Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2015 “Mareggiata” di Maria Beatrice Berti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

La spiaggia quel giorno era battuta da un vento forte. La sabbia veniva trascinata via, leggera.

I cavalloni si fracassavano uno sopra l’altro, inseguendosi senza tregua. Un cielo basso, scuro, squarciato a tratti da baluginii, preannunciava pioggia.

Respiravo voluttuosamente l’aria fresca di salmastro, osservavo con avidita’ il paesaggio scosso e disuguale. Lungo la riva, ad intervalli, la straccaglia si raccoglieva in mucchi disordinati. Conchiglie perlacee e pezzi di legno lavorati sapientemente dal mare, trasportati dalla furia.

Improvvisamente ti ho scorto. Di spalle, i capelli bruni ondeggianti, una sacca di traverso, raccoglievi con cura materiale per le tue collezioni.

A tratti l’acqua ti lambiva i piedi ma tu procedevi come altre volte, noncurante.

Sorridevi. E il tuo viso era rischiarato dal riverbero, da quell’aria strana, serenamente tempestosa e spettrale.

Una sera qualsiasi, ora crepuscolare, di inizio primavera.

L’orizzonte prometteva qualcosa di imminente. Grosse gocce iniziarono a cadere ma io rimasi a guardarti, poco distante.

Desideravo avvicinarmi, rivedere quel sorriso che ti illuminava gli occhi. In modo cosi’ speciale.

“Mi sono innamorato di questa donna perche’…..beh, ci sono tanti motivi affinche’ questo accada.

Intanto la sua solarita’, che e’ una forma di bellezza.

Certo, la sua bellezza. Alta, gli occhi castani quasi sempre brillanti di entusiasmo e un sorriso incredibile.

Un corpo snello e lunghi capelli neri che si posano in riccioli sulle spalle.

E una bella testa, interessante.

Quando l’ho conosciuta amava molto i libri ed era sempre pronta allo scherzo. Amava molto la gente. E parlare.

Era attiva politicamente. Insomma, tutto il contrario di me. Io non amo molto mischiarmi alle cose e alle persone. Sono un solitario.

Non voglio dipendere da niente e da nessuno, non mi interessa esternare l’amore che provo per questa o quella idea.

E anche a lei non dicevo piu’ di tanto. Potrebbe aver letto nei miei occhi, anzi sicuramente non avra’ avuto problemi a farlo.

Nei miei occhi ha visto tutto quello che c’era da vedere.

Ammirazione, rispetto, desiderio, considerazione, amore…….e la sua immagine riflessa. Quella vera. Quella che mi rimandava lei. Di una semplicita’ sconcertante.

Non e’ mai stata facile alle lacrime e anche questa cosa ho apprezzato in lei. Inoltre non si scoraggiava facilmente di fronte alle difficolta’. E pure questo, inutile dirlo e’ un punto a suo favore. Penso che la frivolezza non abbia fatto mai parte della sua vita, neppure prima che la conoscessi.

Ci siamo conosciuti per caso. Un viaggio in comune, sul treno. In mezzo a tante persone. La sua borsa e’ caduta a terra e io mi sono chinato a raccoglierla. Lei mi ha ringraziato con un sorriso e io non ho capito piu’ nulla. E’ cosi’, non mi vergogno a dirlo. Ora. Non glielo ho mai detto ma credo sia stato abbastanza evidente. Penso che l’abbia capito a suo tempo. Un sorriso che conquistava in secondi, perche’ a sorridere nonn era soltanto la bocca ma tutto il viso. E gli occhi. Sotto gli occhi si formano delle pieghe sottili che tutte le volte mi fregano. E anche quella volta li’. Ho cercato con garbo di trovare un argomento e prolungare la conversazione, guardandola negli occhi. E lei non ha obiettato. Mi ha parlato con entusiasmo del viaggio che aveva intrapreso e dell’appuntamento che aveva con certi amici, una volta vicino al confine, per proseguire assieme a loro in macchina.Un viaggio di venti giorni in tutto: Tra Francia e Spagna. Dove avrebbe trascorso la maggior parte del tempo. Aveva gli occhi sognanti……si’, sognanti. Ed era uno spettacolo bellissimo. Era vestita da viaggio, una camicia lunga, una giacca di cotone scura e un paio di jeans. E quel viso da sballo. Lievemente abbronzato, e aperto, cordiale. Privo di trucco. Una donna vera.

Sara’ per questo che sono qui oggi. E tutti i prossimi giorni. Davanti a questa foto dove la pioggia frequente da queste parti batte spesso, vivace. E il sole getta i suoi raggi piu’ focosi. Qui, in aperta campagna dove in inverno le mattine sono bianche di brina e in estate la calura e’ assordante. Dove neppure i quaranta gradi dell’agosto appena trascorso mi tengono lontano. Dove i fiori appassiscono e ne porto ogni giorno. Ogni giorno. Di nuovi, di seta, di grandi, di campo. Quelli che preferiva lei. Arrivo qua in bici, le nostre canzoni preferite nelle orecchie diffuse dagli auricolari. E il suo sorriso in mente. Un sorriso che conquistava in secondi, perche’ a sorridere non era soltanto la bocca ma tutto il viso. E gli occhi. Sotto gli occhi si formano delle pieghe sottili che tutte le volte mi fregano…….”.

Rimasi dove mi trovavo, invece. Ora pioveva decisamente forte ma tu continuavi a camminare lungo la riva. Gustandoti quel momento, intensamente. Amavi la pioggia, il tempo scuro, il mare spumeggiante bufera.

Il vento non mi dava tregua. Portava con se’ la commozione che segnava il mio viso, strapazzato dal sale. Ma era necessario tornare qui. Trovare con fortuna estrema un giorno come questo.

Gelido, grigio, col mare urlante di gioia rabbiosa. E vita. Nello stesso tempo.

Perche’ tu eri vita. E te ne stavi li’, priva del colore di un addio.

Il tuo sorriso entusiasta, lo sguardo sognante. Perso. Nelle ombre della sera.

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12 commenti »

  1. Molto bella la descrizione in parallelo della donna e delle emozioni da lei suscitate. Interessante il finale, perché lascia al lettore la libertà di continuare ad immaginare.

  2. Due sono i momenti, in questo racconto. La storia dell’incontro con la donna e quello della descrizione dei luoghi, quando l’amarezza dei ricordi prende il sopravvento. Quest’ultima è particolarmente bella e molto poetica. Mi ha fatto piacere leggerlo.

  3. Maria Beatrice, l’incipit è intenso e carico di vocaboli altisonanti ma comunque sapientemente appropriati. Il ritmo iniziale sembra essere come al rallentatore per poi divenire fluido e cadenzato da un’epifania di sentimenti e sensazioni. Bellissima immagine della “mareggiata” anche in senso figurato. Racconto interessante…
    In bocca al lupo! ..non mi dispiacerebbe se riuscissi a leggere il mio racconto dal titolo “Io sono la mente, il corpo faccia quello che vuole”, grazie.

  4. Maria Beatrice un racconto intenso con profumi e colori a me familiari.
    “Entrare” nei ricordi attraverso il mare che eterno cambia forma con le stagioni, lo faccio anche io….
    Tanta malinconia e dolcezza, semplicità senza voler cercare “troppo”.
    Brava:-)

  5. Io colgo le espressioni dell’innamoramento dell’uomo, incredulo, delicato, intenso e consapevole della bellezza del sentimento. Il mare, il cielo e la natura ci danno le immagini che vivono in noi e tu ci fai rivivere questi momenti. Brava.
    Emnauele

  6. Complimenti per la vittoria, Maria Beatrice.

  7. Un racconto che nelle ultime cinque righe diventa poesia. Bravissima. Ci vediamo a Lucca.
    Emanuele

  8. Complimenti Maria Beatrice ho letto.nuovamente con piacere il.tuo bel racconto ci vediamo a Lucca!!!

  9. Pregevoli le descrizioni della natura e dei sentimenti, che si fondono nella celebrazione di una perdita.
    Mi è molto piaciuto il tuo romantico racconto. Complimenti.

  10. Bel racconto! Mi ha fatto pensare, anzi vedere, una serie di quadri in successione. Sarà merito dei colori e dei profumi, o forse dei ricordi disegnati da una memoria profonda e capace. La mareggiata forse è proprio l’onda dei ricordi a cui non si sa resistere. Complimenti

  11. Un quadro dipinto da una descrizione incredibile e bellissima, mi hai fatto essere lì… odori, colori, profumi, ho vissuto quelle sensazioni.
    Mi piace parecchio il modo in cui scrivi… complimenti per la vittoria! Non vedo l’ora di conoscerti a Lucca.

  12. Il tuo racconto mi ha commosso. Così forti le parole dell’amore e della nostalgia, che è amore distillato quando, per qualche motivo infausto, lo perdi. Complimenti Maria Beatrice. Spero di incontrarti a Lucca anche se sei di domenica.

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