Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “L’uomo invisibile” di Jacopo Mondini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

28 maggio 2014. Quartiere di periferia di una nota città nel nord Italia. Un uomo sta seduto in silenzio nella cucina del suo appartamento e guarda fuori dalla finestra mentre fuma una sigaretta. Appoggiato sul tavolino accanto alla sua tazza di caffè, c’è un piccolo Tablet. Improvvisamente s’illumina il display, comprare la foto di un tizio e tutti i suoi dati personali, nome, cognome indirizzo, età. L’uomo fa scorrere con le dita le finestre e legge con attenzione tutte le informazioni riportate sulle schede. Poco dopo lascia l’appartamento e si fionda nel traffico. Sta guidando in macchina, volume della radio medio e sigaretta nuovamente tra le labbra. Ascolta un dibattito radiotelefonico sulla crisi del lavoro, della politica e della società. Scruta con attenzione le vie che imbocca alternando degli sguardi veloci verso il Tablet sul sedile a fianco che indica un percorso ben preciso da seguire. Arriva a un grande parco. Posteggia e si addentra a piedi lungo il viale alberato. Si guarda attorno molto attentamente camminando tra famiglie e bambini che giocano e corrono. Nota in lontananza un altro gruppetto di bimbi, cinque soltanto. Se ne restano isolati dal resto della gente. Un uomo, alto, brizzolato e vestito in maniera molto elegante si avvicina al gruppo, si abbassa in ginocchio per scambiare due chiacchiere, sorride e gli offre caramelle e cioccolatini. Fa un gioco di prestigio con le carte e i bambini scoppiano a ridere, anche lui ride, poi, con disinvoltura accarezza le spalle ad alcuni di loro, continua così per qualche secondo fino a quando tutti si alzano e corrono via per andare a giocare da un’altra parte. Resta indietro la più piccola del gruppo, lui l’afferra di scatto da un braccio e la bimba rimane smarrita da quel gesto. L’uomo silenzioso che ha visto tutta la scena infila velocemente la mano sotto la giacca, in contemporanea con quell’uomo elegante che dopo pochi secondi estrae per primo il peluche di un elefantino e lo dona alla piccola che sorridente cerca di prenderlo. L’uomo elegante le fa resistenza, glielo porge poi lo ritrae tenendo sempre il braccino stretto. La bimba comincia a infastidirsi per quel gioco così ambiguo. Una donna chiama più volte da lontano sua figlia, la bimba si volta, l’uomo elegante la lascia correre via con il peluche. Nell’intanto l’uomo silenzioso si è avvicinato abbastanza da farsi vedere ma non viene notato, è come fosse invisibile. L’uomo elegante a passo svelto si allontana.

Lo vediamo poco dopo rientrare nel suo lussuoso appartamento, si accorge subito che qualcosa non va, carte da gioco sono cosparse in terra e formano una pista che lo conduce fino al salotto. Sul tavolino in cristallo al centro della sala ritrova il suo elefantino appoggiato sopra. Ad aspettarlo c’è l’uomo silenzioso che senza esitare lo uccide con un colpo di pistola dritto in fronte. Appena cade in terra, si accende il display del Tablet. Vediamo che il tizio giustiziato è lo stesso della foto. In fondo alla scheda c’è una nota che conferma il reato di pedofilia.

Il giorno seguente l’uomo silenzioso esce dal suo monolocale lasciando un mozzicone fumante nel posacenere. Parallelamente vediamo una ragazza molto bella e giovane sdraiata sul letto seminuda in dormiveglia. È intontita da droghe pesanti, accanto a lei un ragazzo parla al telefono con un marcato accento straniero. Sente un rumore vicino alla porta. Insospettito, corre a vedere cosa succede mettendo fuori la testa. Non c’è nessuno, il corridoio è vuoto. Rientra in stanza e chiude la telefonata. Pochi secondi e sente ancora un rumore indefinito dietro la porta. Si affaccia nuovamente e trova l’uomo silenzioso che con un solo colpo di pistola in fronte lo uccide. Un secondo dopo, sul Tablet compare la foto del giovane appena morto, in fondo ancora la nota che evidenzia il reato di sfruttamento della prostituzione.

Una luce bianca si accende e l’uomo silenzioso si ritrova in una stanza vuota e asettica. È illuminato soltanto lui, attorno c’è il buio. È al centro e indossa una tuta aderente e un casco ermetico. Si avvicina un dottore con un lungo camice bianco, probabilmente uno scienziato che gli comunica i successi conseguiti. L’uomo, che fino allora era rimasto in silenzio, si toglie il casco e comincia a parlare. Spiega come nello spazio temporale delle sue missioni ha avvertito la sensazione di essere diventato invisibile. Lo scienziato lo rassicura confermando che grazie a una nuova e sperimentale tipologia di teletrasporto, l’agente incaricato di muoversi nel passato, ha un vantaggio di tre minuti sul tempo reale prima di essere visto dalla sua preda. Più si avvicina alla persona da eliminare e prima diventa invisibile ai suoi occhi, ma solo per centottanta secondi. Il pedofilo e il magnaccia erano semplici esperimenti, due dei tanti elementi da sacrificare in questo programma e altri ancora ce ne saranno per riuscire ad aumentare il lasso di tempo che darà la forza all’uomo silenzioso di muoversi come uno spettro. Lo scienziato accende un grosso monitor e cerca nella cronologia mondiale dei decenni passati, la notizia in cui si parla di un misterioso giustiziere che agì sessant’anni prima in Italia. Come si può notare gli eventi della storia sono cambiati e la finalità è quella di fermare con tutti i mezzi possibili e nella data prestabilita, i tiranni che hanno costretto la maggior parte della popolazione mondiale a vivere sottoterra. Altri agenti del tempo arriveranno e si eserciteranno perché tre minuti ancora non bastano.

 

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6 commenti »

  1. Trovo originale e forse profetico il racconto rivolto all’impiego di nuove tecnologie. Inserirei alcuni dialoghi per rendere la vicenda interessante più fluida.
    Complimenti.

  2. Ti ringrazio tanto Emanuele per il tuo commento. Concordo con l’idea dei dei dialoghi, nella parte finale potrebbero arricchire l’atmosfera. Grazie ancora.

  3. È il sogno proibito di tutte le brave persone: un giustiziere che ripulisca l’umanità da elementi di disturbo. Come sarebbe bella la vita senza le perversioni!
    Angela Lonardo

  4. Bel racconto, o meglio, bello spunto per allungare la storia con dialoghi e spiegazioni. Ci starebbe tutto un pre e decisamente molto post… personalmente lo avrei intitolato “Tre minuti ancora non bastano”.

  5. Grazie Angela, ebbene si, è una fantasia ricorrente e il bello che il nostro giustiziere si sta solo esercitando per una preda ancora più grossa.

  6. Grazie Roberto. Il linguaggio è quello del soggetto cinematografico diciamo, asciutto ed esplicativo nelle azioni. Qualche dialogo nel finale senz’altro non guasterebbe, a questo punto largo alla fantasia di chi legge. Molto accattivante il titolo consigliato. Alla fine verte tutto sul tempo.

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