Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “Il criceto” di Stefano Morleschi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Un anno fa più o meno, un martedì, è morto il criceto.

Giorno di festa nazionale, eravamo tutti in casa.

Si era sentito male di primo mattino, ad accorgersene era stata mia moglie, la prima ad alzarsi.

Lo aveva visto ansimare, disteso su un fianco, nella gabbietta che gli avevamo destinato sul baule, nell’ingresso.

Ne ero stato subito informato e con gli occhi ancora mezzo impastati di sonno consideravo, dall’alto del

mio quasi metro e ottanta, l’ansimare della povera bestiola.

Sembra stia davvero male…-

Intanto era pronta la colazione, e nell’aria si spandeva un buon profumo di caffé.

Il povero criceto, però, soffriva.

Ci venne in mente di telefonare ad un nostro ex vicino di casa, veterinario, che da non molto tempo si era

trasferito poco distante. Si trattava di un burbero gentile.

Quanto tempo ha?-

Lo avevamo con noi da circa tre anni.

Tre anni…più o meno-

Allora è venuto il suo momento. Tanto dura la vita di questi animali-.

Salutammo, ringraziammo l’ex vicino.

Un attimo dopo, il criceto tirò un lungo sospiro e morì.

Lo seppellimmo più tardi, in un angolo di campagna, lì attorno. Un mucchietto di terra. Al posto dei fiori, una

foglia d’insalata.

Era una delle prime belle giornate di primavera, dopo un inverno rigido. Dappertutto, dominavano il verde e l’azzurro.

Squilli di trombe e corone di fiori, discorsi a tutto spiano, avevano poi accompagnato in TV le celebrazioni per il

resto della patriottica giornata.

Prima di coricarmi, quella sera, pensai al criceto. Era l’ora in cui, di solito, sentivo la ruota girare.

Per farlo contento bastavano un po’ di mollica di pane o una foglia d’insalata.

Proprio in quel periodo, qualcuno che mi era davvero caro era mancato.

Mi era così capitato di dialogare con fredde lapidi, commuovermi a funerali, eppure nulla come l’ultimo sospiro del nostro piccolo amico aveva tracciato in modo così netto, davanti ai miei occhi, il semplice confine della vita.

L’onesta resa di chi cede- la mente sgombra-ad una troppo lunga, non più sostenibile fatica.

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5 commenti »

  1. Il racconto è la cronaca di una giornata che si apre con la sofferenza e la morte del criceto “un piccolo amico” mentre alla sera c’è il momento delle riflessioni sull’evento “morte” dopo le fasi importanti o meno della giornata. E noi uomini dobbiamo abituarci al pensiero della morte. Bel racconto scorrevole.

  2. Semplice, essenziale, intenso. A modo suo, coraggioso, proprio per quella linearità di stile che lo contraddistingue. Un invito all’autenticità dei sentimenti, un ritorno al sentire semplice e genuino in una vita in cui siamo – ricordiamocelo!- solo di passaggio.

  3. La morte è qualcosa che fa parte della vita. E sia nel caso di una persona veramente cara, sia nel caso del piccolo amico ha un significato…
    Il racconto mette in luce con semplicità, tenerezza e schiettezza della vita vera questo significato.

  4. Chiunque abbia avuto un criceto ed abbia assistito alla sua improvvisa morte ( e’ capitato anche a me) non ha potuto fare a meno di fare delle valutazioni analoghe; sottolineando l’improvvisa piccola ma comunque importante assenza improvvisa. Bravo, un breve racconto ma efficace.
    marco

  5. Chiunque abbia avuto un criceto ed abbia assistito alla sua improvvisa morte ( e’ capitato anche a me) non ha potuto fare a meno di fare delle valutazioni analoghe; sottolineando l’improvvisa piccola ma comunque importante assenza. Bravo, un breve racconto ma efficace.
    marco

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