Premio Racconti nella Rete 2014 “Martina” di Giovanni Fioret (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014Martina era una bambina di sette anni.
Era molto carina, con lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri, la pelle chiara sembrava fatta di madreperla, come l’interno delle conchiglie.
Viveva in una bella casetta vicino al fiume, ai piedi di una collina su cui cresceva un bel bosco. A Martina piaceva fare lunghe passeggiate, in quel bosco, sui cui alberi vivevano tanti uccellini colorati che cantavano e cinguettavano tutto il giorno. Le piaceva molto anche giocare in riva al fiume, lanciava i sassi piatti nell’acqua, facendoli rimbalzare più volte. A volte si costruiva una canna da pesca, con un lungo bastone che trovava nel bosco, ed un bel pezzo di filo, che prendeva dal cestino del ricamo della mamma. Naturalmente non riusciva mai a pescare niente, perché non c’era l’amo, e neppure il vermetto a fare da esca, ma lei si immaginava di catturare pesci sempre più grossi, con denti enormi e colori sgargianti. Martina era una bambina tanto buona e gentile, però quando voleva una cosa, faceva i capricci finchè la mamma, oppure il papà, non la accontentavano.
Ogni volta che andavano a fare compere era la stessa storia : c’era sempre un gioco che lei non aveva, e che voleva a tutti i costi, oppure, se lo aveva già, era vecchio ed era ora di cambiarlo. Una volta voleva le scarpette rosse lucide, un’altra volta voleva le patatine, un’altra volta doveva assolutamente fare un giro sulle macchinine del centro commerciale, insomma non era mai contenta. Oramai in casa era pieno di giocattoli di ogni genere, in ogni stanza si camminava sulle bambole o sulle costruzioni, che lei lasciava sempre in giro. La sua mamma ed il papà non avevano tanti soldi da spendere, ma per farla felice cercavano sempre di accontentarla in tutti i modi.
La notte di San Lorenzo, quando scendono le stelle cadenti, lei rimase tutta la notte con il naso per aria, guardando fuori dalla finestra della sua cameretta. Ad ogni stella che vedeva cadere, esprimeva un desiderio. Ed il desiderio era sempre lo stesso ! Diceva alla stellina : “ Ti prego, stellina cadente, fai sì che si avveri ogni mio desiderio !! “.
Alla fine, verso mattina, si addormentò, e sognò che una stellina scendeva lentamente fino alla sua finestra, e le assicurava che avrebbe esaudito il suo desiderio, che tanto ardentemente aveva ripetuto.
Quando Martina si svegliò, quel mattino, ricordò il sogno, e si chiese : “ Ma sarà stato solo un sogno, oppure sarà stata realtà ?” e, nel dubbio, formulò un desiderio. Quando scese per fare colazione, in cucina, appoggiata sul tavolo, davanti al suo posto, c’era una scatola avvolta in una lucidissima carta rossa, con un grosso fiocco dorato legato attorno. Martina si sedette al suo posto, ruotando il capo dal pacco alla madre ed al padre, che sedevano ai suoi lati e che la guardavano sorridendo. Ad un cenno del padre, prese il bellissimo pacco, e, quasi con timore, lo aprì piano piano. All’interno c’era una bambola di porcellana, era bellissima, con il viso che sembrava quello di un angelo e gli occhi azzurri che si aprivano e chiudevano quando la muoveva. Era esattamente quello che aveva desiderato ! Con il cuore che le faceva il terremoto nel petto, saltò su come una molla, abbracciò forte la mamma ed il papà, ringraziandoli con un grosso bacio, e corse di nuovo in cameretta sua, stringendo forte a sé la bambola di porcellana. Pensò che forse non era stato un sogno, il suo, e che, forse, ora davvero tutti i suoi desideri si sarebbero avverati, non le rimaneva che provare ! Desiderò una torta gelato. Ed a pranzo trovò una torta gelato coperta di ciliegine candite e fiocchi di panna montata !
Desiderò un nuovo libro di favole. Ed al mattino seguente un grande libro di bellissime favole, tutte le sue preferite, era sul suo comodino, ben incartato ed infiocchettato !
Desiderò una bicicletta nuova, con il cestino davanti, e gli specchietti sul manubrio. Ed il giorno dopo una bicicletta rossa fiammante, con il cestino bianco e gli specchietti cromati era ad aspettarla nel giardino di casa !
Fece la prova con qualsiasi cosa le venisse in mente : un quadretto con la foto di un gattino, un coniglietto nano in una gabbietta a due piani, un piccione ammaestrato che le mangiava le briciole in mano, una pompa per la bicicletta, eccetera, eccetera, eccetera. Funzionava sempre, qualsiasi cosa desiderasse, in poco tempo la trovava già bell’e pronta. Dopo qualche giorno in cui cercò di desiderare solo cose che le servissero, in breve desiderò cose inutili, oppure che aveva già, a volte doppie, se non addirittura triple ! Dopo due settimane, era fuori di sé; non passava un’ora, senza che pensasse “ Voglio quello ! “ oppure “ Voglio quell’altro ! “ ed, immancabilmente, il desiderio si avverava. Dopo tre settimane, non sapeva più dove mettere le cose che le comparivano in ogni posto della casa e del giardino, in ogni momento della giornata, e perfino di notte ! Mucchi di giocattoli erano ammucchiati in camera sua, l’armadio era pieno, e perfino sotto al letto non c’era più posto nemmeno per un paio di calzini ! Nel salotto era tutto ingombro di bambole, carrozzini, pentoline giocattolo, tamburi, trombette e servizi da thè in miniatura. In giardino c’era un vero e proprio zoo di animali che aveva desiderato, anche se non sapeva neanche come fossero fatti ! In più si era tutta coperta di brufoli a causa di tutti i dolci che aveva mangiato, e che continuavano a comparirle direttamente nelle tasche in continuazione. Dopo un mese, non ne poteva più di tutta quella roba che riempiva la casa, desiderò che scomparisse… ma questo desiderio non si avverava….ed anche quando desiderò di avere degli amici, il desiderio non si avverò. Perché gli amici non si possono regalare, e nemmeno fabbricare, bisogna meritarseli, cercarseli e, soprattutto, conquistarli con l’affetto e la gentilezza.
Martina si sentiva sola, e tutti i suoi giocattoli, tutte le cose che aveva, non la rendevano felice.
Finchè una notte, una notte senza luna, si affacciò alla finestra della sua cameretta, e guardò le stelle, cercando una stellina cadente a cui chiedere un desiderio speciale, l’ultimo, giurò !
Rimase tutta la notte a cercare una stellina cadente, e ne vide una sola, piccola piccola, che brillò per un breve attimo nel cielo nero, poco prima che si levasse il sole. Chiese che si avverasse un suo desiderio, un desiderio speciale, e lo desiderò veramente con tutte le forze.
Al mattino, al suo risveglio, si guardò attorno, e scoprì che tutti gli oggetti, i giochi e gli animali che fino alla sera prima riempivano la casa ed il giardino, erano scomparsi ! Corse giù in cucina, e trovò la mamma che preparava la colazione, e volò ad abbracciarla forte forte.
“ Mamma, ho fatto un sogno bruttissimo, poi ho cercato una stellina cadente ed ho espresso un desiderio. “
Mi spiace, Martina, per il brutto sogno. Ma cosa hai desiderato ? Sai a volte questi desideri chiesti alle stelline cadenti, si avverano ! “
“ Ho desiderato di imparare ad essere felice di ciò che ho ! E qualche amico, per giocare assieme. “
“ Hai espresso un bellissimo desiderio, sono sicura che la stellina ti esaudirà certamente ! Ora fai colazione, su, che tra poco arriveranno i nostri nuovi vicini, sono appena arrivati da una città molto lontana, e daremo loro il benvenuto. Sai, hanno due bambini della tua età, chissà, magari potreste diventare amici ! “
E così, in breve tempo, Martina divenne una bambina completamente diversa, era sempre allegra, ma soprattutto, aveva nuovi amici, giocava ore ed ore con i suoi vecchi giocattoli, e si industriava ad aggiustare quelli rovinati. Non chiese mai più un giocattolo, ma gioì fino alle lacrime per ogni cosa le venisse regalata, anche se era una semplice caramella.
Perché sapeva di essersela meritata !
L’esperienza di Martina sia d’aiuto per la crescita dei bambini. Non serve volere più cose, bastano le cose che si hanno e, importante, saper apprezzarle. Bel messaggio da questo racconto per i bambini. Bravo Giovanni.
Emanuele.
Ti ringrazio, Emanuele, del tuo prezioso commento. Avendo due figli piccoli ho pensato di scrivere piccoli racconti che parlassero proprio di loro, in modo che si sentissero parte in causa della situazione e riconoscessero i piccoli vizietti che ognuno di essi, nel loro piccolo, può avere. Mi piacerebbe riuscire a scriverne una serie…se trovo il tempo!
Grazie ancora
Giovanni
Una favola che fa nascere in chi legge la sensazione che quei mucchi di giocattoli ammucchiati, quella stanza così piena che sotto al letto non c’è più posto nemmeno per un calzino, quel salotto tutto ingombro di cose, in fondo, lo riguardano direttamente…. anche se (ahi ahi!) è cresciuto da un pezzo! Difficile per me non stare almeno un po’ dalla parte di Martina, la bambina col vizio dei desideri! Merito della scrittura accurata di questo racconto. In bocca al lupo, Giovanni.
Salve, dunque, secondo me, il tema è pazzesco e quando specialmente descrivi il momento in cui i desideri diventano ingombranti e dannosi ci dai uno specchio di alcuni aspetti dei nostri tempi. Magari ecco, forse ci sarebbe da lavorare un po’ su alcuni parti e sui dialoghi ma l’argomento è davvero forte!!!
Carmen, intanto grazie delle tue parole, e poi…guarda che tutto il racconto, è dalla parte della bambina. In Martina ognuno di noi si può specchiare, magari in piccola parte, magari i nostri sono desideri insoddisfatti, mai realizzati e che mai si potranno realizzare, non desideriamo certo una nuova bambola o una batteria di tazzine da thè in miniatura, ma quanti desideri e sogni giacciono, in fondo ai nostri cuori di adulti…
Forse più che un racconto per bambini, è un racconto per tutti. Dipende un po’ dagli occhi di chi legge.
Grazie di avermici fatto riflettere.
Giovanni
Rosalia, mi fa piacere che lo trovi forte, hai ragione quando dici che mancano dialoghi, è un po’ il mio vizio, almeno quando rimango in misure ridotte. Ho una immaginazione che lavora principalmente per immagini, quindi cerco di renderle visibili con descrizioni semplici ma, spero, efficaci. Sui dialoghi, insomma, ci devo lavorare, ecco. Sul lungo ci riesco, nel breve…mi si secca la lingua !!
Grazie del tuo commento prezioso.
Giovanni
Rosalia, mi fa piacere che lo trovi forte, hai ragione quando dici che mancano dialoghi, è un po’ il mio vizio, almeno quando rimango in misure ridotte. Ho una immaginazione che lavora principalmente per immagini, quindi cerco di renderle visibili con descrizioni semplici ma, spero, efficaci. Sui dialoghi, insomma, ci devo lavorare, ecco. Sul lungo ci riesco, nel breve…mi si secca la lingua !!
Grazie del tuo commento prezioso.
Giovanni
Specchio della società è questo sentirsi sempre poveri di qualcosa.
Favola molto attuale.
Angela
Esattamente Angela, l’insoddisfazione di fondo che si nasconde un po’ in tutti noi e che è alla base dell’esasperazione di molti giovani. Tutti sentiamo che ci manca qualcosa per essere completi, solitamente nei rapporti, nelle relazioni, per sopperire a questo ci rivolgiamo ai beni che possiamo acquistare. Vale oggi come ieri.
Grazie di aver visto la morale nascosta.
Giovanni