Premio Racconti nella Rete 2015 “Uno” di Arianna Colli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015Uno..due..tre. Eccola. Anche oggi è tornata, il tempo di contare fino a tre e lei è lì, si è posata. Lo fa da quando? Da sempre forse ma io me ne sono accorto solo da un po’, da un tempo che non quantifico perché l’orologio non lo guardo, non mi serve. Io posso permettermi il lusso di vivere come se il tempo non esistesse, come se il tempo non fosse importante. A quest’ora, l’ora della farfalla la chiameremo, mi preparo al suo arrivo. Il banco di legno scrostato, la penna di china, matite a colori e gomme se dovessi sbagliare. Mi siedo alla panca del banco e aspetto. Lei non delude, in genere arriva quando un raggio del sole di una stagione qualsiasi attraversa la finestra di fronte al mio banco, quindi non dipende dall’ora ma dalle stagioni. E le stagioni non le prevedi, le puoi solo intuire, arriva caldo, arriva freddo, tira vento, germoglieranno i fiori o nevicherà. Molto semplice, molto essenziale e poco preciso. Ma molto magico. Il sole fa il suo giro in quel periodo dell’anno e lascia cadere il suo raggio, quello della farfalla lo chiameremo, attraversando la mia finestra e arrivando al banco mentre aspetto. Lei non delude, arriva, si posa il tempo giusto non quantificato dall’orologio ma dal tragitto che il raggio fa sul mio banchetto e vola via, esattamente sincroni. Una danza direi, direi che potremo chiamarla la danza della farfalla. Il mio compito non è fermarla, né catturarla. Tantomeno il mio compito è capirne il perché. Se mi fermassi e mi chiedessi perché?scorderei le mie matite a colori e non potrei disegnarla. Dovrei aspettare un altro giorno o un’altra stagione. Il mio compito è solamente quello di ritrarla, come un premio che lei mi fa e che mi prendo, anche se non so quale sia il mio merito.. Non è sempre uguale a se stessa a volte le ali sono blu come blu è il cielo, a volte pallide come pallida è la luna, a volte piene di colori violenti e appassionati. Ma a me non importa e non essendo un pittore ma solo uno che l’aspetta, mi potrei chiamare l’uno della farfalla, ne riporto sul foglio ciò che posso in quel preciso istante, che dura quel che dura. Il fremito di un’ala appena smossa dal vento, oppure quella particolare trasparenza che ne rivela un disegno nascosto, o anche la sfumatura di un colore mai visto prima. Qualcosa ho sempre da imparare e disegno la mia lezione del giorno cercando di dare una forma migliore a ciò che ho capito, che mi faccia sentire migliore. Senza ieri, senza domani, in un unico eterno istante di oggi. Ritrarla è la migliore delle arti che ho imparato a cercare, la compagna che mi accompagna, l’azione che non ha direzioni. L’arte della farfalla, la potremo chiamare. Prendo la matita, o la china, o i colori, senza mai dimenticare la gomma, perché potrei sbagliare, a seconda di quello che ispira il momento, senza un vero programma con i suoi codici a barre, perché non serve. Serve solo saper osservare e aspettare. Io ho imparato a farlo. Non è sempre stato così. Ricordo giorni in cui l’orologio mi mancava e non potevo fare a meno di chiedere agli altri che ore sono?sapendo che quella risposta non avrebbe cambiato la mia vita, né quella trascorsa né quella che ancora doveva venire. Ma continuavo a chiedere, preso dalle rotaie di abitudini dalle quali non si esce così per caso. Camminavo ore e ore guardando a terra, con i pugni stretti, come se non esistesse niente e nessuno, come se avessi un traguardo da raggiungere e per cui dover lottare, dove qualcosa sarebbe successo, in cui tutto sarebbe stato diverso. Il cambiamento invece è arrivato nel momento esatto in cui non ho più guardato a terra, ma ho guardato il volo, ho aperto i pugni e ho visto il mondo. La mia prima lezione è stata questa, per poter volare dovevo abbandonare le mie rotaie. E’ così che ho buttato l’orologio e ho smesso di chiedere, di camminare a cercar traguardi e ho cominciato ad osservare, aspettare e tacere.
Anche oggi ho terminato il mio compito: lei è arrivata alla mia finestra, il raggio è passato sul mio banco scrostato, ho preso i colori con tutta la calma del mondo e ne ho lasciato cadere qualche tratto sul foglio per la lezione di oggi. Poi è ripartita volando via di nuovo e lasciando nudo lo spazio della finestra, tra una sbarra e l’altra. Ho riposto i colori nella scatola dove ho il permesso di tenere i pochi colori che ho, non usando la gomma che oggi non è servita, perché oggi di sbagli non ne ho fatti. Per altri sbagli, quelli fatti correndo sulle mie rotaie è la giustizia che prova a cancellarli, tenendomi qui. Quanto? Il tempo di una vita. Non mi chiedo se è giusto, forse lo è, ma non la chiameremo la giustizia della farfalla. Lei arriva, si posa, ti insegna e va via. Ma “via” dove? se tutto quel che serve è qui, in questo banchetto scrostato, in questi colori e matite, tra queste sbarre che non sono mai così strette per impedirle di entrare Basta aspettare e sapere dove guardare. Io posso aspettare, ho tutto il tempo che il mondo mi ha regalato chiudendomi qui e ho imparato a guardare oltre le rotaie di ferro. Uno, come sono io, aspetta sapendo che non esiste un “via” dove andare, è la lezione di oggi. E se non esiste un via dove andare vuol dire che questa prigione dove mi hanno rinchiuso è l’universo intero. Entrando tra queste mura sono uscito dalla prigione dei pugni chiusi e dei traguardi, del tempo che fugge e delle corse affannate, quella prigione che vedo negli altri, i pochi altri che per ruolo, con divise e pistole guardano me che non scappi. Invece di guardare il volo della loro farfalla.
Splendido. Mi è piaciuto molto. Se posso permettermi, ci starebbe una limatura di alcuni termini che si ripetono. Ma la storia è molto avvolgente e ha un ritmo che cattura sino alla bella fine. COomplimenti e in bocca al lupo.
Arianna questo racconto è denso di significato, emozionante, eloquente, ricco di sentimenti espressi con scorrevolezza ed intervallati da piacevoli metafore. Mi è piaciuto più dell’altro. Complimenti perchè col tuo racconto fai riflettere, che è uno degli obiettivi che un autore deve perseguire. Brava, brava ! Se ti va di leggere e commentare il mio racconto per crescere confrontandosi, clicca qui http://www.raccontinellarete.it/?p=22464
Arianna, questo racconto è una esplosione di emozioni e sentimenti.
Trovo che tu sia una vera POETESSA, il tuo modo di usare queste metafore delicate attinte dalla natura che ci circonda credo sia un vero dono e mi appassiona, non mi stancherei mai di leggerti.
Entri in punta di piedi nel cuore del lettore e lasci “i semi” per far germogliare riflessioni profonde!
Grazie!
Complimenti!
Liliana voglio ringraziarti per aver letto “Uno” che è un racconto a cui tengo..per diversi motivi.. Il tuo commento mi ha emozionato te lo confesso. In questa immagine che mi rimandi nel “seminare” emozioni e riflessioni per me che amo la natura e ciò che ci circonda, è come un regalo. Grazie Liliana!
È davvero un piacere!!! 🙂