Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “News” di Matteo Tella

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

La pentola sul gas borbottava da un’ora, mentre nella padella il sugo bruciava a fuoco lento. Un’ora. Sessanta minuti, il tempo trascorso dal suo addio. Quel giorno il pranzo restava un’ipotesi lontana, un aborto incommestibile.
Come poteva mangiare? La disperazione aveva alzato un muro fra il suo stomaco e la sua bocca. O forse era una lapide, il segno tangibile della morte del suo animo. Se ne era andata in silenzio, come la piuma che si stacca dalle ali di un uccello e cade leggera a terra, senza rumore. Non c’erano state parole d’odio, soltanto la mestizia negli occhi dolci di lei, pietosi testimoni della fine. E adesso al posto del suo profumo la casa odorava di pomodoro bruciato. Bruciato come il cuore di lui.
A breve doveva tornare a lavoro, circostanza che lo faceva impazzire. Io non sono più qui e ora, sono perduto, smarrito, finito, continuava a ripetersi, ma per convincersi del contrario, che non era così, che lui c’era ancora, che ancora doveva mangiare e lavorare. A fatica uscì di casa, la ventiquattrore in mano con dentro il portatile e documenti d’ogni sorta; inchiostro vuoto di senso, nero come il suo umore.
In strada il sole lo accecò, e per un qualche motivo a lui ignoto si sentì colpevole. A testa bassa raggiunse la fermata della metro; scese la scala inconsapevole del mondo, insensibile alle spallate dei passanti, tutta gente che fino al giorno prima stimava infelice, e che invece adesso sentiva così vicino. Per questo evitava i loro sguardi, non voleva riconoscere se stesso in quelle facce grigie.
Sul treno la calca era insopportabile. L’umidità pestilenziale esacerbava gli animi di tutti i passeggeri, e lui non riusciva a distrarsi sorridendo del solito originale che a dicembre girava in pantaloncini, o della vecchina tutta belletto e sguardi seducenti. No, quelli erano divertimenti del passato, quando viaggiare su quello stesso treno era come leggere un romanzo, quando lei sedeva al suo fianco. Adesso gli sembrava di attraversare un deserto senza oasi.
Arrivato in ufficio si gettò sulle carte cercando di non pensare a quello che era successo. Per un po’ ci riuscì e questo lo stupì: si faceva già freddo il suo cuore? Ma era un’illusione, la testa era sempre lì e lei era sempre nella sua testa. A un certo punto dovette interrompere il lavoro. Si preparò un caffè, ma era talmente distratto che lo fece bruciare. Allora tornò in sé e si ricordò del gas acceso, della pentola e del sugo dimenticati sul fuoco.
Spiegò confusamente al collega più vicino che doveva scappare a casa, che tutto era finito, che le fiamme avevano consumato la sua vita. Quello capì solo che c’era un incendio nel suo quartiere, ma non gli diede troppo peso, impegnato com’era con le sue carte.
Percorse la strada all’incontrario, maledicendo la sorte che non permetteva di fare lo stesso col tempo. Non aveva più fiato tanto aveva corso, ma giunse troppo tardi. Proprio sotto il suo balcone era parcheggiato il camion dei vigili del fuoco. Alcuni di loro erano entrati nel suo appartamento per mezzo di un’autoscala. Ma non c’era nessun incendio. C’erano, invece, davanti al portone, un’ambulanza e un’auto dei carabinieri.
Non le notò subito, stanco com’era. Pallido e instabile entrò nell’atrio del condominio; era pieno di gente. Curiosi, senza dubbio. Lo guardarono con una strana espressione, come impauriti. Fece per salire le scale, ma una mano sulla spalla lo arrestò. Era un ufficiale dei carabinieri. Che succedeva? Si era quasi ammazzato per tornare ed evitare il peggio, e ora quell’uomo in divisa voleva impedirgli di salire a casa sua?
Diede le sue generalità a chi gliele chiedeva, e poi, docilmente, lo seguì fuori. Lì, vicino alla gazzella, mentre il maresciallo gli faceva altre domande, un secondo carabiniere trascriveva le sue risposte su un taccuino. Lo interrogavano su sua moglie, sui loro rapporti, quando l’aveva vista l’ultima volta.
“Mia moglie ed io ci siamo separati stamattina. Prima che io uscissi per andare a lavoro lei se n’è andata dicendo che era per sempre. Sono tornato perché ho dimenticato il sugo sul gas acceso”.
E proprio la puzza di bruciato richiamò l’attenzione della signora del piano di sotto. Temendo un incendio, telefonò ai pompieri. Questi, per non sfondare la porta di casa, entrarono dal balcone, la cui finestra era aperta. Erano in due. Mentre uno si affrettava a spegnere il gas, l’altro fece un giro per le stanze. E in bagno scoprì il cadavere di una donna. Era lei. Le avevano tagliato la gola. Gli occhi erano ancora aperti: chi l’aveva uccisa non aveva avuto la pietà di chiuderli, o forse gli era mancato il coraggio.
Allora il vigile chiamò i carabinieri che più tardi avrebbero arrestato il marito della vittima, tornato sulla scena del crimine perché temeva che il sugo si rovinasse. Il nome dell’assassino e tutte le circostanze del delitto le troverete sul giornale di domani. O forse su quello di ieri.

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57 commenti »

  1. Ahia, la fine è una coltellata, x chi legge! Io, romanticona, mi prefiguravo chi sa quale lieto fine… Bello e coinvolgente, purtroppo sempre attuale, il racconto sembra trascinare il lettore nel buco nero di disperazione del protagonista, fino al totale capovolgimento del punto di vista sul finale. Complimenti!

  2. Sulla scia di terribili fatti di cronaca è un racconto dal “di dentro”. Come a voler provocare un dubbio, che turba chi legge, che la linea di demarcazione tra vittima e carnefice non sia così assoluta… Mi piace sempre la visione di chi ribalta la rassicurante ma anche monocorde lettura della realtà..

  3. Grazie per i bei commenti! Quello che volevo era sorprendere il lettore con un finale straniante, che ribaltasse l’inizio. Spero di esserci riuscito. Grazie ancora

  4. Bello. Ben scritto e avvincente. Il finale è inaspettato e lascia il segno.

  5. Ottimo finale, di quelli che preferisco. Complimenti

  6. Grazie mille! Soprattutto per aver apprezzato il finale

  7. Grazie per aver commentato il mio racconto. È stato lo sprone per cercare e leggere il tuo. L’ho trovato denso, intenso come le emozioni del protagonista. Chi legge, lo segue nel suo tragitto sofferto fino al lavoro, condivide la sua dimenticanza, il fuoco acceso a casa e si stupisce con lui della presenza dei carabinieri. Del tutto inatteso il finale. Una storia ben costruita e, purtroppo, molto attuale. Complimenti.

  8. Grazie a te Maria!! Mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto per la costruzione

  9. mi è piaciuto come hai reso la confusione e delirio nella testa del protagonista.Ancora una volta è proprio vero che il marito è l’ultimo a sapere, persino quando è stato lui. Bravo.

  10. Grazie molte Sergio! Anche per la divertente e veritiera notazione che il marito è sempre l’ultimo a sapere. Contento di essere riuscito a rendere il delirio del protagonista

  11. Il buio nella mente, descritto molto bene. Gli occhi che non si alzano per paura di rivedere nello sguardo degli altri la propria infelicità. C’è molta empatia in questo racconto. Mi è piaciuto molto.

  12. Grazie mille Roberto! Sono contento ti sia piaciuto!

  13. Grazie Matteo per aver commentato il mio racconto! Ho appena letto il tuo che apprezzo per proprietà di linguaggio, per scorrevolezza del testo e soprattutto per la capacità introspettiva adoperata nel costruire l’animo del protagonista. Il finale è davvero sorprendente e per niente scontato, non lo si intuisce per niente dall’inizio. Complimenti e in bocca al lupo!

  14. Matteo davvero bello il tuo racconto in poche righe hai inserito tutto, la disperazione di lui per averla uccisa, mascherata dal dolore per essere stato lasciato, l’apparente colpo di follia nel vagare per la città, con i soliti gesti quotidiani, seppur sospeso nell’osservare il mondo in un modo diverso, essendo lui oramai un altra persona.
    Complimenti.
    Se ti va leggi il mio racconto “io non lavoro!”

  15. applauso, e dato che siamo tra PROF, voto 10 …e ti sprono a proseguire per arrivare alla lode!
    ….e così ancora una volta, oggi più che mai, l’uomo si rende giudice della vita altrui, di una vita, che, il più delle volte, deve essere ancora vissuta!

  16. Grazie Rosa e Liliana, mi fa davvero piacere che abbiate apprezzato il mio racconto, vi ringrazio per averlo letto e commentato, thank you!

  17. Grazie mille Antonella!! Fantastico, un 10!! Grazie anche per l’incoraggiamento a proseguire! Super contento!

  18. Quando ho iniziato a leggere il racconto, come se fossi un’ingenua alle prime armi, ho pensato di essere padrona di tutti gli elementi: lui lasciato, lui solo, lui che ha davanti la scelta se cedere o meno alla depressione. Il personaggio che avevo delineato in mente era un uomo buono, forse un po’ distratto, ma tendenzialmente innamorato e affranto da un rapporto finito su cui ingenuamente aveva creduto nonostante le avvisaglie. Poi, con l’arrivo della fine, ecco che tutto si rimette in discussione, mettendo in luce come un uomo apparentemente normale, nella media, possa essere vittima del proprio dolore e allo stesso tempo carnefice. Un punto di vista interessante, che vuole cercare di capire questa lucida follia che purtroppo si insinua spesso nella vita di tutti i giorni. Davvero complimenti!

  19. Grazie mille Francesca! Volevo un finale spiazzante, un colpo di scena che sorprendesse. Ancora grazie per i complimenti

  20. Salve a tutti! Approfitto di questo spazio per segnalare l’avventura in cui sono coinvolti due miei cari amici, Rocco e Giulia. Lei fotografa freelance, lui archeologo, sono impegnati in un viaggio che li porterà da Buenos Aires a Los Angeles, e il tutto senza prendere aerei, ma spostandosi via terra e via mare, seguendo una filosofia low budget ed ecosostenibile. Percorreranno 22000 km attraversando 11 paesi del Sud America!! (!!!) Un’avventura magnifica!! Attualmente si trovano in Brasile, essendo partiti nel dicembre 2014. Tutte le informazioni sul viaggio le troverete sul sito http://www.vitaminaproject.com . In più c’è la pagina facebook, Vitamina Project. E’ un progetto che affonda le sue radici nella passione di Giulia e Rocco per il Sud America, per i suoi popoli e per le sue letterature. Ho voluto condividerlo con voi perché sono orgoglioso di avere due amici come Rocco e Giulia! Sono sicuro che questa deviazione dal fine del concorso sarà gradita e stimolante. Grazie a tutti..

  21. Un racconto scabro e lucidissimo. L’amore malato che sfocia nel possesso e nell’annientamento di chi si ama, o si crede di amare….Una realtà straniata che partecipa alla disperazione del protagonista, un finale sorprendente che non riabilita il protagonista, ma lo svela…Un racconto amaro, ma vero. Bravo.

  22. Costruito bene, finale spiazzante e amaro. Complimenti!

  23. Grazie per i commenti Vera e Salvatore!

  24. I finali a sorpresa mi piacciono molto, hai sviato l’attenzione sul sugo bruciato, quando in realtà era l’animo del protagonista ad essere carbonizzato. Una diversa prospettiva di fatti purtroppo all’ordine del giorno.

  25. Grazie per il commento Francesca!

  26. Ci hai sviati con tutte il trambusto introspettivo del “santarellino”. Del resto, da chi brucia il sugo non bisogna aspettarsi mai nulla di buono.
    Bel racconto

  27. Grazie per aver letto e commentato Emma!

  28. Wow, e per usare parole famose – purtroppo non mie – la banalità del male. La follia nella quotidianità, davvero più che mai attuale. Mi è piaciuta la svolta, inaspettata. Credo che ogni scrittore sia affine a ciò che scrive…non è che te ne vai in giro a tagliare gole? Scherzo ovviamente, ma hai reso bene il profilo del protagonista! Se ti va di rispondere, perché alla fine rimandi alla cronaca nera dei giornali?

  29. Grazie Lidia! Ahahah no, non me ne vado in giro a tagliare gole..ahahah Per rispondere alla tua domanda spiego la genesi di questo racconto: all’inizio volevo descrivere il dolore di qualcuno lasciato dalla persona amata, senza un finale cruento; ma più andavo avanti più mi rendevo conto che mancava qualcosa, la sorpresa, l’effettività, la tensione. Così ho virato verso un finale shoccante. Shoccante, eppure, purtroppo, quotidiano. Allora il rimando alla cronaca nera mi è sembrato il modo migliore per chiudere. Volevo che emergesse la connessione con l’attualità. E’ anche per questo, credo, che i personaggi non hanno nomi, e nemmeno la città: potrebbe essere un luogo qualsiasi, proprio perché tragedie del genere accadono ovunque, e non di rado. Spero di aver risposto alla tua domanda Lidia..grazie ancora per il commento!

  30. Tecnicamente è ottimo: il protagonista senza nome, che ondeggia in ciò che prova e ricorda oppure no, emerge lentamente in tutta la sua pienezza; il finale rincorso ma inaspettato; gli altri e i loro punti di vista; il lato fisico e quello spirituale; il rinvio alla cronaca nera quasi per chiedere scusa di avere chiuso in modo tante triste la storia. Però, confesso che mi piacerebbe che i giornali ogni tanto parlassero anche di quanto di buono accade ogni giorno e lo esaltassero e lo diffondessero e ci condizionassero in positivo.

  31. Grazie Barbara per aver apprezzato il mio racconto! Anche a me piacerebbe che i giornali parlassero del bene e dei buoni..grazie ancora!

  32. Ahia! Sono rimasta scottata dal finale bruciante. Bello, terribile e maledettamente attuale. Bravo!

  33. Grazie Deepa! Si, terribilmente attuale…grazie ancora

  34. Mi è piaciuto molto il profilo dell’assassino, così attuale e purtroppo vero. Quando il marito nel bel mezzo della sua disperazione, sente di non provare niente riguardo alla separazione dalla moglie
    e ripensa al sugo sul fuoco, ecco , li mi hai portato sulla strada giusta. Questo perché son sempre stata un’appassionata di libri gialli. Bella anche la frase finale.

  35. Trovo il tuo racconto completo delle atmosfere, delle introspezioni e delle parole che servono per fare un capolavoro. Sei grande Matteo

  36. Grazie Luisella ed Emanuele!! contentissimo!!

  37. Mi ritrovo, mio malgrado, ora affezionata a un marito tagliagola e bruciasugo. Se all’inizio non mi avessi fatto camminare su e giù, nei corridoi della sua mente, non mi avresti destabilizzato alla fine. Delitto letterario perfetto il tuo!

  38. Grazie mille Stefania!! 🙂

  39. Mi è piaciuto. Anche se alla fine pensavo che lui trovasse, accanto al cadavere della moglie, anche il proprio. Sarebbe stato più un racconto alla Allan Poe.

  40. Finale da noir, ma leggo una sottile ironia he attraversa tutto il racconto. Una frase per tutte: ” E adesso al posto del suo profumo la casa odorava di pomodoro bruciato”. A nessun innamorato con il cuore a pezzi può venire in mente una frase del genere, a meno che non sia dotato di senso dell’humor. Davvero bravo

  41. Guarda, anche io la pensavo come Arianna: che fosse tutto un “sogno” dell’anima del poveretto.
    Bello, coinvolgente e decisamente “secondo coscienza”: tutto torna e fila, sembra tutto vero e poi? Colpo di scena finale, che destabilizza chi legge. Grandioso!

  42. Grazie Arianna! Effettivamente al finale che hai immaginato tu non avevo pensato. Poteva essere una buona alternativa. Tra l’altro io amo E. A. Poe. Grazie ancora

  43. Grazie Anna Lisa e Ottavio! Mi fa piacere abbiate apprezzato il racconto

  44. Ciao Matteo, noi abbiamo la partecipazione comune in Racconti nella Rete del 2013; tu nei racconti con “Wally” – 46 commenti !!! – e io con il Corto “Il perdono” – 27 commenti. Complimenti! A ottobre ci vediamo a Lucca.
    Emanuele

  45. Matteo ma siamo vicini di casa????????
    Tanti tanti complimenti!!
    A presto!

  46. Ciao Matteo, ho visto ora l’elenco dei vincitori e sono stata contenta di vedere il tuo nome, ti ricordo dai tempi di Wally anche io 🙂
    Questo tuo racconto mi era sfuggito mentre avevo letto gli altri. Complimentissimi per la vittoria e per il racconto attuale, ben costruito e con il tuo tipico finale spiazzante!

  47. Gent.mo Matteo, abbiamo già avuto il piacere di commentarci durante lo svolgimento del concorso. Complimenti per la meritatissima vittoria. Sarò lieta di conoscerti a Lucca. Maria

  48. Complimenti Matteo, sono molto felice della tua vittoria!

  49. Vittoria meritatissima per un racconto che oltre ad essere bello, è davvero scritto bene! Complimenti!

  50. P.S. sono davvero curiosa di conoscerti a Lucca 🙂

  51. Con colpevole ritardo vi ringrazio tutti per i complimenti e le belle parole! Sarà un piacere conoscere i vincitori a Lucca! In particolare ringrazio Cinzia Colantoni che ha vinto nel 2013 con “Estate”, racconto che ricordo ancora bene. Grazie Cinzia e grazie a tutti!! Adesso recupero i racconti che non ho ancora letto. Buona estate!!

  52. Complimenti Matteo, questo racconto era nella mia top 25!

  53. Grazie di cuore Lidia!!!

  54. Complimenti ancora! Un racconto perfetto, meritatamente premiato. Sarà un piacere poterti conoscere

  55. Bravo, hai costruito in poche righe un piccolo noir con finale a sorpresa fluido e ben articolato.

  56. Un racconto intenso, scritto magistralmente, perfetto nell’intreccio fino a sbalordire con il finale a sorpresa. Il linguaggio, carico di metafore, mi aveva indotto a scambiare l’afflizione da rimorso, di chi possiede una coscienza, per la psiche del deluso d’amore.
    Credo di avere scorto una morale: occorre saper dominare gli impulsi e confinare eventuali omicidi nei fine settimana, quando nessun assillo lavorativo potrà impedirci di celare accuratamente le prove di un misfatto. Certo, se il marito avesse letto lo scritto di Michela Rossi avrebbe quantomeno nascosto la salma nella lavatrice, garantendosi un’esistenza devastata dai sensi di colpa, ma al riparo dalla giustizia terrena.
    Mi farà molto piacere conoscerti a Lucca.

  57. Mi piace parecchio il tuo modo di scrivere e di raccontare, un racconto intenso e tragico, fino all’apice di tristezza nel finale, eppure una considerazione veritiera sui temi forti che popputo ad oggi ci stanno sempre più circondando.
    Complimenti per la vittoria, ci vediamo a Lucca!

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