Premio Racconti nella Rete 2014 “I biscotti di San Biagio” di Marinora Del Signore
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014L’aspetto esteriore del regalo era molto accattivante. Sul foglio blu cobalto si stagliavano gialle panse’ in piena fioritura. Il nastro era morbido, di colore azzurro chiaro, allacciato con un fiocco esuberante.
“ Nostra figlia Luisa non si smentisce mai!” – esclamò Adele. Aprì con cautela il pacco ed i tradizionali biscotti ricoperti di sfere colorate si mostrarono al suo sguardo senza alcuna sorpresa. Seduto al suo fianco, sulla vecchia panchina dell’orto, il marito sorrise. Lei si sentì stringere dentro. Ormai era un po’ lento di riflessi e doveva essere aiutato in tutti i movimenti più articolati. Fortunatamente, aveva il pensiero ancora libero.
“ Ricordi?” – le chiese dolcemente . E i suoi occhi verdi si fecero intensi. Certo che ricordava! Era la festa di San Biagio quando si erano incontrati per la prima volta. Con i pochi svaghi dell’epoca, tutti attendevano con ansia quel giorno. Il piccolo paese si trasformava in un grande circo festoso. Una folla vociante e allegra invadeva come un fiume in piena la grande piazza e le strade limitrofe disseminate di banchetti carichi d’ogni ben di Dio. Musica e insoliti aromi si diffondevano ovunque.
Fu il profumo dei biscotti di San Biagio, freschi di forno, che li fece incontrare. Le loro mani si tesero simultanee all’apparire del vassoio offerto ai passanti. Il primo sguardo, la prima risata. L’intesa che si allunga, cresce col passare delle ore. Adele ripercorse mentalmente le fasi della loro esistenza dal momento in cui il suo destino si era intrecciato con quello di Marco. I momenti felici le sfilarono innanzi, con immagini alterne, che sembravano emergere da un disegno più vasto, non limitato da spazio e tempo. Luci puntate su attimi mai dimenticati, evocati nei momenti bui. Immagini così intense da cancellare ogni dolore, così vere da creare l’illusione di poter tornare indietro.
“ Vuoi assaggiarne uno?” – la voce del marito la riportò sulla terra.
“ Solo se ne mangi anche tu.” – gli rispose tenera, mentre un’angoscia sottile le serrava l’anima. L’appetito lo stava abbandonando e le braccia sembravano nuotare nella camicia. La pelle del viso si era fatta sottile come un velo e gli zigomi la spingevano forte. Adele temeva di vedere il suo volto frantumarsi. Non l’avrebbe sopportato. Era stata quell’immagine amata a sorreggerla durante la guerra, quando le notizie si erano interrotte e suo marito considerato “disperso”. In quei momenti faceva un gioco: scommetteva con il Fato che Marco non sarebbe morto fino a che la sua fisionomia le fosse rimasta incisa nella mente. A volte temeva di perderne il ricordo e il cuore le si ingrossava fino a farla quasi svenire. Ma l’immagine riappariva forte, viva e lei tornava a sperare. Quanti anni trascorsi da allora! Quanti gravi problemi ammorbiditi solo dall’amore scambievole, collante che li teneva ancora così uniti. La sua vita si era svolta come un dramma teatrale, nel quale non era toccato a lei scegliere il repertorio. Eppure sapeva che, inderogabilmente, avrebbe dovuto recitare fino in fondo la parte assegnatale dalla sorte.
“Era il giorno di San Biagio, vero Adele? Mai una volta da allora abbiamo dimenticato di mangiare i nostri biscotti. Anche se non ho fame, ne prenderò uno. Mi sembra di cattivo auspicio interrompere la tradizione..”
Già, anche fra mille difficoltà, fra un pannolino da cambiare o cesti di panni da stirare, ogni anno aveva cotto quei biscotti in forno. All’unica figlia aveva tramandato la ricetta ed era grazie a ciò che, da quando non era più in grado di gestirsi al meglio, poteva continuare il rito. Per quanto tempo ancora? Pensò. Ma volle ricacciare quella intrusione anomala, dolorosa come un cilicio su pelle di bimbo.
“ Luisa non viene mai a trovarci. E’ proprio così impegnata?”. Marco suonò il tasto difettoso e il cielo sereno sembrò riempirsi di fluttuanti veli neri.
La loro unica figlia, amata, curata, guidata ed incoraggiata fino al conseguimento della Laurea in Giurisprudenza. Non era stato facile, proprio no, considerando le loro esigue risorse. Ma i sacrifici fatti con amore non risultano pesanti. Si dimenticano come i dolori del parto. E la gioia finale ripaga tutto. Adele pensò che forse le risonanze affettive, per quanto profonde, non reggono ai mutamenti. Si creano allora spazi apparentemente vicini, ma muti e invalicabili. In questa gerarchia di silenzi e di progressivo oblio, probabilmente si era sviluppata la carenza di amore di Luisa nei loro confronti.
“Tesoro devi capirla, ha tanto da fare: il marito, la professione, i figli…”
“ Ma non abita troppo lontano, solo un quarto d’ora di macchina… E poi esiste anche il telefono….” ribadì Marco con voce sofferente.
“ Ma pensa, pensa a noi. Hai visto? Anche quest’anno ci ha fatto recapitare i biscotti di San Biagio!”
“ Ah, si, dimenticavo. I biscotti……”.
Ho letto con interesse il racconto perché vi ho trovato molti elementi coinvolgenti. I biscotti di San Biagio hanno un valore simbolico legato all’amore dei due protagonisti, al loro primo incontro, alle loro mani nel vassoio, ai loro sguardi, alla loro complice risata. Ma essi rivelano anche l’amore della figlia che, pur lontana secondo l’impressione del vecchio padre, lo è solo apparentemente perché con il dono vuol dire: vi ricordo e vi amo anche se gli impegni mi pressano, sono con voi e mi unisco con il mio amore al vostro. La madre, che come spesso accade tiene le fila della casa e soprattutto degli affetti, comprende la figlia, forse perché ha vissuto nel passato la stessa esperienza e sa bene quanto sia difficile districarsi tra i vari ruoli che competono alle figure femminili. Il padre è il più fragile sia fisicamente sia a livello psicologico e vorrebbe fermare il tempo della vita e vivere nel passato. E il tempo del racconto è un altro elemento importante: la storia si svolge tra presente, passato della gioventù, passato della guerra, passato dell’indissolubile unione tra i due anziani e futuro incerto e oscuro, che i tre punti di sospensione lasciano intuire al lettore coinvolto nell’atmosfera sospesa che chiude la storia. Anche i riferimenti spaziali, non tanto quelli fisici che appaiono solo nei ricordi, sono l’emblema di una lontananza tra i genitori e la figlia, distanza fisica, che potrebbe essere interpretata come distanza generazionale e affettiva se quel dono così curato formalmente non fosse il simbolo di un affetto indissolubile. Per tutti questi motivi trovo lo scritto molto profondo e attraente.
Bella impostazione. Non risponde a chi cerca facili entusiasmi e nemmeno a idilliaci acquerelli ma i colori sono potenti, diretti . Mi piace questo racconto anche se …anche ..lascia un amaro in bocca perchè porta il lettore a scavare nei personaggi. Forse sarebbe un racconto da sviluppare in più pagine o addirittura capitoli. Mi ricorda un pò Balzac. (accipicchia!).
Bell’affresco anche se le tinte tendono alla fine ad un giallo che si spenge piano piano. Intenso , profondo, un pò alla Verga. Capperi però fa venire sensi di colpa ad ogni figlio e figlia. Sarebbe lo spunto per un ottimo “Anime” giapponese.
Complimenti alla bravura nel caratterizzare con poche pennellate i personaggi.
Condivido tutto ciò che è stato detto nel commento di Viola, aggiungo anche che il rimprovero dei genitori ai figli di dimenticarsi di loro è una situazione comune. Il bisogno di essere chiamati, di ricevere visita fa sentire vivi quali siano le le condizioni di salute. Non è sintomo di egoismo dei genitori né è mancanza d’amore e di rispetto dei figli. E’ la realtà della vita, i figli sono presi dai problemi della famiglia, creata da loro. La generazione di mia madre ripeteva “I genitori sanno far crescere anche dieci figli ma un figlio non riesce mantenere un genitore.” Narrazione profonda e attenta e commovente.
Emanuele
Ringrazio Viola per il bel commento che fa fatto del mio racconto ” I biscotti di San Biagio”. Sono lieta che la storia faccia riflettere ed approfondire certi aspetti importanti del nostro esistere. E’ ciò che desidera, credo, ogni scrittore.
Un ringraziamento anche a “parole senza spazio” che ha fatto un’analisi acuta del mio racconto. Ritengo sia una persona piuttosto giovane, visto che ha messo in evidemza i senzi di colpa che potrebbe suscitare nei figli. Un motivo in più per riflettere e magari, cercare di cambiare rotta….
Un grazie particolare a Ratti Emanuele che ha gentilmente letto e commentato il mio racconto con profondità e delicatezza.. concordando con il pensiero di Viola. Sono molto d”accordo con ciò che diceva sua madre ( anche la mia lo ripeteva spesso) “I genitori sanno far crescere anche dieci figli ma un figlio non riesce a mantenere un genitore”. Marinora
Leggo tutte le tenerezze in questa coppia: nei tanti anni attraversati hanno disegnato solo quadri solidi e straordinari di amore e di affetti. Grandi!!
Oggi un giovane potrebbe anche “sorridere” nel leggere di un amore così costruito… e la loro figlia sicuramente fa parte di questa cultura (triste).
Sono severo nel giudicarla.
Solo il cuore della sua mamma può pensare di lei “che forse le risonanze affettive, per quanto profonde, non reggono ai mutamenti. Si creano allora spazi apparentemente vicini, ma muti e invalicabili. In questa gerarchia di silenzi e di progressivo oblio, probabilmente si era sviluppata la carenza di amore di Luisa nei loro confronti”.
Poche storie: questa ragazza ha “scalato la società” e….. fisiologicamente ha allentato/raffreddato – come mangiata da quel contesto imbellettato- gli affetti per papà e mamma.
E’ amaro dirlo, ma lei – consapevole- quel giorno si è “lavata pelle e coscienza” consegnando a mezzo corriere quel pacco ricco solo di colori e nastrini.
Desidero lasciare un commento su questo bellissimo racconto,in quanto credo che l’autrice abbia voluto sottolineare un tema molto importante al giorno d’oggi:il rispetto per la figura dei genitori.
Purtroppo oggi giorno,siamo presi da mille impegni ed a volte basterebbe fermarci un minuto per capire quanto importante e difficile sia il ruolo di essere genitori e figli.
Infatti credo che forse a volte se esistesse un manuale su come vivere bene questi due ruoli,forse a volte sarebbe tutto più “facile”,nell’affrontare determinate situazioni.
Ancora tanti complimenti a questa scrittrice e spero che continui a scrivere!!!
Sono rimasto molto colpito dal racconto di questa scrittrice,che conoscevo già in quanto m’ero abbattuto anni addietro nella lettura di altri suoi scritti.
Di rilevante importanza la tematica che viene trattata in questo racconto.
A volte il senso della gratitudine dei sacrifici fatti dai nostri genitori,nei nostri confronti,è zero e ciò è molto triste.
Mi auguro di cuore che questa scrittrice continui a scrivere così bene,altri racconti.
Racconto melanconico, nostalgico con uno stile di scrittura bello e accattivante che fa venir voglia di leggere il seguito se ci fosse, anche per avere qualche conoscenza in più sui dettagli dei veri rapporti intercorsi nella famiglia protagonista. Così com’è presentata non è possibile esprimere giudizi né per la figlia né per i genitori, se non le solite ovvietà già ribadite nei precedenti commenti. Inviterei l’autrice a continuare il racconto descrivendo con più profondità i caratteri, le esperienze, gli eventi trascorsi nelle vite dei protagonisti per poter comunicare un messaggio più positivo, se possibile.
Un acquerello ben riuscito, dolce, romantico con luci ed ombre marcate e proprie del nostro tempo.I due anziani coniugi li sento fisicamente presenti mentre mi lascio trasportare dal loro racconto.Quanta tenerezza nel ricordo del loro amore!, e quanto amore ancora sanno trovare, non solo per loro stessi, ma anche per quella figlia troppo lontana. Luisa, presa nel vortice di questo tempo che travolge e stravolge ogni attimo di vita ed ogni sentimento, pensa che quei biscotti, così carichi di teneri ricordi, possano sostituire la sua presenza, il suo affetto. Quanta amarezza in quel padre, quanto amore nelle risposte di quella moglie e madre!
Bel racconto veramente .
Grazie Marinora . Alla prossima
Marinora non ti delude mai. Che sia una poesia o un racconto, tutto ciò che scrive è intriso di sentimento, delicatezza, sensibilità. Sa toccare i temi importanti della vita facendo vibrare le corde più profonde del cuore. Ecco un altro piccolo capolavoro dove le cose non scritte sono ancora più significative di quelle scritte. La narrazione serve al lettore per “andare oltre”, far volare la fantasia ed immaginare la vita passata dei due anziani sposi, fatta di sacrifici, di rinunce e di tanto tanto amore. Una vita spesa in funzione della figlia, che è così poco presente, ma che l’amore di mamma tenta di giustificare agli occhi del fragile marito, senza esserne però del tutto convinta lei stessa. Può un bel pacchetto di biscotti sostituire la vicinanza fisica? Siamo tutti chiamati a riflettere, che figli siamo stati o siamo tuttora? Che genitori siamo? Abbiamo improntato la nostra vita al rispetto e all’amore, insegnando questi valori imprescindibili a chi ci sta accanto? Non permettiamo mai che la vita frenetica che conduciamo ce li faccia dimenticare.
Davvero un bello stile di scrittura!
Come Franco Tamburi cito questo pezzo che mi è piaciuto molto:
…”che forse le risonanze affettive, per quanto profonde, non reggono ai mutamenti. Si creano allora spazi apparentemente vicini, ma muti e invalicabili. In questa gerarchia di silenzi e di progressivo oblio, probabilmente si era sviluppata la carenza di amore di Luisa nei loro confronti”.
Brava! Bel racconto che esprime con rapide pennellate, come in un quadro impressionista, la vita sentimentale dei protagonisti, dall’incontro allo sbocciare dell’amore, dall’orrore della guerra e dalla disperazione della lontananza all’oggi con gli acciacchi che l’età avanzata porta con sé … tutto narrato con uno struggimento e un amore che ti tocca il cuore. Si parla poi anche del rapporto coi figli, reso sempre più difficile dal prolungamento medio della vita e dalla frenesia del mondo moderno, un mondo in cui i figli, pur volendo un gran bene ai propri genitori, non riescono a star loro vicini più di tanto e in questo modo li “deludono”.
Racconto davvero toccante e ben scritto.
Tutta la forza, la profondità e al tempo stesso le fragilità nei rapporti più cari, descritte con una delicatezza straordinaria. Complimenti Marinora.
Ringrazio Franco Tamburi per la profondità con cui ha commentato il mio racconto. E’ bello vedere che ciò che ho scritto può suscitare interesse e partecipazione. Anche se è una storia breve e concisa….
A Bertha dico “grazie” per le belle parole , le riflessioni che il mio racconto le ha fatto esprimere e per i complimenti circa la scrittura.
Ringrazio Massimo74 per gli apprezzamenti sulla tematica trattata, che lo ha fatto riflettere. E per il suo invito a continuare nella scrirrura.
A lamorevincesempre voglio dire che ha ragione sul fatto che il racconto è conciso e non riporta molti dettagli sui rapporti interpersonali trascorsi. Capisco che non è facile dare un giudizio. Ma questa è una storia breve e deve mantenere i suoi tempi e ritmi. Comunque il giudizio, anche su storie lunghe e dettagliare, è sempre prettamente soggettivo e può variare notevolmente, in quanto scaturisce sempre dalle nostre esperienze più profonde. E sappiamo tutti quanto le reazioni individuali possano differire amche di fronte allo stesso dramma.
Ti ringrazio per gli appprezzamenti e per la stimolante osservazione.
Ringrazio L:Pia per le belle riflessioni e per la delicatezza con cui sono state espresse. E per la stima nei miei confronti.
Ringrazio Rosella per la considerazione espressa nei miei riguardi. Ne sono lusingata, ma il suo profondo e sentito commento sul rapporto genitori anziani-figli, è la cosa che più mi ha fatto piacere.
A Francesco Saccà un grazie particolare per aver letto con interesse il mio racconto e per l’apprezzamento circa il mio stile di scrittura.
Ringrazio Laura Menesini per aver letto con tanto interesse il mio racconto e per averne apprezzato tematica e stile.
A Laura Fortugno grazie per gli apprezzamenti e per aver letto e commentato il mio racconto.
Un racconto molto tenero e nello stesso tempo incisivo, di una durezza che graffia il cuore, dove la nostalgia e il senso del tempo che, inesorabilmente, passa e travolge il tutto sono appena mitigatati dalla dolcezza di un presente.
Il tutto scritto molto bene, con uno stile decisamente preofessionale.
Ecco un’altra perla che Marinora aggiunge alla sua già ricca produzione.Un racconto che vuol catturare l’attenzione del lettore sul tema così attuale del rapporto tra genitori anziani e figli in una società’ che ci “obbliga”a correre per avere successo o anche solo per sopravvivere.Tutto questo,descritto con grande capacità narrativa che ci coinvolge emotivamente e ci fa intuire la profondità’e la ricchezza interiore della scrittrice. Anch’io termino dicendo :ALLA PROSSIMA Marinora!!
Guida
Con immenso piacere mi sono immersa nella lettura di questo breve ma intenso racconto. Ho apprezzato le dinamiche familiari, questi legami fragili e allo stesso tempo forti che legano genitori e figli.
Brava Marinora
mi è piaciuto molto questo racconto…uno stile scorrevole, fluido, e un’atmosfera intima e complice. L’amore della coppia , consolidata nel tempo, resistente agli affanni ai problemi, alla guerra, ma nonostante questo, ancora insieme…come quelle di un tempo. Una figlia, che come quelle di oggi, tutta presa dagli impegni lavorativi e famigliari, finisce col trascurare questi genitori, ai quali invia, biscotti fragranti e sapientemente confezionati….nota dolente, dolentissima, di una realtà e modernità sconcertante. Ogni volta, questo modus vivendi che non lascia spazio per coltivare amori e affetti importanti, presenta il suo conto: quanto abbiamo donato di noi stessi a chi magari oggi non c’ è più?…..se solo avessi detto quella cosa, se solo avessi stretto quella mano, se non avessi negato quesll’abbraccio…ahi , ahi…….con grande delicatezza ma comunque con intenzione e incisività, la scrittrice ci impone di interrogarci su un tema tanto attuale e purtroppo, spesso malgestito. Grazie per avercelo ricordato.