Premio Racconti per Corti 2014 “Il pedinamento” di Emanuele Ratti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014Dopo il colloquio avuto di buon mattino alla Porta san Pietro con un professionista, registrato come “Doktor” dall’ufficio, Giorgio iniziò a correre lungo la Passeggiata delle Mura sentendosi in forma e soddisfatto di quel tipo di scarpe.
Correva veloce sulle lastre di basalto e sull’asfalto e, ogni tanto, eseguiva esercizi per tendere i muscoli delle gambe e per darsi delle pause; giunto all’ingresso del Liceo del figlio Pier, salutò Sara, collega del Consiglio d’Istituto e mamma di Fabio compagno di Pier, e si preoccupò di un livido sul volto di lei.
«Lo spigolo della porta», gli disse Sara.
Riprese la corsa, accompagnato dalle musiche ascoltate nelle cuffie del piccolo registratore professionale; poi scelse di sentire i suoni e i rumori della città perché doveva accorgersi del sopraggiungere delle bici e scansare i passanti trovandosi nella zona pedonale del centro.
Scorgendo la locandina della Mostra dei bozzetti, davanti a Palazzo Santini, cambiò la corsa in passo per entrare e portarsi nelle sale delle esposizioni. Vi trovò un solo visitatore che, in abito elegante, portava occhiali scuri; due situazioni contrastanti, pensò, perché il celarsi è opposto al mostrarsi ma, spenta ogni logica, si lasciò stupire dai bozzetti e dai grafici nei colori pastello e nelle tinte sgargianti.
«La fantasia di un artista non può avere limiti nel generare linee e accostare colori. Nel mio lavoro anch’io sono un creativo», si riconobbe Giorgio.
I bozzetti lo incantavano ma alcune parole sussurrate gli catturarono l’attenzione.
«Giungeranno stasera alle diciannove, occorre decidere il percorso tra piazza del Salvatore e la Basilica.» Era la voce di una giovane donna a cui fece eco un uomo dalle tonalità di complice.
«Lascerò i messaggi stasera, alle diciotto.»
Giorgio si spostò per osservare meglio i dettagli del pannello e inquadrò le due persone che gli davano le spalle. L’uomo occhialuto e la signora in abbigliamento sportivo non toccarono più quell’argomento e diventarono estimatori dell’Arte, dal linguaggio forbito.
Uscito in strada, si fermò davanti una vetrina e vide passare Doktor, al fianco di una donna, il cliente che due ore prima gli aveva parlato di questioni di eredità e di proprietà. Era stato un approccio e, il lunedì dopo, avrebbero discusso in ufficio i termini dell’incarico professionale.
Rimase lì fino a quando l’uomo dagli occhiali scuri lasciò l’edificio e si incamminò per la via, allora lo seguì tenendosi a distanza. Scomparso l’uomo dentro il portone di un palazzo antico, Giorgio lesse i cognomi delle famiglie sul quadro dei citofoni e se ne andò di corsa a casa.
Alle diciassette e cinquanta, in tuta da operatore ecologico, Giorgio attendeva l’uscita dell’uomo dal palazzo antico. Nel pomeriggio aveva fatto le prove di tiro con la balestra e non aveva potuto verificare la situazione matrimoniale dei personaggi locali e, dai cognomi dei citofoni, aveva individuato un dirigente di un Ente pubblico. Sulla donna non aveva fatto indagini perché le immagini del cellulare erano confuse.
L’uomo dagli occhiali scuri uscì dal portone alle diciotto e si diresse in piazza del Salvatore dove fece cadere, con circospezione, una busta che spinse con il piede sotto la fontana di Palazzo Tucci e, giunto davanti alla Basilica, pose una busta dietro il basamento della statua di san Paolino.
In strada come operatore, Giorgio seguì quei movimenti e scattò le foto con il cellulare ma non poté intervenire in piazza del Salvatore dove giunsero giovani e ragazze in jeans, in gonne svolazzanti e magliette colorate. Lo slargo si completò di colori, di volti e di voci.
Giorgio agì presso la statua del Santo con lo spruzzino della disinfestazione e entrò in Basilica con la busta, notando che Doktor era giunto al bar in dolce compagnia. Con calma, sfilò dalla busta il cartoncino e, sotto il logo della biblioteca, lesse: «AVETE VINTO LA CACCIA AL TESORO».
«La caccia al tesoro? È iscritto Pier. Vado a rimettere a posto la busta. Non intendo lavorare per Doktor perché non voglio pedinare sua moglie Sara come mi ha appena chiesto con un messaggio SMS. Sarà lui ad avere bisogno dell’avvocato.»
Carinissimo. Con pochi tratti hai delineato un piccolo giallo di famiglia. Il carnefice che chiede conforto contro la propria vittima.
Complimenti!
Decisamente interessante ed intrigante il ritmo del racconto che si svela sul finale. Complimenti
Ciao Emanuele, innanzitutto hai centrato in pieno l’essenza del mio messaggio. Il tuo racconto mi ha incuriosito fin da subito ed il finale è stato degno dell’inizio. Hai esposto una situazione che, a differenza di come si pensi, capita molto spesso. Complimenti (Molto particolareggiate le descrizioni dei personaggi. Bravo)
Suggestivo ed enigmatico, trovo il racconto ricco di spunti da vero noir.
Una storia essenziale e ben congegnata. Inoltre mette bene in evidenza molte delle caratteristiche del racconro d’azione.
Complimenti per la storia,intrigante e scorrevole,cattura e rende. Bravo
Molto carino, ne uscirebbe davvero un bel corto.
marco
Ben scritto ed enigmatico! Saluti, R.S.
Amici, Angela, Alessandro, Marco Ciaramella, Silvia, Ernesto, Luca, Marco Bugliosi e Rosalia, vi ringrazio per i vostri commenti che mi fanno piacere. Auguri anche a voi e un caro saluto.
Emanuele
Gran bel ritmo, e buone capacità descrittive!
saluti
Un bel corto, intreccio avvincente e finale a sorpresa.
Bravo Emanuele!
Clara e Mara, Vi ringrazio per i vostri commenti; gli apprezzamenti stimolano a proseguire e invogliano a migliorarsi anche leggendo i racconti degli altri scrittori.
Emanuele.
Buon ritmo, con un finale a sorpresa che diverte. Non so se corrisponde all’idea dell’autore, ma se dovessi girare io questo corto credo che per il personaggio dell’investigatore “creativo” punterei sullo stile Austin Powers, parodia delle spy stories in stile swinging London. E’ soltanto il mio immaginario, ma è stimolato dai tanti colori presenti (dalle tinte sgargianti dei bozzetti alle gonne svolazzanti delle ragazze) ma anche dal tono del racconto, che l’autore mi pare si diverta a tenere sopra le righe.
Carmen, ti ringrazio per i suggerimenti. Il mio personaggio è un po’ Austin Powers per questa sua creatività o mania di voler indagare dove non gli è richiesto. E’ uno sportivo e un balestriere che passa dalla corsa lungo la passeggiata della città all’ingresso della scuola, ad una mostra, si esercita anche al tiro al bersaglio e capita nei gruppi impegnati in una caccia al tesoro. Il colore e il movimento non stonano in un racconto. Il personaggio dimostra la sensibilità e la dignità, preoccupandosi dei lividi di Sara, collega del Consiglio d’Istituto nella scuola dei figli, e rifiutando di investigare sui movimenti della donna, di cui il marito l’aveva incaricato. E’ il marito di Sara colpevole di tradimento e Giorgio ne è sicuro per la sua creatività, chiamata anche sesto senso, e per averlo visto senza pedinarlo.
Emanuele.
Ha un ritmo incalzante che porta fino al finale con sorpresa divertente. Complimenti
Un ringraziamento particolare per te, Emanuele,
per la tua dedizione e per la qualità di commentatore.
E congratulazioni, per te e per gli altri,
per la menzione speciale della giuria dei corti.
A presto.
😉