Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “La soluzione” di Anteo Damiani

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Successe alcuni anni prima del disastro.

Una coppia di sociologi, il dottor V. P. e la dottoressa E. S., decisero di sperimentare alcune tracce formulate a partire dall’analisi sociometrica di Jacob Levi Moreno.

L’impresa consistette nella creazione di una grande clessidra in vetroresina, semitrasparente e alta ben quarantasette metri.

-si organizzeranno per non scivolare nel vuoto!- ripeté entusiasta il marito alla moglie, da mesi occupata a rassicurare colleghi e comunità scientifica più che a rendere tondo tondo il progetto.

V. P. parlò di trecentotre esseri umani da inserire all’interno dell’immensa costruzione in vetro dotata, naturalmente, di un sistema di ventilazione controllata. E. S. ebbe giusto il tempo di verificare gli ultimi aspetti legati alla stabilità della struttura.

Quel fatidico giorno arrivarono novantacinque persone.

In cima alla clessidra l’ingresso perfettamente circolare attendeva i candidati in tuta. Così il primo soggetto s’inserì nell’immenso oggetto e scivolò dolcemente verso il foro mediano, misurato sulla grandezza di due persone abbracciate.

I due sociologi notarono la piramide tremolante solo dopo l’ingresso dell’ultima cavia.

Interessante, constatarono.

Neanche un’ora e un robusto uomo di mezza età, troneggiante sull’intera figura, suggerì a gran voce di scivolare nell’altra metà della clessidra, profetizzando le pareti superiori della parte inferiore come più delicate e facili da infrangere.

Lo avrebbe fatto lui con i pochi altri in alto, le avrebbe infrante per poter liberare tutti dalla fredda e opprimente situazione.

-Non v’è altro scopo che sfuggire a questa condizione, è chiaro!- urlò l’uomo spalleggiato dagli individui su cui i suoi piedi poggiavano.

Il tono perentorio dell’uomo, e complice la carenza circolatoria dei molti, riuscì perciò a smuovere il blocco umano.

Una volta che il corpo centrale fu convinto, cominciò infatti a scalciare e spingere la base della piramide con tanta violenza da creare in pochi istanti una vera carneficina. In molti non sopravvissero alla caduta, e solo quell’humus di carni umane in fin di vita poté attutire le successive discese in terra.

La piramide ancora c’era, solo più piccola. La clessidra pure, sempre indistruttibile. I tre in cima, non contenti della nuova sconfitta, cominciarono ad accusare l’indolenza della base, incapace di sostenere l’avanguardia verticale più in alto.

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1 commento »

  1. Un breve racconto che si inserirebbe tra i “sessanta racconti” di Buzzati senza fare una piega. Bello, essenziale. Da leggere almeno tre volte pima di iniziare a riflettere!

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