Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Attraversando la via lattea” di Vera Mocella

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

 

Non so se sei venuto all’alba o di notte, so solo che nulla ti chiesi. Si sussegue il giorno all’altro giorno, il tramonto di ieri a quello di oggi e di domani, e tu cammini nel tempo, nella mia memoria, ancora vivo, come se tutto fosse ora, accadesse oggi. Si srotola piano, il filo grigio del tempo, il ricordo vivido di te che vai via. E mi chiedo ancora se sei esistito davvero, se le nostre anime ebbero luce, se le nostre vite ebbero un senso. Tu cammini e mi porti con te. Quante strade percorremmo insieme, mai visti dagli altri, tu eri il mio solitario fantasma, io il tuo spettro gentile. Ci unirono i pensieri, le coincidenze, le attese.  Altre forme presero le nostre esistenze, le nostre vite, oscuri fiori celati agli altri, fiori che non svelano il proprio profumo. E mi chiedo ancora se ha avuto un senso il nostro perderci. Di sicuro, incontrarci fu un dono, eterna attesa dell’anima che, improvvisa, si svela in una forma, in una essenza, in un uomo. Potuto avremmo non incontrarci mai. Qualcosa sarebbe sempre mancato al nostro essere vivi. “Dall’ondeggiante oceano, la folla, venne teneramente a me una goccia, mormorando”Io ti amo, tra non molto morirò, ho fatto un lungo viaggio solo per guardarti, toccarti, perché non potevo morire sinché non ti avessi guardato, perché temevo di poterti poi perdere. Ora ci siamo guardati, ci siamo toccati, siamo salvi, ritorna in pace all’oceano, mio amore.” Mi siedo, chiudo il libro di Whitman. Lo poso sul letto. Dalla finestra socchiusa, la brezza del mare mi riporta profumi, odori, sensazioni dimenticate. La luce del lampione di fronte, vacilla, si arresta. Ora si possono vedere le stelle, calde stelle in questa notte profonda, estiva. Una stella azzurra sembra staccarsi dalle altre, nel suo alone magico, puro. Alzerai anche tu gli occhi in questa notte estiva che vuole essere eterna, non vuole perdersi tra le altre notti sorelle, che passano invano. Alzerai gli occhi anche tu in questa complice notte, vellutata come rosa, profonda come il sonno o il respiro. E dove sarai, ora? Tu che non dimentichi, e che respiri piano. E la tua voce dove si posa ora? E le tue braccia, le tue braccia forti, possenti, che respingevano gli attacchi del vento, hanno già abbracciato altre vite, stretto altre persone. Tu, così lontano e così vicino in questa notte azzurra. Nella via lattea silenziosa, due figure camminano unite, abbracciate, e nessuno saprà mai che siamo noi.

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14 commenti »

  1. Un delicato senso di nostalgia accompagna parole, che sono pura poesia.

  2. L’avevo già letto ieri sera. L’ho riletto adesso. Questo perché volevo vedere se ricevevo la stessa sensazione. E, come ieri, non ho potuto fare ameno di pensare ad un altro racconto, di Buzzati, “Inviti superflui”. Stessa atmosfera di malinconico sogno, stesse immagini di nostalgia rarefatta. Per quanto mi riguarda, è un gran complimento. Brava.

  3. Molto poetico. Un testo delicato, mi ha fatto venire alla mente uno splendido racconto di Mishima, “Ali”.

  4. Una lirica, più che un racconto. E ciò che è lirico si avvicina paurosamente all’anima, ne segue i tremiti, i mancamenti, ma anche i godimenti, quei piaceri profondi che appartengono, spesso, a un passato – ricucito, desiderato, sognato. La disperazione che mette in scena Vera è violenta, sincera, solida e, per questo, ci attrae, ci convince, ci fa definitivamente partecipi. Ne siamo così affascinati che viene voglia di leggere ancora e ancora e ancora…

  5. Racconto di grande raffinatezza concettuale e stilistica

  6. Un’introspezione poetica e malinconica. Lo stile è straordinario, così lontano dal mio molto più diretto e semplice, e forse è proprio questa diversità che mi attrae tanto e mi fa sentire come dentro un sogno durante la lettura. Complimenti davvero!

  7. Bellissimo testo nel quale è evidente una profonda capacità di leggere il mondo e le sensazioni attraverso tutti i sensi ed una speciale attitudine ad inserire improvvisi cambiamenti che offrono il senso di un’eternità in cui non vi è né passato né futuro.
    Anche qui, come in altri testi di Vera, prevale l’indicativo che riesce a riprodurre fedelmente lo stato d’animo della scrittrice, che riesce a veicolare la sua visione del mondo ed a comunicarci che le parole possono riempire i vuoti, quei vuoti spesso colmati da ricordi malinconici del passato.
    Le parole di questo testo, alquanto poetico, lasciano, nella mente e nel cuore di chi le legge, la forza per andare avanti nonostante tutto.
    Si ha l’idea di una reciproca comprensione, di un incontro positivo, di uno scambio reciproco che appaga il lettore.

  8. Struggente,evocativo e poetico. Il verso di Whitman è perfettamente inserito. Il tempo, passato, presente e futuro, si fonde e diventa eterno, forse nello spazio. Complimenti!

  9. Anche se non è il mio genere, l’ho letto fino in fondo, aprendo la mente ed il cuore. L’ho trovato poetico ed evocativo, con queste due anime che si cercano e si perdono e si trovano senza sosta. Malinconico.

  10. Ringrazio tutti voi, per i vostri commenti….Non mi aspettavo di ricevere parole così belle e così intense. Chi scrive cerca solo di aprire nuove strade nell’anima di chi legge. Grazie a voi per averle trovate e tracciate…

  11. Intenso e melanconico, il tuo testo trasuda sentimenti veri e introspezione esposti con verve poetica. Chapeau.

  12. Divagazione appassionata e onirica che scaturisce e si dipana attorno al nocciolo di un grande Whitman. Scrittura densa e interessante. Hai saputo tenere in equilibrio un gioco non facile, brava.
    Un solo appunto, se mi permetti: perché “potuto avremmo” e non “avremmo potuto?” Non mi pare abbia aggiunto o guadagnato in intensità.
    Continua!

  13. Immagini, sensazioni ed emozioni purissime si effondono in una dimensione di sogno ,di sospensione ,che tiene avvinti in un afflato cosmico,
    dove, in assenza di spazio e di tempo, c’è sempre tempo per sognare ancora.

  14. Racconto difficile da scrivere (immagino), da leggere, da capire… Impossibile non lasciarsi cullare dalle parole, che tessono ragnatele di sogni leggeri come piume, immagini fumose e vaghe che hanno la consistenza di sogni appena sfumati… Complimenti davvero… Mi hai portato tra le stelle su un tappeto magico…

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