Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2014 “Vivi e lascia Vivere” di Emanuele Rossi

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

EXT. CORTILE – GIORNO

Un numero sostenuto di persone é in fila ordinata in attesa del proprio turno. In piedi nel mezzo del cortile un uomo con voce alta e cantilenante dà istruzioni alla folla:

<Mettetevi in fila; prendete un questionario; compilatelo e dopo averlo consegnato verrete chiamati per nome e cognome.>

La coda di persone converge a un tavolino di legno sul quale si trova una pila di fogli; c’è una donna a presidiarlo, ha il compito di consegnare e spiegare come compilare il questionario; chi lo riceve viene poi invitato ad accomodarsi in un’altra zona del cortile. Una terza voce fuori campo chiama per nome i pazienti che vengono introdotti nel garage del cortile.

INT. GARAGE

Un uomo dall’aria indaffarata e fare sbrigativo è seduto a una scrivania improvvisata e armeggia con un computer e una serie di fogli. Sulla parete del garage, a fianco della scrivania, è affisso uno schermo collegato al PC. A prima vista lo schermo appare spento. Dietro al piccolo ufficio un secondo personaggio (colui che urla il nome del paziente chiamato a entrare) sta in piedi a braccia incrociate e sembra attendere istruzioni.

– A ogni paziente in entrata il Signore della scrivania chiede di consegnare il questionario compilato. Il primo è un uomo; rivolto al Signore della scrivania congiunge cerimoniosamente le mani e fa un veloce inchino, quindi gli si siede di fronte. Il Signore allunga una mano senza distogliere lo sguardo dallo schermo, il paziente gli porge il foglio.

Leggendo il nome a voce alta dal documento digita qualcosa sulla tastiera e rivolge poi l’attenzione al resto del questionario, dispiegandolo sapientemente come fosse una pergamena. L’uomo davanti a lui sembra ansioso di ricevere un responso. Qualche secondo d’esame attento e il Signore annuisce soddisfatto, ricomincia a digitare sulla tastiera e batte invio. Sullo schermo alla parete compare improvvisa una scritta: “AMORE”. Rapido, l’uomo che stava in attesa alle spalle del capufficio si anima ed esce dall’inquadratura dello schermo; rientra dopo pochi secondi accompagnando una donna. L’uomo seduto davanti alla scrivania si alza raggiante, la donna gli si avvicina e lo abbraccia entusiasta. Invitati ad uscire, si allontanano sorridenti mano nella mano.

– L’urlatore chiama il successivo paziente ed entra una donna che solennemente si accomoda sulla sedia. Si ripete la consegna del questionario, la fase di studio e la comparsa del responso sullo schermo; la parola questa volta è “FEDE”. Ancora il Magazziniere esce dall’inquadratura e ricompare con un libro e un crocifisso di legno; li consegna alla donna che portandoseli al petto con un inchino esce dal garage ringraziando a mani giunte.

– Il terzo a essere chiamato è ancora un uomo. Alla lettura del questionario il Signore annuisce, digita sulla tastiera e la parola che compare sullo schermo è per la seconda volta “AMORE”. Il Magazziniere esce dall’inquadratura, ma il Signore lo richiama a sé sussurrandogli qualcosa; l’altro comprende, esce e rientra accompagnando un secondo uomo. Il paziente appare inizialmente contrariato, disorientato. Fa per accennare una protesta, ma il Signore lo guarda indulgente e le sue ritrosie scompaiono del tutto quando l’altro uomo lo abbraccia. Liberando un sorriso che pare una ammissione, il paziente esce di scena con il compagno.

– Entra quindi una donna con in mano uncinetti e gomitolo di lana, un tipo particolare e dall’aria ansiosa; la donna corre a sedersi di fronte alla scrivania e porge con grande premura al Signore il questionario e un maglione rosso accuratamente piegato, un caldo omaggio per l’inverno. Il Signore ringrazia sbrigativamente, quindi seguendo il solito procedimento digita sullo schermo la parola “FEDELTÀ’”. Il magazziniere rientra in scena trascinando un cane al guinzaglio che si lancia festante sulla donna. Soddisfatta e molto riconoscente accarezza la bestiola scodinzolante ed esce di scena.

Il signore della scrivania accompagna l’uscita della signora con lo sguardo. Alla sua uscita rivolge l’attenzione al maglione e lo dispiega alzandolo a mezz’aria, perplesso. Il maglione è della taglia giusta per un bambino, evidentemente troppo piccolo per lui; continuando a reggerlo si volta dal magazziniere che di fronte a quella scena scoppia in una risata. Il signore accenna un sorriso e getta il maglione in faccia all’amico, indicandogli quindi di proseguire con le chiamate. (Nelle scene successive il Magazziniere indossa divertito il piccolo maglione rosso)

– E’ il turno di un Uomo alquanto agitato, non ha l’aria di sentirsi bene. Si siede di fronte al Signore della scrivania e inizia a fissarlo. Come solito il Signore allunga la mano per farsi consegnare il questionario senza distrarsi dallo schermo, ma l’Uomo davanti a lui non sembra accorgersi del gesto e rimane immobile a guardarlo. Di fronte all’esitazione del paziente il Signore è costretto a insistere chiedendogli infastidito il foglio, senza mai alzare gli occhi. Come a riprendersi da un sonno veglio l’Uomo consegna  rapidamente il questionario. Il Signore comincia l’esamina del documento, ma pare metterci più tempo del solito. Lo rilegge ancora una volta e una ancora. L’Uomo di fronte a lui è immobile e silenzioso, quasi trattiene il fiato. Il Signore della scrivania abbassa finalmente il foglio e fissa il suo sguardo in quello del paziente con incredibile serietà.

SIGNORE DELLA SCRIVANIA

<Sono cotretto a ricordarle le conseguenze. Ne è proprio convinto?>

L’Uomo annuisce impassibile.

SIGNORE DELLA SCRIVANIA (CONT’D)

<Il prezzo lo pagheranno in molti. Lo capisce?>

I due sguardi si incontrano ancora una volta, in una battaglia di determinazione. Preme quindi i tasti del computer e una parola compare sullo schermo. La parola è “VENDETTA”.

SIGNORE DELLA SCRIVANIA (CONT’D)

<Devi in ultimo sapere…>

L’Uomo balza in piedi facendo rotolare la sedia e fulmineo estrae una pistola, la punta al Signore della scrivania.

SIGNORE DELLA SCRIVANIA (CONT’D)

<…che da allora non ho avuto più una notte senza incubi>

Il colpo parte e si infrange nel petto del Signore, poi ancora un secondo e un terzo esplode nella sua fronte. Il Magazziniere si getta sul paziente che ha abbassato la pistola ormai inerme.

EXT. CORTILE

L’inquadratura passa repentina al cortile dove si vedono le persone terrorizzate disperdersi e i due addetti gettarsi all’interno del garage

(Dissolvenza-Buio-Dissolvenza) L’immagine successiva è ancora sul cortile e mostra la folla che si è ricompattata e desidera essere ricevuta. Uno degli addetti però chiude le porte del garage, dal quale esce in ultimo il Magazziniere(con ancora indosso il maglione rosso) e l’altro addetto che accompagnano fuori l’Uomo.

L’addetto che prima dava indicazioni alla folla urla:

<Signori si chiude. E’ tutto finito.>

La folla rumoreggia; diventa poi un coro di urla, di recriminazioni, di insulti. L’assassino viene trascinato via dai due addetti, ma la folla non è disposta ad accettare un prezzo senza sconto. A spintoni i due addetti vengono ricacciati e l’uomo è catturato dalla folla.

INT. BOX

L’inquadratura passa dalla scena della folla violenta alla visuale della scrivania e dello schermo sulla parete. Si percepiscono le urla che provengono dall’esterno mentre il locale è deserto e tutto è spento. D’un tratto lo schermo sulla parete si attiva e compare a intermittenza una scritta inizialmente illeggibile, ma che si fa ad un tratto chiara: “VENDETTA”. (rumore in crescere delle urla dall’esterno)

Quella indotta, desiderata e infine ottenuta dalla folla.

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2 commenti »

  1. Soggetto originale: un Consultorio affollato con un Risolutore Informatico.

  2. Un soggetto perfetto per un corto surreale. Non so perché mi fa venire in mente Pasolini.
    Angela Lonardo

    p.s. fammi sapere cosa pensi del mio racconto “Il ragazzo della frutta”

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