Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2014 “Il Giorno delle Nozze” di Francesca Santi

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

Il commissario Vincenzo Diversi sta per sposarsi, ma ha ancora la testa al suo ultimo caso, lo capiamo dai ritagli di giornale sparsi sulla scrivania, corredati da appunti macchiati di caffè: tre omicidi in tre giorni non sono cosa da poco. Accanto alle sue note ci sono anche le partecipazioni che ci svelano i nomi degli sposi (lei si chiama Alda Cusmini). Vincenzo ha già indossato l’abito da cerimonia, ma è irritato da due dettagli storti: il buco nella tasca della giacca e il fatto che non riesce a trovare i suoi gemelli preferiti. L’uomo mette a soqquadro la stanza, ma invano. Dietro un mobile trova un oggetto – molto ben nascosto – che attira la sua attenzione: si tratta di un volumetto molto antico. Sembra un libro di stregoneria, ma è scritto in una lingua incomprensibile e quattro pagine sono state strappate. Mentre Diversi sfoglia il libro, squilla il telefono: è Alda, sgomenta perché non riesce a trovare il suo oggetto blu (un orologio a cipolla dalla cassa smaltata e intarsiata, fermo chissà da quanti anni, che lei porta al collo rovesciato a mo’ di collana). La donna afferma che non può sposarsi finché non ritrova il suo portafortuna. Vincenzo deve confessare di averlo perso: lo aveva sottratto per portarlo a riparare e farle una sorpresa, ma lo ha smarrito. La sposa è furibonda e chiude la comunicazione affermando che il matrimonio è annullato.

Il commissario si precipita alla chiesa di S. Agostino (dove dovrebbe sposarsi) per chiedere consiglio a Nicola, il suo prete, ma trova un sacrestano che non ha mai visto e che si mostra incuriosito dal libro che gli sporge dalla tasca. L’uomo sa di che cosa si tratta: è un grimorio che spiega come ingannare il diavolo, prorogando un contratto scaduto, ma le modalità sono illustrate nelle pagine mancanti. Vincenzo è perplesso, ma salvare il matrimonio è la sua priorità, così decide di andare a cercare l’oggetto perduto nei luoghi che ha frequentato più spesso nei giorni precedenti: quelli dei delitti di cui si stava occupando.

Il commissario si reca alla Torre delle Ore, dove è stato ucciso il primo giovane e dopo minuziose ricerche trova una pagina mancante: l’illustrazione mostra un uomo sgozzato e legato a una campana, proprio come la vittima. In seguito si reca al passaggio nel Baluardo di Santa Maria, dove il secondo cadavere è stato trovato con le ossa rotte e raccoglie un foglio che mostra un uomo calpestato da un cavallo. All’Orto Botanico, dove è stato abbandonato un uomo morto per affogamento, ritrova una pagina che mostra un giovane riverso in un’acquasantiera e l’orologio smarrito, che s’infila nella tasca bucata.

Vincenzo chiama subito Alda dicendole di raggiungerlo in chiesa, ma quando lo sposo arriva vede qualcosa nel punto in cui aveva parlato con il sacrestano… l’orologio gli scivola dal buco nella tasca e cade sulla botola che la leggenda individua come un passaggio per l’Inferno. Sulla pagina è raffigurato un uomo ucciso dalla sposa la prima notte di nozze, strozzato con un ciondolo-orologio identico a quello di Alda. Sul retro del foglio c’è scritto il nome Lucida Mansi, più volte scomposto in vari anagrammi fino a comporre quello di Alda Cusmini.

Padre Nicola rientra in quel momento e Vincenzo gli chiede se può portarlo dal nuovo sacrestano, ma lui non sa di cosa sta parlando.

Subito dopo entra Alda: vedendo il suo orologio si precipita sulla botola, ma non appena lo raccoglie il passaggio si apre e lei scompare sotto gli occhi dei due.

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5 commenti »

  1. Francesca, complimenti per questo giallo immerso in scene magiche che odorano di zolfo. Non ci è dato sapere il vero volto di Alda Cusmini o Lucida Mansi, forse compagna del sacrestano diabolico o vittima predestinata di un rito arcano. Mi chiedo se Vincenzo va considerato fortunato per essere scampato alla morte o se è povero per aver perso la dolce (?)
    compagna.Come tutti i gialli che si rispettano, la soluzione lascia aperte tante domande.
    Emanuele

  2. In effetti la mia intenzione era proprio quella di chiudere la storia in un’atmosfera di sospensione per spingere il lettore a immedesimarsi in Vincenzo (omonimo del primo marito di Lucida, morto in circostanze misteriose): grazie mille per i complimenti, Emanuele!

  3. Inquietante, surreale, molto ben costruito. Se accetti un suggerimento, ti inviterei ad ampliare i passaggi tra un ritrovamento e l’altro, ad arricchire il racconto con particolari che portino più lentamente all’epilogo.
    In bocca al lupo.
    Angela Lonardo

    p.s. fammi sapere cosa pensi del mio racconto “Il ragazzo della frutta”

  4. Grazie! Ho letto il tuo soggetto e l’ho trovato molto bello: è una storia semplice che riesce a emozionare, ben scritta e con personaggi credibili.

  5. Per certi versi mi è sembrato di rivivere, in pillole, alcune pagine de “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Sarà per la presenza del sacrestano, di un libro con pagine strappate, non so spiegarti bene, ma ho avvertito forte questo accostamento e questa sensazione a pelle. Un mini-giallo intrigante e scorrevole, letto tutto d’un fiato. Complimenti. Se volessi leggere il mio racconto “Febbre d’estate” ed esprimere un parere, te ne sarei grato. Ciao Pasquale

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