazie 🙂

  22. Interessante. Ottimi spunti per realizzare un racconto più lungo.

  23. Ciao Liliana, ti ringrazio per aver commentato il mio racconto. Ho letto con piacere le tue proposte e penso che questa sia la migliore. Una storia cupa che giustamente racconti con un linguaggio cupo, ma non privo di un barlume di speranza. Buona l’introspezione. La parte migliore è l’incipit: Trovo che le prime due righe rappresentino la metafora perfetta per il tema che affronti. Verso la fine tendi forse a spiegare un po’ troppo, a razionalizzare il passato della protagonista, ma non definirei tutto ciò un difetto. Buona fortuna per il concorso. Un saluto.

  24. @Alex Creazzi grazie per il commento.
    Mi incuriosce un meccanismo di questo concorso, sui miei tre racconti tanto diversi l’uno dall’altro per lo stile ed il contenuto, seppur con tema al femminile, ho ricevuto pareri contrastanti su Gaia suglia altri abbastanza omogenei. Mi sembra evidente da questo quanto l’esperienza personale forse ed il gusto personale giochino un ruolo determinante sui commenti.
    “Gaia” è stato visto come troppo breve e quindi incompleto e come perfettamente breve focalizzndo l’attenzione sul tema difficile.
    Ho anche spiegato come è nato quindi si può comprendere quale ipotesi si avvicini alla reale mia intenzione però devo dirti che il tuo commento è stato tra i più particolari per due motivi perchè hai espresso una chiara preferenza rispetto agli alri due e perchè noti il nocciolo duro della sofferenza della protagonista, non i dettagli dello scritto.
    Ti ringrazio per questo e auguro buona fortuna per il concorso anche a te 🙂

  25. Racconto sofferto, stessa matrice del mio “la voce dei colori “.
    Solo un’anima sensibile ma anche artista, fuori dal gregge, può partorire parole simili.
    molto bello anche se molto triste .
    Sofferto come i miei.
    ciao

  26. Ciao Liliana, io non sono uno studioso di letteratura sono un lettore, condizionato da una vita in cui ho sviluppato l’attività di funzionario, di responsabile tecnico. Mi sento di dire che ho una mente analitica, senza vantarmi ne senza sottovalutarmi. Tu hai voluto Il tuo racconto così ed è quello che conta. Io trovo che quello che hai scritto benissimo si concilia con il cammino della fantasia e del sentimento del lettore. E’ dalla consapevolezza di questo interagire che porta lo scrittore a ricercare quel equilibrio. Io preferisco questo racconto, dei tre presentati da te, perché contiene la sofferenza, non sono masochista, e la speranza, due situazioni che coesistono nell’uomo fin dagli albori della civiltà. Dico anche che mi sono piaciuti gli altri due. Mantengo comunque “in bocca al lupo” per “Io non lavoro”.
    Emanuele

  27. @RATTI EMANUELE ti rispondo qui per praticità.
    Ti ringrazio innanzitutto per il tempo che mi hai dedicato leggendo i tre racconti in concorso.
    Sono naturalmente contenta del tuo apprezzamento ma soprattutto del fatto che con CURA ti sei addentrato nelle pieghe dei miei scritti cercando di metterti nei panni delle protagoniste.
    Ho scritto storie al femminile perchè credo che la nostra società abbia molto da imparare sulla giustizia, sull’equità e sul rispetto dell’essere umano e questo discorso varrebbe anche per altre “categorie” come i bambini ad esempio.
    Ho molto apprezzato la tua puntualità nelle osservazioni che devo dire svelano un animo sensibile.
    Ho accettato come forse hai letto in Gaia anche pareri “contrari” ma sempre moderati, educati e sinceri.
    Vorrei dedicare la stessa cura ai tuoi racconti e quindi li commenterò sta sera quando avrò più tempo.
    Grazie
    Un caro saluto Emanuele 🙂

  28. Avendo apprezzato “Io non lavoro!” e “Vorrei …”, ho voluto sbirciare anche “Gaia”, ma non è stato possibile. Questo racconto non si lascia scorrere, afferra l’incauto lettore e lo scaraventa in una cornice di sofferenze profonde, lenite soltanto nelle ultime righe, quando la commozione è ormai ingovernabile. Evocative le immagini che fai emergere da uno stile adeguatamente asciutto. Molto bello.

  29. @Roberto Contini mi hai commosso grazie grazie e grazie 🙂

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