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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Il giapponese che vendeva stelle alla fiera di Expo” di Manuela Dalessandro

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Un giapponese che vendeva stelle arrivò alla Fiera dell’Expo di Milano il 5 agosto 2015. “Comprate  le stelle più belle del Giappone!”, strillava con voce acuta dal suo piccolo stand, in un angolino del grande padiglione dove venivano esposte le novità tecnologiche più audaci. Ma gli astri che l’omino orientale aveva colto in cielo, uno a uno, arrampicandosi nelle volte più terse dell’estate, oscuravano ogni prodigio della tecnica. “Cosa fanno queste stelle?”, domandavano grappoli di visitatori accorsi da tutto il pianeta per visitare l’Esposizione Universale. “Servono a realizzare i desideri – spiegava il giapponese con un sorriso accompagnato una piccola inclinazione del busto –  ma solo se le mettete in alto, più in alto possibile, vicino al cielo, perché, se le fate cadere, gli manca l’aria e i vostri desideri andranno all’incontrario”.

Insomma, quelle che vendeva il signore bizzarro erano stelle alzanti, l’esatto contrario delle più famose stelle cadenti. Il signor Bruno ne comprò una decina, le infilò in un sacchetto e, fiero del suo acquisito, se le portò a casa. Lesse attentamente le istruzioni per l’uso e, poiché abitava al quinto piano, appese con delle mollette le sue stelle sui fili dove stendeva la biancheria, fuori dal balcone, convinto che fosse un’altezza sufficiente. Aveva un  desiderio, il Bruno: possedere una macchina nuova. Il 6 agosto mattina, quel desiderio non solo non  si realizzò, ma l’auto che aveva si ruppe e fu costretto a portarla dal meccanico.

Il cielo di Milano era troppo basso, in quei giorni, oppresso com’era da tutti i cattivi pensieri degli abitanti, per elevare le stelle alla giusta altezza. Il Bruno però volle riprovare e nei giorni a seguire fece mille esperimenti, esprimendo altri sogni, come vedere il mare a Milano, volare, avere un cane. Appese le stelle al comignolo del tetto, le sparò in alto con un cannone, costruì una scala altissima e le mise in cima, sull’ultimo scalino. Non solo non accadeva niente, ma ogni volta lo colpiva una sventura diversa: andò via la luce, franò un lampadario, inciampò in un sasso e si procurò un bernoccolo alla testa.

La notte in cui di solito le stelle cadevano, tra il 9 e il 10 agosto, il Bruno, esasperato, decise che di quelle ‘stellacce’ non ne voleva più sapere e siccome gli dava fastidio la luce abbacinante che emanavano perché non riusciva a prendere sonno, le ficcò con rabbia sotto al cuscino su cui dormiva. Quella notte accadde però una magia. Il Bruno fece tanti sogni come mai gli era successo in vita sua. La mattina del 10 agosto  si svegliò con una strana sensazione di leggerezza e tepore. Ai piedi del letto stava accucciato un enorme cane dagli occhi buoni e, quando aprì le finestre, non apparve il solito cielo di piombo di Milano, ma…sì, sembrava proprio che davanti a lui si spalancasse il mare! Uscì e cominciò a correre velocissimo verso quell’orizzonte blu. Più correva e più si alzava da terra… ora stava volando! E la città che ammirava dall’alto gli sembrava radiosa, verde e bella come mai l’aveva vista.

Erano bastati i suoi sogni a innalzare le stelle lassù, proprio dove si realizzano i desideri delle stelle alzanti.

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2 commenti »

  1. Sembra quasi una favola moderna… Il mercante imbroglione, l’ingenuo acquirente, il lieto fine inatteso… Bello. Sarei curioso di conoscere la tua opinione sul mio “La Torretta di Guardia”

  2. Ciao,
    tempo fa ho scritto anch’io una favole sulle stelle risalenti, che sono il contrario delle cadenti! Ma io sono prolissa e il mio racconto si è sviluppato in svariate migliaia di battute. Mi piace la tua sintesi, è un dono, e hai fatto bene a dare quel tocco di attualità ambientandola all’Expo.

    Mi piacerebbe che tu leggessi e commentassi le mie: Il Coccodroccolo e Penelope la Tessiragna.
    Grazie,
    Arianan

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